capitolo 37 le ali nere di un angelo
Una pessima idea, è una pessima idea, eppure sembra la migliore mai avuta, forse seconda solo alla decisione di seguire Cam la sera della vigilia di natale circa un anno fa.
"Non te lo lasceranno fare Kessie.
Kim non te lo farà fare."
Sara sospira, osservando l'amica camminare avanti e indietro nel soggiorno di casa loro.
Si morde il labbro, in realtà spera che gli altri le impediscano di fare questa pazzia, dall'altra è terribilmente preoccupata per Kim.
Kessie continua a muoversi nervosa, mordendosi le pellicine del pollice, un vecchio vizio che pensava di aver perso.
"Lo so che è una pessima idea, ma l'hai vista Sara, ha sentito cosa ha detto Camilla.
Kim non può combattere, non è nelle condizioni."
E poi, è diabolico aspettarsi che Kim combatte nelle sue condizioni, la malsana idea che lei deve essere sempre in prima fila a parare il culo a tutti, non ora che c'è Felix.
Si ferma, non vuole nascondersi dietro a Kim, per una volta vuole essere lei la sua roccia.
Anche se il tremolio sulle mani mostra quanto in realtà a paura.
La porta di casa viene aperta in fretta e Carter appena si affaccia sul soggiorno capisce che qualcosa non va.
All'esterno non ha visto la macchina di Kim, ma in palestra Gemma le ha detto che è a casa e si è risposto che magari la macchina è chiusa in garage.
Ma in casa la tensione si taglia con una lama.
"Avete visto Kim?"
Chiede confuso, ricevendo uno sguardo fulmineo dalle due.
La preoccupazione che le sia successo qualcosa la assale, sta per chiedere spiegazioni, quando sente dei passi scendere le scale.
Camilla che subito lo guarda male indicandolo con l'indice.
"Tu, stupida testa di cazzo.
Io e Stefano eravamo stati chiari, niente stress per Kim e tu cosa fai?
La lasci affogare nei sensi di colpa."
Carter ingoia a vuoto, non pensava che Kim ne avrebbe risentito così tanto, stupido egoismo.
Se Camilla è qui, la situazione è grave e la preoccupazione sale.
Fa qualche passo in avanti, per correre da lei e parlarle, vedere se sta bene e abbracciarla come avrebbe dovuto fare fin da subito.
Ma tre donne gli si parano davanti e sinceramente i loro sguardi seri lo fanno indietreggiare.
"Kim ha avuto un brutto crollo, è svenuta e ci abbiamo messo un po' a farla riprendere.
Ora è tranquilla e tu la lascerai riposare."
È Sara ha parlare e la cosa lo sorprende molto.
Guarda le donne che ha davanti, Kim ha fatto davvero un lavoro con i fiocchi, ha reso tre ragazze delle donne sicure di sé, e pronte a combattere.
Stringe i pugni, essere cacciato dalla camera dove è Leo fa accrescere ancora di più il senso di colpa.
Avrebbe dovuto risolvere prima i suoi dubbi ed ora sospira rilasciando i pugni sconfortato, non si sente in diritto di scavalcarle.
Torna in soggiorno, sedendosi al solito posto sul divano vicino alla poltrona di Kim, accarezzando il bracciolo che in genere accarezza lei.
"Non volevo farla stare male.
Avevo solo bisogno di affrontare una questione personale, ma non volevo che stesse male, ve lo giuro."
Le due donne rimangono in allerta e in posa di difesa vicino all'attacco, per fortuna la dolce sarà si avvicina a lui sedendosi al suo fianco e prendendogli la mano.
Questo angelo è balsamo per l'anima, i suoi occhi dolci hanno il potere di concedere il perdono e dare un po' di sollievo.
"Sappiamo che ami Kim, non dubitiamo che tu non volessi farle del male.
Ma Kim è fragile in questo momento e noi dobbiamo aiutarla ad ogni costo.
