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Capitolo dieci.

«Devi amare.» disse Lauren.

Camila la guardò. «La gente soffre.» disse lei. «È pazzo chi si mette con una persona malata.» aggiunse.
«No, non è pazzo, è solo fiero di amare la persona che gli ha toccato il cuore.» aggiunse Lauren correggendo Camila.

«Un giorno però, quella persona morirà! È scemo tutto questo.» disse protestando.
«Tu sei scema a non provare.» disse Lauren.
«Ah, perché tu hai già provato?»

Lauren rimase in silenzio. «Sì.» disse. «Ho solo smesso di crederci fino a quasi due settimane fa.» precisò. «Una ragazza ha rapito il mio cuore.» disse.
«Immagino quanto sia fortunata.» disse Camila quasi invidiosa.

«Perché non lo scopri?» chiese mentre guardava Camila.
«Cosa?» chiese lei.
«Di cosa stiamo parlando?» domandò e Camila si illuminò.
«Ah, della tipa... Va bene.» disse.
«Ti do... Uhm, due giorni per capire questa ragazza.» disse con tono di sfida e Camila rimase sorpresa.
«Cosa?! È da pazzi! Non lo saprò mai.» disse.

«Se ti impegni e guardi le piccole cose, capirai al volo.» disse Lauren e si spostò.
«Lolo! Cazzo, fermati.» disse.
«Caruccio come soprannome, ma non mi fermo, devi capirlo.» rise Lauren prendendo in giro Camila che rideva dolcemente.

La sua risata squillante era la cosa che desiderava sentire sempre, per tutta la vita.

«Sai, dovresti ridere molto spesso.» disse Lauren mentre indietreggiava.
«Come?! Sei tu che mi fai ridere!»

Lauren era lieta di questo.

Amava sempre di più essere la ragione delle risate di Camila.

Camila fece uno scatto, come per correre verso Lauren, quest'ultima pensava che l'avrebbe picchiata per chissà quale motivo, quindi anche lei, fece uno scatto ma cadde a causa di una radice che sporgeva.

Camila rise il doppio e le orecchie di Lauren godevano di tale melodia. «Quanto sei scema, vieni che ti aiuto...» rise e l'aiutò ad alzarsi.

Gli sguardi degli amici erano fissi sulla coppia nella quale una era cosciente che stava succedendo qualcosa di bello, mentre l'altra, pensava che ci fosse solo amicizia tra le due.

Dinah guardò il gruppetto. «Ragazzi, iniziamo a fare scommesse?» chiese.
«Scommesse?» domandò Keana. «Non dirmi che...»

«Esatto, secondo voi tra quanto tempo si metteranno insieme?» chiese.
«Non molto.» mormorò Ally e Normani la quotò.
«Uhm, secondo me, altri due mesi.» disse Troye.

«Io aggiungerei che, chi perde paga la colazione di tutti al bar.» disse Keana scherzando.
«Bene, perfetto Keana.» acconsentì Dinah e Keana ci rimase male solo perché stava scherzando.
«Oh! Allora dovrei pensare meglio, posso cambiare?» chiese Issartel.
«Va bene. Dai, facciamo un giro di scommesse, tu Shaun, che pensi?» chiese la polinesiana.

«Uhm, conoscendo Lauren, ha già fatto colpo su Camila, quest'ultima cederà tra due settimane.» rimase pensieroso. «Sì, è così.» affermò e Dinah se lo segnò sul cellulare.

«Io penso sempre alla storia dei mesi, non saranno due, ma voglio andare per un mese e mezzo.» disse Torye.

«Io penso tra due settimane, come Shaun.» Keana aggiunse la sua opinione divertita.

«Io e Ally tra un mese.» intervenne Normani parlando anche per la piccola amica.

Dinah segno sul telefono e sorrise. «Uhm, io penso che tra una settimana si mettono insieme.» disse.
«Tu sempre affrettata con le ship, eh Dinah?» mormorò Normani.

«Camz.» disse Lauren tenendola per i fianchi per poi prenderla in braccio facendola girare.
«Laur! Mi fai venire voglia di vomitare!» urlò Camila.
«Non mi interessa.» rise Lauren.
«Nemmeno se ti vomito addosso?»

«Quello è probabile.» rise e la lasciò stare, Camila respirava già affannato e Lauren si preoccupò al volo. «Ti senti bene?» chiese.
«Dai non sto morendo.» rise e Lauren la guardò un po' male.

«Oggi dovrai festeggiare.» disse e Camila scosse la testa.
«Smettila.» disse ma Lauren non gliela diede per vinta.
«Smettila tu, dovremo divertirci. D'ora in poi, tutto cambierà.» disse e Camila rimase a riflettere. «Oggi festeggerai.» disse di nuovo e Camila alzò lo sguardo incastrandolo con il suo.
«Dio, va bene! Felice ora?» chiese irritata Camila e Lauren annuì soddisfatta.
«Perfetto piccola.»

«Lauren, ci offri qualcosa?» chiese Troye.
«Anche oggi? Tu quando smetterai di scroccare?» rise Lauren e aggiunse. « Però, non voglio che Camila mi fotta il portafoglio.»

