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°•~ capιтolo ѕecondo ~•°

Londra - 221B Baker Street - 23:45

Appena aperta la porta Sherlock rimase stupito e sconcertato da ciò che trovò in quella singolare cabina degli anni 50.

Letteralmente a bocca aperta!

Impossibile...

Pensò una volta varcata quella soglia.

- Benvenuto nel Tardis..-
Disse il Dottore al centro di quello che a prima vista poteva sembrare un ponte di comando.

Sherlock si guardò in torno, poteva capire tutto, i Mastini di Baskerville, Moriarty, la sua sociopatia, pure che la moglie del buon dottor Watson sia una spia/assassina spietata.
Ma una cabina di dimensioni normali all'esterno e enorme all'interno non gli era mai capitata!!!

Lo sguardo dal detective si spostava dal centro di comando, alla grande capsula di vetro che si innalzava al centro di essi e che finiva con uno strano meccanismo in uso nello stesso momento in cui lo guardava sul quale erano dipinte strane rune che assomigliavano lontanamente a pianeti e sistemi solari.

Tutto questo mentre il Dottore sorrideva felice e curioso come un bambino alle prese con un nuovo amichetto a cui far vedere il suo nuovo giocattolo sapendo che gli piacerà da impazzire...
Peccato che il così detto giocattolo fosse un Tardis!!

Sherlock si avvicinò lentamente al Dottore guardandosi in torno con stupore e ammirazione.

- Di nuovo ciao!!..- Esclamò il misterioso uomo a Sherlock continuando a sorridere divertito che lo guardava con sguardo indagatore e sospettoso.
Il Dottore schioccò le dita facendo chiudere magicamente la porta del Tardis sotto il silenzioso stupore di Holmes che si girò verso la porta ormai chiusa.

- Non è possibile...-Riuscì finalmente a dire Sherlock.

-Stai bene?- Chiese divertito l'altro.

-Cosa...- biascicò il detective girato di spalle come se stesse provando a pensare a una soluzione logica e oggettiva per spiegare quello che i suoi occhi vedevano.

- Questo posto può far sentire a disagio le persone...- Si limitò a dire il Dottore con un'espressione soddisfatta dipinta in viso come se stesse aspettando quel momento da una vita. - Sai?- concluse l'uomo.

-si...io sto bene...- Disse velocemente Sherlock come se non riuscisse ad accettare quello che aveva davanti ai propri occhi.

- Bene!!- esclamò l'altro - Qualcosa che tu voglia dire, qualche commento?
Li ho sentiti tutti penso.-

Sherlock finalmente si girò verso il Dottore con una sola domanda che gli frullava nella mente:

-Dove siamo?- Chiese.

-È chiamato Tardis!!- Esclamò il dottore mentre la sua voce rieccheggiava nel l'ambiente circostante - Può viaggiare ovunque, nel tempo, nello spazio...ed è mio.- Finì orgogliosamente lui.

-Oh, stai zitto.- Escalmò Sherlock scettico.

-lo so...- Disse invece il Dottore riferendosi a quanto può essere difficile accettare un'informazione di tale portata.
Sherlock rimase in silenzio per pochi secondi decidendo la prossima mossa da fare.
Quella conversazione stava assomigliano sempre di più a una partita di scacchi e, per entrambi perdere non era una delle opzioni.

-Perchè sei venuto da me?- Chiese allora il Detective.

-Ho bisogno di chiederti un consiglio..- Si limitò a dire il Dottore sorridente come prima.

-In genere le persone bussano.- Rispose Sherlock incuriosito dal singolare uomo che si trovava davanti.

- Le persone...- Disse il dottore ridacchiando - sembro una persona?-

Sherlock non ne era certo ma di sicuro quell'uomo Mycroft non l'avrebbe chiamato un " comunissimo pesce rosso ".
Fece un gesto con la testa di concessione.
Quella del suo interlocutore era stata una bella mossa.

-Vieni con me!- Esclamò il Dottore rompendo il silenzio che si era creato.

-Dove?- Indagò Sherlock.

-Ovunque tu voglia.- Scandì bene le parole l'altro.

-No - disse allora Sherlock - non posso andare via da Londra in questo momento, sono molto impegnato.- terminò velocemente.
Era curioso di vedere quale sarebbe stata la prossima mossa dell'altro.

-Oh,Piantala!!!- Escalmò allora il Dottore. - Io ho un Tardis!!-

-Tu hai una macchina.- si ritrovò a dire Sherlock scettico come non mai.

-È una macchina del tempo!!!- disse allora l'altro piegando la schiena in avanti e avvicinandosi come per marcare bene le parole che stavano per uscire dalla sua bocca. -Puoi correre via per quanto desideri e tornare a casa in tempo per il tea!!!-Esclamò- Cosa ne dici? Vieni con me?-

-Chi sei?- Chiese Sherlock.

-Sono il Dottore.- rispose prontamente l'altro.

Scacco matto.

Per questa volta hai vinto te, Dottore.

Pensò il londinese.
Sherlock rimase in silenzio e in men che non si dica il sorriso che durante la loro conversazione non aveva mai abbandonato il volto del Dottore divvene ancora più grande e con un agile balzo si diresse verso i comandi e, dopo aver spinto qualche leva e premuto qualche bottone, Tardis prese vita e con lei il suono stridente e graffiante che caratterizzava il suo arrivo....ma anche la sua partenza..

°•~•°

John aspettava pazientemente il ritorno di Sherlock, era curioso di vedere cosa gli aveva detto il "misterioso cliente", certo, aveva riconosciuto la cabina blu che si trovava sulla strada davanti alla porta del loro appartamento.
Dopotutto le foto della sua copia esatta erano appese al muro da ben più di un mese ormai!!!
Quel caso era diventato una tortura per Sherlock.

L'uomo sospirò.
Chissà, forse una volta scoperta la verità avrebbe potuto scrivere un'altra storia sul suo Blog.

Ad un certo punto il rumore di motore riprese a risuonare nella stanza.
Whatson si precipitò alla finestra e lo spettacolo che si ritrovó davanti era pressoché impossibile!!!
La cabina blu che fino a ora era rimasta immobile e inalterata stava letteralmente scomparendo da sotto il naso di John, naturalmente con tutti i passeggeri a bordo.

John si precipitò alle scale rischiando di cadere più volte, appena arrivato alla porta la spalancó con pochi complimenti gridando il nome dell'amico.
Proprio in quel momento la cabina telefonica blu scomparve dalla sua vista portando via con se uno svavillante bagliore dorato, il singolare rumore di motori, il misterioso Dottore e Sherlock.

John Hamish Watson rimase solo sotto la notte di una imperturbabile Londra illuminata da insegne e lampioni dalla calda luce dorata.
Ma non sapeva che quel silenzio sarebbe durato ben poco..

TO BE CONTINUED...

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