Da qualsiasi pericolo."
Un bel discorso, nulla da ridire, ma davvero troppo preciso e dettagliato, si inizia a sentire puzza di guai.
Alza lo sguardo sulla sorella, scoprendo che la sua espressione seria è ora nervosa e preoccupata.
Torna a guardare Sara, sguardo basso e labbro tra i denti, la situazione non gli piace per nulla.
"Cosa mi state nascondendo?"
Le tre si guardano, poi l'attenzione si sposta su Kessie, deve essere lei il folcro del guaio.
È sempre più nervosa e quando la vede avvicinare il pollice alle labbra, iniziare a torturarsi le pellicine, ingoia a vuoto preoccupato.
È stato lui a dirle di perdere quel vizio, era da un po' che non lo faceva.
La osserva con calma, cambia il suo sguardo in comprensivo, si gioca le carte del fratello maggiore e finalmente lei crolla.
Racconta tutto.
La chiamata ricevuta, cosa le ha detto Fernandes ma soprattutto che non la distinta da Kim.
"Non ci sono foto di Kim in giro, nessuno sa neppure il suo nome, sono sicura che Anderson si sia tenuto le informazioni più succulenti per garantirsi la protezione.
Per questo non ha colpito personalmente lei fin dall'inizio.
Qualunque donna può essere Kim."
Carter ingoia di nuovo a vuoto, la razionalità di Kessie un po' lo spaventa, questo intendeva prima per donna sicura di sé.
Anche loro hanno fatto lo stesso ragionamento, ma non davanti alle ragazze ed è sorpreso che siano arrivate alla stessa conclusione, per giunta in poche ore.
Continua a guardarla, poi capisce, e quasi sbianca.
"Spero di sbagliarmi.
Dimmi che non vuoi andare tu al suo posto."
Aspetta che nega, che gli dice che non farà mai una cosa del genere e magari una risata di scherzo, ma no.
Lei tintenna, si passa una mano tra i capelli e alla fine purtroppo annuisce.
Vuole davvero prendere il posto di Kim, fare da esca.
Cade del tutto sullo schienale del divano, è senza parole.
Il fratello maggiore che è dentro di lui grida che non le permetterà niente del genere, che è pazza se pensa di fare da esca, che glielo impedirà.
Poi pensa a Kim, a quanto sia fragile e a quanto in uno scontro con Fernandes farebbe di tutto per proteggere Felix, anche prendersi un proiettile nel cuore.
Se protegge la sorella, la donna che ama sarà in pericolo.
Se protegge la che ama, la sorella sarà in pericolo.
Cosa è giusto fare?
Sospira, il piano è così perfetto, potrebbe trovare un'altra ragazza a fare da esca, ma sarebbe un totale disastro.
A parte che l'idea di mandare una ragazza inesperta al patibolo, gli fa salire la nausea.
E guarda Kessie, ora confusa e preoccupata, ma la vista in azione con le ragazze della Elisabeth House.
L'ha vista mettere al tappeto più uomini con un eleganza simile a Kim e affrontare fidanzati che cercavano di riavere una ragazza della Elisabeth con la stessa freddezza e fierezza di Kim.
La the Queen la forgiata a sua immagine e somiglianza.
Ma...
"Kessie, mi stai chiedendo di mandarti in bocca al lupo più squallido, disgustoso e pericoloso che forse abbiamo mai affrontato.
Se ti dovesse succedere qualcosa, io ne morirei, Kim ne morirebbero e Cam.
Dio, non so nemmeno come mandarti a fargli questa proposta."
Kessie di tutto questo discorso capisce solo una cosa.
Non ha detto no.
Fino ad ora le sembrava una follia, che solo nella sua mente funzionava perfettamente, ma ora la non negazione di Carter le dà ancora più sicurezza.
Si avvicina al fratello, Sara subito le lascia il posto facendo segno a Camilla di salire con lei da Kim.