«Io non ti fotto nulla, lo sai.» disse Camila ridendo. Le sue gambe tremavano, decise così di sedersi un po'. «Scusate.»

Lauren guardò un po' Camila e Dinah la guardò seriamente. «Debolezza?» chiese e la migliore amica annuì.
«Ho bisogno di riprendermi... Poi possiamo andare.» disse Camila e Lauren sospirò.

Dopo un po', Camila si riprese e andarono alla gelateria dell'altra volta. Dinah prese con sé Lauren e la portò dietro rispetto agli altri, Camila si guardò dietro e Dinah fece il semplice gesto di camminare.

«Che fai?» chiese Lauren per poi avere un peso d'ansia sul petto.
«Hai già capito quello che ho da dirti.» rise Dinah.
«P-perché?» balbettò Lauren e Dinah rise.
«Guarda un po' come ti comporti.» rise la polinesiana.
«Fanculo...» roteò gli occhi.

«Ti piace?» chiese e Lauren rimase un po' a pensare. «So che mi dirai di no, vedo la tua indecisione nel rispondere.» disse Dinah e Lauren sbuffò. «Ho ragione, hai visto?» rise.
«Un po' mi piace.» disse Lauren.
«Sicuro le piaci anche a tu.» rispose Hansen e Lauren arrossì al pensiero.

Lauren Jauregui insieme a Camila Cabello? Questo la ragazza dagli occhi verdi poteva solo viverlo in sogno.

Lauren che provava il mondo.

Camila che provava sola amicizia.

Dopo un po', andarono a prendere il gelato e Lauren, come di tradizione, prese il gelato a tutti. Ogni tanto si chiedeva se fosse meglio lasciare Camila, visto che non ci sarebbe stato nulla, ma scosse la testa.

Ogni tanto guardava Camila che gustava il suo gelato, la piccola guardò Lauren mentre passava la lingua sulla pallina fresca al cioccolato. Lauren sentì una forte scossa nel suo corpo, si sentì così strana.

Forse eccitata?

Era da molto tempo che non provava più così tante emozioni insieme, era quasi doloroso, ma Lauren lo considerava come un piacevole dolore.

Camila mangiava il gelato e non appena lo finì, Lauren catturò la sua attenzione. «Camz, che dici di tornare? Sono le 07:30 P.M., così vai a festeggiare con i tuoi genitori.» le consigliò e Camila ci pensò su, fino a quando annuì.

«Va bene, mi accompagni?» chiese con faccino dolce e Lauren non poté rifiutare.
«Solo io?» chiese Lauren e guardò Dinah che quest'ultima annuì sorridendo.
«Sì, se non ti crea problemi.» disse lei e Lauren sorrise arrossendo.
«N-no, non mi crea problemi.»

«Dai, andiamo.» disse Camila e si alzò, Lauren guardò l'amica e subito la seguì. Le due tornarono a casa, Lauren camminava vicino alla ragazza e lei pure.

«Sono felice che ora, parli con tutti.» disse Lauren quasi sussurrando.
«Già, è come una liberazione.» disse Camila mentre camminava.

Una volta arrivate a casa, Lauren rimase davanti al cancelletto e Camila entrò in cortile chiedendolo facendo si che le due si separassero.

«Tienimi aggiornata su quello che succederà lì, eh.» disse Lauren e Camila accennò una risata, facendo collassare per un attimo il cuore di Lauren.
«Va bene.» disse Camila e poggiò una mano sulla guancia di Lauren.

Era calda, e Camila si morse il labbro a sentire quel contatto. «Che fai?» chiese Lauren poggiando la mano sul polso di Camila.
«Nulla, volevo solo toccarti...» disse, la sua voce era quasi udibile e Lauren respirò profondamente cercando di controllare il suo cuore.

«Dai, adesso vai, farai tardi altrimenti.» disse Lauren e Camila accarezzò con il pollice lo zigomo di Lauren.
«Va bene, hai ragione.» lasciò la guancia di Lauren. Quest'ultima si sporse mentre teneva le mani sul cancello in legno e le diede un bacio sulla guancia.

Camila ricambiò, sorrise mentre rimase con le labbra poggiate sulla sua guancia. «Muoviti, gli altri ti aspettano.» disse Camila e Lauren, ridacchio.

«Forse per te sarei disposta anche a rimanere fuori da casa tua, fino al tuo ritorno.» disse Lauren e Camila sorrise abbassando la testa.

Le due si lasciarono e Lauren prese la sua strada. Camila mentre percorreva il piccolo percorso rimase con lo sguardo fisso sul corpo di Lauren che si allontanava, fino a quando lo distolse ed entrò dentro.

Sinuhe non appena vide Camila disse che intenzioni avesse. «Piccola, quindi che vorresti fare?» chiese la madre e la piccola rimase a pensare.
«Andiamo, vorrei parlargli lì. Non voglio papà sappia qualcosa, voglio che sia una sorpresa.» sorrise la figlia e la donna annuì.

