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capitolo sei

POV Charlotte

Ero ancora nel bagno della scuola, immobile nella cabina. Le parole di Melany e delle sue amiche mi martellavano nella testa.

《Quella ragazza è proprio patetica. Hai visto i suoi polsi? Chissà quante altre cicatrici ha nascosto.》
La voce di Melany era carica di veleno, e un'altra ragazza rise sommessamente.

《Ti rendi conto? È perfino più disperata di quanto pensassi.》

Poi Melany abbassò la voce, come se volesse assicurarsi che nessuno stesse ascoltando. 《Basta con queste sciocchezze, ragazze. Ho un piano per sistemarla una volta per tutte. Ma non qui. Qualcuno potrebbe sentirci.》

Poco dopo uscirono, lasciando il bagno silenzioso. Presi un lungo respiro e scivolai fuori dalla cabina, sentendo le gambe deboli. Mi sistemai il trucco davanti allo specchio, cercando di cancellare i segni del pianto. Non volevo restare lì nemmeno un secondo di più. Tornai in classe solo per raccogliere le mie cose e me ne andai.

Arrivata a casa, evitai qualsiasi contatto con i miei genitori, come facevo sempre. Salendo le scale, chiusi la porta della mia stanza e mi tolsi di dosso quei vestiti che ormai sembravano pesarmi addosso. La doccia era l'unica cosa che desideravo.

Mentre l'acqua calda scorreva sul mio corpo, mi sembrava di lavare via i ricordi dolorosi della giornata. Non avrei più pianto per un ragazzo. Liam mi aveva spezzato, ma non potevo lasciarmi distruggere.

Dopo essermi asciugata e pettinata i capelli, indossai il pigiama e mi buttai sul letto. Presi il telefono. Non dovevo pensare a lui. Dovevo concentrarmi su qualcosa di più importante: Emily.

Era passato troppo tempo da quando era scomparsa, e nessuno sembrava avere risposte. Ma io non potevo rinunciare a cercarla. Presi un foglio di carta e iniziai a elencare i posti in cui avrei potuto trovarla.

-Bar preferito (da controllare)

-Galleria d'arte

-Parco

-Biblioteca

-Garage abbandonato

Guardando quella lista, sentii un misto di speranza e angoscia. Doveva esserci un indizio da qualche parte.

Mi cambiai in fretta, indossando un paio di jeans a zampa e un top semplice. Presi la borsa, infilai il foglio e uscii di casa senza dire una parola. Il primo posto da visitare era il suo bar preferito.

Il Bar

Entrai e chiesi a tutti i dipendenti se l'avessero vista. Alcuni scossero la testa, altri si limitarono a dire che era passato tanto tempo dall'ultima volta che avevano visto qualcuno simile alla descrizione di Emily.

Stampai dei volantini con una foto di lei e il mio numero di telefono. Li lasciai sul bancone prima di uscire con un nodo in gola.

La Galleria, il Parco e la Biblioteca

Le ricerche continuavano senza successo. Alla galleria d'arte, i responsabili mi dissero che non avevano visto nessuna ragazza corrispondente alla descrizione. Al parco, passeggiai per un'ora senza alcun risultato e alla Biblioteca nemmeno un'ombra di Emily. Sentii il peso della frustrazione crescere.

Quando spuntò il nome del garage sulla lista, un brivido mi attraversò la schiena. Dovevo andare lì.

Il Garage

Dopo un'ora e mezza di cammino, arrivai al garage. La struttura era vecchia e malandata, con pareti sporche e un odore pungente di benzina e muffa che riempiva l'aria. Bussai, il cuore che batteva forte.

Un uomo di circa 45 anni aprì la porta. Aveva l'aspetto stanco, con i capelli grigi e una camicia sporca di olio. Mi guardò con un misto di curiosità e diffidenza.

《Posso aiutarti?》 chiese con voce ruvida.