Lasciando ai Miller un po' di privacy.
"So che hai paura, ne ho anche io. È completamente folle pensare di poter imitare Kim, so di non esserne in grado.
E..."
Ma Carter subito la ferma, negando con il capo e prendendole le mani, così piccole, liscia e morbide in confronto alle sue martoriate da guerre e armi da fuoco.
"Kim ti ha aiutato ha trovare la tua forza.
Ti ha insegnato a combattere, a fronteggiare uomini di merda, a impugnare un arma, ma tutto ciò che sei diventata è grazie a te e un po' al tuo DNA.
Sei una Miller, non ho dubbi che saresti all'altezza."
La fa sorridere con l'ultima frase, ma non sta mentendo e non è solo per farla ridere.
Quando la vista affrontare situazioni pericolose, ha visto nel suo sguardo e nella sua postura la fierezza e la forza dei Miller.
No, sua sorella sarebbe perfetta per questo ruolo.
"Ma il solo pensiero di te vicino a quel figlio di puttana, mi fa contorcere le viscere per la paura.
Se dovesse scoprire il bluff, se non riusciamo a coprirti le spalle..."
Non riesce a dirlo a voce, non vuole neppure immaginare cosa potrebbe fare quel figlio di puttana a sua sorella.
Lascia le sue mani solo per stringere i pugni mentre un senso di nausea, rabbia e paura gli sale in gola.
Si sente così al solo immaginarlo, non vuole pensare a come sarebbe nella realtà.
Kessie riprende le sue mani anche se ancora ferrate in pugni e guardandolo negli occhi gli dice la più crudele verità.
"E Kim invece?
Perché è più facile se è lei a buttarsi nell'inferno?"
Apre bocca per rispondere ma finisce per richiuderla, non sa rispondere.
Nessuno a mai spinto in avanti Kim, è sempre stata lei a mettersi in prima fila e loro non sono mai riusciti a fermarla.
Ma ci hanno provato davvero?
Abbassa lo sguardo, Kim e tutti loro, sono abituati a camminare all'inferno, a stringere un arma e fare fuoco.
Lui stesso non si farebbe problemi ad andare all'incontro con Fernandes se potesse, non avrebbe nessun dubbio.
Guarda Kessie e nei suoi occhi trova un mezza verità.
"Kim ha creato per voi un mondo lontano dal nostro.
Il punto non è Kim all'inferno, è che noi siamo l'inferno e voi ragazze il paradiso.
Non è questione di uomo o donna, di Kim o tu, è il nostro inferno e il vostro paradiso."
Forse non è tutta la verità, non è una spiegazione plausibile, ma è l'unica cosa che gli viene in mente.
Kessie sospira sembra prendere per buona la spiegazione, anche se forse lo fa solo perché si fida del fratello.
Ma tutto questo non cambia la sua idea.
"Voglio che una cosa sia chiara, non sto chiedendo il vostro permesso.
Io prenderò il posto di Kim."
E la guarda, sicura e fiera di sé, della ragazzina spaventata non c'è né più traccia.
A Carter non resta che sospirare un po' rassegnato, vede in lei la testardaggine dei miller e un po' rimpiange quando vedeva in lei una dolce e ingenua bambina.
Sospira ancora, ora chi glielo dice a Cam?
"Non esiste cazzo.
Tu non farai niente del genere.
Dovrai passare sul mio cazzo di cadavere."
Appunto.
Un ora dopo la chiacchierata tra i due Miller, ci hanno messo pochi minuti tutta la famiglia a tornare curiosi dalle parole usate da Carter.
Ha mandato a tutti loro un messaggio su cui scritto che avevano una situazione spigolosa da risolvere.
Appena arrivati, tutti loro sono rimasti sorpresi dalla presenza di tutte le ragazze nell'ufficio ma dopo il racconto e la decisione di Kessie non hanno avuto bisogno di spiegazioni.
