capitolo 28 non piu sola
"Massi, dove cazzo è Kim?"
La trappola passa in secondo piano, tutto passa in secondo piano.
Kim non è lì con loro, non è corsa in aiuto di Sara, stupidi loro a non averci pensato prima.
Qualcosa non va e le parole del suicida ha illuminato tutti i pensieri, fino a quel momento nascosti dall'adrenalina.
Jek e Kessie sono già partiti con Sara in macchina verso l'ospedale, ignari della situazione che sta cambiando o forse peggiorando.
E non perché non gliene freghi nulla di kim, semplicemente sono andati via ancor prima di sentire le parole di quell'uomo.
Troppo preoccupati per le condizioni critiche della loro biondina.
La lasciano nelle sue mani, guardando la macchina la macchina di Alex correre via, sicuri che Jek e Kessie sapranno prendersi cura della biondina, mentre i due hacker tirano fuori computer e PC per trovare la Queen.
Con l'unico problema che il suo telefono risulta spento, irraggiungibile, quasi impossibile da localizzare.
Com'è ritrovarla?
Dove è Kim e cosa ha voluto intendere quel bastardo con le sue parole?
"Ti conviene allontanarti da lei, altrimenti conoscerai dei mostri veri.
E non sarà divertente."
Stone spalanca gli occhi nel vedere Carter e gli altri poco lontano da loro, nonché i suoi uomini svenuta a terra.
Preso dalla discussione con Kim e dal loro momento intimo, non si è accorto per nulla della loro presenza.
Dovrebbe andare in panico e forse un po è così, perché di scatto afferra Kim girandola verso di loro e puntandogli la pistola alla fronte.
La stringe a se, chiedendosi come siano riusciti a trovarla dato che lui stesso ha distrutto il telefono di Kim sotto la suola della sua scarpa.
E persino Kim se lo chiede, se non fosse troppo concentrata a perdersi nello sguardo del suo amato.
"I miei uomini saranno qui a momenti e vi pentirete di averci interrotti."
Il braccio che teneva sul fianco di kim, a spingere sulla ferita, sale sopra al seno e la mano le afferra il viso.
Sotto lo sguardo fuoriso di Carter, Stone stende la lingua e, avvicinando a se il suo viso, le lecca la guancia a infettarla di veleno.
Ma Cam ride, facendo un passo in avanti e grattando divertito la barba appena pronunciata sulla guancia.
"Io non ci conterei amico.
I tuoi amichetti del cazzo sono parecchio impegnati."
È vero che Stone a molti uomini al suo seguito, ma guidato dalla voglia di vendetta su kim, si è giocato male le sue pedine.
E la maggior parte sono finiti a cadere prima di poter fare una mossa decente.
Quelli finiti contro i container sono solo una parte degli uomini ma sommati invece a quelli che sono stati fermati prima di arrivare qui per ordine di Alex, fanno una bella sometta.
Ed ora Stone suda a freddo, mentre stringe la presa su Kim, quasi togliendole il respiro con il braccio sotto al collo.
"Provate ad avvicinarvi e lei farà una brutta fine.
Che peccato sarebbe, tanta fatica per trovarla e poi finireste a vederla morire davanti ai vostri occhi."
Carter ha occhi solo per Kim, la guarda, cazzo se la guarda e mille pensieri gli danno i brividi.
Guarda le mani del bastardo su di lei e vorrebbe solo bruciargliele e fargliele a pezzi osso per osso.
Osserva la pelle di kim macchiata di lividi, il sangue sgorgare da fianco e braccio, il labbro spaccato e i suoi occhi limpidi.
Quegli occhi di ghiaccio che questa mattina lo hanno guardato con amore, mentre quella bocca ora ferita gli ha detto che lo ama.
Questa mattina lei era tra le sue braccia ed ora è trattenuta tra le braccia di questo figlio di puttana.
Come osa?
Come ha osato toccarla, ferirla, illudersi di poterla avere?
Come osa tenerla ancora lontano da lui?
E guarda i suoi occhi di ghiaccio, il suo sguardo fragile farsi sempre più freddo, finché non vede le sue pupille dilatarsi sotto l'effetto delladrenalina.
No, non è adrenalina, è la loro presenza.
È come l'hanno cercata, trovata e come ora siano pronti a combattere per lei.
Sono loro ad accedere quel suo lato folle e combattivo.
Occhi negli occhi e i suoi uomini nel suo sguardo vedono un lampo della the queen che si impossessa di lei, nonostante il suo corpo chieda pietà, la sua anima grida va fan culo.
Carter e gli altri hanno capito il suo piano ancora prima che lei si muovesse, perché ormai lottano insieme, capaci di muoversi allo stesso respiro.
