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La causa di tutto

Canzone: Arshad - Mutiny (The scorch trials)

Capitolo 3

Di quella città non era rimasto neanche un briciolo di bellezza da ammirare. Vedevo detriti, montagne di detriti a destra e a manca, nulla di più. Tentai di immaginarmela com'era un tempo, gli alti palazzi imponenti, i condomini pieni di persone allegre, i negozi di alimentari.
Ne adocchiai uno poco lontano da li, era conciato male, come tutto del resto, ma decisi di entrare lo stesso per vedere se ci fosse del cibo. Avevo una fame da lupi, lo stomaco borbottava già dalla sera prima e ora ignorarlo era diventato praticamente impossibile.
Scavalcai uno scaffale che era stato gettato a terra e raggiunsi il centro del piccolo negozio. Scavai tra le macerie, inalai una nuvola di polvere che mi fece tossire. Sentii il pulviscolo grigio arrivarmi in gola e per poco non mi strozzai cercando di cacciarlo fuori. Gli occhi lacrimarono per lo sforzo.

«Chi c'é?» gridai quando un rumore di passi mi arrivò alle orecchie. Scrutai un'ultima volta l'interno del negozio, poi mi precipitai fuori. Tra un saltello e l'altro iniziai a correre finché non fui di nuovo sulla strada di cemento crepata. Per poco non andai a sbattere contro Minho quando uscii. Fui sorpresa e contenta di vederlo.

«Minho!» sorrisi e feci per avvicinarmi, poi ricordai ciò che Teresa mi aveva detto. Lui non poteva vedermi. Tutti e tre loro non potevano vedermi.

Il suo sguardo era stato catturato da qualcosa accanto alla porta di entrata del negozio. Si chinò ai piedi di un tappeto, lo alzò cauto come se potesse scoppiare da un momento all'altro e ne estrasse un oggetto. Mi avvicinai, ma non troppo, non sapevo se la barriera avrebbe respinto anche lui, comunque preferivo non scoprirlo.

«Meglio di niente.» mormorò tra se. Si rigirò, quello che mi sembrò essere un sacchetto di patatine, tra le mani.

Come avevo fatto a non notarlo? Lo stomaco brontolò ancora una volta. Guardai Minho nostalgica, avrei voluto abbracciarlo, sperai che avesse raggiunto presto gli altri.
In quell'istante la mia paura più grande si risvegliò. Se Nick non era con lui, allora... dov'era? La Paige era capace di qualsiasi cosa, ora lo avevo ben chiaro e mi spaventò ciò che poteva avergli fatto.

Teresa. La chiamai nella mente pur non sapendo se poteva sentirmi. Teresa!

Che c'è?

Come faccio a far si che i miei amici mi vedano? Ho bisogno del loro aiuto per trovare una persona, la Paige potrebbe avergli fatto del male.

Non so se posso aiutarti in questo, il mio compito è quello di far arrivare te e i tuoi amici... Si interruppe e io mi morsi il labbro per la frustrazione. Era straziate tutto quel mistero.

Dove?

Ancora non posso parlarne, ma lo scoprirai presto. Perché ero stata così stupida a chiedere? Non potevo certo aspettarmi che mi rispondesse, non lo aveva fatto a nessuna domanda importante fino ad ora. Hackerare i computer della WICKED è diventata la mia specialità, vedrò se posso fare qualcosa.

Respirai a fondo grata di quelle parole.
Grazie.

Minho era già lontano, lo avevo osservato addentrarsi sempre di più nella città distrutta, fino a quando la sua sagoma divenne sfuocata.

***

La notte arrivava sempre troppo presto. Fui costretta a sospendere il "viaggio" per riposare, avevo trovato una casa abbandonata, ovviamente, e mi ci ero sistemata abbastanza bene. Avevo trovato un cuscino e una coperta, ma niente materasso.
Tanto non sarei riuscita a dormire comunque.
Il pensiero di ciò che avevo passato mi tenne sveglia tutta la notte, l'immagine di Rachel mi tenne sveglia tutta la notte. Non era mia sorella eppure continuavo a sentirmi come se lo fosse, ancora non potevo credere che la Paige avesse messo su tutta quella farsa.
A un certo punto, non ricordai quando esattamente, avevo chiuso gli occhi e cominciato a dormire.

***

«Si sta svegliando.» disse la voce di un uomo.

Mi sembrò di avere le orecchie imbottite di cotone, non riuscii ad udire con chiarezza le voci intorno a me. Per un attimo mi sembrò di essere tornata al mio primo giorno nella Radura. Mi sentii stordita e dolorante in vari punti del corpo.

«Riley.» quella voce, mi fece ghiacciare il sangue nelle vene. Ebbi paura ad aprire gli occhi, per timore di ciò che mi sarei trovata davanti. «Tesoro, svegliati.» provai ribrezzo nei confronti della dolcezza che la donna, che aveva ucciso Rachel e un altro centinaio di ragazzi, mi mostrò.

Spalancai gli occhi solo per essere certa che fosse la Paige. Quando quella certezza arrivò, la cacciai via con tutta la mia forza.

«Dove sono? Perché sono qui? Non toccarmi!» sbottai quando cercò di stringermi la mano.

