Capitolo nove.
Erano passati molti giorni da quella volta che Camila parlò per la sua prima volta dopo due anni. Lauren non faceva altro che pensare a ciò che si dissero.
Aveva un pensiero impresso. Questo le era rimasto in testa eccome: voglio che quella canzone, sia la nostra.
Lauren era felice di quella frase, avrebbe cercato quella canzone per Camila in modo da renderla felice e, per averla condivisa con lei.
Camila era davvero felice che Lauren le avesse promesso di non aver aperto bocca con le altre ragazze riguardo alla sua voce. Ogni volta che si incontravano a scuola o uscivano con il resto del gruppo, provava un certo sentimento, sempre più intenso.
Il suo respiro si mozzava ogni volta che vedeva Lauren, ogni tanto ebbe paura che stesse per morire o cose simili. Ammetteva che la ragazza, le faceva un grande effetto.
Camila aveva paura di esprimere il suo orientamento ai genitori. Solo Dinah sapeva che era Gay.
Era un giorno qualunque quando Cabello decise di alzarsi dal letto alle 09:30 P.M. e di andare al piano inferiore a fare colazione.
Era sabato e non aveva scuola. Era felice di staccarsi un po' da quella palla quotidiana. «Ciao Mija, hai dormito?» chiese Sinuhe e Camila annuì dolcemente. «Che farai oggi?» Camila guardò la madre come per chiederle se si fosse dimenticata di qualcosa.
Era così.
«Che succede?» chiese la donna e Camila scrisse sul quaderno che le aveva regalato Lauren.
"Tra un po' non dovremo andare all'ospedale per fare una visita?". Sinuhe si illuminò e sorrise amaramente.
Nella mente della donna pensò che sarebbe stato il momento di dire a Camila di ciò che stava succedendo al suo corpo.
Camila ancora non sapeva che il suo tumore si stava espandendo pure sull'altro polmone. «Cara, perché non parli?» chiese e Camila negò con la testa. «Va bene.» disse. La figlia scrisse qualcosa sul foglio, in modo veloce e disordinato appunto scriveva così per la sua velocità nel tracciare le lettere.
Girò il foglio, facendo leggere la madre. «Cosa vuoi dirmi?» chiese Sinuhe e prese la mano sinistra della figlia dolcemente. Camila scrisse sempre, impegnandosi. Ci mise minuti anche per formulare frasi sensate e piene di serietà.
Camila voleva tutto perfetto.
Non appena finì, diede il foglio alla madre e iniziò a leggere. "So che forse preferiresti che parlassi al riguardo di questo argomento così importante, ma sai bene che non posso, o per lo meno, non voglio perché lo trovo impossibile a rivolgermi dopo quello che è successo due anni fa a Cojimar. Non voglio andare per le lunghe, vorrei tagliare corto.
1) quello che sto per dirti, non so se cambierà quel rapporto che si è sviluppato tra me e te. 2) non so manco come la prenderà papà.
Forse dopo quello che leggerai, deciderai di lasciarmi perdere perché forse sarò un peso ancora di più. Non mi importa di ciò che dite o pensate di me, io voglio essere felice e voglio dire alle persone che mi piacciono le ragazze, nella mia vita non ci sarà un principe azzurro, e se mai ci dovrà essere, io voglio essere felice con la mia principessa."
Camila guardava la madre seriamente, che poggiò il foglio sul piano di legno lucido coperto dalla tovaglia dal colore verdognolo. «Sei sicura di ciò che provi, Mija?» chiese e lei annuì sicura, il tutor formò un pugno, preparandosi alla reazione della madre.
«Mi va bene.» disse. «Non riuscirei mai a scacciarti di casa, sei mia figlia e sei bella così, anche se ami le principesse e non i principi.» disse e gli occhi di Camila si riempirono di lacrime.
Era emozionata, aveva finalmente esposto i suoi sentimenti alla madre.
«Al momento, tuo padre non dovrà sapere nulla.» disse e Camila annuì con preoccupazione. La ragazza, finì la sua colazione e andò in camera sua a cambiarsi.
Si vestì comoda, con un maglioncino bianco e jeans neri attillati. La ragazza andò in bagno a sistemarsi per bene, era un po' tesa, per tutto.
Non sapeva che notizie avrebbe avuto, se una possibilità ci fosse nella sua vita, oppure sarebbe peggiorata come non so cosa. Il display del cellulare si accese, era il buongiorno di Lauren.
Camila sorrise un po' e le fece un vocale dando pure lei il buongiorno. La ragazza di cui era attratta, le diede la buona fortuna per la visita e Camila si morse il labbro.
Sinuhe guidò la sua Giulietta, Camila teneva la cintura e guardava la strada. I suoi pensieri vennero abbattuti dalla domanda di Sinuhe. «Hai trovato qualcuna?» chiese per poi specificare. «Una principessa?»
