capitolo 10 il capo branco
Questa strana alleanza o nuova gang se si preferisce, era iniziata meglio del previsto.
Le coppie miste hanno iniziato ha lavorare insieme e sotto lo sguardo attento di Kim, nemmeno un bicchiere o un insulto è volato e si è già un grande passo in avanti.
Gli unici ancora fermi nei loro rimorsi, sono Carter e Alex che una volta fuori casa si sono separati prendendo ognuno una strada distante da quello dell'altro.
Pronti a eseguire gli ordini di Kim, se non per quel dettaglio di prendere insieme le pizze per tutti a cena, compito che sicuramente passeranno a qualcuno dei loro amici.
Kim li ha osservati uscire insieme da casa e andarsene senza rivolgersi nemmeno uno sguardo.
Se solo si fermassero a parlare, capirebbero quanto di questo odio sia inutile.
Ma a volte l'orgoglio è più forte della ragione e Kim sa che ci vorrà del tempo prima che quei due possano tornare a rapporti civili.
Spera solo che abbiano tutto questo tempo.
Stanca di tutti questi pensiri che si accavallano nella testa, decide egoisticamente di prendersi un po di tempo per se.
Cosi, appena Kessie e Mary rientrano a casa, spiega loro velocemente la situazione dicendo di tenere sotto controllo la casa e di chiamarla per qualsiasi cosa, per poi uscire di casa con il solito borsone ormai consumato e messo davvero male.
Ha davvero bisogno di rifarsi il guardaroba, ma sicuramente non andrà con la biondina a fare compere, ci tiene a mantenere sana la sua gia poca pazienza.
Comunque, nonostante la preoccupazione di aver lasciato la sua amata casa piena di teste calde, dopo venti minuti è già in palestra davanti al sacco da box.
E ad ogni colpo che esplode, si sente fantasticamente meglio.
Tutta la rabbia che ha ingoiato per giorni, lo stress e il nervoso finalmente liberi di esplodere nei suoi colpi forti e precisi.
Ma c'è ancora un dettaglio nella sua testa, che non trova il giusto posto.
Infila le cuffie, collegate al telefono in tasca, nelle orecchie.
In genere preferisce utilizzare il suo piccolo mp3, ma purtroppo oggi non si può permettere di essere irreperibile.
Pensa ai vecchi tempi, quando esisteva solo se stessa nel suo mondo, pochi problemi e meno pensiri.
E invece ora, senza rendersene conto ha allargando la cerchia delle persone a lei care, da zero a troppi.
Senza davvero sapere quando è successo.
Sicuramente colpa di quella biondina tutto pepe, è stata lei la prima a entrare nella sua mente, trascinandoci dentro le sue due amiche, ormai diventate parte anche di Kim.
E i ragazzi, bisogna davvero parlarne?
Tutta colpa di Sara che gli ha insegnato ad aprire il cuore, a vivere davvero la vita con altre persone.
Legarsi a Massi è stato semplice, di poche parole e pretese, l'amico perfetto per lei, Cam alla fine se non fosse per le provviste di biscotti che scompaiono, non è così male mentre Jek è stato un effetto collaterale dell'amicizia con Sara e con...
Si ferma di colpo, con i pugni ancora tesi e stretti, alla fine anche Alex ha la sua dose di colpe.
L'attrazione e la nascita di un sentimento verso di lui, la spinta ad affezionarsi a qualcosa che non fosse adrenalina, infondo gli deve tanto anche se non è ancora pronta a perdonarlo.
E ricomincia a tirare pugni contro il sacco, collegando il resto dei piccoli pezzi di un grande puzzle.
Nik, Teo e persino quel Simon gli stanno simpatici, forse perché sono come lei, parte di un mondo sporco e corrotto, o con più sincerità perché sono legati al l'uomo con cui ha condiviso la notte.
Si ferma ancora una volta, questa volta con il fiatone, piegata leggermente in avanti con i gomiti appoggiati alle ginocchia.
Carter Miller, com'è c'è finito lui nella sua vita?
La prima volta che l'hai incontrato, sapeva benissimo chi aveva davanti e cosa volesse da lei.
