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Capitolo 1

The Marauders
– the rise of the Aurors

Capitolo 1

Caro Sirius,
sembra quasi passata un'eternità dall'ultima volta che ci siamo visti.
Inizialmente non capivo perché continuassi a scriverti, ma poi mi sono resa conto che farlo rappresenta l'unico modo per convincermi che c'è ancora speranza. Perché io sono convinta che ce ne sia, anche se gli altri sembrano essersi arresi.
Sarebbe dovuta essere l'estate più bella della nostra vita, eppure si è trasformata in un incubo senza fine: la morte di Marlene, il rapimento di James ed Emmeline, l'omicidio della famiglia McKinnon.. credo di aver perso il conto delle tragedie che hanno cominciato ad ammontarsi intorno a noi dalla battaglia.
Vorrei tanto dirti che ho cominciato a star bene, ma sarebbe una bugia. Non passa giorno che non mi svegli urlando, nella mente gli ultimi ricordi che ho della battaglia. Passo le giornate ad osservare fuori dalla finestra, aspettando che qualcuno bussi alla porta e mi dica che li hanno trovati, che li stanno curando al San Mungo, ma più passa il tempo, più la speranza si fa remota.. eppure non svanisce.
Ricevo spesso lettere dall'Ordine; da quando siamo entrati a farne parte, mi sembra che il mondo ci sia crollato addosso. Non esistono più filtri tra noi e il mondo.. noi siamo il filtro contro cui si ammucchiano tutte le tragedie.
Hai mai visto un cadavere, Sirius? Prima di Marlene, non mi ero mai posta il problema. Adesso pare che il mondo non sia fatto di altro: cadaveri su cadaveri.. e mi sembra di conoscere ognuno di essi.
Sui loro volti vedo sempre la stessa espressione, e quell'espressione mi perseguita.
Non riesco più a chiudere gli occhi senza cadere in un vortice di orrori.
Ho paura. Sono terrorizzata da quello che potrebbe succederci.
Non voglio perdere più nessuno, perché ogni persona che se ne va, porta via un pezzo di me e io mi ritrovo spoglia, ferita e morente, senza però morire sul serio.
Vorrei che ci foste tutti. Vorrei che le cose fossero come prima, ma non è possibile.
Hai notizie degli altri?
Remus ha passato la maggior parte del tempo con me. A volte stiamo a casa mia, ma è diventato imprudente. Dorcas ha detto che le case babbane sono i bersagli fissi dei Mangiamorte, quindi spesso dobbiamo spostarci. La maggior parte del tempo la passiamo dai Weasley che ci hanno accolto come figli. Molly ha avuto i gemelli, Fred e George. Dovresti vedere come sono adorabili e assolutamente identici a Gideon e Fabian!
Peter passa di tanto in tanto, ma sembra parecchio giù di morale. Ho sempre pensato che provasse qualcosa per Emmeline, ma solo adesso posso intuire quanto la sua scomparsa lo abbia sconvolto. È dimagrito tanto, troppo forse. È sempre taciturno e pare a disagio in mezzo ad altra gente. Rispetto il suo silenzio, però. Lo capisco perché mi ci rispecchio.
Alice e Frank si sono gettati corpo e anima nelle missioni dell'Ordine. Appena conclusi i M.A.G.O. hanno deciso di seguire Dorcas e Fabian, per tenere la mente impegnata. Penso che Alice non mi abbia ancora perdonata.. in realtà immagino che non l'abbia fatto nemmeno tu, ma posso sopportarlo. Mi basta sapere che tu stia bene, solo questo.
Mi sembra di scriverti le stesse cose in ogni lettera.
Vorrei che tu leggessi davvero quello che ti sto scrivendo e che decidessi che è ora di tornare a casa, perché è questa la tua casa. Noi siamo la tua casa.
Condividiamo il tuo dolore, Sirius. Stiamo male quanto te per quello che è successo.
E se davvero non sei ancora pronto, almeno scrivi. Facci sapere come stai, parla con noi.
Abbiamo bisogno di te.. io ho bisogno di te, perché la tua assenza pesa come un macigno ovunque io vada.
Se non vuoi farlo per me, fallo per lui. Sono sicura che vorrebbe che il suo migliore amico vegli su quella squilibrata della Evans, finché non tornerà.
Lo farà di sicuro, Sirius, perché è James Potter e non ha mai abbandonato gli amici nel momento del bisogno.
Per favore, scrivimi.
Ti mando un bacio e un abbraccio.

