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II

Quanto sai di te stesso se non ti sei mai battuto?

Fight Club



Porse il microfono alla sua valletta che stava masticando rumorosamente un chewingum

-Dennis, vecchio mio. Dì un po' non sei ancora stanco di venire in questo buco di merda? - Gli stringe la mano con fare amichevole e Dennis accenna il suo solito sorriso inquietante – Ho saputo che stai aspettando un bambino da Jessica. Hai bisogno di soldi per comprare la carrozzina?- gli chiede ridendo continuando a tenere stretta la sua mano, Dennis gli si avvicina all'orecchio

- In realtà Maic ho aperto un panificio e sono in merda con le banche. Non posso lasciare Jessica senza un tetto sopra la testa.- il ragazzo annuisce serio

- Se vuoi farti un mucchio di soldi nel minor tempo possibile dobbiamo alzare il tiro. Capisci cosa intendo?- Dennis annuisce a sua volta e il ragazzo torna a rivolgersi verso al pubblico

- Eccolo qui. Vi ricordate di Dennis T.?- la folla esplode in un boato di adulazioni e insulti – Per chi non lo ricordasse dovete sapere che Dennis è una vera testa calda per questo abbiamo deciso di divertirci un po' con lui. Per questo giro le scommesse partono da 20 € - noto che l'arbitro-commentatore si avvicina a Dennis con una corda, lo costringe a girarsi e gli lega le mani dietro la schiena – Avrai meno equilibrio ma puoi lo stesso farcela.- intanto due bellissime ragazze portano sul palco una sedia e una mazza da baseball chiedendo al pubblico di scegliere con quale delle due verrà colpito Dennis – Ti consiglio di evitare i colpi che potrebbero spezzarti qualche osso così durerai di più e arrenditi quando è il momento giusto: qui non vogliamo supereroi ne tanto meno ambulanze o carabinieri. Se ti fai male io ti abbandono in mezzo alla strada e non voglio più sapere niente di te. Sono stato chiaro?-

- Cristallino.- cerco di catturare lo sguardo cereo di Dennis ma solo una maschera di forza e determinazione mi rispondono.

Al terzo colpo barcolla all'indietro ma non cade. Inutile dire che il consiglio di evitare i colpi più pericolosi è servito a meno che niente. Dovrà resistere all'incirca fino a quindici, immagino io. Invece al quattordicesimo colpo si rialza con il sangue che gli cola copioso dal viso, pronto a continuare, se Jessica fosse qui con lui scoppierebbe in lacrime. Dennis continua a guardare un punto indistinto in mezzo al pubblico, senza soffermarsi su una persona in particolare, al momento ha in mente solo una cosa: fare un mucchio di soldi per lei e il loro bambino.

Smettila Dennis ti farai ammazzare!

Eppure so che è solo colpa mia se oggi lui si trova qui

Lo invitai ad accomodarsi come se fosse uno dei miei tanti clienti, si sedette sulla poltrona incerto, sembrava che si fosse appena seduto sulla lava, continuava ad agitare le gambe e le mani come se gli fosse costato non poco venire a chiedere aiuto proprio a me.

- Chi lo avrebbe detto che saresti arrivato così in alto e intendo in tutti i sensi, hai idea di quante scale ho dovuto fare?-

- Avresti potuto prendere l'ascensore Dennis. Cosa posso fare per te? – era una domanda trabocchetto. C'erano ben poche cose che ero disposto a fare per quel ragazzo senza alcun potenziale, curriculm o dote particolare. Il ragazzo si era toccato il pizzetto titubante

- Lo facciamo così senza convenevoli?- io, che negli anni avevo affinato la mia capacità di mentire, sfoggiai un ampio e falso sorriso

- Non stiamo parlando di fare del sesso Dennis. Non ho molto tempo e nemmeno voglio che tu sia qui solo per sprecare il tuo.-

- Ho bisogno di un lavoro amico. Posso fare qualsiasi cosa anche il lava cessi.-

- Per quello abbiamo già l'agenzia delle pulizie, potresti rivolgerti a loro.- Stavo già iniziando a scarabocchiare un indirizzo su un foglio di carta quando mi bloccò.