《Sto cercando la mia amica Emily. Qualche settimana fa è scomparsa e... ho pensato che potesse essere passata di qui.》

L'uomo si grattò il mento pensieroso. 《Emily, dici? Mi sembra di ricordare una ragazza del genere, ma non sono sicuro. Perché pensi che sia venuta qui?》

Abbassai lo sguardo, cercando di mascherare la mia ansia. 《C'erano delle... cose che mi hanno portato a pensarlo. Per favore, se sai qualcosa, dimmelo.》

L'uomo annuì lentamente. 《Sì, mi ricordo di una ragazza. Era nervosa, non ha detto molto. Mi ha chiesto di un posto dove nascondersi. Le ho detto di provare nel vecchio capanno vicino al fiume. Ma non so se ci è mai andata.》

Prima che potesse aggiungere altro, il mio telefono squillò. Il nome lampeggiava sullo schermo: "Numero sconosciuto".

《Scusa un attimo》 dissi, allontanandomi per rispondere.

Risposi al telefono con il cuore in gola. Una voce maschile dall'altra parte mi fece sussultare. Era profonda, calma, ma aveva un che di inquietante.

«Hey, Charlotte.»
Deglutii a fatica. «Chi sei? E come hai avuto il mio numero?» chiesi con un tono di voce preoccupato.

Una risata leggera mi attraversò come un brivido. «Non è importante chi sono. So che stai cercando Emily.»

Il mio cuore accelerò. «Tu... tu sai dov'è?»

«Forse sì. Ma se vuoi davvero rivederla, devi venire da sola.»

Sentii il sangue gelarsi nelle vene. «Perché dovrei fidarmi di te? Cosa vuoi da me?»

La voce si fece più fredda, quasi tagliente. «Non si tratta di fiducia, Charlotte. È una scelta. O vieni, o dimenticati di rivedere la tua amica.»

Le mani mi tremavano. Stringevo il telefono così forte che pensai di romperlo. «Dove devo andare?»

«C'è un vecchio magazzino abbandonato vicino al porto. Troverai le indicazioni lì. Ma ricorda, vieni da sola. Se vedo qualcun altro, non rivedrai mai più Emily.»

Il mio respiro si fece rapido e superficiale. «Aspetta! Voglio parlare con lei! Voglio sapere che sta bene!»

«Non sei tu a dettare le regole,» disse la voce, più morbida ma sempre minacciosa. «Ci vediamo al magazzino. E non fare sciocchezze.»

La linea cadde, lasciandomi sola con un milione di pensieri che mi frullavano in testa. Rimasi immobile per qualche istante, incapace di muovermi.

Il signore del garage tornò nella stanza, il volto segnato da una preoccupazione sincera. «Tutto bene? Che ti ha detto?»

Lo guardai, cercando di sembrare più forte di quanto mi sentissi. «Devo andare al porto. Mi hanno detto che lì troverò Emily.»

«Non andrai da sola, vero?» disse, incrociando le braccia e fissandomi con uno sguardo severo.

Abbassai gli occhi, annuendo con esitazione. «Mi hanno detto di non portare nessuno.»

Lui scosse la testa, visibilmente contrariato. «Sei sicura che sia una buona idea? Potrebbe essere una trappola.»

«Non ho scelta,» sussurrai. «Emily ha bisogno di me.»

Presi le mie cose e lasciai il garage con passo deciso, anche se dentro mi sentivo sul punto di crollare. Mentre camminavo verso casa, ogni passo mi sembrava più pesante. Le ombre si allungavano intorno a me, e avevo la netta sensazione di essere osservata.

A casa mi preparai in silenzio. Scelsi abiti comodi e pratici, infilando una torcia e un piccolo coltello tascabile nella borsa. Mi guardai allo specchio per un lungo momento. Volevo sembrare forte, decisa, ma il riflesso che mi restituiva era quello di una ragazza pallida e spaventata.

«Puoi farcela,» sussurrai a me stessa. «Devi farcela.»

Con un ultimo respiro profondo, uscii di casa e mi diressi verso il porto. Il cuore mi martellava nel petto, ma la determinazione di trovare Emily mi spingeva avanti, anche se significava mettere a rischio tutto.