Camila sorrise al pensiero che la madre le stava sempre vicino in ogni situazione. Scrisse sul quaderno. "Penso di sì" Sinuhe lesse quel messaggio e ridacchiò.
«E chi sarebbe?»
Camila si sentì arrossire.
Aprì la bocca.
Era stanca, voleva rendere felice Lauren, voleva esprimersi e abbattere la paura di parlare.
«Della ragazza dagli occhi verdi, mamma.» disse tutto d'un fiato e la faccia della madre, era indescrivibile.
«H-hai parlato?» chiese insicura, era incredula che la figlia avesse parlato dopo due anni di solo silenzio.
«Sì, sai... La prima conversazione che ho avuto dopo due anni, è stata con lei.» confessò Camila mentre guardava fuori dal finestrino.
«Dobbiamo festeggiare, non credi? Penso sia ora, finalmente parli!» disse emozionata la madre mentre si asciugò qualche lacrima che solcava il suo viso.
Arrivarono finalmente all'ospedale. Non c'era fila quindi Camila, entrò subito nella camera per svolgere questa visita.
Era preoccupata, lo si leggeva negli occhi. Sinuhe girava un po' per la stanza mentre la figlia rimase a dorso scoperto mentre si faceva visitare.
Fece la radiografia, voleva che ci fosse anche Lauren o Dinah con lei.
Finita la visita, il medico disse che i risultati del test sarebbero venuti fuori a breve, quindi che avrebbero dovuto aspettare.
Camila rimase seduta sul lettino preoccupata, messaggiava nel gruppo di amici dicendo che era a fare la visita.
Tutti, specialmente Lauren, le diedero la buona fortuna per i risultati del test.
Quel senso di benessere si trasformò in crisi non appena il medico venne con i risultati in mano. «Eccoli.» disse l'uomo dal camice bianco.
«Signor Cowell, sto bene?» chiese Camila con ansia e il medico sospirò.
«No, non stai bene.» disse e Camila si sentì gli occhi subito umidi. La madre già versava lacrime anche se era già al corrente del peggioramento della figlia.
«Come?» chiese Cabello tremando.
«Guarda qui.» il medico fece vedere a Camila un ecografia dei suoi polmoni. «Vedi queste?» chiese l'uomo mentre con la penna indicava le macchie sui polmoni.
Camila versò lacrime, non riuscendo più a trattenerle. «S-significa che...» Cowell completò la sua frase.
«Sì, sei peggiorata. Il tumore si sta espandendo.» disse con fare dispiaciuto e poggiò una mano sulla spalla della giovane che subito gliela tolse e si alzò.
Camila si mise la maglietta e corse fuori piangendo.
Lauren intanto era annoiata e decise di chiamare la ragazza dagli occhi color cioccolato. Partì la segreteria e Lauren decise di lasciare un messaggio. «Ciao, Camila. Spero che la tua visita sia andata bene, oggi vorrei vederti, sempre se ti va.» disse Lauren con il telefono vicino.
Era preoccupata, decise di chiamare Dinah che subito rispose.
«Lauren? Ciao.» disse con tono neutro.
«Ciao Dinah... Sai qualcosa di Camila?» chiese lei preoccupata.
«Sei in ansia? Lo sento dal tuo respiro pesante.» chiese e Lauren disse un lieve "Sì". «Sai, pure io... Più che altro, per la sua reazione appena saprà ciò che succede dentro il suo corpo.»
«Come?» chiese. «Che succede nel suo corpo?!» quasi urlò Lauren e Dinah cercò le parole giuste da dire.
«Camila sta peggiorando.» disse. «Il tumore si sta spargendo pure nell'altro polmone. Lo sapevo da quando si era sentita male l'ultima volta, me lo disse la madre, Camila però non sapeva nulla, Sinuhe non voleva che lo sapesse.» disse Dinah con terrore.
«Stai scherzando?» chiese Lauren mentre stringeva forte il cellulare. Le labbra tremarono e gli occhi si inumidirono subito. «Stai scherzando?!» urlò.
«No! Perché dovrei scherzare su queste cose?» disse Dinah.
Camila non si mosse dalla macchina, rimase rinchiusa lì fino a quando la madre non sarebbe venuta. «Festeggiare? Cosa vorrebbe festeggiare?» disse piangendo mentre i singhiozzi riempivano la macchina.
Alcuni colpi di tosse fecero uscire delle gocce di sangue che schizzarono sul vetro. Camila si affrettò a pulire. Durante l'attesa, Camila sentì il messaggio di Lauren e decise di farle uno squillo. «Camila?» rispose Lauren.
«Ciao... Voglio uscire con tutti voi, devo parlarvi.» disse lei.
