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🌹Capitolo Due- L'Uomo-con-la-maschera🌹

Verso le sei e mezza, Holly andò via.

Tutto il resto del pomeriggio avevamo studiato in silenzio, e per silenzio intendo una conversazione sterile e superficiale, il che è peggio.

Lo sguardo che mi aveva lanciato, andandosene, era stato peggiore di mille insulti.

Non era arrabbiata, solo profondamente delusa, preoccupata e quasi compassionevole.

Insomma, un mix letale per tutti.
Mi sentivo indicibilmente in colpa.

Continuava a piovere incessantemente, e per il quartiere non si muoveva nessuna figura, nemmeno una macchina.

《Di questo passo la soffitta si allagherá》dissi, a nessuno in particolare.

Mia mamma non era ancora tornata dal supermercato, ed era presto perché mio padre finisse di lavorare in ospedale.

L'unica presenza era Kurtz, che si leccava accuratamente il pelo alla fine luce esterna.

Ogni tanto qualche lampo illuminava a giorno la soffitta, qualche secondo prima che ripiombasse nella quasi totale oscurità.

Eravamo a fine settembre, e ogni traccia dell'estate era un pallido ricordo lontano.

Ero stranamente calma, non pensavo assolutamente a nulla che non fosse lo sguardo triste di Holly, che ogni tanto faceva capolino nella mia mente.

Avevo voglia di leggere, ma non ne avevo abbastanza per alzarmi e prendere uno dei volumi accatastati sul pavimento.

Kurtz miagoló, annoiato anche lui.

Mi avvicinai alla finestra chiusa, e appoggiai i gomiti sul davanzale, guardando fuori.

Speravo di vedere i fari della macchina di mia madre, ma la strada era solo un'ammasso di acqua e foglie bagnate, coperte da una fittissima cortina di pioggia, lame dal cielo.

D'improvviso, un lampo violetto spezzò la calma esterna, e illuminò la strada sottostante come un faro al neon.

Una figura scura, che non avevo notato prima, stava in piedi in mezzo alla pioggia.

Non aveva ombrello, un impermeabile nero gli copriva il collo fino al mento.

In testa aveva un cappello, e la tesa era piena d'acqua che gli scorreva come un fiume sul davanti della giacca.

Fu un attimo, e la strada ripiombó nella semioscurità.

Non ero riuscita a capire chi fosse quell'uomo, forse qualcuno del quartiere, un vicino.

Kurtz miagoló ancora più forte, talmente stridulo che il suono di un'unghia che graffiava una lavagna sarebbe stato di certo molto più piacevole.

《Ahi, Kurtz! Che diavolo ti prende, a miagolare in questo modo insopportabile!》esclamai, tirandogli un torsolo di mela sulla testa.

Quel gattastro era sempre più odioso.

Mi voltai di nuovo verso la finestra, e osservai la strada.

L'uomo dell'impermeabile era ancora lì, sempre immobile come una statua di sale, sempre più zuppo di pioggia.

Di colpo, i lampioni della strada si accesero all'unisono, illuminando la strada di una luce anonima, aliena.

In quel momento, l'uomo alzò lo sguardo verso la mia finestra.
Mi guardava.

Kurtz stavolta miagoló ancora più forte, un grido senza parole umane.

Un grido di terrore.

Il volto dell'uomo era chiaramente visibile alla luce delle lampadine.

Indossava una maschera candida come porcellana.

Un ghigno rosso sangue la percorreva da parte a parte, in orizzontale, come se fosse caduta e si fosse quasi spezzata.

Il sangue mi si raggeló nelle vene.
Rimasi pietrificata.

Il terrore mi percorse da capo a piedi.

La pioggia batteva sul tetto, ed era assordante... così assordante da impedirmi di sentire persino i miei stessi pensieri.

Volevo solo scappare.

Scappare e non voltarmi indietro.

Kurtz strusció la testolina sulla mia gamba, e mi riportò alla realtà.

Dovevo andare via.

