EXTRA. - "Adesso, ti dico chi è."
Mi stavo vestendo, i miei pantaloni erano leggermente più larghi del solito. Sospirai e dopo averli messi, li abbottonai con cura.
Mi guardai intorno e cercai un elastico per legare i miei capelli. Dopo essermi fatta una bella coda di cavallo, mi misi seduta per terra e presi le scarpe nere con i lacci bianchi.
Osservai attentamente come quelle stringhe fossero lunghe e ben pulite. Dopo essermi infilata le scarpe, mi alzai e caddi a causa di un laccio. Realizzai solo in quel momento di aver dimenticato di allacciarle.
Mi alzai e cercai di allacciarmi le scarpe con tutta la concentrazione del mondo. «Bene.» dissi io mentre mi alzai anche se poi un laccio della scarpa sinistra si sciolse subito.
Roteai gli occhi.
Lasciai la scarpa sul pavimento e uscii di casa con una scarpa sì e una no. Arrivai fino all'edificio ed entrai al suo interno. Mi guardai intorno e raggiunsi la stanza della signorina Issartel.
Bussai.
«Avanti.» disse la voce squillante della ragazza ed io aprii la porta piano piano ed entrai al suo interno.
«Ehm, buon pomeriggio.»
«Buon pomeriggio, ma tutto bene?» chiese lei alzando un sopracciglio.
«Mi scusi se sono venuta qui con una sola scarpa.»
«Dammi del tu,» disse. «Come mai sei venuta con una sola scarpa?»
«Perché si era slacciata... Ero in ritardo e quindi ho preferito uscire così.» dissi. «Riuscirò a lanciare una nuova moda uscendo con una scarpa sì e una no?»
«... No.» disse ferma Keana.
«Okay...» sospirai.
Mi misi a sedere e lei mi sorrise dolcemente in modo da farmi sentire a mio agio. Sospirai un po'. «Vorrei che mi parlassi del motivo per cui tu sei qui.» disse.
«Sai già il mio nome. Sono venuta qui perché ho bisogno di liberarmi la testa da una persona.» dissi.
«Una persona importante?»
«Abbastanza, ora però non c'è più quindi non voglio sprecare il mio tempo nel ricordare i tempi passati.» la guardai e la vidi annuire.
«Parlami di questa persona, che è successo?»
«Facevo la terapista, ho seguito una ragazza, si chiamava Lauren Jauregui. I suoi problemi erano le paure e diciamo anche il suo essere infantile.» dissi io e lei annuì. «Era una ragazza veramente speciale, una delle poche persone ad essere entrate nella mia vita.»
«... Avevate un bel rapporto.» disse lei mentre guardava il taccuino scritto. Non appena sentii quella frase, i miei occhi si inumidirono in fretta, stavo malissimo, forse era stata la cosa che mi aveva scossa di più al mondo.
Ero una ragazza con una certa grinta, ma ovviamente, vedere morire la persona che si ama sotto ai propri occhi, è veramente traumatico e doloroso.
«Non era un semplice rapporto tra amiche.» dissi io. «Eravamo... Fidanzate.» dissi.
«Fidanzate?»
«Sì, essere stata la sua terapista forse mi ha fatto un po' male. Iniziai da subito ad aiutarla in un modo o in un altro nel farle superare i problemi. Dai palloncini fino alle altezze. Il mio cuore è morto quando lei se ne andata.»
Keana scrisse. «Che è successo? Ora dov'è?»
«Lauren Jauregui è morta ed io sono morta con lei.» dissi io seria e piena di dolore. «Era una ragazza veramente strana quanto unica. Insomma, dove le trovi le persone di ventidue anni giocare con una Playstation inesistente.»
«Addirittura?» alzò le sopracciglia e io annuii.
«Certo. Ma questo non faceva di lei una cattiva persona.»
«Beh, immagino di no.» disse lei e io annuii piano.
«Era una persona davvero dolce quanto difficile. Inizialmente per farle superare le difficoltà, dovevo darle sempre una o più caramelle.»
«Che cosa buffa.» disse Keana ridacchiando.
«Già, tanto.»
Ci fu un attimo di silenzio e io la guardai un po'. Si sentiva solo il rumore della penna sul foglio. «Com'è morta?»
«... Tagliandosi. Non sono riuscita a fermare l'emorragia. È stato davvero doloroso.» dissi ricordando. «Ha chiesto se potessi cantare per lei. Inizialmente non volevo neanche perché come al solito mi chiese qualcosa di insensato.»
«Sicura che fosse insensato?»
«Sicura, figurati che mi chiese addirittura se le odorassi l'ascella.» dissi io guardando la ragazza che davanti a me rise senza fermarsi un attimo.
«Non è come pensi. Non ho odorato niente...»
«Va bene, va bene. Comunque, magari ti ha chiesto di cantare perché in quel momento lei voleva pace?»
Rimasi in silenzio.
«Può essere anche così.» disse lei e io mi morsi il labbro.
«... Non ci ho pensato.»
«Perché?»
«Perché avevo la mente troppo incasinata, volevo salvarla ad ogni costo, poi l'ambulanza è arrivata tardi e quindi...»
«Immaginavo.»
«C'era la mia amica, Dinah. Avevamo avuto un periodo di discussioni riguardanti Lauren.» sospirai e passai una mano tra i miei capelli.
«Perché?» intanto scriveva con una certa velocità sul foglio.
«Perché non voleva che stessi con lei. Non era normale, mi diceva.»
«Nessuno è normale, qui.» disse Issartel mentre incrociava le dita. «Ognuno ha dei problemi, chi li fa vedere, altri no.» disse e io corrugai le sopracciglia. «È così, che tu lo voglia o no.» si tolse gli occhiali da vista e guardò l'orario.
L'orario delle visite era finito e il mio sguardo si posò sulla scrivania. «Ci vedremo poi, va bene?» mi guardò alzandosi.
«Certo...» sorrisi dolcemente e Keana mi accompagnò all'uscita.
«La prossima volta, mettiti anche l'altra scarpa, ringrazia che non sento un certo odore di piedi.» disse Keana e io negai con la testa ridendo, era davvero simpatica e carina con me, forse aveva capito che avevo bisogno di questo.
«Non c'è nulla di cui preoccuparsi, ci vediamo poi.» sorrisi e tornai a casa. Mi chiesi come mai tanta gente mi stesse guardando male, sicuro non era per il fatto di avere una scarpa sì e una no.
Un ragazzo mi fermò lasciandomi una banconota da cinque dollari. «Hey!»
«È per le scarpe, conserva bene!»
Che stronzata e io che pensavo che non fosse per questo motivo.
Tornai a casa con i cinque dollari stretti sul palmo della mano. Lasciai un sospiro intenso e mi accasciai sul divanetto in pelle. Era davvero strano, ancora mi sentivo il corpo di Lauren sopra il mio.
Ma in fondo lei c'era, lei non se n'era mai andata.
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Grazie per la lettura.
-BeingAsAnHurricane.
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