Si allontanò mettendosi a sedere su una sedia e io colsi l'occasione per guardarmi intorno. Ero in un laboratorio, alla WICKED, sdraiata su una barella in acciaio. Il personale, formato da due uomini e una donna, sembrava essersi congelato sul posto, erano immobili con un'espressione estranea sul viso sfocato. Era tutto poco chiaro, non definito.
La Paige si accorse del mio stato di confusione e si affrettò a spiegare la situazione.

«Siamo nella tua testa.» affermò e non potei fare a meno di sentirmi confusa già a quella prima spiegazione. Se mai fossi diventata pazza la colpa non sarebbe stata dell'Eruzione, ma di tutto quello che mi stava capitando, insomma in quei pochi giorni avevo visto un'infinità di cose assurde: avevo oltrepassato un portale che mi aveva trasportata in un luogo pieno di persone senza occhi e con la pelle cadente, avevo scatenato una tempesta solamente camminando, avevo incontrato uno Spaccato che diceva di chiamarsi Gervaso e che voleva mangiarmi il naso, avevo visto una lucertola di metallo assatanata, ero diventata la donna invisibile per i miei amici e anche il loro scudo umano e ultimo ma non meno importante, avevo parlato nella mente con una ragazza che diceva di chiamarsi Teresa. Ma tutto sommato ero sana di mente no?
Il mio sguardo cadde sulle mie mani, anch'esse sfocate. «Era l'unica possibilità che avevo per interagire con te.» aggiunse in seguito a un'occhiataccia di dissenso. «Io non posso mettere piede nella Zona Bruciata.»

Mi seccava il fatto che tutti tirassero in ballo un argomento piccante e che poi si interrompessero, così che toccasse a me fare le domande per spingerli a continuare. «Perché no?»

«Ci sono molte persone che voglio uccidermi in quel posto.»

Bene, quando partiamo?
Mi trattenni dal fare una risata solamente perché ero davvero troppo stanca per muovere anche solo un muscolo.

«Perché vogliono ucciderti?» chiesi curiosa, magari avrei potuto aiutarli una volta sveglia.

La donna abbassò lo sguardo. «Perché sono stata io a rilasciare il virus che li ha ridotti... in quel modo.» rivelò senza alcun segno di pentimento. Ancora una volta mi stupì la malvagità che risiedeva in quella donna, il suo cuore doveva essere nero come il carbone. «Dopo le eruzioni solari le risorse a disposizione non bastavano per sfamare tutti i sopravvissuti, qualcuno doveva fare qualcosa.» sospirò cercando il mio sguardo. «La nuova generazione ha sviluppato anticorpi che li ha resi immuni al virus, ma ci sono stati alcuni casi... tu non avresti dovuto essere infettata dall'Eruzione.»

«Ma quindi anche tu...»

«Si, inizialmente la WICKED era stata creata per curare me, ma quando ho scoperto che tu, mia figlia, ne eri stata colpita ti ho messa al primo posto.»

Non sapevo che pensare. Certo non spettava a lei prendere la decisione della diffusione di un virus letale. Il suo egoismo superava ogni limite. Se tutto fosse andato secondo i suoi piani io sarei stata immune e lei, uccidendo dei ragazzi, avrebbe creato una cura e si sarebbe salvata. Avrebbe ucciso persino Thomas, suo figlio, per salvarsi.

«Non aspettarti che ti ringrazi per questo, per me rimani un'assassina. Sacrificheresti persone innocenti pur di avere ciò che vuoi.» dissi inorridita da tutto ciò che aveva fatto.
Lei si alzò in piedi, pensai che volesse avvicinarsi ancora una volta, ma non ci provò nemmeno.

«Comunque non sono entrata nella tua mente per parlare di questo,» Capii dal suo comportamento che l'avevo ferita, tutto ciò mi fece stare meglio. «sei qui perché volevo dirti che potrai rivedere i tuoi amici, dovrai dare loro un messaggio.» Si voltò di spalle e alzò la voce per farsi sentire. La sua sagoma esile si fece sfocata man mano che si allontanò dal lettino su cui ero seduta.

«Che messaggio?»

«Devono raggiungere il Porto Sicuro, li porteranno a termine la Fase 2. Le Scacertole li guideranno.» si voltò a guardarmi, unì le mani sul ventre. «Tu puoi andare con loro,» disse distaccata. «ma non disturbarti a fargli cambiare idea sul voler trovare la cura, sarebbe un peccato vedere il vostro amico morire.» I suoi occhi mi fulminarono, quasi volesse darmi una lezione per essere sempre così sfacciata e ingrata verso di lei.

«Nick!» Mi svegliai di soprassalto gridando il suo nome. Avevo la fronte imperlata di sudore ed ero più stanca di quanto non fossi quando avevo cominciato a dormire.
Dovevo trovare i ragazzi, Nick era in grave pericolo.
...

*SpazioAutrice*

Allora? Che ve ne pare?
Sono curiosissima di sapere cosa pensate!
Sarà un caso che proprio quando Riley chiede aiuto a Teresa per far si che Newt, Thomas e Minho possano vederla, la Paige annulla la sua magia (?)
Ci si potrà fidare di lei?
Scoprirete tutto nei prossimi capitoli...
Vi amo Pive, siete tutti fantastici ❤️❤️❤️

Ps. Se qualcosa non dovesse essere chiaro, ditemelo pure ;)

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