Usarla per vendicarsi, ma poi cosa è successo?
Dovrebbe avercela con lui, per come ha tentato di usarla e per averla attratta a se usando Sara.
Eppure non può mentire a se stessa, quando sta con lui si sente fottutamente bene.
Si dice di non pensarlo, che non ne vale la pena che è stata semplicemente una botta e via.
Ma sa bene che si sta prendendo per il culo da sola.
Quell'uomo ha avuto la tenacia di starle vicino, non è scappato nemmeno quando lo ha pregato di farlo, rimanendo lì ha raccogliere la sua fragilità, avendone cura e rispetto.
Le nocche si consumano contro la pelle del sacco, arrivando vicine a rompersi, ma mai è abbastanza.
Non può pensare a Carter, non ora che ha un guerra da combattere e ha la sensazione che alla fine anche se vincitrice ne rimarra macchiata.
Cosi, svuota completamente la mente come in un blackout, continuando a colpire il pugno allenando il corpo, mentre la mente pensa costantemente ai problemi da risolvere.
Victor è sicuramente una spina velenosa troppo vicina al fianco, ma è anche troppo potente da estirpare.
Soprattutto ora che sia il territorio di Miller che di Sanders si sono indeboliti a causa dei loro litigi.
Cio che resta da fare è concentrarsi su questo sconosciuto in arrivo in città.
Aspry, lui è il primo passo da compiere.
E nonostante sia al sicuro nel suo castello di droga e cristalli, sa esattamente come portarlo allo scoperto.
Infondo, usando il trucco più vecchio del mondo, il proprio corpo.
Ha già funzionato con Perez, perché non con Aspry.
Una cuffia cade dall'orecchio, ripristinando i suoi sensi, facendogli capire che non è più da sola.
"Hai trovato un nuovo passatempo Mark, spiare le donne?"
Il Cicciobello, perché si Kim adora chiamarlo così, capendo di essere stato scoperto fa qualche passo in avanti abbracciando il sacco davanti a lei.
Incrocia come sempre gli occhi gelidi di Kim, ma se inizialmente lo inquietavano, ora ne è affascinato oppure abituato.
Ma Kim si chiede se starebbe così tranquillo se conoscesse la vera parte di lei, quella folle e incontrollabile, crudele e persino malata.
"A volte vorrei davvero sapere cosa ti passa nella mente.
Altre volte ho paura di scoprirlo."
Parla sinceramente lui, sapendo che con lei trucchetti o battute squallide non funzionano.
Da tempo ha optato per l'onestà, così da non dar dubbi sul suo interesse verso di lei.
Anche se sa chiaramente, confermato più volte da lei, che le sue possibilità sono sotto allo zero.
"Fidati, nessuno dovrebbe mai entrare nella mia mente.
È un labirinto senza via d'uscita."
E tira un calcio al sacco, facendogli fare qualche passo indietro essendo che non era pronto a incassare il colpo.
E questo uno dei tanti difetti che lo rendono impossibile a stare con lei.
Kim è una bomba ad orologeria che rischia di scoppiare in qualsiasi momento.
E solo un uomo fino ad ora è riuscito a starle accanto senza subire le schegge volanti e le fiamme, senza fuggire via spaventato.
"Sai, più ti allontani e più mi attiri Kim.
Chissa se mai riusciremo ad avere una conversazione senza rischiare un occhio nero."
Ride Mark, tornando a tenere il sacco e sostenendolo contro i colpi di lei.
E quasi gli fa pena, vede l'impegno che ci mette e si chiede perché si illuda tanto.
Mark è solo un bravo ragazzo che vorrebbe salvarla dall'inferno, senza volersi convincere che lei è l'inferno e ci sta fottutamente bene tra le fiamme.
Finito l'allenamento, lui ancora una volta prova a farsi avanti, sicuramente per il solito invito a bere una birra e mangiare una pizza insieme, ma viene preceduto dal telefono di Kim che suona.
"Dimmi Sara."
Risponde al telefono, indirizzandosi verso lo spogliatoio privato, senza dargli un minimo di attenzione.