"Fottiti Stone."
Utilizzando il solito trucchetto, che i suoi nemici non impareranno mai, lo colpisce con forza sul piede, mentre con le unghie lunghe e taglienti infilza la mano che la tiene ferma.
Stone scatta indietro, lasciando la presa su di lei che scende in ginocchio mentre Carter e gli altri hanno già aperto fuoco su Stone.
Al verme non resta che la fuga tra gli alberi poco lontani da loro.
"Voglio quel figlio di puttana, preferibilmente vivo.
Così da portargli dare la giusta fine."
Carter si lancia su Kim, ancora in ginocchio, mentre gli altri eseguono riccorendo Stone tra la boscaglia.
Sente perfettamente i colpi di pistola in lontananza e vede Stefano correre verso di loro, un vero colpo di genio quello di portarsi con se il dottore.
"Cazzo Kim, sei messa uno schifo.
Ma per tua fortuna, il tuo migliore amico è qui per te."
La prende in giro il dottore, sorpreso che anche in queste condizioni Kim riesca a gelarlo con lo sguardo.
Non è sicuramente una donna che molla.
Cerca con nervosismo le garze nella borsa, ma Carter è più veloce di lui e togliendosi il maglione inizia a strapparlo a mani nude, sobbalzare ogni tanto per le urla dei suoi amici che si distungono appena dalla sparatoria.
"Vai, qui ci pensa il dottore da strapazzo.
Muovi il culo."
Vorrebbe negarsi lui, ma Kim lo guarda con rimprovero mentre Stefano gli assicura con lo sguardo che la sua amata è in buone mani.
Annuisce, ma prima di andare via, le prende il viso tra le mani e la bacia con tutto se stesso.
Fregandosene del sangue di lei che le macchia la lingua e della situazione del cazzo in cui si trovano.
Un bacio pieno d'amore, che semplicemente le urla che non è più sola e mai più lo sarà.
L'abbandona tra le mani di Stefano, girandole con lo sguardo di tornare presto da lei e che quando lo farà lei sarà ufficialmente sua.
E lui non apparterra a nessun'altra che non sia lei.
Il cuore a soffocante ad ogni metro che percorre lontano da lei, la voglia di tornare indietro che si mischia alla voglia di vendetta.
Con la promessa di portargli quel pezzo di merda su un piatto d'argento.
Segue le voci, correndo a tutta velocità e schivando le pallottole volanti tra gli alberi.
I riflessi del lago poco lontano da loro, mentre i rami degli alberi creano un gioco, insieme al sole, di ombre su questo ultimo scontro.
Oggi si segna la fine, la loro o del loro nemico.
Individua subito i suoi uomini nascosti dietro agli alberi, lontani a un metro di distanza tra loro.
Alex spara a un uomo che aveva mirato su Massi, creando su di sé un bersaglio che Carter è veloce a sviare.
Per poi a sua volta nascondersi dietro l'albero più vicino a Nik.
"Cazzo, c'è ne hai messo di tempo.
Allora, che cazzo facciamo?"
Lo scontro è ormai in stallo.
I nemici sono molto lontano da loro e stanno giocando a loro a nascondino.
L'unica idea plausibile è farli uscire allo scoperto, ma come?
"Carter, giochiamo a acchiapparella e speriamo bene."
Gli urla Alex a qualche albero più lontano, dando una buona idea.
Carter capisce subito che intende il gioco che facevano da bambini, quando uno doveva prendere gli altri e far in modo che nessuno arrivasse alla metà.
Da bambini avevano trovato un trucco per vincere, usare come una esca per far passare un compagno verso la vittoria.
Ma quando erano bambini si rischiava semplicemente di perdere, qui cazzo c'è in gioco la loro vita.
Nel tormento, scambia uno sguardo con i suoi compagni, trovandola tutti ad annuire, pronti a fidarsi di lui.
Perché non è più solo cazzo e ciò aumenta il rischio di perdere ma anche la possibilità di vincere.
Stefano intanto ha fasciato il braccio a Kim, non potendo togliere qui e subito il proiettile, limitandosi a fermare l'emorragia.
Si prepara a vedere la situazione della ferita sul fianco, quando però Kim si alza di scatto togliendosi dalle sue mani.
"Kim, che f..."
Ma kim gli mette una mano sulla bocca, senza spostare lo sguardo dalla boscaglia.
Osserva tre uomini Stone muoversi furtivi sul perimetro, sicuramente mandati a intrappolare la sua famiglia.
Senza dare nessuna spiegazione, sfila dai pantaloni di Stefano la pistola, incamminandosi a qualche passo da quegli uomini.
Stefano, che non ha idea di cosa stia accadendo, la segue camminando tra gli alberi.
