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Un nuovo mistero: Teresa

Capitolo 2

Avevo dormito in un edificio apparentemente abbandonato - non potevo esserne del tutto certa - con la sicurezza che niente e nessuno si fosse potuto avvicinare a me. La presenza di quella specie di barriera mi faceva sentire protetta e non era male in fin dei conti.
Mi svegliai del tutto quando i lamenti e le grida degli Spaccati, le persone colpite dall'Eruzione, si fecero più forti e vicine. Udii un colpo di pistola non lontano dalla porta di entrata che mi fece sussultare dalla paura.

«Era l'ultimo colpo.» disse la voce di qualcuno. Era Newt, lo riconobbi all'istante. Mi era mancato così tanto in quei giorni e ora era talmente vicino che non potevo crederci. «Siamo nella splof fino al collo.»

Mandai giù il groppo che mi si era formato in gola, grande quanto una noce e restai in ascolto.

«Come ne usciamo?» chiese Thomas. «Sono troppi.»

Thomas. I sentimenti mi sopraffecero del tutto al suono della sua voce. Chiusi le palpebre e quando le riaprii, sentii gli occhi pizzicarmi per via delle lacrime.

Devi aiutarli Riley.

Una voce nella mia testa arrestò l'imminente pianto, per un attimo pensai che fosse la mia coscienza, ma quando parlò di nuovo, fui certa che non lo fosse.

Sono in pericolo. Usa la barriera.

Era una voce, vera, la voce di una ragazza.

Chi sei?

Mi parve di dirlo ad alta voce, ma le parole non uscirono mai dalle mie labbra. Era come parlare con la propria coscienza, provai una sensazione conosciuta e sconosciuta allo stesso tempo.

Non c'é tempo per spiegare ora, va da loro, aiutali.

Okay.

Riuscii a convincermi del fatto che non fossi impazzita e le diedi ascolto, malgrado non la conoscessi. Evitai di pensare che fosse stata la Page a farla entrare nella mia mente e mi avvicinai alla porta.

Ah Riley, prima che tu vada...

Si?

Mi guardai attorno come se potessi trovarvi il corpo dal quale proveniva la voce.

Loro non potranno vederti.

Perché no?

Inutile dire che nessuno rispose a quella domanda. Iniziò a salirmi una gran quantità d'ansia al pensiero che Newt e Thomas, il mio ragazzo e mio fratello, non avrebbero potuto vedermi.
Spalancai la porta trattenendo il respiro. L'afa mi colpì il volto. L'odore di putrefazione mi fece arrossare gli occhi. La vista di Thomas e Newt in un angolo mi spezzò il cuore.

«State lontani da loro!» gridai e nello stesso tempo mi chiesi se i due ragazzi fossero in grado, almeno, di sentirmi. Ebbi la risposta quando il gruppo di Spaccati dai vestiti stracciati e gli occhi infossati furono gli unici a voltarsi nella mia direzione.

Una donna sulla sessantina fece un passo avanti, le mancavano la metà dei capelli e la sua pelle era increspata come carta pesta, pensai che non avrebbe potuto farmi più paura di così, poi mostrò i denti e dovetti ricredermi, erano per la maggior parte neri e scheggiati. Gli occhi iniettati di sangue. Non riuscivo davvero ad immaginarmi in quello stato, perché ero consapevole che prima o poi il virus avrebbe cominciato a mostrarne i segni.

«Tommy, che caspio stanno guardando secondo te?» chiese Newt con la schiena premuta contro al muro.

Thomas squassò il capo. «Non lo so, ma non voglio stare qui per scoprirlo.»

Mio fratello - ancora non mi ero abituata a chiamarlo in quel modo - posò la mano sul petto di Newt, strinse la stoffa della maglia sotto il palmo e lo trascinò via. Cercai di non guardare mentre si allontanavano, ma non potei evitare di sentire il mio cuore spezzarsi ancora una volta.

Nel frattempo una decina di Spaccati presero a camminare nella mia direzione, io aspettai, attesi che fossero abbastanza vicini per poi vederli scaraventati lontano da me. Nell'aria si avvertiva un'energia potente e incontenibile.