Abbandonandolo li al sacco, con il solito due di picche in mano.
Chissa se si arrenderà mai.
"Kim, scusa se ti disturbo, ma mi ha chiesto Jek se posso passare a prendere le pizze.
Io ho risposto di sì, credendo di poter andare con Kessie, ma lei non c'è perché ha il turno al pub."
Kim sbuffa, stringendo il telefono tra l'orecchio e la spalla mentre tira fuori dal borsone un asciugamano e la cambiata pulita.
"Ho capito Sara, vado io a prendere le pizze, a dopo."
E chiude la chiamata senza nemmeno salutarla, ma tanto la biondina ce abituata ai suoi modi grezzi e freddi.
Infondo Sara sa che anche se non lo dimostra, ci tiene a lei e sarebbe pronta a tutto pur di difenderla, come ha già fatto in passato.
Cosi, nervosa di dover svolgere il compito che aveva dato a quei due caproni, si infila sotto il getto bollente della doccia.
All'inizio non si fidava a lavarsi in palestra, ma da quando Luca le ha consegnato le uniche chiavi dello spogliatoio privato, ne approfitta volentieri.
Non ha davvero voglia di farsi dalla palestra a casa sudata come un magliale.
Per quanto riguarda Sara, deve ancora risolvere un problema.
Da qualche giorno la biondina ha preso il foglio rosa e in meno di un mese finalmente prenderà la patente, un pensiero in meno per Kim.
Ma si appunta mentalmente di girare in giro per cercare una macchina adatta a lei, anche perché non ha nessuno intenzione di darle la sua.
"Chiederò a Cam o a Teo, sapranno cosa consigliarmi."
Si dice ad alta voce, mentre chiude il getto dell'acqua, soddisfatta della pelle arrossata e consumata dal sapone.
Non crede che si sentirà mai pulita, nemmeno se dovesse fare un bagno nella candeggina.
Ringrazia solo l'inchiostro sulla pelle che allevia la mente.
Una mezzora dopo, mentre lei è impegnata ad aspettare che le pizze escano dal forno, davanti a villa Queen arrivano simultaneamente Alex e Carter.
Uno sguardo di sfida e rancore, i passi avvelenati e veloci verso la porta per essere i primi ad entrare, ma questa volta Alex non riesce a stare zitto.
" Stalle lontano Carter."
A pochi passi davanti a lui, Miller si ferma girandosi lentamente verso il nemico.
Sa esattamente di chi sta parlando e il pensiero di Alex fisso su Kim lo innervosisce ancora di più.
Per semplice egoismo, poiché vorrebbe essere l'unico uomo interessato a lei.
"Non sono un coglione, so che lei ti interessa e ti posso anche capire.
Ma stalle lontano non ha bisogno di soffrire ancora."
Continua Alex, sicuro a volerlo allontanare da Kim.
Sia per gelosia, per il nervoso che guardarlo fissare lei con quello sguardo, che conosce bene, gli ha provocato.
Ma anche per lei, per proteggerla e salvarla dove lui non è riuscito.
" Non tutti sono stronzi come te Alex."
Negli occhi di Alex si accende un sentimento, forte e devastante.
Ma non è rabbia o odio, ma tristezza, una angoscia che sente da settimane e che ora risale in superficie senza pietà.
" Pensi che non lo sappia ?
Pensi che non me ne pento ogni giorno?
Io la amo cazzo, la amo come non ho mai amato nessuno.
Ma adesso lei appena mi rivolge la parola e lo sguardo. Sto pagando caro il mio errore.
Ma questo non vuol dire che non la diffenderó fino alla morte.
E se non ti ho ancora spaccato la faccia è solo perché me l'ha chiesto lei."
Come osa fare la vittima?
Come osa dire che la ama dopo quello che gli ha fatto?
La vista reduce dalla sua distruzione, ha visto la sofferenza negli occhi di lei la notte che ha tentato di schiantarsi con la macchina.
La vista cadere tanto in basso da nutrirsi solo di alcol e rabbia.