Ma mentre Kim è abituata a essere silenziosa, Stefano è goffo e nervoso come il suo passo pesante che spezza parecchi rami.
Di scatto si sente afferrare dalla maglia da kim e spinto contro un albero, osservato dai proiettili che volano ai loro lati.
Terrorizzato si porta le mani alle orecchie, fissando la donna che lo sta tenendo premuto contro l'albero mentre veloce sbircia oltre sparando contro l'uomo che si è accorto di loro.
Poi la pioggia di proiettili cessa e si sente con chiarezza un corpo cadere a terra, il corpi del nemico per fortuna.
Kim torna a guardare il dottore, afferrandolo dal colletto con la mano armato, dato che il braccio ferito è monco e penzolante al suo fianco.
"Stammi bene a sentire.
Non posso salvare la tua vita e coprire i nostri amici contemporaneamente.
Almeno non con una sola mano, perciò muovi il culo e torna alla macchina."
Lo lascia li, pietrificato e con il respiro ancora spezzato.
Non si è mai trovato in una situazione del genere, gli unici proiettili che ha mai visto gli ha estratti dai feriti in ospedale.
Perciò è normale che sia sotto shock, ma Kim non ha di sicuro il tempi di fargli da terapista.
Così lo lascia lì, seguendo a passo leggero gli altri due.
Da lontano vede i suoi nascosti da degli alberi e gli uomini che ha seguito pi tare su Nik e Cam.
Carter sta per dare il via al piano quando uno sparo alle sue spalle lo fa girare di scatto.
Un uomo con un arma mirata su Nik, cade giù a cadavere e dopo un millisecondo anche l'altro che mirava su Cam.
Dietro ai due cadaveri a terra, kim nascosta dietro a un albero con l'arma fumante tra le dita.
Vorrebbe urlare qualcosa, forse di andare via, ma non c'è tempo e con questa bravata la donna ha avviato il loro gioco.
Un uomo di stone esce allo scoperto mirando su Kim, ma viene ucciso da Cam che ha sua volta attira l'attenzione di un altro uomo che prima di sparare viene ucciso da Nik.
E così via, in uno strano gioco infantile, finché i nemici non cadonotutti a terra, lasciando il bosco a uno strano silenzio.
"Che cazzo ci fai qui?"
Carter corre verso kim, che stanca sente la presa della mano sempre più debole, finché la pistola non cade a terra a un passo da lei.
Ma non è ancora il momento di arrendersi al dolore e alla debolezza.
A passo sicuro lo supera, tenendosi la mano sulla chiazza di sangue sul fianco che si espande sempre di più sul maglioncino.
Ma non importa, poiché è solo il suo sangue a macchiare la terra e non quello di Stone, non è arrivata ancora la fine e non arriverà finché non lo vedrà sanguinante a terra.
Girandosi intorno, lo cerca tra i rami, maledicendo la poca visibilità che fino a pochi minuti fa ha salvato tutti loro, mentre ora fa da nascondiglio a quel figlio di puttana.
"Sarà andato verso il lago."
Sussurra Alex optandola come unica opzione essendo che diversamente lo avrebbero visto andare via.
Così, si disperdono tra gli alberi, cammiando in avanti verso le rive del lago, mentre Carter oltre a camminare si concentra sullo stato della donna che gli cammina davanti.
Testarda, le farà un bel discorsetto appena torneranno a casa.
"Come mi avete trovato?"
Sussurra, mentre si nasconde dietro un trocco e lui le fa da scudo essendo che kim non ha più l'arma in mano.
Simon si ferma poco lontano da lei, sorridendole e mostrandole lo schermo del palmare, una schermata nera e verde, dove un piccolo puntino si illumina a trasmittente.
"Mi deludi Kim, sono pur sempre il miglior hacker del mondo, potrei persino spiare il papa in bagno cazzo."
E più semplice di quanto possa sembrare, quando ha montato la radio nelle macchine, ha inserito anche un segnale GPS collegato al suo palmare.
Perfetto per qualsiasi evenienza come questa, non se inizialmente era stato idealizzato per l'eventualità in cui qualcuno avesse osate rubare le loro macchine.
Assurdo, ma plausibile.
Kim si limita ad annuire e mentre continuano a camminate gli osserva con cura, trovando qualche strappo sui loro vestiti e qualche chiazza di sangue sui vestiti di Simon.
Durante la sua fuga in moto si è beccato qualche ferita di striscio, ma Kim non ne sa nulla della trappola e la mente affoga tra i mille dubbi.
"Che è successo?
E Sara?"
La biondina arriva nella sua mente come un flash, l'immagine che ha visto sul telefono di Stone le ritorna davanti alla vista con un lampeggiare oscuro.