Le donne di villa Queen si sono schierate e ora sono guai, molti guai.
Cam sposta lo sguardo su Carter cercando in lui un supporto scontato, ma invece lo trova a sospirare rassegnato.
"E tu non gli dici niente?
Che cazzo di fratello sei se gli permetti una cosa del genere?
Non te ne frega un cazzo di lei."
Carter stringe i denti scattando in piedi, come sempre Cam quando è nervoso parla troppo e a sproposito.
Lo sopporta la maggior parte delle volte, ma non tollera che si metta in dubbio il suo affetto verso Kessie.
Questa idea gli fa contorcere le viscere e sale il nervoso.
Tra i due inizia una discussione che pian piano si accende, per fortuna ci sono gli altri a mettersi in mezzo quando i due si avvicinano in modo minacciosi invece Kessie sbuffa frustrata.
E di loro che stanno parlando e non la prendono nemmeno in considerazione, anzi non la guardano neppure.
Ormai è diventata una gara a chi piscia più lontano.
Così, anche se sembra ridicola, avvicina la sedia a Cam e poi ci sale per essere leggermente più alto di lui.
Gli prende il viso tra le mani e lo costringe a guardarla.
"Mio fratello non c'entra nulla con la mia decisione.
Come ho già detto a lui, non sono qui a chiedere il vostro permesso.
Posso farlo con voi o senza di voi."
Cam sbuffa, allontanandosi da lei, camminando nervoso avanti e indietro mentre lei scende dalla sedia.
Tutti intanto fanno un passo indietro lasciando che la discussione rimanga tra di loro.
Tutti nella stanza sanno che il piano di Kessie funzionerà, ma nessuno ha il coraggio di dirlo.
"Non posso permetterti di entrare in questo cazzo di inferno.
Kim non te lo permetterà.
Troverà un'altra soluzione."
Se prima le ragazze erano tranquille, persino Kessie, ora tutte insieme si mettono davanti a lui.
Pronte e sul piede di guerra, per quanto siano preoccupate per Kessie su un punto non transigono.
"Certo, Kim troverà una soluzione.
Lei andrà da Fernandes e lo ucciderà.
Se rimane ferita, che importa, tanto lei ci è abituata.
Giusto?"
Sorprendentemente, è Sara a parlare e le ragazze al suo fianco annuiscono facendo fronte unito.
Hanno sempre visto le loro ragazze come angeli, le custodi di questa casa, la cura e la carezza dopo una guerra.
Ora invece, sono guerriere pronte a combattere se serve, senza tremori o preoccupazioni.
"Kim ha quasi sacrificato la vita per noi, non so più nemmeno quante volte.
Tutti la vediamo come una super eroina ma più volte ci ha mostrato che non è fatta di acciaio, ma di carne proprio come me, come noi, come voi.
Ora tocca a me fare qualcosa per questa famiglia."
Kessie fa centro nell'attenzione di tutti e soprattutto di Cam.
Silenzioso si sfiora il petto sopra il battito del cuore, proprio lì dove ci sarebbe un foro se Kim non lo avesse salvato.
Si guarda intorno, tutti loro chi più chi meno, deve qualcosa a Kim.
Sono in debito con lei.
Si avvicina a Kessie, prendendole il viso tra le mani, passandole la guancia sulla sua in un contatto solo loro.
"Hai ragione su tutto, su Kim e su quanto a volte sono stupido e parlo senza pensare.
Ma non puoi chiedermi di rischiare di perderti, io non sono niente senza di te.
Non posso vivere senza di te."
Continua a strofinare il viso sul suo, sfiorando con le dita il collo dove può sentire il battito del cuore, il suono che doma la sua vita.
Non può vivere senza di lei, non riesce neppure a pensarci, se dovesse succedere qualcosa morirebbe con lei.
"Non rischierà niente, te lo posso giurare sulla mia vita."