Qualcosa mi diceva che quell'essere era lì per me.

Premetti l'interruttore una, due, tre volte, ma la luce restò spenta.

Il panico iniziò a montarmi nel cuore come una bestia nera.

Tornai alla finestra, ma dell'uomo non c'era alcuna traccia.

Improvvisamente sentii un tonfo pesante al piano di sotto, come qualcosa di pesante che cadeva a terra.

Il cuore mi balzò in gola.

Lo scricchiolio dei gradini quasi mi perforó i timpani.

Il resto del mondo era in silenzio.

Sentivo solo quel rumore, il rumore inconfondibile dei passi sulla scala.

Avevo la vista annebbiata dalle lacrime di terrore che mi si erano raggrumate agli angoli degli occhi.

Si stava avvicinando, lo sentivo.

E la cosa più terribile era che non riuscivo a fare assolutamente niente.

Ero bloccata, completamente paralizzata.

La maniglia si abbassò di colpo, e la serratura scattò.

E la porta si aprì.

Quell'essere inquietante entrò nella stanza.

Da vicino era molto più alto di quanto avessi immaginato, e anche più puzzolente (un misto fra odore di uova marce e cesto di scarpe da ginnastica usate).

La maschera gli copriva totalmente il volto, ma si sentiva una specie di rantolo che interpretai come il suo respiro.

In quel momento non era proprio paura quella che sentivo.
Era qualcosa di più simile alla sorpresa, in realtà.

Tutto il terrore che avevo percepito pochi minuti prima sembrò dissolversi.

Kurtz, che fino a quel momento aveva miagolato come un'ossesso, teneva la testa piegata da un lato e osservava il nuovo venuto con curiosità.

Che diavolo ti sta succedendo? È uno sconosciuto che entra nella tua casa e ti guarda con una disgustosa maschera sulla faccia! Dovresti chiamare la polizia, scappare, tirargli un vaso in testa... Ma ti prego, non rimanere così bloccata!

E, invece, era esattamente quello che stava succedendo.

Poi, improvvisamente, avvenne la cosa in assoluto più strana che avessi mai potuto immaginare.

L'uomo con la maschera tirò indietro la testa e si mise a ridere.

Rideva proprio di gusto, come se avesse appena ascoltato la barzelletta migliore del mondo.

Rimasi di sasso.

《Perché stai ridendo?》

La domanda mi venne spontanea, così se la stessi dicendo a Chris o ad Holly.

Era una situazione assolutamente surreale.

《Ooh, che bella risata!》mi rispose, la voce soffocata dalla porcellana della maschera.

《Uh, che stanchezza! Hai del tè? Perché vorrei proprio una bella tazza di tè al mirtillo. Hai del tè al mirtillo?》

《Un che?》

Quell'essere si sedette pesantemente sulla sedia, e nel farlo cigoló come un vecchio armadio.

Esattamente il rumore del legno.

《Oh, è un posto così magnificamente umido! E freddo, per giunta! Deve essere un paradiso!》

Ero sempre più esterrefatta.

《Posso sapere chi sei?》

Il tizio con la maschera, invece di rispondermi, iniziò a frugarsi nelle tasche, borbottando qualcosa di incomprensibile.

Il suo impermeabile aveva l'aria di essere stato ripescato da un vecchio baule, per quanto era usurato e malridotto.

La maggior parte delle cuciture era saltata, e un mucchio di lunghi fili sottili gli pendevano come da una marionetta rotta.

Frugó in ogni orifizio del povero impermeabile per due minuti buoni prima di cavarne fuori qualcosa.

《Ecco qui, questo era quello che sono venuto a darti》disse, porgendomi un pacchettino.

Aveva le mani coperte da guanti ma, quando le toccai per prendere il misterioso regalo, sentii che erano insolitamente dure per delle mani di carne.

Sembrava di toccare una bambola, o un soprammobile.

《È da parte di Lady Moonlight!》mi confidó, abbassando la voce e mettendosi una mano al lato della maschera dove intuii ci fosse la bocca.