Lauren che stava dall'altra parte del cellulare sapeva benissimo cosa dovesse dire a lei e agli altri componenti del gruppo.
Le ore passarono e finalmente arrivò l'orario d'uscita.
Camila era nervosa, era pronta a svelare la sua voce a Dinah, Ally, Shaun, Troye, Normani e a Keana.
Si trovavano di nuovo al parco, Camila non aveva con se il suo quadernetto dove scriveva le sue domande o risposte.
Lauren era pronta a sentire di nuovo quella voce. «Chancho, dov'è il tuo quaderno?»
Nessuna risposta.
Camila aprì la bocca.
Il fiato degli amici rimase sospeso. Lauren sorrise sapendo che stava per risentire la sua voce. «Io... Non l'ho portato.» disse lentamente. Tutti rimasero in silenzio, Dinah pianse emozionata.
Tutto di colpo.
Era così bello che finalmente aveva sentito parlare la sua migliore amica.
«Non so quanto mi resta.» disse con cautela cercando le giuste parole.
«Come?» chiese Troye, il suoi occhi si aprirono non appena udì quella notizia.
«Non lo so, Troye.» disse per poi sedersi comoda sul prato. «I-il... Il tumore si è sparso.» confessò. «Mi è arrivata notizia oggi, per lo meno... Questi sono i risultati dei test.» mormorò.
«Che Dio ti benedica, Mila...» disse Ally e abbracciò la cubana che ricambiò. Quasi tutti abbracciano Camila tranne Lauren che pensava.
Jauregui non riusciva a vedere Camila così, amava quella ragazza ogni giorno di più. Non ce la faceva a vederla in quello stato. Non lo soportava minimamente.
Shaun guardò Lauren mentre lei guardava l'erbetta. Il ragazzo la prese con sé portandola distante dagli altri. «Perché non l'hai abbracciata?» chiese dolcemente.
«Shaun, un abbraccio... Non lo so.» disse Lauren cercando di esprimersi. Non pensava ad una domanda del genere, appunto, l'aveva lasciata alla sprovvista.
«Allora?» chiese.
«Vorrei darle di più.» disse Lauren rispondendo velocemente. «È stupido.» aggiunse sempre. «Ma voglio darle il mio cuore.»
«Nulla è stupido, Laur.» sorrise. «Perché non provarci? Perché non le cedi il tuo cuore?» chiese sorridendo.
«È malata, non mi vorrà, sarà etero, che ne so.» disse Lauren e rimase a pensare a cosa rispondere. «La sua malattia le proibisce di amare, perché un giorno morirà. Camila non vorrebbe lasciare sola una persona per colpa sua.» disse.
«No, non è per colpa sua... È colpa della malattia, ma non sua.» disse l'amico e abbracciò Lauren che affondò il viso nel suo petto.
«È crudele.» disse.
«Cosa?» le accarezzò i capelli.
«Tutto questo.»
Camila osservò la scena e si alzò andando verso di loro. Shaun notò Camila e si staccò dall'amica e si spostò. Camila raggiunse finalmente Lauren e le prese la mano.
«Il tuo tutor è freddo.» disse Lauren e Camila sorrise.
«Lo so, spero non ti irriti.» scherzò e Lauren sorrise un po'.
«Sei dolce.» disse Jauregui con immenso coraggio.
Camila sentì caldo nelle sue guance, strinse dolcemente le mani dall'amica. «Perché qui?» chiese spiegazioni.
«Perché... Non lo so.» non trovò le parole e Camila annuì sorridendo.
«Sai, oggi... Ho detto a mamma che sono gay.» confessò e Lauren la guardò con stupore.
«Davvero? Come l'ha presa? Io non pensavo...»
«Che fossi gay? Wow, e invece...» rise Camila per poi venirle una leggera tosse.
Lauren poggiò una mano sulla sua spalla. «E invece lo sei.» disse Lauren.
«Ma anche se lo fossi... Non starei con nessuno.» disse Camila. E il cuore di Lauren cadde per terra.
Non doveva mollare.
«Beh... Come l'ha presa? Bene, ho anche parlato mentre mi portava a fare la visita.» disse Camila e Lauren diede un dolce bacio sulla fronte alla piccola.
«È meraviglioso, non credi?» sorrise.
«Voleva festeggiare... Ma poi, beh... La notizia mi ha un po' devastata.» disse lei.
«Non dovresti pensare a nulla, pensi troppo al dolore.» disse Lauren.
«Ci provo, ma è impossibile sapere che ogni giorno che passa mi spengo sempre di più che manco me ne accordo, è orrendo.»
Il viso di Lauren si illuminò di un dolce sorriso, Camila la guardò storto, non capiva perché sorrideva.
«Camz, io sono qui, per prendermi cura di te. Va bene?»
Camila rimase a pensare.
«Va bene.» rispose.
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