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Londra - 221B Baker Street - 23:30

Chi?
Mi sfugge qualcosa, ma cosa??
Voglio sapere di più su quell'uomo.
Un nome, dammi un nome...

Il famoso detective Sherlock Holmes era seduto nel suo salotto del 221B di Baker Street e, come poche volte nella sua vita, confuso.
Era da almeno un mese che barcollava nel buio, e questo per lui era alquanto umiliante e insopportabilmente insolito.

Nemmeno il più scarso commissario di Scotland Yarde.

Pensò seccato Holmes unendo le mani davanti alle labbra come era solito fare quando la sua mente era affollata di fastidiosi pensieri.
E pensare che tutto era iniziato con quella giovane donna, Sally Sparrow.

La donna in una casa abbandonata aveva trovato frasi con il suo nome scritte su un muro, dietro la vecchia e ormai stracciata tappezzeria.

"Come se qualcuno sapesse dal passato ,che in quel momento mi sarei trovata li."

Aveva detto la cliente, sciocchezze.
Come se fosse possibile.

Sally Sparrow aveva anche confessato di aver trovato dei messaggi, messaggi molto singolari all'interno dei soli DVD che aveva in casa.
In tutti i casi il video era lo stesso, le stesse parole, le stesse frasi senza un senso ben preciso e con lo stesso uomo.

Avrà avuto all'incirca una trentina di anni, vestito con giacca e cravatta, sfondo giallo, occhiali anche se sembrasse non averne bisogno.
Si faceva chiamare " Il Dottore".

Da quel momento Sherlock si era messo sulle sue tracce, aveva scoperto che era compaso su molti giornali.

"Cabina Blu che scompare!!!"

"Il Dottore? Chi è veramente?"

"Il mistero della cabina telefonica blu!!!"

E varie...
Con foto e testimonianze.
Sembrava che vi fosse anche un sito.
Bastava cercare sul web.
Tutte le ulteriori informazioni sul misterioso "Dottore" erano nascoste da un'agenzia che si faceva chiamare Torchwood.

Un mese...
Impensabile.

Sherlock venne disturbato da John che stava preparando un Tea.
L'uomo alzò gli occhi al cielo, o meglio, al soffitto.
Non era mai uscito durante questo mese se non per indagare.
Posò di nuovo lo sguardo su gli appunti e i ritagli di giornale sulla parete davanti a lui per poi chiudere gli occhi.
Qualcosa gli sfuggiva ma cosa?..
La situazione era peggiorata anche dopo quel sogno, quel maledetto sogno che sembrava perseguitarlo:

"- Ci sono altri là fuori come te solo che tu sei solo un uomo. - diceva la voce. - e c'è molto di più.-
-Cosa vuoi dire con di più di un uomo?-Chiedeva Schelock ogni volta.
-C'è un nome, che nessuno dice. E che non direi nemmeno io.-
-Dammi un nome..-Ribatteva Sherlock."

E così terminava il sogno.

Dammi un nome...

I pensieri di Sherlock vennero interrotti da un suono.
Un singolare suono.
Sembrava il rumore di un motore, uno stridio graffiante che proveniva dalla strada su cui si affacciava la sua finestra del salotto.

Questo rumore...

Il detective si fece attento e si diede mentalmente dello stupido, in tutti i casi, in tutte le testimonianze e in tutti i giornali l'improvvise apparizione e sparizioni del Dottore era accompagnata da il ruomore di un motore.
Quel rumore che ora stava risuonando da fuori alla stanza e alla mente di Holmes.
Sherlock si alzò di scatto dalla poltrona diregendosi alla finestra.
E, proprio in quel momento, sulla strada davanti alla porta del 221B si materializzò una cabina.
Una cabina blu.

-Cosa é?- Chiese John.

- Abbiamo un cliente..- Dibattè prontamente l'altro.

-Cosa era quel rumore?-Chiese ancora l'amico.

Il detective rimase qualche minuto a guardare fuori dalla finestra in silenzio, per poi uscire sentendo lo sguardo di John perforargli la schiena.

Appena arrivato alla porta Sherlock rimase fermo sullo stipite a guardare quella che per tanto tempo aveva cercato.
Era venuto li per lui.
La porta della " Police Pubblic Call Box " si aprì leggermente mostrando una singolare figura maschile.
Aveva la faccia seria, un mento alquanto smisurato, il volto giovane ma lo sguardo antico.
Avrà avuto trentacinque anni circa, un fisico atletico, pantaloni con bretelle, camicia bianca a righe verdi marcio, giacca lunga marrone scuro, un gilet di un marrone simile a quello della giacca e un ridicolo farfallino porpora con una strana fantasia ocra.
Non vi erano indizi di qualunque genere a poter indicare di più.
Le sue scarpe erano consumate in vari punti, doveva aver corso spesso.
Ma la pelle visibile non presentava alcun segno di ferite o contusioni ed era mortalmente bianca come se i raggi del sole non la scalfissero minimamente.

-Chi sei?- Chiese Sherlock mantenendo il tono piatto.
L'uomo d'altro canto rimase in silenzio, anzi, chiuse la porta della sua cabina con un sonoro Crack.
Il detective rimase bastio da quel gesto.
Cosa avrebbe dovuto fare?
Seguire il presunto "Dottore"?

Un mese, non farlo sarebbe il colmo!

Sherlock si avvicinò a quella singolare cabina.

Anni 50..

Pensò.
Esitò per pochi secondi a aprire la porta.

Non essere idiota Sherlock, cosa mai potrebbe succedere?

Eh si, Sherlock non poteva averne idea.
Il detective aprì la porta..

TO BE CONTINUED...

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