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Tradimento

Capitolo 8

Dopo che Thomas ci aveva raccontato di Teresa, riprendemmo a camminare verso il Porto Sicuro. Nel tardo pomeriggio una Scacertola era risalita da un mucchio di detriti mostrandosi a noi. Era piccola quanto una lucertola e a guardarla meglio constatai che aveva esattamente le stesse sembianze, tranne che per quegli occhietti rossi e malefici che la prima volta mi avevano inquietato e quella pelle che pelle proprio non era. Era stato impressionante vedere come reagiva ai nostri movimenti, prendeva a camminare solo quando eravamo noi i primi a farlo, quasi volesse che la seguissimo.
E così facemmo dopo aver messo ai voti la cosa. Thomas e Newt non ne erano stati tanto d'accordo, al contrario di me e Minho. In realtà mi aveva sorpresa il suo schierarsi dalla mia parte, era stato indiscutibilmente strano negli ultimi giorni, ma Minho era strano già da molto tempo prima che me ne accorgessi io, perciò lasciai stare. Alla fine riuscii a convincere anche Thomas e Newt.

Verso sera, quando la luce del sole non era più li per guidarci, la Scacertola sparì quasi a voler dire di fermarci e così fummo costretti ad accamparci in una specie di grotta, formata da tre grandi resti di qualche palazzo.
Prima di accamparcisi sotto, Minho preferì accertarsi che fosse sicuro e solo all'ora ci fu concesso di metterci comodi per recuperare le forze.
Io ero sdraiata tra Newt e Thomas, mentre Minho era sul lato destro subito dopo mio fratello.
Dormivano già tutti tranne me, non mi sentivo particolarmente stanca da riuscire a chiudere gli occhi e dormire. In più c'erano i morsi della fame a impedirmelo.
Mi alzai allontanandomi un po' dai ragazzi, ma non troppo, per paura che il gorgoglio del mio stomaco potesse svegliarli. Andai a sedermi accanto al fuoco, a pochi passi da li, incrociai le gambe. Per qualche motivo, pensai a Rachel. Non solo a lei, ma a tutti i ragazzi che come lei erano morti. Pensare che la colpa di tutto ciò andava alla donna che mi aveva messa al mondo, mi faceva sentire in parte responsabile.

«Fagiolina, che fai qui?» Minho spuntò alle mie spalle, non lo avevo sentito arrivare e mi spaventai quando mi toccò una spalla. «Scusa.» disse sorridendo, il suo sorriso era davvero bello.

Alzai un po' le spalle. «Non fa niente.» mormorai stringendomi le gambe al petto. La notte veniva sempre accompagnata da un venticello freddo e pur essendo accanto al fuoco, lo sentii ricoprirmi le braccia e persino il viso.

Minho se ne accorse e mi posò la giacca che aveva indosso sulle spalle. «Tienila.» insisté quando feci per togliermela. Non mi ero mostrata infreddolita per far si che mi cedesse la sua giacca, non lo avrei mai fatto e non volevo che lo pensasse, ma quando insisté ancora una volta per farmela indossare, accettai.

Lo ringraziai. «Pensi che sarà sicuro la dove stiamo andando?» chiesi dopo un po'.

«Tu pensi che lo sarà?» ribaltò a me la domanda.

«Io penso che nessun luogo sulla bocca della WICKED sia sicuro.»

Sospirò. «Già.»

Ci fu silenzio per un po', quando non seppi più che dire. Neanche Minho sembrò trovare argomenti di cui discutere, così rimanemmo seduti in silenzio, a guardare le fiamme del fuoco per un po'.

«Se qualche settimana fa mi avessero detto che sarei uscito da quel fottuto Labirinto...» fece una pausa. «non ci avrei mai creduto.» mi rivelò scrutando il cielo, non che ci fosse qualcosa da guardare, li non si vedevano le stelle come nel cielo artificiale della Radura. Era una cosa che mi mancava, ogni sera guardavo quei puntini luminosi nel cielo scuro per addormentarmi, mentre adesso non c'era più niente che potessi guardare.

«A me manca la Radura e ci sono stata per così poco... tu invece ci sei stato per molto più tempo eppure, non sembra mancarti.» costruii quel pensiero sulla base dell'espressione che gli si era dipinta sul viso.

A un certo punto il suo sguardo cercò il mio. «Ho visto cose in quel posto... che forse nessun essere umano sano di mente ha mai visto in vita sua. Tutti i miei amici sono morti nella Radura...» disse poi inesorabilmente, continuò a guardarmi, gli occhi mesti. «perché mai dovrebbe mancarmi?» chiese retorico, ma io risposi comunque.

Mi strinsi nella sua giacca quando un soffio di vento si insinuò tra i vestiti. «Non dovrebbe.» piegai leggermente la testa da un lato e strinsi un po' le labbra.

