Capitolo tre. - "Iniziamo!"
Passarono due giorni, mi trovavo davanti all'entrata di Starbucks. Stavo aspettando la mia migliore amica.
La polinesiana presso due dita sui miei fianchi, facendomi sobbalzare e urlare a più non posso. «Dinah!»
«Ciao Mila,» rise. «Tutto bene?»
«Tutto bene...» sospirai e tolsi la mano dal mio petto. Il mio cuore stava battendo ancora velocemente per via del precedente infarto.
Una volta entrate nella caffetteria, andammo a sederci un po'. «Allora, come procede il lavoro?»
«Mah, ho incontrato una nuova paziente,» iniziai. «È un tesoro.»
«Un tesoro?»
«Proprio così, si chiama Lauren Jauregui.» mi morsi il labbro inferiore. «Credo che sia qualcosa di tenero.»
«Wow, che problemi ha?»
«Tanti.» dissi io. «Ha paura di tante cose, poi ha certi sbalzi d'umore che fanno veramente paura. Due giorni fa non mi voleva, ogni volta che le dicevo qualcosa, mi rispondeva con un "lasciami in pace".»
«Balordo.» disse. «Wow, sembra molto problematica.»
«Non è questo il punto...» sospirai. «È che... Quando ho toccato una parte del suo corpo, ho sentito una certa scossa.»
«Mamma mia, ora è pure elettrica?» chiese sorpresa e io la guardai male.
«No D, non è elettrica.» buttai un forte sospiro.
Andammo ad ordinare i nostri frappuccini. Dopo essere tornate al nostro posto per essere servite, ripresi a parlare con la mia migliore amica. «Dicevo, Lauren è diversa.»
«Beh, per avere certi problemi, credo di sì. Camila, cerca di non cadere in tentazione, ti creerà solo dei problemi.» disse e io negai.
«Dinah, non lo so. Hai presente quel colpo di fulmine...?»
«Sì, tu sei già stata folgorata da questo.» una volta avuti i nostri frappuccini iniziammo a prenderne un sorso.
«Vorrei portarla aiutare.» dissi dondolando le gambe e Dinah sospirò rumorosamente.
«Poi finisci che ti innamori sul serio.»
«Chissà, non so a cosa pensare.» dissi e bevvi tutto il mio frappuccino.
🌻🌻🌻
Ero finalmente nel mio studio, Lauren Jauregui sarebbe arrivata a momenti, le avrei comunicato un po' quello che avremo fatto io e lei. Pensavo di farla uscire dal terrore con le sue stesse paure.
Sperai vivamente di riuscirci.
Una volta entrata nel mio studio, mi sorrise. «Caramella?»
«Ciao anche a te.» sorrisi e le diedi una caramella. «Allora, stenditi un po' lì, voglio chiederti qualcosa.»
Lauren si mise stesa sul divanetto, io mi accomodai vicino a lei. «Ti vesti spesso così?»
«Signorina.»
«Dimmi...»
«No, niente...» sospirò. «Prosegua.» disse piano e io la guardai storto.
«Perché? Che succede?»
«Nulla, voglio che riprenda.»
«Dicevo, ti vesti spesso così? Insomma, tutta di nero, jeans e magliette rock?»
«Sì... Venivo sempre presa di mira dagli altri miei coetanei. Ogni volta tornavo a casa con un livido diverso.» disse.
«Li collezionavi?» chiesi io cercando di sdrammatizzare e ci riuscii.
«Sì, facciamo così.» rise.
«Quando avevo tredici anni, decisi di mettermi un vestito, era carino, mi stava davvero bene.» spiegò.
«Ora dov'è?»
«L'ho buttato.»
«Ah... Mh, e poi, cos'è successo?» cercai di spingerla per parlare di più.
«Poi niente, ero uscita con Ally e Normani, ma appena un gruppo di ragazzi mi vide, risero tutti di me dicendo che ero oscena.»
«Perché?»
«Perché ero e sono una sfigata. Ally e Mani non mi hanno aiutata...»
Beh, in effetti.
«Da quel giorno ho ripreso ad usare le magliette larghe e jeans strappati.» disse.