Tutti spostano lo sguardo sulla porta.
Kim sospira ad ogni passo che fa, trascinandosi dietro un palo che regge la bottiglia mentre un tubo le arriva fino in braccio, in vena.
Stefano dietro di lei la segue in ogni faticoso passo, li attento che non cada.
Sara le sposta subito la sedia e lei ci cade sopra con il respiro in affanno, come se avesse appena corso una maratona.
Prima che inizi a parlare, Carter le si siede a fianco prendendole la mano, guardandola negli occhi.
In uno sguardo le chiede perdono, le dice che la ama, che sarà al suo fianco ora e per sempre.
E Kim annuisce, posando la fronte sulla sua, non c'è bisogno di parlare.
Ma, come sempre, loro devono aspettare, ma questa volta si giurano che durerà poco.
Kim torna dritta, cercando come può di nascondere la stanchezza che sente fino alle ossa.
"Sono messa male ragazzi, ho un distacco della placenta che potrebbe costarmi la mia vita, ma più importante la vita di Felix.
Non posso affrontare Fernandes, è già tanto se Stefano non mi ha legato al letto."
Il dottore annuisce e Carter solo ora capisce quanto la situazione è grave, di istinto stringe la mano di Kim e sospira quando lei ricambia la presa.
Il resto dei ragazzi annuisce, comprendono la situazione e non hanno nessuna intenzione di contraddirla.
Anzi, non le permetteranno di combattere, forse persino di alzare un bicchiere d'acqua.
Kim sposta lo sguardo su Kessie e sospira, non avrebbe mai immaginato che sarebbe arrivata a tanto, ma il tempo stringe e lei chiede perdono al paradiso per il sacrificio che sta per chiedere a un angelo.
" Kessie ha la mia stessa fisicità, i miei modi di fare e il timbro della sua voce assomiglia molto al mio.
Sa gestire situazioni di ansia e pericolo, sa impugnare un arma ma non ne avrà bisogno.
Noi la copriremo a 360 gradi."
Kessie annuisce, ormai senza alcun dubbio se Kim crede in lei e in questa idea.
Cam dietro di lei stringe i pugni, ma non ha la forza di fare storie.
Kim è visibilmente fragile, la sua pelle e più bianca della neve e ogni parola esce fuori con sforzo.
Si concentrano sul piano e le perplessità sono tante.
"Non sappiamo dove Fernandes colpirà e come.
Come possiamo coprirla completamente?"
Kim annuisce facendo un gesto stanco verso Simon.
La grande lavagna viene accesa e subito appare il loro territorio, l'intero Bronx.
Cazzo, nessuno di loro si è mai reso conto fino ad oggi quanto si loro allargati con il tempo.
"Lo stronzo colpirà in casa mia, solo per farmi dispetto nonostante sia una mossa azzardata.
Abbiamo un terreno ampio ma anche molti amici."
Fa segno a Nik di aprire la porta e subito entrano nella stanza Albert, Elia, Kevin, Seba come porta voce di black e Stuart.
Ci sarebbe da commentare la teatralità di Kim, ma ancora una volta sorprende quanto Kim sapesse già tutto e velocemente ha organizzato la situazione, mentre loro perdevano tempo a litigare lei creava il piano.
"Tutti i nostri uomini verranno posizionati ad ogni angolo, seguiremo Kessie ad ogni movimento e Simon entrare in qualsiasi telecamera, avremo occhi e orecchie ovunque."
Si accendono tante piccole luci sulla mappa e quasi sembra un albero di natale, l'intero Bronx è coperto.
Kim sposta lo sguardo su Kessie, cerca in lei il mio dubbio, basta un suo cenno e lei manderà tutto a fan culo.
Ma Kessie annuisce e Kim sospira.
Ecco un angelo che si butta all'inferno, ma tutti loro saranno le sue ali e la proteggeranno dalla caduta.
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