capitolo 1 Pedro
"Notizie dell'ultima ora.
Grazie a una soffiata anonima la polizia del Bronx ha scoperto il luogo e il mandante dell'omicidio di cui uomini d'affari ben conosciuti in città.
Victor Stendhal e il suo braccio destro Carlos, fondatori della Company Bank del Bronx.
L'artefice del violento omicida è l'Angel killer, una figura oscura che ormai da mesi gestisce il traffico di droga e armi in quasi tutti lo stato.
La polizia non ha voluto lasciare dichiarazioni, ma una fonte all'interno delle forze dell'ordine ci ha confidato che Stendhal è stato ucciso con un colpo di pistola mentre il suo braccio destro è stato torturato per molte ore prima di farlo esplodere.
Dei corpi solo cenere, una firma sporca dell'Angel killer."
Il comunicato continua con diverse interviste e supposizioni, ma ahimè ha già messo il muto e dato le spalle alla televisione.
Fan culo, ora la sua giornata è completamente rovinata.
In soggiorno il panico, tutti iniziano a parlare uno sopra l'altro, con mille domande e imprecazioni per questa situazione di merda, finché che Kim non urla di fare silenzio.
È già incazzata nera, non le serve una emicrania.
" Simon una linea sicura.
Chiama Elia."
Lui annuisce e corre in ufficio per fare la chiamata, in questi casi non è sicuro usare semplicemente il telefonino, meglio utilizzare il suo programma di camuffamento che in genere usano per chiamate di affare a lunga distanza.
Alex intanto si passa nervoso le mani tra i capelli, ma anche gli altri sono nelle stesse condizioni, persino le ragazze tremano.
" Che cazzo significa?
Come hanno fatto ad arrivare a noi, ad avere tutte quelle informazioni?"
Domanda stupida, le risposte gliele ha già date il giornalista che ha mandato in onda la notizia.
La vera domanda è chi cazzo sta provando a fotterli.
Cam tira un calcio alla poltrona rilasciando un ringhio dal fondo della gola, fanculo il protocollo di mantenere la calma in queste circostanze, ha solo voglia di distruggere ogni cosa.
" Ecco a te."
Simon arriva con un telefonino porgendolo a Kim, mentre quest'ultima intanto si avvicina a Cam per mettergli una mano sulla spalla e calmarlo un po'.
Capisce la sua frustrazione, ogni volta che hanno un momento di pace e di respiro, la merda cade prepotentemente addosso senza pietà.
Intanto appena Elia risponde, lei subito chiede spiegazioni senza nemmeno salutarlo.
"Hai sentito il notiziario?
Che cazzo vuol dire Elia?
Mi hai assicurato che te ne saresti occupato tu."
Infatti, il primo compito di Elia, dopo la morte del padre, è stato quello di sistemare l'accaduto e di coprire ogni traccia dell'omicidio, del collegamento tra il padre e il consiglio e soprattutto del legame tra Victor e l'Angel killer.
Tutto lavoro sprecato, andato a puttane con una semplice chiamata anonima.
Chi li ha traditi, chi vuole fotterli?
"Non ne so nulla Kim.
L'ho appena saputo anche io.
Tu assicuro che abbiamo fatto tutto alla perfezione, non so com'è potuto succedere."
Anche lui è sconvolto come tutti gli altri e ha già chiamato Albert ancora prima che Kim chiamasse lui.
E si sente una merda, perché Kim si è fidato di lui ed è come se avesse fallito e l'avesse delusa.
" Vedi di scoprire qualcosa, altrimenti finiamo nella merda."
Il suo tono è duro e furioso, anche se in realtà non ce l'ha con lui.
Sa che ha fatto un ottimo lavoro, c'era lei dietro a seguire i suoi movimenti e in più lo ha affiancato ad Albert e alla sua esperienza in queste circostanze.
Ma la situazione è critica.
Nonostante loro posseggono la città e la maggior parte dei poliziotti sono più immischiati nella merda di loro, questo caso farà scalpore e nemmeno il sindaco potrà chiudere un occhio.
Troveranno il colpevole e le loro tracce portano a lei.
"Non arriverebbero mai a te.
È impossibile Kim."
Parla disperato Elia, sentendo il cuore tra poco uscirgli dal petto.
Ma la merda ha già iniziato a cadere e loro si ritrovano senza ombrello ha subirla tutta.
Sara corre verso di lei, con lo sguardo lucido e le mani che le tremano per la preoccupazione.
" Kim.
Due poliziotti al cancello."
Cazzo...
Qualche giorno prima...
"Pedro alzati o faremo tardi già il primo giorno."