«Ora vai a farti bella, hai un sacco di vestiti nel tuo armadio, alcuni non li hai mai usati.» le fece notare Sinu e Camila sorrise al pensiero di indossare un vestitino.

Andò in camera sua, entrò nella dolce stanza dopo aver percorso le scale formate da mattonelle bianche e lucide.

La ragazza aprì le ante del suo grande armadio e decise di prendere alcuni vestiti e di poggiarli sul suo letto in modo tale da decidere cosa indossare.

Decise finalmente dopo circa dieci minuti, un vestito nero, lungo, lo spacco che stava sul lato sinistro le scopriva la gamba.

«Ti piace quello?» la voce di Sinu fece sobbalzare Camila che subito si poggiò una mano sul petto.
«Mi hai fatta prendere un colpo...» disse Camila lanciando un sospiro di sollievo.
«Ah, scusami cara...» ridacchiò Sinu.

«Sinceramente... Non ricordavo che ci fosse un vestito così bello qua.» disse Camila.
«Te l'avevo comprato cinque mesi dopo che ci siamo trasferiti qui, a Miami... Non l'hai mai usato.»

«Lo vedo, ha ancora l'etichetta.» ridacchiò Cabello e con un paio di forbici, la tolse. «C'è qualcuno in bagno?» chiese e la madre negò.
«Ci siamo tutte lavate, manchi te. Tuo padre tornerà a momenti.» disse la madre.
«Sì, vedrò di fare veloce.»

Questa volta Camila fu di parola, dovette rinunciare alla sua amata vasca da bagno, alle sue ore a rimanere lì a pensare.

Si asciugò il corpo velocemente e si mise l'intimo, Camila si fece aiutare dalla madre per indossare il vestito.

Dopo aver asciugato i capelli, li piastrò e li legò.

Era bellissima, sembrava una principessa appena uscita da un libro delle favole. La giovane fece un giro su se stessa, facendo alzare la gonna da terra.

Lauren era ormai a casa, ogni amico di Camila era tornato a casa propria, la ragazza entrò in casa e come al solito trovò il pianto, le urla e la rabbia da parte dei genitori.

Lauren come sempre andò in cucina, giusto per prepararsi la cena visto che i genitori non avevano preparato nulla per i tre giovani. La ragazza continuò a cucinare la pasta, sta volta non aveva preparato per entrambi i suoi genitori.

Il cibo ci impiegò un po' a cuocere e mentre cuoceva, Lauren decise di apparecchiare per i tre.

Jauregui andò a chiamare Taylor e Christopher. «Ragazzi, a mangiare su.» disse.
«Sinceramente pensavo che oggi facessimo dieta.» scherzò Chris e Lauren rise.

«Meno male che c'è Lauren con noi.» disse Taylor mentre si alzava dal letto.
«Esatto, ah se non ci fossi io...» disse Lauren con fare pensieroso.
«... Saremo persi sicuro.» finì Chris.

I tre fratelli mangiarono, intanto nel salone succedeva come al solito casino. «Hanno rotto tre piatti.» disse Taylor.
«Ah, grandioso.» commentò Lauren con il boccone pieno.

«Spero che non arrivino a tirarsi schiaffi.» disse Chris.
«Già, sarebbe troppo per tutti.» disse Lauren passandosi una mano tra i capelli.

Il telefono di Lauren vibrò e Taylor guardò subito il display acceso dell'iPhone.

«Camila ti ha mandato un messaggio.» disse e Lauren prese al volo il telefono e lo sbloccò. Tay e Chris si guardarono e sorrisero un po' a vedere Lauren che sorrideva.

«Che ha fatto?» chiese con tono giocoso e Lauren alzò lo sguardo e girò il telefono verso Tay. «Oddio, ma è un vestito... Bellissimo!» disse la piccola quasi emozionata.

«È molto bella, ti piace?» chiese Chris.
«È un segreto.» disse Lauren.

A casa Cabello era appena arrivato Alejandro. «Caro, vai a vestirti elegante, dobbiamo andare a mangiare fuori.» disse Sinu e Camila annuì.

L'uomo tornò dopo un po' dalle sue donne e sorrise. «Bene, sono pronto.» disse lui e Camila sorrise.

Lui, Sofia, Sinuhe e Camila andarono in un dolce ristorante non molto lontano da casa loro. Era piccolo, ci saranno stati undici tavoli dentro e altri all'esterno.

L'aria era calda e finalmente si riunirono in un tavolo vicino alla finestra. Era tutto così grazioso, i piani di Camila stavano procedendo come voleva. «Come mai ci siamo riuniti qui?» chiese Alejandro.
«Siamo qua per festeggiare.» disse Sinuhe.
«Cosa?» chiese curioso. «Non mi pare che ci siano compleanni in questo periodo...»

«No, appunto... Era solo per festeggiare che, ho ripreso a parlare.» disse Camila e il padre, la guardò con stupore.
«Davvero?» chiese lui quasi incredulo con gli occhi lucidi.

«Davvero.» confermò Camila.

Era ufficiale.

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