Passo dopo passo, arrivano alle rive del lago, non sentendo nulla se non lo strusciare delle acque del lago.
"Ci hanno attratto in una trappola, ma ti spiegherò con calma dopo.
Sappi solo che la biondina sta bene è già in ospedale."
E viva, Sara è via e Kim torna a respirare.
L'angoscia di essere stata la causa della sua morte, la stava per far cadere nell'oblio.
Ed è un sospiro di sollievo saperla salva, tanto da coprire il dolore per le ferite e la concentrazione sul trovare Stone.
Arrivati sulle rive del lago, tutti si guardano intorno alla ricerca del verme, tranne Cam che, ritrovatosi di fianco a Kim, si volta verso di lei con l'intento di raccontarle quanto debba essere fiera di Sara.
Di come la ragazzina abbia impugnato l'arma e abbia sparato tutto mentre erano sulla moto o di come Kessie sia riuscita con una mira infallibile a far sbandare un paio di auto.
Un attimo quasi infantile e di sollievo nell'essere tutti insieme, che offuscano i pensiri di tutti.
E quando Stone è davanti a loro, mosso a passo impercettibile e invisibile, è troppi tardi.
Ormai sa di non avere più via di fuga, tutto il suo piano è andato e puttane per colpa della donna che ancora viva gli dà la caccia.
Doveva impadronirsi del bronx, arrivare al potere, schiacciare tutti quelli che gli impedivano la sua salita al potere e cqzzo se c'era vicino, ormai gli mancava davvero poco.
Ma poi ha incontrato lei, Caterina, la sua cara e dolce bambolina.
Si era illuso di poter avere tutto, di poter avere anche lei e che ci sarebbe riuscito tranquillamente.
Dimenticandosi che chi tutto vuole, nulla stringe.
Ed ora la spia da dietro un albero, la vede sorridere e sospirare sollevata, insieme a persone che tengono a lei.
E non è giusto, non è giusto che lei sia ancora viva e che abbia vicino delle persone pronte a morire per lei.
E se prima voleva benedirla con la morte, ora vuole fare soffrire, vuole farla vivere con un dolore estenuante nel petto, distruggerla senza doverla colpire fisicamente, anche perché ormai ha capito che nessuna ferita nel corpo può piegarla.
Ed esce allo scoperto, tenendosi una mano sulla gamba ferita da un proiettile volante mentre nell'altra stringe la pistola con solo un ultimo proiettile in canna.
"Non ho ucciso la bionda, ma mi porterò uno dei tuoi nella tomba."
Tutti scattano con l'attenzione su Stone che già impugna la pistola e il tempo sembra fermarsi.
Kim non pensa, non respira, non ragione, si lascia semplicemente guidare dall'istinto guardando per uno solo istante il punto su cui sta mirando.
Afferrando la pistola dalle mani di Carter alla sua destra, si lancia alla sua sinistra parandosi davanti a Cam, il bersaglio di Stone.
Due proiettili partono da posizione opposte.
Ed è strana la sensazione del bruciore nel petto, sentire nella carne il proiettile entrare nella parte sinistra nel petto, sembra quasi indolore mentre lo sguardo è fisso su Stone che viene colpito al petto e cade tra le acque del lago.
È successo troppo velocemente, Stone che mira su Cam, Kim che scatta davanti a lui e Stone che cade cadavere tra le acque del lago nero.
Tanta la frenesia che tutti pensano che sia solo Stone ad essere stato colpito, almeno finché non vedono Kim cadere con la schiena a terra, con una chiazza di sangue sul petto.
"Kim."
Grida Carter lanciandosi su di lei, mentre Cam sconvolto fa qualche passo indietro, sentendo le gambe tremare.
Alex sembra l'unico ancora presente nella realtà e urla a Nik di chiamare una ambulanza mentre lui si piega su Carter urlandogli di sbrigarsi, di portarla fuori dalla foresta.
Ma Carter ha gli occhi fissi in quelli di Kim, che sorride con un riviolino di sangue a uscirle dalle labbra.
"Non puoi lasciarmi così cazzo, non puoi."
Gli occhi di Carter si riempiono di lacrime, le orecchie sono sorde alle urla dei loro amici, vede e sente solo lei che gli accarezza la guancia con lo sguardo appena socchiuso.
"Ce l'abbiamo fatta amore mio."
Il suo ultimo respiro ben dosato in poche parole.
In un addio che dovrebbe sapere di vittoria e invece sa si lacrime e disperazione.
Gli occhi di lei lentamente si chiudono, il suo corpo smosso da sempre meno respiri mentre la mano che accarezzava la sua guancia cade a terra.
Ce l'hanno fatta, sono finalmente liberi, ma quanto è amara questa vittoria.
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