- Non scherzare amico, ho bisogno di te. Vedi ho bisogno di un prestito piuttosto importante per aprire un'attività ma non me lo concederanno mai se non ho un lavoro piuttosto stabile. Sarebbe una soluzione provvisoria, posso anche non venire al lavoro se non mi vuoi, posso occupare l'ultimo buco di culo che non si inculerebbe nessuno a me basta che garantisci alla mia banca che io lavoro per te. Amico, in memoria dei tempi passati. Sei diventato un grande è il momento di dimostrare che lo sei anche.- La sua filosofia da quattro soldi non mi inteneriva, a dir la verità mi faceva piuttosto incazzare. A quale tipo di legame stava cercando di aggrapparsi per far in modo che io mi dovessi sentire in dovere di aiutarlo, che tipo di debito avevo accumulato nei suoi confronti che adesso si permetteva con una tale sfrontatezza di venire a riscuotere?. Io a questo ragazzo dalle spalle larghe non dovevo niente. La nostra amicizia era nata grazie a me, alla mia capacità di sfruttare la sua debolezza e renderla la mia forza.

- Dammi tre buoni motivi per i quali dovrei assumerti.-

- Come?-

- E già che ci siamo vediamo di tagliare corto e dimmi cosa ti ha spinto a cercare lavoro nella nostra azienda. Quali sono le ragioni e le passioni che ti accomunano a noi?-

- Io non...-

- Punti di forza e di debolezza, coraggio. Le tue referenze?-

- Amico, cosa stai cercando di dirmi?- la sua mano era scivolata impercettibilmente verso il mio braccio, la manica dello smoking sentiva il contatto forzato con quella mano sudaticcia e infarinata, gliela scostai

- Ti ripeto che forse ti confondi. Io non ho amici.- sembrava più pietrificato di quando fosse entrato. Ora tutto l'ufficio era una lavatrice di lava e lui ci stava pericolosamente vorticando all'interno.- Ma visto che insisti a chiamarmi amico ti sto risparmiando tutte le noiose pratiche burocratiche.- l'espressione seria tradiva il suo dissenso. - Ti sto facendo un colloquio. Adesso, in questo instante. –

- No guarda, forse non ci siamo capiti.-

- Non vuoi lavorare per noi?-

- Io...- sospirò – io non ho referenze. Non ho un curriculum. Ho lavorato per tutta la vita al mercato con mio padre. Non mi serve un lavoro vero e neanche soldi a dir la verità. Devi solo garantire per me-

- Hai idea di quante persone siano venute qui in tutti questi anni a chiedermi un posto di lavoro? La maggior parte di loro li avrei bloccati al "come?" ma con te voglio essere sicuro che capisca. La vedi la segretaria dietro la porta?- fece un cenno con la testa – è carina vero? E pensa che è anche piuttosto intelligente nonostante non lo dimostri spesso.- annuì per la seconda volta facendo scivolare i suoi occhi nocciola lungo la linea dei fianchi fino al posteriore e poi scendendo attraverso la pelle nuda delle cosce. È qui da tre anni con il contratto da stagista. 400€ euro al mese ed è laureata con il massimo dei voti. Ora, alla luce di ciò; secondo te io e lei saremmo rispettivamente seduti ai lati opposti di questa stanza se avessi deciso di accogliere tutte le penose richieste di aiuto da falliti e nullafacenti. Io sono qui perché mi sono fatto il culo per una vita Dennis, mentre tu ti fumavi gli spinelli e sorridevi alle ragazze io stavo già spianando la mia strada, preparando il mio futuro. Non mi sono accontentato di lavorare al mercato con mio padre, ho aspirato al meglio. Mi dispiace che per te non sia stato lo stesso ma io, caro amico, non posso aiutarti.- rimase per qualche secondo abbracciato alla sedia, come se adesso quel fuoco lo bramasse. Per sentirlo fin sotto i muscoli a bruciargli strati di scelte sbagliate e rimpianti, voleva essere quella lava. O forse voleva solo spaccarmi la faccia per avergli dato del nullafacente e del fallito. – e non era un modo di dire quando ho detto che non avevo tanto tempo.- si alzò come un automa, mi accorsi del suo sguardo e i miei dubbi vennero spazzati via: voleva decisamente spaccarmi la faccia. Non potendo si limitò ad incamminarsi verso la porta

- Sai.- si bloccò appena sull'uscio – quando parlavi del tuo splendido futuro e delle strade spianate mi sono chiesto in che modo una persona potesse vivere così? Quante persone hai affondato per poter rimanere a galla in questo mare di sfarzo e bellezza che altro non è che merda ai miei occhi.- fece una pausa, ben attento ad esaminare il mio viso, la mia espressione, cercando di capire se almeno un briciolo di senso di colpa lo provassi -Esatto ti stai crogiolando nel tuo mare di merda convinto che sia oro, insieme ad altre mille persone fatte di merda, ripiene di merda e glassate di merda.- tornò verso la scrivania sbattendo il pugno sul tavolo