Le tapparelle della piccola stanza vengono spalancate e l'ambiente buio viene trasformata in piena luce che trapassa le palpebre chiuse fino a bruciare le retini. Contrariato si nasconde sotto le coperte lanciando sull'amico, già pronto nella sua bella divisa, il cuscino.
Sbuffando Thomas riesce ad evitare l'attentato al suo outlet ben stirato, cercando di strappare via le lenzuola dal viso dell'amico, neanche avesse a che fare con un bambino.
"Andiamo, muoviti cavolo, altrimenti vado via senza di te.
Non ho nessuna intenzione di fare brutta figura ancor prima di prendere servizio."
Pedro lentamente esce dal torpore delle sue adorate coperte bianche, cercando di mettere a fuoco la sveglia sul comodino.
7:30, saltando giù dal letto, rischiando di inciampare nei vestiti lasciati a terra la sera prima, scavalcando l'amico per andarsi a fare una doccia veloce, è davvero tardi cazzo.
Dopo quindici minuti, il fiatone e la camicia abbottonata di fretta e tardi, i due amici si ritrovano nel piccolo cucinino.
La stanza, come tutte le altre, è ancora piena di scatole e mobili pieni solo a meta, ma non è strano come possa sembrare, i due amici si sono trasferiti nel Bronx da New York da appena un paio di giorni, passati più che altro ad ambientarsi nella loro nuova città.
Appena usciti dalla Accademia di polizia, qualche settimana fa, i due sono stati mandati nel Bronx a "farsi le ossa" come ha detto il loro sergente.
Per quanto riguarda Pedro, quando lo ha detto alla sua famiglia non la hanno per nulla presa bene, la reputazione di questa citta è risaputa e inutile illudersi di essere in un bel villaggio vacanza o in un semplice paesino forse un po' chiuso.
Qui è il Bronx e si sa che dormire con un occhio aperto non basta e se si aggiunge che i due questa mattina prenderanno servizio nell'unica questura in città, le preoccupazioni sono giustificate.
Dopo un caffo di fretta e essersi sistemati al meglio, i due finalmente escono di casa.
Thomas è alla guida, permettendo a Pedro di guardarsi intorno curioso e in un certo senso, anche negativo, meravigliato da quello che la citta mostra.
All'accademia gli hanno sempre detto che questa è la sezione più dura, con un tasso di criminalità più alta.
Infatti il sergente quando gli ha consegnato i documenti di assegnamento, li ha salutati dicendo "Se ce la farete qui, potrete farcela ovunque" e non hanno avuto bisogno di spiegazioni.
Gli edifici, sui colori freddi e sporchi che caratterizzano la citta, hanno quell'alone di abbandonato che appartiene anche ai palazzi più nuovi e alcuni locali hanno appese un paio di scarpe al palo della luce vicino, segno che all'interno non si svolgono solo cene e bevute, ma anche affari loschi e incontri clandestini.
Insomma molti cliché della solita citta criminale abbandonata da dio, si era già preparato a tutto questo, ma poi nota particolari diversi.
Per le strade passeggiano mamme con bambini, sorridendo serene fermandosi ogni tanto davanti a negozietti di tutti i generi, la buona parte visibilmente restaurati da poco, ragazzi e ragazzi si muovono tranquillo, a testa alta, senza quella paura che si aspettava nello sguardo della gente di questa citta.
E un altro particolare gli cade all'occhio, tra la folla vede uomini tranquilli, con le mani in tasca, che si guardano intorno come a tenere la situazione sotto controllo, erroneamente pensando che siano poliziotti in borghese.
"Cavolo, qui hanno un ospedale meglio di New York."
La voce di Thomas gli fa voltare lo sguardo dall'altro lato della strada e può solo dare ragione all'amico.
Al contrario del resto della citta, l'ospedale è completamente ristrutturato, nel parcheggio si notano ambulanze di ultima generazione ed è quasi sicuro che anche i reparti sono forniti di bona attrezzatura e personale.
Anche le scuole poco lontano non sono minimamente come le immaginava, anzi sono molto colorate, pulite e l'asilo ha anche un piccolo parco giochi nel giardino sul retro.
Strutture che stonano terribilmente con l'ambiente, ma un altro particolare nota Pedro più importante dell'apparenza, sia l'ospedale che gli istituti scolastici sono popolati da persone comuni nonostante abbiano l'aspetto di strutture private e quindi apparentemente costose.
Con un po' di ritardo arrivano davanti alla questura e qui cadono dalle nubi.
Mentre nel resto della città sono stati fatti molti miglioramenti, qui invece sembra di essere nella vecchia Bronx.
I muri sono ricoperti di vecchi Graffiti e vecchie crepe, molte finestre sono state spaccate e in alcuni punti del muro ci sono ancora segni di proiettili.
