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La selezione

Capitolo 18

Ci radunammo tutti e quattro davanti alle porte chiuse del Labirinto quella notte, dove nessuno, o per paura o per via delle regole, si avvicinava. Ma noi eravamo al sicuro, perché con noi c'era Newt che era il secondo in comando, dopo la morte di Alby forse anche il primo, e Minho che era l'Intendente dei Velocisti, a mio parere il più tosto di tutti.

-Allora Riley, che devi dirci di così maledettamente importante da farci venire qui a quest'ora della notte?- biascicò Newt stropicciandosi gli occhi. -E perchè non potevi dircelo durante un'Adunanza?- continuò cercando di addolcire il tono.

Scrutai i volti dei due ragazzi prima di lanciare la bomba. Thomas era accanto a me, mi prese la mano quando vide le mie spalle rattrappirsi per il terrore. Dovevo averlo dipinto sul volto, mi sorprese che nessuno di loro se ne fosse accorto, specialmente Newt.

Poi me ne resi conto, la sua attenzione sembrava essersi concentrata più sull'intreccio della mia mano con quella di Thomas che su di me. Anche Thomas riuscì a capirlo, così la lasciò ricadere al mio fianco.

-Forza Fagiolina, sputa il rospo! Domani ci aspetta il Labirinto, non dimenticarlo.- mi fece notare Minho sbattendo il palmo della mano sulla grande porta rocciosa, proprio li dove la parete sinistra incontrava quella destra.

Okay.

Ero pronta... no, non lo ero affatto.

Perchè non potevano semplicemente arrivarci da soli come aveva fatto Thomas? In quel caso avrei  solamente dovuto confermare ciò che era già chiaro. Scrollai il capo dal nervosismo e volsi il capo verso il cielo. Newt e Minho avrebbero pensati che fossi pazza e probabilmente era così. Avevo sentito parlare dell'Eruzione da delle guardie alla WICKED, avevano visto la malattia agire sulle persone con i propri occhi. Dicevano che le faceva impazzire, che irrompeva nel cervello dell'ospite e ne prendeva possesso. Allora ero solo una bambina e ricordavo di aver avuto una paura tremenda per svariati giorni.

Diedi un ultimo sguardo al cielo.

-Ho...- iniziai, ma quella parola era rimasta incastrata in gola. Terrore e frustrazione mi pervasero.

-Che cos'hai?- chiese subito Newt, il tono allarmato.

Minho si avvicinò un po', pronto a sorreggermi in caso ne avessi avuto bisogno. -Stai male?-

Scossi il capo.

-Hai trovato qualcosa? Una via d'uscita?- azzardò Newt.

Continuai a squassare il capo in attesa che le loro voci si placassero e arrivasse il silenzio.

-Ragazzi, lasciatela parlare.- cercò di dire Thomas.

Il mare di domande che continuavano a rivolgermi, iniziarono a invadere la mia mente e avrei tanto voluto aver fatto una di quelle cose.

-Ho l'Eruzione!- sbottai mettendo a tacere le loro voci come un'onda d'urto.

Non vidi i volti di Minho e Newt, dato che mi lasciai cadere a terra portando le gambe al petto, ma ero sicura fossero sbiancati.

-Hai... hai l'Eruzione?- ripetè Newt con voce rotta.

Potei scorgere il dolore e la sorpresa offuscargli lo sguardo quando lo guardai. Si era chinato a terra, seduto sui polpacci, posando le mani sulle mie ginocchia, il calore riuscì ad attraversare la stoffa dei pantaloni che avevo indosso.

Mi ritrovai ad annuire mentre lo guardavo, le lacrime solcarono le mie guance. Erano talmente pesanti che avrebbero potuto lasciare il segno sulla pelle rosea.

Newt strinse un po' gli occhi, ma non dalla rabbia, il suo sguardo trasudava dolcezza. Non era mai stato così calmo dal mio arrivo li. Asciugai una lacrima, pronta a cadere, con il rettangolo di stoffa rosso che avevo legato al polso e Newt asciugò le successive con entrambi i pollici. Gli sguardi di Thomas e Minho erano su di noi quando il ragazzo biondo prese delicatamente il mio viso tra le mani.

Lasciò un bacio tiepido sulle mie labbra proprio in quell'istante, senza domandarsi cosa avrebbero pensato gli amici. Neanche io me ne preoccupai, c'eravamo solo io e lui. Quel bacio, tenero e travolgente insieme, durò mezzo secondo, ma a me sembrò molto di più.

-Non importa,- disse in un sussurrò che il vento portò subito via con sé. -troveremo una soluzione.- La sua fronte era premuta contro la mia e il ciuffo biondo di lui si mescolò ai miei capelli. Lasciai cadere le ultime lacrime, questa volta di sollievo e con l'aiuto di Newt mi rialzai in piedi. -Vero?- disse come per chiedere l'appoggio di Minho e Thomas che ancora sconvolti, ci guardavano con uno sguardo diverso.

-Ma certo, avrai tutto il mio aiuto.- rispose Minho schiettamente.

Thomas al contrario, rimase in silenzio rivolgendomi un sorriso incoraggiante. Non avevo bisogno che lo dicesse, sapevo già da che parte stava.