«Teste di caspio,» Newt si alzò a sedere, vedevo la sua sagoma snella muoversi nell'oscurità. «che fate li?» chiese mentre si stava alzando in piedi.

Lanciai un'occhiata a Minho che sembrò tutt'a un tratto preso dal nervosismo. Il suo volto era il ritratto di un'esplosione di emozioni.

«Riley,» disse con calma e mi sorpresi di sentire uscire il mio nome dalle sue labbra, non mi sembrò di averlo mai sentito dire da lui, per Minho ero sempre stata la "Fagiolina" e basta. «mi dispiace.» continuò e io sorrisi quasi istintivamente.

Alzai le spalle. «Per cosa?»

Non feci in tempo a pronunciare quelle due parole che le sue labbra si avventarono sulle mie, la cosa mi spiazzò totalmente. Rimasi paralizzata. Quel bacio non fu neanche lontanamente intenso quanto quelli che mi dava Newt.
Poco dietro di noi lo udii gridare qualcosa del tipo: «Ehi, pezzo di sploff che non sei altro, sta lontano da lei!»

Ma Minho non si allontanò.
Allora scrollai le spalle cercando di allontanare le sue mani, che erano posate sulle mie braccia e lo cacciai via con uno spintone.
Con l'aiuto di mani e piedi indietreggiai sul terreno polveroso mentre Newt con un salto si gettò sul ragazzo asiatico che, si lasciò prendere a pugni senza cercare di difendersi o di spingere via l'amico.

«Mi dispiace!» riuscì a dire tra un grido di dolore e l'altro. «Mi dispiace Newt, non volevo farlo!» biascicò con il sangue che gli riempiva la bocca.

«Vaffancaspio!» Newt non gli diede tregua, gli scaricò un'altra decina di pugni, prima nell'addome poi in faccia, dove sembrava fargli più male. «Sei un traditore del caspio!»

«Newt!» gridai tirandomi in piedi. «Lo ucciderai così, fermati ti prego.»

Solo qualche secondo dopo, Thomas fu li per intervenire.

«Basta! Che cosa state facendo?»

Newt si girò per fulminarlo con lo sguardo. «Tommy stanne fuori o me la prenderò anche con te.»

«No!» gridò lui in risposta. «Ho detto basta!»

Newt, a cavalcioni su Minho, alzò il braccio in aria per sferrare un'ultimo pugno, quando mio fratello lo afferrò per il polso trascinandolo via. Cadde a terra di schiena e io gli fui subito accanto. Gli presi la mano e non riuscii a non fissare il sangue fresco di Minho che gli sporcava le nocche. Lui invece, stava fissando qualcos'altro, la giacca di Minho era ancora sulle mie spalle.

«Lasciami!» ordinò strappando via il polso dalla mia presa.

Squassai il capo, la testa faceva terribilmente male. «Newt,» singhiozzai e mi avvicinai di un passo a lui. «non è come sembra.»

Una lacrima sfuggì al mio controllo e il pensiero che Newt non l'avrebbe asciugata, come faceva sempre, mi faceva stare ancor più male di quanto non mi sentissi già.

Newt si alzò in piedi creando più distanza tra di noi, il freddo mi congelò. La giacca di Minho cadde a terra quando feci uno scatto in avanti per tentare di fermarlo, la lasciai li.

«Vorrei credere che fosse stato quel caspio di virus a farti fare questo, ma so che non è così.»

Trattenni le lacrime, piangere non avrebbe fatto altro che far aumentare il mal di testa. Lo guardai mentre lui guardava me, ma non riuscii a trovare le parole da usare per spiegargli che io non avevo baciato Minho. Comunque sapevo che non mi avrebbe mai creduta.

«Mi dispiace,» ripeté Minho intanto che Thomas lo aiutava ad alzarsi. «sono stati loro a dirmi di farlo. Era un caspio di test.» vuotò il sacco, nessuna reazione da parte di Newt.

Thomas aiutò l'amico a sorreggersi mentre si avvicinavano a noi. «Loro chi?» chiesi senza guardarlo negli occhi.

«La WICKED.» rispose Thomas al posto suo.

Newt fece una risatina sarcastica, amara, che mi spezzò il cuore. «Certo, è la WICKED, è tutta colpa della WICKED.» rise ancora più forte per poi tornare serio. «Non tutti gli sbagli che facciamo sono per colpa della WICKED, Tommy.» corrugò la fronte e inarcò le sopracciglia, il suo sguardo diffidente si posò su Minho. «Io non gli credo.»