Entrambi conoscono la storia di questa centrale, l'unica rimasta in piedi in settanta anni e se li porta addosso tutti.
La macchina si ferma nel parcheggio laterale e prima di scendere e entrare in scena Pedro si ferma ad osservare l'amico che lo accompagnerà in questa avventura.
Si conoscono da quando entrambi, siamo entrati in accademia, esattamente tre anni fa.
Sinceramente i primi tempi, non andavano molto d'accordo, anche perché entrambi hanno un carattere molto suscettibile e irritabile, ma dopo poco tempo hanno cominciato a guardarsi le spalle e a lavorare insieme fino a creare l'amicizia, che ancora oggi persiste.
Quando entrambi, siamo stati spostati qui ne è rimasto molto sollevato perché avere una persona che conosci, un amico, in un paese che non si conosce è già un grosso passo avanti.
"Che schifo di città, già mi manca New York."
Come al solito Thomas inizia a lamentarsi già appena scende dalla macchina, spostando con un piede un sacchettino di spazzatura finitogli davanti.
Mentre Pedro cerca sempre di vedere il positivo anche in mezzo a una tempesta, l'amico invece vede sempre il bicchiere mezzo vuoto e anche se non riesce a dargli torto, non vuole lasciarsi buttare giù di già
" Non iniziare già dal primo giorno.
Altrimenti sarà davvero lunga, arrivare a fine anno."
Infatti il loro assegnamento durerà circa un anno, dopodiché potranno decidere se rimanere o essere trasferiti, per ora la scelta che faranno non è per nulla difficile da immaginare.
Comunque, armati di coraggio, entrano nella stazione venendo ingoiati nel movimento frenetico di poliziotti che corrono da una parte all'altra tra le diverse stanze.
" Chi siete voi?
Che ci fate qui?"
Vengono subito sgridati, quasi fossero dei bambini, da uno dei tanti in movimento che si ferma davanti a loro, bloccandogli la visuale sull'azione frenetica alle sue spalle.
L'uomo che hanno davanti, ha una postura rigida e nervosa, le spalle appesantite dagli anni di servizio e gli occhi stanchi di chi è reduce da un doppio o forse triplo turno.
" Siamo i nuovi cadetti.
Dobbiamo prendere servizio, questa mattina."
Il maggiore tra i tre si ferma ad osservarli dalla testa ai piedi in un primo momento con curiosità e un pizzico di critica, poi all'improvviso sorride facendo pesare loro l'inesperienza e quanto siano piccoli in confronto a questo luogo.
" Venite.
Il comandante stava giusto aspettando la carne fresca"
Pedro lo segue, insieme all'amico, ma stringendo i denti per come l'uomo li ha scherniti, non ha sopportato più di tre anni di duro lavoro per essere preso in giro dal primo collega che incontra.
Appena entra nell'ufficio del comandante, l'aria è pesante di puzza di sigarette e anche di alcol, sembra quasi un controsenso in una centrale di polizia, ma forse qui nel Bronx tutto è una regola a sé.
Un uomo annoiato, pelato e non tanto giovane, dietro la scrivania, non li degna nemmeno di uno sguardo mentre con le mani gira e rigira un fascicolo un po' innervosito dalla situazione.
Pedro iniziando a sentirsi invisibili, finge un colpo di tosse in modo da attirare l'attenzione del l'uomo.
Finalmente il comandante alza lo sguardo mantenendo lo sguardo annoiato con un pizzico di arroganza.
"voi dovete essere la carne fresca."
Ancora quel termine dispregiativo che continua a innervosire soprattutto Pedro.
Se pensa che la situazione andrà avanti così per un anno, quasi sente nascere sulla pelle l'orticaria.
"Siamo i nuovi cadetti.
Mandati dal Accademia di New York..."
Ma il comandante non gli dà nemmeno il tempo di finire, sbuffando mentre tira fuori dal primo cassetto della scrivania un posacenere e un sigaro già iniziato.
"So esattamente chi siete.
Se siete stati mandati qua non dovete essere molto simpatici, ai vostri superiori. Qui non siamo nella vostra città e nemmeno nella vostra accademia.
Qua ci si rimette la pelle se tutto va bene."
Parla senza nemmeno guardarli in faccia, troppo concertato a tagliare la parte finale del sigaro sicuramente troppo umido dalla sua ultima fumata.
Pedro non si concentra molto sulle sue azioni, quanto su l'uomo e soprattutto sul suo abbigliamento.
La divisa poco curata, segno che non gli dà l'importanza come invece fano i due giovani, osservando sul suo polso un orologio un po' troppo costoso per il loro stipendio anche con centinaia d'ore di straordinari.
" Quindi...
Ritiratevi, finché ne siete in tempo."