«Capisco.» sospirai. «La gente non capisce molto.» dissi io sorridendo.
«Lo so, io sono tra quelle.»
«No, tu capisci molto di più.» le accarezzai la spalla destra. «Tranquilla, ci sono io con te.»
Lauren sorrise dolcemente e il mio cuore si sciolse. Dopo un leggero silenzio, decisi di parlare nuovamente con Lauren sul mio nuovo progetto che ho da comunicarle. Avremo lavorato bene.
«Allora, dalla prossima volta iniziamo a lavorare un po' sulle tue paure.»
«Sulle mie paure...?»
«Sì, proprio così.» dissi io e lei annuì piano non tanto convinta. «Dalla prossima volta, ci baseremo sui palloncini.»
«I pa... Palloncini?»
«Sì...» dissi sorridendo in modo da rassicurarla. «Ci sono io con te, ci divertiremo tantissimo.»
«Uhm...»
«Fidati.» le accarezzai la guancia che subito divenne calda.
«Va bene, iniziamo!»
«Questo è quello che vorrei sentirti dire, sempre.»
«Davvero?»
«Certo... Lauren, io sono del pensiero che tu riesca a superare tutto questo.» la guardai e Lauren annuì piano.
«Lo spero anch'io, Camila.»
«Ah, dimenticavo.»
«Mh, cosa?» chiese guardandosi intorno, intanto si alzava dal divanetto mettendosi seduta.
«Ogni volta che verrai qui, ti dò una caramella prima di iniziare, che ne dici?»
«Ti prego, sì! Tutte alla fragola.»
«Beh, non credo vendano pacchi di sole caramelle alla fragola.» dissi io e lo sguardo di Lauren si rattristò.
«Però hey, non fare così.» la guardai.
«Spero che abbiano quelle caramelle, sono così gommose e buone.» disse Lauren e io annuii. «Da piccola le mangiavo sempre, lo sai?»
«Ora lo so.» disse lei e io risi. «Buono a sapersi, quindi.»
«Com'eri da piccola?»
«Una rottura di palle.» dissi e andai a prendere una mia vecchia foto dove avevo sì e no cinque anni, ero all'asilo. «Ecco qui, io sono questa.» dissi indicando una bambina con un vestito bianco e dai capelli corti.
«Che bellina, mi piacciono i bambini, lo sai?»
«Ora lo so.» dissi riprendendo le stesse parole dette da Lauren precedentemente. «Anche a me, comunque.»
«Sei fidanzata con qualcuno?» chiese.
«No, non ancora... Non mi piacciono molto le ragazze di qui.» disse.
«Ti piacciono le ragazze? Bello!» disse euforica. «Anche a me piacciono. Ma a loro no, perché io sono pazza.»
«Non c'è nulla di male nell'essere un po' pazzi.» sorrisi. «Se quella persona ti ama, apprezzerà ogni cosa di te.» dissi piano e Lauren sospirò.
«Vorrei essere come te, sempre positiva.»
«Lauren, stai tranquilla. Avremo modo e modo di vederci e di insegnare a ciascuna qualcosa di nuovo.» sorrisi ancora. «Abbiamo altri incontri da fare, non tantissimi, ma li abbiamo.»
«E ad ogni incontro mi insegnerai qualcosa di grande e mi farai scacciare tutte le paure.» disse.
«Esatto, proprio così!»
Lauren rise e mi guardò con dolcezza, il mio cuore stava accelerando. Vidi le sue labbra aprirsi. «Camila.»
«Dimmi.» la guardai.
«Perché i limoni sono aspri?»
OH YEYEYEYEYE
D'ora in poi Camila cercherà di aiutare Lauren con i suoi mille problemi.
Il prossimo capitolo si chiamerà "Palloncini.", quindi potete solo immaginare cosa farà Camila in modo da far passare queste paure a Lauren. Ovviamente, il modo di Camila e tutt'altro che gentile, quindi Lauren dovrà tenersi pronta.
SPERO CHE IL CAPITOLO VI SIA PIACIUTO E CHE QUESTA STORIA VI STIA PRENDENDO (non alle palle, spero.)
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GRAZIE PER LA LETTURA! 🌻
-BeingAsAnHurricane.
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