Restammo li, seduti contro la roccia, per una ventina di minuti. Quando cominciai a sentirmi meglio, sia interiormente che esteriormente, decisi di sfruttare il momento e raccontargli qualcosa in più sul virus che aveva ucciso migliaia di persone, tra cui le loro famiglie. Quando Minho mi chiese se fossi sicura del fatto che ne ero stata colpita, avrei voluto rispondere di no, che non lo ero, ma avrei mentito.

Un giorno come gli altri, alla WICKED, mentre Nick mi parlava, si era fatto scappare qualcosa di molto importante. Disse che Ava Paige, colei che comandava in quel posto, selezionava con cura i ragazzi da mandare nel Labirinto e quelli che invece dovevano restare alla sede della WICKED per sottoporsi alle sperimentazioni. Veniva da sé il fatto che quelli che restavano avevano l'Eruzione, mentre gli altri no.

-E' orribile!- commentò Thomas a un certo punto.

E poi Newt. -Se mai dovessimo tornare, ucciderò quei caspio di Creatori.- Le sue mani erano strette a pugno, le nocche bianche.

Minho abbasò il capo, non lo avevo mai visto così giù. Non era da lui.

-Odio mio fratello!- grugnì e quelle parole sembrarono così aspre alle mie orecchie. -Odio quel Nick!- sputò sul terreno come se vi avesse visto scavato il volto del fratello. -Come può lavorare per loro?- Tutto quell'odio non mi stupì affatto, Nick mi aveva sempre detto che suo fratello era un tipo difficile e malgrado fosse senza memoria, non sembrava essere cambiato nella nel suo carattere.

-Non dare la colpa a lui.- ribattei in sua difesa.

Minho sollevò la schiena dal muro. -Avrebbe potuto fermare tutto, intervenire in qualche modo!- mostrò i denti in preda alla rabbia. Pensai a quanto sarebbe stato difficile il loro rapporto una volta tornati indietro, almeno fin quando Minho non avesse recuperato la memoria.

-No, non poteva.- continuai io. -Quante altre volte devo dirtelo, lui era li contro la sua volontà, se avesse fatto qualcosa lo avrebbero ucciso.-

Lui sollevò le braccia per poi lasciarle ricadere, con uno schiocco, in segno di resa. -Okay, come dici tu.-

-Comunque sia è uno schifo.- aggiunse Newt dopo un lungo tempo.

Il buio ci circondava, quasi non riuscivo più a vedere i volti dei ragazzi accanto a me. Trascinata dal silenzio e dalle voci dei miei pensieri, scivolai nel sonno più profondo degli ultimi giorni.


Il sole. Lo vidi oltre le palpebre ancora chiuse. Fili d'erba mi solleticarono il volto quando mi mossi. Aprii gli occhi di scatto quando qualcuno mi diede un colpetto con il piede contro la gamba. Mi alzai in piedi e indietreggiando, trovai solamente il vuoto. Le porte del Labirinto erano aperte e noi avevamo dormito li tutta la notte. I ragazzi stavano ancora dormendo.

-Minho!- chiamai allarmata. -Thomas, Newt!- Quasi in sincrono si svegliarono grugnendo. Uno sbadigliò, mentre gli altri due si erano già accorti che qualcosa non andava.

Di fronte a noi, mantenendo una strana distanza, Gally e gran parte dei Radurai erano in piedi a fissarci. Gli occhi del ragazzo erano ridotti a una fessura, ma si distingueva chiaramente la sua irritazione.

-Gally, che cacchio succede?- domandò Newt prendendo le redini della situazione. Si fece avanti, pronto a fronteggiare Gally, comunque fossero andate le cose.

-Lei se ne va.- affermò come fosse un ordine, incrociò le braccia. Era chiaramente rivolto a me, ma io non avevo paura di lui, ne degli altri Radurai.

Cercai tra i loro volti e vidi solamente espressioni spente e finte, come se la WICKED avesse il pieno controllo su di loro. Notai che alcuni tenevano stracci su naso e bocca, altri invece si limitavano a mantenere grandi distanze.

-Cosa?- gridò Newt. Si scagliò su di lui e trasportato da una rabbia crescente, strinse in pugno la sua maglietta lurida di chissà quale schifezza.

-Ehi ehi, Newt sta calmo.- Fu Thomas a fermarlo, lo afferrò per le spalle tirandolo verso di sé. Lui si staccò subito.

-Si amico, troveremo una soluzione.- intervenne Minho. -Perchè dovrebbe andarsene?- Fece a Gally. Posò le mani sui fianchi in attesa della risposta, la distanza tra lui e l'altro diminuì.

Io ero immobilizzata da una spaventosa consapevolezza un attimo prima che lui schiuse le labbra per parlare.

-Perchè è infetta.- lo rimbeccò iniziando una sfida di sguardi omicida. Alzò il mento in segno di superiorità.

Smisi di respirare quando gli sguardi indiscreti di tutti mi assalirono, facendomi tremare la terra sotto i piedi.

...


*SpazioAutrice*

Sorpresa!

Ecco un altro capitolo per farmi perdonare dell'attesa :)

Ditemi cosa ne pensate nei commenti, sono davvero curiosa :P

Alla prossima Pive...

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