«Ma che caspio...?» fece Newt che intanto si era voltato indietro. Riuscii a vedere la sua mente mettersi in moto per trovare una spiegazione a ciò che aveva appena visto. Ma non sembrò trovarla.
Thomas parlò, ma a quel punto furono troppo lontani perché riuscissi a sentirli.
Mi accasciai sul pavimento pervasa dal senso di sconfitta.

Non abbatterti, sei stata brava.

Mi sfregai gli occhi quando sentii arrivare le lacrime. Non volevo piangere, a che sarebbe servito?

Ora puoi dirmi chi sei?

Mi chiamo Teresa... Aspettai che parlasse ancora, ma ci fu silenzio per un lungo tempo. Questo è tutto quello che posso dirti su di me.

Altri misteri, fantastico.

Mi dispiace, vorrei dirti di più...

Pensai che almeno quello non lo avesse sentito, mi sentii privata di tutta la privacy. Ora non potevo più neanche pensare senza che una ragazza sconosciuta ascoltasse ogni mia paranoia, dubbio o sciocchezza che sia? Probabilmente aveva sentito anche quello, questa volta però non replicò.

Che cos'é questa barriera che mi protegge dai pericoli?

È stata Ava Paige a... diciamo "crearla". Per proteggerti evidentemente.

Il respiro mi si congelò in gola alla pronuncia di quel nome.

Come?

Divenni impaziente, le domande senza risposta si erano accumulate per troppo tempo. E continuavano a farlo.

Dalla loro sede possono far apparire un sacco di cose, barriere invisibili, mostri olografici, finte tempeste...

Ecco spiegata la tempesta di sabbia che il giorno prima si era scatenata a ogni mio movimento, non avevo dubbi che fosse stata la Paige a scatenarla, per fermarmi. Strinsi i pugni.

Thomas e Newt? Perché non possono vedermi?

In fondo in fondo conoscevo già la risposta, accettarla però non era semplice.

Le cianografie. Rispose e mi diede la conferma che ciò che pensavo era corretto. Rammentai le parole della Paige alla sede della WICKED quando la pregai di non uccidere Nick. Non posso rischiare che comprometta la validità delle cianografie.
Nick, ora che ci pensavo non lo avevo visto con Newt e Thomas... e neanche Minho c'era. Deglutii e cacciai nel buio della mente ogni pensiero, non potevo farmi prendere dal panico di nuovo. Respirai a fondo.

Come sai tutte queste cose? Silenzio. Quelle mancate risposte cominciarono ad irritarmi. Fammi indovinare, non puoi dirmelo?

Non ancora.

Come fai a parlarmi nella mente almeno puoi dirmelo? O neanche questo?

Per entrare nel Labirinto ti sei iniettata dei trasmettitori... sono ancora dentro di te, posso essere usati per comunicare telepaticamente tramite i computer della WICKED.

Quindi tu stai dalla loro parte? Stai dalla parte di Ava?

Lo dissi con disgusto, al solo pensiero di ciò che quella donna aveva fatto, mi sentivo male e collaborare con qualcuno dei suoi, mi faceva sentire anche peggio.

No, ho semplicemente hackerato quei computer.
So che quel che fa, lo fa per salvarti, ma ci sono altri modi che non implicano la morte di ragazzi innocenti. La curiosità di sapere come fosse a conoscenza del fatto che avevo l'Eruzione mi divorò, ma non chiesi nulla perché qualcosa mi disse che neanche a quello avrebbe potuto rispondere. Non starei mai dalla parte di un'assassina.

La sua risposta mi rincuorò. Provai un'improvvisa sensazione di fiducia nei confronti di quella ragazza di nome Teresa.

Giá, neanche io.

*SpazioAutrice*

Ecco qui il nuovo capitolo!
Dopo che vi ho pubblicato quel messaggio in bacheca dicendo che non avevo ispirazione e non sapevo come continuare la storia... BOOM, è scattata la scintilla e mi sono venute mille idee tutte insieme :3 ho iniziato a scrivere come una forsennata ed ecco qui quello che è uscito!
Perciò ditemi, come vi è sembrato? ❤️

Ps. Scusate gli errori, domani lo leggero e lo correggerò :)

Alla prossima...

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