***

La mattina successiva, ero ancora nel mondo dei sogni quando intorno a me scoppiò il caos. Un gruppo di Spaccati era riuscito ad avvicinarsi e ad accerchiarci senza che ce ne rendessimo conto. Dopo la "discussione" di Newt e Minho eravamo tutti così stanchi e spossati che non avevamo pensato di mettere qualcuno di guardia.
Sentii i gemiti strozzati dei ragazzi da qualche parte li intorno, mi alzai per cercarli in mezzo al gruppo di Spaccati e li trovai mentre cercavano, solo con le braccia e con le gambe, di ferire le persone che li stavano trattenendo.
Uno di loro cercò di mordere il braccio di Thomas, ma lui fu più veloce e lo liberò dalla stretta sferrandogli una gomitata in piena pancia.

«Non sono un pezzo di carne, cervello di gallina.» lo sentì urlare poco prima di vedermi arrivare davanti cinque Spaccati assetati di sangue.

Un uomo basso e tozzo digrignò i denti marci. «Lei è la figlia della donna che ci ha condannato.» spiegò ai suoi simpatici amici carnivori.

«Ne sei sicuro?» chiese una donna senza occhi. Per un fugace attimo provai pena per quelle persone e desiderai unirmi a loro per uccidere la Paige, poi mi ricordai che loro volevano del cibo, non un'alleata e allora rinsavii.

Un rivolo di bava gli uscì dall'angolo della bocca mentre parlò. «Si.» rispose famelico e io mi chiesi come facesse ad esserne sicuro.

«Mangiamola.» disse uno Spaccato tra le risate. Nei loro occhi si riusciva a leggere la follia, si avvicinarono di più a me, in gruppo.

Newt e Minho guardarono nella mia direzione, ma fu Thomas a urlare per primo. «Scappa Riley!»

Tutti si voltarono contemporaneamente verso di lui e io ne approfittai per girarmi e scappare.
Mi si mozzò il respiro tutto d'un tratto, lo sentii lasciare i polmoni. Un dolore allucinante al fianco pian piano si espanse su tutto l'addome. Gli occhi mi si riempirono di lacrime.
Uno Spaccato mi aveva pugnalata con un coltello nell'esatto momento in cui mi ero voltata.

«Così ci rivediamo.» la sua voce era catarrosa e il sua alito stomachevole.

Gemetti, con le mani andai a tastare il coltello ancora infilzato nel mio fianco.
Gervaso, pensai ma non riuscii a dirlo ad alta voce.
Boccheggiai in cerca di aria e mi piegai leggermente in avanti, quando la lama in acciaio scivolò fuori dal mio corpo lacerando la carne.
Caddi a terra mentre i ragazzi in preda al panico gridavano il mio nome. Nessuno però riuscii a raggiungermi. Newt e Thomas erano schiena contro schiena e combattevano contro un gruppo di almeno sei Spaccati, mentre Minho era tenuto per le braccia da altri due.

Gemetti un'ultima volta prima di lasciarmi andare con la schiena premuta sul terreno. Pensai che forse, dopotutto, era meglio morire in quel modo piuttosto che diventare come quei mostri.
I miei amici mi avrebbero ricordata com'ero ora, Riley soltanto e non una versione pazza e putrida. Thomas, Minho, mi avrebbero ricordata così. Newt mi avrebbe ricordata così.
Quando pensai a lui e a come mi aveva rifiutata la notte scorsa, il dolore al fianco aumentò, ma non smisi di pensarci. Se dovevo morire, volevo che il mio ultimo pensiero fosse rivolto a lui. Al ragazzo che amavo e che avrei amato sempre.
Alzai lo sguardo, per un secondo e ciò che vidi fu Gervaso, ancora in piedi di fronte a me, con quello sguardo folle negli occhi che mi spaventava. Poco dopo sul suo collo prese a sgorgare del sangue, la sua testa si staccò dalle spalle e ricadde ai miei piedi. Se non fossi stata intontita dal dolore, il quale si faceva sempre più acuto, probabilmente avrei vomitato seduta stante.

«Riley!» Newt gettò a terra l'arma con cui aveva decapitato Gervaso e si avvicinò a me. Ma non lo vidi arrivare.

Il rumore di un motore e di eliche che sferzavano l'aria mi riempì le orecchie, persi i sensi prima di riuscire a vedere la Berga appostarsi sopra le nostre teste.
Le grida, i lamenti e le risate si attenuarono e tutto divenne improvvisamente e spaventosamente buio.
...

*SpazioAutrice*

Gervaso ha fatto una brutta fine (RIP), ma a mia discolpa non doveva mettersi contro Newt e Riley ;)

Come vi è sembrato questo capitolo?
Minho che bacia Riley... cosa ne pensate? La WICKED potrebbe aver detto a Minho di non dire ai ragazzi che si trattava di un test... ci saranno delle conseguenze?

Alla prossima pubblicazione pivelli! ❤️

Ps. Oggi è il GRANDE giorno! Alla fine vado questa sera a vederlo e non vedo l'ora... scleriamo insiemeee!!!!!! :P

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