L'uno senza l'altro
Capitolo 17
Mi svegliai nel caos più totale.
Non sapevo dove mi trovavo ne come ci ero finita, ma intorno a me riconobbi i volti familiari di Thomas, Newt e... Braiden?
Come ero arrivata li? Insieme a loro?
Ricordavo la sirena che aveva iniziato a suonare quando ero nei dormitori, potevo ancora sentirla rimbombare nella testa quando mi tappavo le orecchie.
Che cosa era successo... dopo?
«Ehi, si è svegliata!» esclamò Thomas accarezzandomi una mano. «Riley!»
Newt si aggiustò a sedere mettendosi meglio con la schiena contro il muro.
Avevo la testa appoggiata sulle sue gambe, lo sentii muoversi sotto di me. Mi resi conto di non riuscire a parlare solo quando aprii la bocca e la voce dalle labbra non uscì.
La lingua era bloccata, come pietrificata, contro il palato.
«Ti ho trovata nei dormitori, gridavi e ti dimenavi dicendo che c'era qualcosa nella tua testa che voleva... uscire...» spiegò Braiden interpretando il mio sguardo, sicuramente carico di dubbio e confusione.
Non ricordavo niente di tutto quello, non ricordavo di aver sentito qualcosa dentro la mia testa. Una stretta allo stomaco mi mozzò il fiato.
Newt era turbato, agitato e spaventato insieme. Le sue mani strinsero le mie spalle cercando di tenermi giù quando cercai di alzarmi.
«Devi riposare finché non saremo arrivati.»
«Arrivati dove?» chiesi con voce estranea.
Thomas e Newt si guardarono. «Alla WICKED.» rispose Braiden con la solita aria distaccata. «Siamo su un furgone che ci sta portando la.»
Studiai tutto intorno a me, un telo di plastica copriva il carretto del furgone, perciò non riuscii a vedere la luna... o il sole?
La luce era poca li dentro e a stento riuscivo a vedere i volti dei ragazzi.
«Minho è rincaspiato per via del fratello,» stava raccontando Newt guardandomi dall'alto al basso. «a quanto pare ha solo finto di rimanere a letto tutti questi giorni...»
«Braiden ha fatto controllare le telecamere di sorveglianza,» Thomas indicò il ragazzo accanto a se con uno sguardo. «Minho stava escogitando qualcosa contro la Paige.» continuò esitante.
Erano troppe informazioni in una volta sola da elaborare, la testa iniziò a girare forte e dovetti chiudere gli occhi per placare le vertigini.
«Sta bene?» domandai con voce tremula.
Mio fratello alzò le spalle, gli occhi marroni erano mesti. «Non lo sappiamo.»
«Con tutta probabilità sta bene.» si intromise Braiden. «Brenda è con lui.»
«Brenda?» fece eco Thomas, che doveva aver scoperto questo particolare solamente ora.
Braiden fece un cenno di assenso, era davvero di poche parole. Non lo avevo mai visto scambiare più di dieci parole con qualcuno, ora invece... stava parlando con noi.
Sembrava... strano.
«Perché sei qui?» gli chiesi quasi con il rischio di sembrare sfrontata. Mi ero alzata a sedere malgrado le continue proteste di Newt, ora mi sentivo abbastanza bene. «Perché parli con noi?» insistetti, il mio sguardo si fece indagatore. «Tu non parli quasi mai con nessuno, tranne che alle riunioni, l'ho notato...»
Lo sguardo di Braiden mi trovò non appena alzò il capo. Per la prima volta, mi parve di scorgere del disagio nei suoi occhi neri.
«Vi devo la vita, ecco perché.» fu la sua risposta.
Lo guardai un istante perplessa e dopo confusa.
Non disse niente di più, il che mi fece capire che sapevo già tutto quello che dovevo sapere, dovevo solo unire i pensieri e...
Cercai di ricordare qualcosa che avevo dimenticato, qualcosa che sentivo era importante. «Tu sei quel ragazzo.»
Lui non disse di si, ma nemmeno di no. Braiden era il ragazzo a cui mio padre aveva salvato la vita, lo stesso che lo aveva aiutato a costruire il Braccio Destro.
«Vostro padre mi ha salvato dalla Paige, ha rischiato la sua vita per me e ora io rischierò la mia per i suoi figli.» disse solennemente.
Thomas lo guardò attonito. «Forse non è abbastanza per tutto ciò che avete fatto, ma grazie.» disse e si strinsero la mano.
«Hai salvato molte vite, incluse le nostre.» dissi io e suonò come un ringraziamento. Anche nella penombra, vidi gli occhi di Braiden brillare di lacrime che non lasciò mai cadere.
Thomas spezzò il silenzio permettendo a Braiden di ricomporsi. «Com'era?» chiese sapendo che il ragazzo avrebbe capito a cosa, o meglio chi, alludesse.