Li guarda con un sorriso spezzato dal sigaro tra le labbra, con una superficialità che fa esplodere Pedro.
Tre anni di Accademia, a sputare sangue e a dormire nel fango e nello schifo, per poi essere trattato come un cretino qualunque.
E sì che gli hanno sempre insegnato di rispettare i superiori, ma quest'uomo è talmente irritante da forse non meritare tutte quelle piastrine sulla divisa.
"Ci teniamo molto al nostro lavoro, abbiamo lavorato per 3 anni in accademia, raggiungendo i livelli massimi, sia nella teoria che nella pratica.
Riusciremo a non rimetterci le penne."
Il comandante non sembra colpito dalle sue parole anzi ne sembra molto divertito, senza mai lasciare il suo sorrisetto di presunzione.
Con sguardo fisso su di loro, prende il telefono premendo l'interno sedici e invitando chiunque sia dall'altra parte della cornetta a raggiungerli nel suo ufficio frettolosamente e senza neppure chiamare il collega per nome.
Si vede che quest'uomo è abituato a sentirsi l'ombelico del mondo quando in realtà è il buco del...
Pedro nei suoi stessi pensieri ammette che nonostante sia il suo capo, già gli sta antipatico.
Comunque qualche minuto dopo, di puro silenzio, senza bussare il collega entra nella stanza con una espressione annoiata quanto quella del suo capo.
Sembra quasi che in questo posto nessuno abbia tutta questa voglia di lavorare.
"Quanta fretta Vincenzo, cosa hai da dirmi con tanta urgenza."
Nessun rispetto di grado, non utilizza nemmeno il cognome verso il superiore e Pedro ricorda bene la prima e una volta che un suo compagno di accademia si sia riferito al sergente anche solo per cognome e non con il suo titolo, pensa che quel cadetto abbia ancora il trauma per aver dovuto lavare le docce con solo uno spazzolino.
Comunque almeno ora sa il nome del suo capo, rendendosi conto che troppo preso a deriderli non si è neppure presentato.
Abbassa lo sguardo sulla targhetta posata con poca cura sulla scrivania, Vincenzo Ortone, è questo il nome dell'uomo che lo comanderà a bacchetta per un intero anno.
"Michele, questi sono i nuovi novellini.
Assegnali al caso Stendhal."
Il loro collega spalanca gli occhi in un mix tra confusione e sorpresa, dimenticandosi della presenza dei due nuovi arrivati iniziano a discutere sul fatto se sia una buona idea avere due novellini in un caso tanto importante e nel pronunciare l'ultima parola Pedro nota nel tono di Michele qualcosa di segreto, sbagliato, ma alla fine si convince che sia solo la sua paranoia.
"Dicono di essere pronti a tutto.
Facciamogli vedere cosa vuol dire davvero lavorare qui."
È quasi maligno il tono del loro comandane, come se fosse per loro una punizione, un gioco in realtà e non un omicidio a cui dare giustizia.
La discussione tra i due continua indisturbata, Pedro vorrebbe intervenire giusto per ricordagli che sono qui e invece si concentra nel raccoglie le poche informazioni che Michele si lascia sfuggire.
Un omicidio a sfondo mafioso, la vittima un uomo importante, l'assassino un fantasma, niente più di questo ma si illuda che il resto delle informazioni arriveranno a tempo debito.
Thomas invece semplicemente sta al suo posto senza contraddire né il comandante né il collega, si era lui il cadetto che ha dovuto passare la notte con uno spazzolino in mano a lavar via lo schifo dalle docce.
Non ha nessuna intenzione di ripetere l'accaduto, nonostante non veda tutta questa serietà in questo non vuole rischiare.
"va bene, seguitemi."
Non chiede i loro no9mi, non gli interessano perché è sicuro che i due tra una settimana scapperanno con la coda tra le gambe.
Ancora una volta ridicolizzati, non fiatano stringendo i denti e seguendo Michele fuori dalla stanza del comandante salutandolo con capo chino senza avere risposta decente.
Il comandante è troppo impegnato a fumare il suo disgustoso sigaro per interessarsi a loro.
Superano molte porte, osservando Michele salutare i colleghi che incontrano con pacche sulle spalle e qualche battute a volte poco adeguate e volgari.
La stanza sedici, la loro stanza, si trova infondo al corridoio esattamente due piani sotto il piano terra e uno sopra i sotterranei.
Un neon mezzo bruciato, non un'anima in questo lato del commiserato e una porta chiusa e tripla mandata.
Questo caso deve essere davvero importante e, anche se può sembrare un po disumano, a Pedro brillano gli occhi al pensiero di far parte finalmente nel vivo della giustizia.
"Benvenuti nel caso Stendhal ragazzi.""
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