E sentire Alex fare la vittima della situazione, gli fa ribollire il sangue nelle vene.
Si avvicina di scatto a lui, prendendolo dal colletto della maglietta, ritrovandosi faccia a faccia.
"Ti ricambio il favore Alex, stagli lontano. "
Non gli ha esposto i suoi pensiri, ma non è servito perché Alex tutto l'odio che Carter sente glielo si legge negli occhi.
Ma Alex è stanco di essere il cattivo della storia, anche lui ha un cuore cazzo.
E quando sta per ribattere, fregandosene se arriveranno alle mani, una macchina si ferma vicino a loro sgommando sulla poca ghiaia presente sull'asfalto.
I due si allontanano di scatto, trovando qualcosa di molto più interessante su cui concentrarsi.
Lei.
Kim scende dalla macchina, visibilmente nervosa, stanca e i due sanno di essere nei guai.
"Invece di litigare come due ragazzini, spiegatemi perché sono dovuta andare io a prendere le pizze quando lo avevo chiesto, gentilmente, a voi."
Come due bambini che vengono beccati con le dita nella nutella, abbassano lo sguardo allontanandosi di qualche passo uno dall'altro.
Kim sbuffa, come è suo solito fare, ma almeno soddisfatta di riuscire per ora a controllare queste due teste calde.
"Avevo chiesto a Jek di prenderle, non so come poi sia finito a te il compito."
Si scusa Alex, con Carter poco lontano ad assecondarlo annuendo.
Anche lui ha chiesto a Nik di occuparsene, entrambi senza valutare che i due investigatori avrebbero avuto altro da fare.
"Ah lo so bene.
Da Jek la palla è passata a Sara e poi a me.
Se vi impegnasse di più, invece di perdere tempo a litigare, sapreste mantenere meglio la situazione sotto controllo."
Con il suo solito sguardo di ghiaccio, un sorriso tagliente e i capelli ancora umidi per la doccia, non da loro occasione di inventare giustificazione o altre stronzate.
Gli indica la pila di cartone sul sedile dei passeggeri e se ne va lasciandoli nel senso di colpa e con le mani piene di pizze da portare all'interno.
Un po' si sentono in torto, perché sanno che il discorso di Kim non vale solo per le pizze questa sera, ma per la loro missione in generale e ha ragione.
D'altra parte si sentono due cagnolini che eseguono gli ordini e seguono la loro padroncina, un po fastidioso per loro che erano abituati ad essere sopra di ogni cosa.
Ma è solo l'ennesimo insegnamento di Kim, chi si crede tanto in alto deve sempre dar conto al cielo.
Nel senso che, nella vita, ci sarà sempre qualcuno più in alto.
Almeno l'atmosfera all'interno della casa è molto più respirabile.
Le ragazze stanno apparecchiato la lunga tavolata in soggiorno, mentre i ragazzi sono tutti sui divanetti a parlare di affari, motori o qualche nuovo programma elettronico.
Kim non li guarda nemmeno, andando direttamente in cucina a recuperare una birra, mentre Alex e Carter rimangono a fissarli incantati.
La guerra tra i due gruppi sembra non essere mai esistita in loro assenza, arrivando alla conclusione che forse sono solo loro due il problema.
In più Carter, fissa la sua sorellastra sorridere e chiacchierare tranquilla con le altre ragazze.
Se non avessero lo stesso cognome e un pezzo del loro passato in comune, potrebbe paragonarla a un angelo quella ragazza che fino ad ora ha saputo solo odiare.
Perché?
E soprattutto, perché non si ricorda più il motivo per cui tanto la odiata?
Ora la guarda e non ricorda più chi era lei prima per essere odiata.
Questa situazione, questa villa e la padrona di casa, stanno destabilizzando entrambi i capi gang e non sanno più se è cosa buona e giusta.
"Finalmente siete arrivati, stavamo morendo di fame."
Rompe l'atmosfera tesa Cam, rubando dalla fila di cartoni ancora in mano ad Alex, una pizza che, quando nota non essere la sua, passa a Teo creando una catena umana fino al tavolo.