- È vero la mia unica referenza è aver lavorato al mercato per anni ma conosco la vera fatica. So cosa vuol dire lavorare dieci o dodici ore al giorno e tornare a casa stanchi ma soddisfatti perché ho qualcuno che mi accoglie sulla porta di casa, o perché magari è passato il vecchietto del martedì e mi ha parlato della sua prostata infiammata e mi ha fatto tornare il buon umore oppure perché è arrivato quel gruppo di ragazzini che parla sempre un sacco e cercano di fottermi la roba da sotto il naso. Tu non conosci niente di tutto ciò. Tu hai solo la tua merda sfarzosa, il tuo parlare al plurale, come se fossi il cuore pulsante di questa azienda del cazzo, la tua segretaria del cazzo con delle gambe da urlo e un mucchio di soldi che non ti potrai portare nella tomba. Niente di tutto quello che hai ti servirà quando ti accorgerai di essere rimasto solo.- non attese nemmeno la mia risposta, girò i tacchi e sparì dietro la porta a vetri sbattendola violentemente. Mi osservai la manica dello smoking, lì dove poco prima c'era la sua mano non era rimasta altro che un impronta di farina: la soffiai via e mi dimenticai per sempre di lui.

Al ventesimo colpo mi paro davanti a lui, come se possa far qualcosa, scongiurare che si faccia del male ma le nocche dell'avversario mi attraversano come fossi solo fumo, nient'altro che fumo, quello che ero destinato ad essere da sempre. 

Il ragazzo non si arrende e continua ad alzarsi sputando sangue e saliva sul tappeto gommoso, saltella da un piede all'altro e fa dei cenni provocatori all'avversario. 

Dennis ti prego è abbastanza. Smettila.

- Devo arrivare a ventisette.- sussurra come se mi avesse sentito.

Vorrei prendermi tutti i suoi pugni, tutti quelli che avrei dovuto prendermi quel giorno dietro la mia scrivania dal design elegante, incrinare le mie ossa al posto delle sue, asciugarli tutto il sudore e restituirgli il sangue. Dennis non si merita tutta questa fatica, non dopo tutto quello che ha passato. Non adesso che io sono morto e vedo tutto senza poter fare niente per aiutarlo. 

Adesso che voglio aiutarlo non posso fare niente, una volta avevo il problema opposto. 

Al ventiduesimo cade a terra, è prono, disteso sul pavimento e sembra che non voglia più rialzarsi. Respira a fatica con le braccia legate dietro la schiena e stringe forte la corda tra le mani

Lascia la corda Dennis. lascia la corda e arrenditi. Torna a casa dove Jessica ti aspetta e raccontagli di quel vecchio con l'infiammazione alla prostata che passa tutti i martedì. Dimenticati di tutto questo e non tornarci mai più

Mi accuccio al suo fianco vorrei toccarlo ma non posso, non posso neanche donargli la mia pelle per attutire i colpi, per asciugarsi il dolore. Se solo quella mattina non fossi stato così stronzo a quest'ora lui non sarebbe qui. Perché Qualcuno vuole che io veda tutto questo?

Si rialza ma cade subito a terra senza che neanche un alito di vento lo abbia sfiorato. Questa volta è l'arbitro-commentatore che gli si avvicina e gli sussurra qualcosa all'orecchio, lui scuote la testa con gli occhi annebbiati dalle lacrime e l'arbitro pare incazzarsi. Alla fine chiude gli occhi, li stringe tra le palpebre come se abbia paura che gli possano schizzare via da un momento all'altro.

So che non vuole arrendersi, che non vuole farsi vedere piangere,che è a pezzi e sa di non poter più continuare. Aveva scommesso su ventisette colpi e quelli che aveva incassato non erano abbastanza. 

Questo significa solamente una cosa: vittoria dimezzata e dimezzata significa non sufficiente. 

E non sufficiente significa fallimento.

 Solleva il braccio. L, loser. Finalmente. Tiro un sospiro di sollievo augurandomi che non faccia altre cazzate e si diriga al pronto soccorso. 





N.B: Dopo due mesi e mezzo, forse anche qualcosa di più, riemergo dalla mia tomba di narcolessia e mancanza di ispirazione. 

E' inutile, immagino, che io continui a scusarmi per le continue assenze. Probabilmente si tratta di qualche forma di psicosi che mi impedisce di essere puntuale e costante negli impegni.

Detto ciò volevo solo sapere cosa ne pensaste della storia. Se vi sta piacendo, se c'è qualcosa che cambiereste o anche, perchè no, se vi fa completamente schifo.

Non siate timidi

La vostra amichevole stazione di quartiere

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