«Era un grande uomo. Non ho mai incontrato nessuno come lui.» ammise quasi timidamente, mi sorprese scoprire che anche dietro l'incrollabile freddezza di Braiden vi era un lato sensibile. «Vi voleva molto bene, a entrambi,» ci confidò. «voleva che sapeste che non avrebbe mai voluto lasciarvi alla WICKED, ma vostra madre non gli lasciò altra scelta.»
Thomas annuì serrando le labbra, la tristezza del momento gli si lesse negli occhi marroni.
Stavo cercando di immagazzinare quelle nuove informazioni, quando il furgone sul quale stavamo viaggiando si fermò di colpo.
Ci fu un momento di intenso silenzio prima che Braiden parlasse guardando, uno dopo l'altro, me e i ragazzi. «Andiamo e vendichiamo tutti quelli che sono rimasti indietro.» Il gelo nello sguardo esplose con violenza.
Scesi dal carretto del furgone, Travis e una ragazza, che erano seduti nei posti davanti, ci raggiunsero.
«La principessa pazza si è svegliata, quale onore.» commentò Travis con sarcasmo pungente.
Le mani di Newt si strinsero a pugno mentre Thomas lo spingeva lontano da lui con forza.
Io li seguii, con l'amaro in bocca per non aver reagito. Se dovevo combattere, non potevo permettermi di sprecare forze inutilmente. Comunque ci pensò Braiden a zittirlo, dopotutto c'era un capo al Braccio Destro anche se pensava di non esserlo.
Qualche minuto più tardi, altri ragazzi ci raggiunsero nel piccolo boschetto che si trovava a pochi metri dalla sede della WICKED, portando armi e altre provviste.
Non avevo mai visto la WICKED da fuori, era una struttura semplice, su un solo piano e grande quanto lo sembrava dall'interno. I muri erano grigi e non c'erano finestre a parte piccoli oblò. Dalla posizione in cui eravamo, si riusciva a vedere perfettamente il grande tubo che dal terreno risaliva fino ad arrivare alla Sezione Speciale che, come aveva detto Nick una volta, aveva la forma di un'astronave.
Sentii dei brividi percorrermi la schiena al ricordo del volo che avevo fatto per raggiungere il Pass Verticale, che si trovava proprio alla fine del tubo. Allora non sembrava così alto.
«Ecco a te.» disse un ragazzo in uniforme mimetica, mettendomi in mano una pistola.
Cercai di mettermi a mio agio tenendola fra le mani, come quando sparavo insieme a Brenda, ma la pistola mi fu strappata via, prima ancora di stringerla saldamente.
«Non penso che debba tenere una pistola.» stava dicendo Thomas a qualcuno.
«Tommy ha ragione,» lo appoggiò Newt. «Al momento è un po'... instabile.» ebbi come la sensazione che quella non fosse la parola che volesse dire davvero.
"Instabile" o per meglio dire "pazza".
Mi sentii fragile come un calice di cristallo e pericolosa come una bomba che non sai dire quando di preciso ti farà saltare in aria.
«Ci penseremo noi a te.» mi assicurò Thomas parlando anche per Newt.
Feci di si con la testa dato che non me la sentivo di protestare, anche se avrei preferito tenere un'arma. Proteggere anche me, avrebbe significato abbassare la guardia per tenermi d'occhio e in guerra bastava molto meno per restare uccisi.
Braiden fece un passo verso di noi stringendo un fucile tra le mani. «Potete contare anche su di me.»
Newt e Thomas lo ringraziarono. Io non riuscii a fare altro che trattenere il respiro.
Sentii il panico serrarmi la gola quando cominciammo a muoverci verso l'edificio grigio dalle porte in metallo.
La mano di Newt si strinse alla mia quando ne ebbi più bisogno.
«Ti amo.» bisbigliò, i suoi occhi esigevano di essere guardati. Quegli occhi verdi e tormentati da chissà quale orrore.
Non aveva parlato molto da quando mi ero risvegliata sul furgone e mi chiedevo cosa lo spaventasse tanto in quel momento, se la paura di morire o la paura perdermi. «Ti amo, Riley.» ripeté. Qualcosa, nel tono che aveva usato, mi spaventò.
«Non dirlo come se fosse l'ultima volta.» dissi tremante di rabbia. Strinsi di più le mie dita tra le sue, le nocche bianche per la forza che ci misi.
«Ma potrebbe.» insistette lui inesorabile.
Il respiro mi si bloccò in gola al pensiero di perderlo.
Perché lo avrei perso, che fossi morta io o fosse morto lui.
Non vedevo alternativa.
Oggi o domani.
Non avrei più rivisto i miei occhi azzurri nei suoi verdi.
...
*SpazioAutrice*
Siete sorpresi di vedere un altro capitolo, radurai? 0.O
Ci ho messo davvero tantissimo perché ho dovuto scriverlo sul telefono copiandolo dal tablet, però sono contenta di averlo fatto così tutti voi fagi per oggi avrete un capitolo da leggere ❤️
Riguardo ai prossimi proverò a scriverli direttamente sul telefono, se non li vedete, vuol dire che non ci sono riuscita! :)
Vi aspetto al prossimo capitolo!
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