Pochi minuti e si trovano tutti seduti, a sorseggiare una birra, mangiare la pizza e a chiacchierare come se fossero amici da sempre.
Com'è potuto succedere?
"Capisco che stasera ti è venuta la parlantina insieme a Teo, ma cazzo Cam ingoia prima di parlare mi stai facendo venire la nausea."
Lo sgrida Jek, dandogli una gomitata e facendo ridere il resto del gruppo.
Cam, invece di vergognarsi o pentirsi di aver parlato fino ad ora a bocca piena, gli stende la lingua sporca di mozzarella orgoglioso, creando ulteriori risate e ilarità.
"Non essere così cattivo Jek, non ci fa apposta lo sai."
Ed ecco il cuore della casa, Sara che difende tutto e tutti, anche quando la situazione sembra una causa persa.
Ma è questo a renderla la pupilla prediletta di Kim e persino Carter e i suoi sanno che in città nessuno osa avvicinarsi alla biondina sapendo che poi avranno a che fare con l'angelo killer in persona.
"Biondina, non sei troppo gentile per vivere in mezzo a questi lupi?
Prima o poi la tua bontà ti farà sbranare."
Kim scatta subito con lo sguardo su Simon, che ancora ridacchia per le parole che ha rivolto a Sara.
Nulla di offensivo naturalmente, altrimenti avrebbe fatto la fine di una pizza carbonizzata, ma quella punta di acidità le ha sfiorato leggermente i nervi.
E sempre così quando si parla di Sara, basta un nulla per farla scattare.
Ma la sua biondina è abituata a battute ben peggiori, la maggior parte dalle labbra di Kim, perciò sorride rispondendo sicura di sé, anche se le guance rosse un po' la tradiscono.
"Vivo con il capo branco mio caro Simon.
I lupetti che abbaiano ma non mordono non mi fanno paura."
E tutti scoppiano a ridere, sopratutto perché sanno che il capo branco è Kim.
E persino Simon si ritrova ad annuire, soddisfatto della risposta della biondina che ha dimostrato di avere carattere, quando lui la credeva una bella bambola di porcellana a fare da soprammobile.
E vorrebbe soffermarsi a chiedersi come queste due siano finite a vivere insieme.
Ma Kim a ben altri divertimento per la serata.
"Ora che vi siete riempiti la pancia e la bocca di sciocchezze, torniamo alle cose serie.
Jek, Nik, a che punto siamo?"
La tavola torna a respirare una aria seria, tante che le tre ragazze preferiscono sparecchiare in fretta e lasciarli al loro lavoro.
Capendo l'argomento che verrà trattato per il resto della serata.
In uno sguardo di intesa tra Jek e Nik, quest'ultimo tira fuori la famosa cartellina di questo pomeriggio, arricchito di qualche foto in più.
"Diciamo che il dubbio che abbia fatto nuove amicizie, aumentano sempre di più.
In tardo pomeriggio una macchina sconosciuta ha parcheggiato davanti al locale ed un uomo è sceso con una ventiquattro ore con lucchetto.
In più, girando in quei dintorni in cerca di droga, sotto copertura, un ragazzo si è avvicinato a noi dicendo di provare la roba di Aspry.
E quando gli abbiamo detto che non volevamo problemi con Miller e Sanders, ci ha risposto letteralmente, qualcuno presto eclissera quei due."
Non è molto, forse Kim spera in qualcosina di più, ma almeno ora ha la certezza che Aspry c'è dentro fino al collo.
Chiudendo la cartellina sposta lo sguardo su Simon e Massi, in una richiesta inequivocabile di vedere anche il loro lavoro.
Mentre lei si accende una sigaretta, Simon sorridente e soddisfatto le mette davanti le cartine da lei richieste e non solo.
Posando il pc davanti a lei gli mostra dei fermaimmagine delle telecamere di sicurezza.
"Guardie ad ogni entrata, se non per una piccola porta di emergenza del magazzino che si affaccia sul vicolo a fianco.
In se il locale non è niente di che, se non per un paio do appartamenti al piano superiore ma Nik aveva ragione, quell'uomo e coperto da guardie del corpo anche quando va a pisciare."