POV Liam

Camminavo avanti e indietro nella mia stanza, stringendo il telefono in mano. Era la decima volta che provavo a chiamare Charlotte, e ancora una volta la chiamata non passava. Il suo telefono risultava irraggiungibile, e questo mi stava facendo impazzire.

Non potevo fare a meno di sentire che qualcosa non andava. Charlotte non spariva mai così, soprattutto dopo quello che era successo di recente.

Una risata fastidiosa mi distolse dai miei pensieri. Mi girai e trovai Melany appoggiata al muro, con quell'aria furba che mi irritava sempre di più. Era venuta a casa mia senza invito, come faceva spesso ultimamente.

«Stai ancora pensando a lei, vero?» disse con una voce dolce, ma carica di veleno.

La fissai, trattenendo a fatica il fastidio. «Non ti riguarda, Melany.»

Lei alzò le spalle, avvicinandosi. «Sai, forse dovresti smettere di preoccuparti. Charlotte non è così innocente come credi.»

«Che vuoi dire?» le chiesi, stringendo i pugni.

«Oh, niente di speciale,» rispose con un sorriso malizioso. «Ma se fossi in te, ci penserei due volte prima di correre dietro a qualcuno che non ti vuole davvero.»

«Smettila di parlare di cose che non sai,» le dissi, cercando di mantenere la calma. «E, onestamente, non so nemmeno perché tu sia qui.»

Melany fece un passo verso di me, accorciando pericolosamente la distanza. «Perché non riesco a sopportare di vederti soffrire per una ragazza che non ti merita.»

Mi fissò con quegli occhi che un tempo mi avevano attratto, ma ora mi davano solo un senso di disagio. Prima che potessi reagire, Melany si alzò sulle punte e mi baciò.

Mi scostai immediatamente, spingendola via. «Che diavolo pensi di fare?»

Lei rise, sfiorandosi le labbra con le dita. «Solo ricordarti che c'è qualcuno che ti vuole davvero.»

«Non ti voglio, Melany,» dissi con fermezza. «E, se hai qualcosa da dire su Charlotte, sarebbe meglio che lo dicessi ora, perché non ho tempo per i tuoi giochi.»

Melany si incupì, ma non perse del tutto il suo atteggiamento provocatorio. «Va bene,» disse. «Ti dirò la verità. Charlotte non è chi pensi che sia. Ti ha mentito. Mi ha detto che sta giocando con te, che ti usa solo per dimenticare qualcun altro.»

Rimasi in silenzio per un momento, cercando di processare quelle parole. Ma qualcosa non tornava. Conoscevo Charlotte. Era testarda, impulsiva, ma non era quel tipo di persona.

«Non ci credo,» risposi, guardandola negli occhi. «So cosa stai cercando di fare, e non funzionerà.»

Melany alzò gli occhi al cielo, incrociando le braccia. «Sei patetico, Liam. Stai buttando via il tuo tempo per una che probabilmente non sta nemmeno pensando a te in questo momento.»

Non le risposi. Presi il telefono e provai a chiamare di nuovo Charlotte, ma ancora niente.

Alla fine, Melany sbuffò e uscì dalla stanza, lasciandomi solo con i miei pensieri. La mia mente correva a mille. Dove poteva essere? E perché non rispondeva?

Presi la giacca e le chiavi, deciso a cercarla. Forse sapevo dove andare: il parco, il bar, o magari qualcuno che conosceva avrebbe potuto dirmi qualcosa. Non potevo rimanere fermo mentre Charlotte poteva essere in pericolo.

⚠️angolo autrice⚠️
Scusate per il ritardo ma come vi ho detto non credevo che a natale o alla vigilia sarei riuscita a pubblicare.
Infatti per farmi perdonare oggi pubblicherò due capitolo se ci riesco!
Cosa ne pensate della storia?spero vi piaccia!
Lasciate una stellina e una commento per dare una possibilitá a Liam e Charlotte.
Tik tok:moonlit..aury(o qualcosa del genere)
Insta:aury._sca
Vi amo!!

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