Lady Moonlight.

La direttrice della Redwood Academy.

《E tu chi saresti? Perché ti ha mandato qui?》

Il tizio rise ancora, e non capii perché avesse riso finché non mi accorsi di Kurtz, che si era raggomitolato sulle sue ginocchia.

《Che buffo questo esserino! È così peloso!》

《Beh... è un gatto》

《Un carto!》esclamò l'uomo con la maschera, stringendo Kurtz quasi fino a soffocarlo.

《No, non un carto. È un gatto. G.A.T.T.O. Non ne hai mai visto uno?》

《No. Affatto. Il Fabbricante non è arrivato a spiegarmi i carti》ribatté lui, accarezzando la testa di Kurtz, che tentava di liberarsi dalla sua stretta.

《Gatti. E chi è il Fabbricante?》

All'improvviso, l'uomo con la maschera si rabbuió, abbassando il capo.

Kurtz ne approfittó e balzò sul pavimento, scrollandosi il pelo.

《Non ci è permesso parlare del Fabbricante!》sussurró l'Uomo-con-la-maschera.

《E perché?》

Il tizio girava la testa da tutte le parti, come se cercasse qualcuno che potesse vederlo.

Sembrava terribilmente agitato.

《No signorina, non si parla del Fabbricante! No, no, non si parla affatto del Fabbricante! No, no, no, no, non si parla del Fabbricante!》iniziò a blaterare, scuotendo talmente violentemente la testa che temetti quasi di vederla staccarsi e rotolare per terra.

《Va bene, va bene! D'accordo, non si parla del Fabbricante, non chiederò più niente. Ma per favore smettila di fare così!》

L'Uomo-con-la-maschera smise immediatamente, e si limitò a tenere le braccia rigide contro il corpo.

Ero interdetta, non sapevo cosa fare.

Quasi non mi accorsi di avere il pacchetto ancora in mano.

《La signorina deve aprire il pacchetto che Lady Moonlight vuole che lei aprirebbe》sentenzió il mio ospite, prima di richiudersi in un silenzio ostinato.

Evidentemente i verbi non erano proprio il suo forte, ma evitai di sottolineare il suo errore, per timore di scatenare una nuova crisi di nervi.

Ammesso che li possedesse, i nervi.

Invece mi dedicai al pacchetto.

La carta era la stessa della lettera, e aveva una forma piuttosto sferica, pesante.

Probabilmente era fatto di ferro, o di un materiale molto simile per consistenza.

L'Uomo-con-la-maschera iniziò a canticchiare un motivetto sconosciuto, dondolando di qua e di là. Kurtz prese a leccarsi il pelo.

La pioggia ticchettava ora meno pesantemente, stava smettendo.

Tirai il cordoncino di juta che teneva insieme la carta, ed essa scivolò per terra leggera come ali di farfalla.

In mano mi rimase un piccolo oggetto rotondo e lucido, grande come il palmo della mia mano.
Era freddo come il ferro e piuttosto pesante.

Sembrava un vecchio orologio da taschino come quello del nonno.
Sollevai il coperchio e osservai il quadrante.

Non era un orologio, però.

Era una bussola.

Note dell'autore
Ciao dolcetti! Sono tornata con un nuovo aggiornamento! Che ne pensate di questa svolta e dell'Uomo-con-la-maschera? Nei prossimi aggiornamenti scopriremo qualcosa di più su di lui e sul misterioso regalo che ha portato a Violet.
Spero vi sia piaciuto, e non esitate a farmi notare qualunque errore/imprecisione nella mia storia! A proposito, volevo annunciarvi che sia The Redwood Academy e sia Le Cronache (altra mia storia presente in questo profilo) sono ufficialmente candidate ai premi Wattys! Per saperne di più vi consiglio di visitare il profilo italiano dei Wattys e di leggere tutto su questi premi qui ---> http://my.w.tt/UiNb/VwRrkKdh1D
Buona giornata a tutti, e al prossimo aggiornamento!
Kisses

Sophie♥

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