Il suo tono volgare fa innervosire Carter che subito lo guarda male, mentre invece Kim non sembra esserne per nulla toccata.
Semplicemente non gliene frega un cazzo, impegnata a guardare questo tizio guardare ogni donna come se fosse il desiderio di tutte loro.
Arrogante, stupido e presuntuoso.
Insomma il classico cretino che appena maneggia qualche soldo in più o un po più di potere, si crede invincibile.
Peccato, kim sperava di divertirsi un po' di più.
"Bene, ci penserò io a portarlo fuori dal magazzino.
Voi mi aspetterete li, lo cercherete in macchina e lo porteremo a casa di Carter.
Un modo per farlo parlare lo troveremo."
Tutti rimangono sorpresi dalle sue parole, anche perché si chiedono come pensa di fare.
Sembra così semplice nelle parole di Kim, nella sua testa, stringendo tra le dita un piano che sfugge a tutti gli altri.
L'unico che sembra aver capito cosa passi nella testa della donna, sorprendentemente è Cam.
"Vuoi fare di nuovo l'esca?"
Una semplice frase di poche parole che manda completamente in confusione Carter.
Esca?
Di nuovo?
Di cosa stanno parlando?
E scatta con lo sguardo su Alex, volendo chiedere a lui spiegazioni, ma lo trova assente a negare con il capo mentre si passa una mano tra i capelli, segno che la situazione è peggio di quanta si creda.
" Be', infondo è la capacità di Kim, attirare i cattivi fuori dal covo."
Se la ride Jek, facendo tintinnare la bottiglia di birra contro quella di Cam.
Ed è tutto chiaro ora anche agli altri, il solito cliché della bella ragazza che fa da esca, ma questa cosa a Carter piace sempre meno, anzi, meno di zero.
" Voi siete impazziti.
E tu Alex glielo lasci fare?"
La mente offuscata ad immaginare mille scenari drammatici, i palmi delle mani che sbattono contro il tavolo e lo sguardo su Alex alla ricerca di un qualsiasi sostegno che però non arriva.
" Pensi che ci sia forse un modo per dissuaderla?
Per convincerla a ripensarci? Fatti avanti, io ormai ho capito che quella donna è impossibile."
Allora si volta verso di lei, pronto a mille motivazioni per cui non dovrebbe farlo.
Ma è come sbattere contro un muro di cemento armato, doloroso e inutile, lei conferma ancor prima che possa parlare.
"Ormai ho deciso, sarò io a farlo uscire allo scoperto.
Ci muoveremo il prima possibile, se riusciamo anche domani, prima scopriamo cosa sa questo Aspry e prima arriveremo allo sconosciuto.
Cam e Teo, voglio cinque macchine pronte all'uso e nel tempo libero continuare il progetto."
Parla ancora per circa mezz'ora, calcolando i tempi dal locale a casa di Carter, a idealizzare mille piani b che però Kim non prenderà in considerazione e della sicurezza della casa, nonché delle ragazze.
In questo Simon ha dato davvero il meglio di sé, idelizzando un programma elettronico capace di aver sicurezza della casa e dei loro documenti ventiquattro ore su ventiquattro, naturalmente grazie anche a Massi.
Sono davvero una coppia, in verità tutti loro ora a coppie lavorano meglio.
Naturalmente tranne Carter ed Alex, se non fosse che hanno almeno un pensiero in comune.
Questa storia dell'esca non gli piace per nulla.
Ma quando Carter ha provato a dissuaderla, Kim è stata irremovibile.
"Qui ognuno sta facendo il suo lavoro ed io farò il mio.
Smettila di pensare che io possa essere la principessina da proteggere, io sono il lupo da cui dovresti scappare."
Cosi gli ha risposto sulla porta per poi dargli la buona notte e sbatterli la porta in faccia.
E no, Carter non ha dubbi.
Kim non è mai stata la principessa da salvare.
Ma nemmeno il lupo da cui scappare.
Cosa sia, ancora non lo sa, ma di certo vuole scoprirlo
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