Lily.

Sirius finì di leggere la lettera.

Era seduto sulla poltrona di velluto rosso, davanti al camino acceso e scoppiettante. Intorno a lui, l'oscurità più totale.

Con un sospiro, posò la pergamena sul tavolino alla sua destra e, con la stessa mano, afferrò il bicchiere di cristallo colmo di Rum. Ne bevve un sorso, uno breve. Aveva bisogno di rimanere lucido.. aveva passato fin troppo tempo annebbiato dai fumi tossici dell'alcool.

Era la centesima lettera che riceveva da Lily. La ragazza aveva iniziato a spedirgliele dopo il funerale di Marlene, ad Hogwarts, quando a fine cerimonia Sirius se n'era andato senza lasciare traccia.

All'inizio, il malandrino l'aveva trovata una cosa fastidiosa: il fatto che la Evans, con la quale non aveva mai avuto nessun rapporto d'amicizia, si fosse presa la libertà di aggiornarlo su tutto – ripetendo sempre le stesse cose – non gli era piaciuto per niente.
Dopo qualche settimana, però, aveva iniziato ad attendere sue notizie, perché la lontananza dai suoi amici era diventata quasi soffocante.
Non voleva tornare, ma allo stesso tempo aveva bisogno di sentirli vicini. Il fatto che Lily gli scrivesse e lo tenesse aggiornato sugli sviluppi della situazione lo faceva stare meno male: lo faceva sentire ancora parte di qualcosa, di una famiglia rotta, andata in frantumi, ma ancora esistente.

Dalla lettera trasudava il dolore della Evans ed entrambi sapevano da cosa derivasse: la stessa sofferenza divisa in più corpi.
Da quando era successa la tragedia dei McKinnon..

Un rumore alle sue spalle lo distolse dai pensieri.

Mary McDonald varcò la soglia del soggiorno, stretta nella vestaglia blu come la notte, i capelli scuri stretti in una treccia disordinata. In una mano reggeva la Gazzetta del Profeta, nell'altra, una tazza fumante.

"Rum alle sei di mattina?" chiese, accomodandosi sulla seconda poltrona.

"Non ho mai fatto domande sui tuoi strani intrugli dal colore dubbio" replicò il malandrino.

"Onesto". La grifondoro lanciò uno sguardo alla lettera poggiata sul comodino ed aggrottò le sopracciglia: "Un'altra? Ci sono novità?".

"Sempre le solite. Nessuna notizia, nessun ritrovamento.. solo tragedie".

"Hai intenzione di rispondere questa volta?".

"No".

Mary strinse le labbra in segno di disapprovazione, ma non disse nulla. Bevve un lungo sorso di the ed appoggiò il capo sullo schienale imbottito della poltrona. "Sono distrutta" sussurrò in un soffio.

"Ti do il cambio. Sei stata sveglia tutta la notte" commentò il Black alzandosi. La osservò rannicchiarsi in posizione fetale, chiudendo gli occhi. Vide i muscoli del volto rilassarsi tutti insieme e, dopo qualche secondo, seppe che si era addormentata.

All'inizio non avevano pensato che sarebbe stato così difficile. Non avevano tenuto conto dell'ostilità che avrebbero ricevuto in cambio. Avevano semplicemente agito d'istinto, accecati da sentimenti diversi: rabbia e sete di vendetta.

Salì le scale lentamente, forse per prendere tempo: non era mai piacevole entrare nella stanza, non quando non si era sicuri di cosa si sarebbe trovato. Rivedere Marlene dopo il funerale lo aveva quasi portato alla pazzia e Mary aveva sognato per notti il corpo della madre defunta.

Oggi no, si disse con fermezza. Oggi non avrà la mia mente.

Si fermò davanti ad una porta e posò la mano sul pomello d'ottone. Il freddo del metallo gli corse lungo la schiena in un brivido gelido, ma lo ignorò. Sapeva che, una volta oltrepassata la soglia, avrebbe dovuto affrontare cose ben peggiori.

Girò lentamente la maniglia e prese un lungo respiro, poi aprì la porta ed entrò.

<>

"Lily!".

La voce di Molly Weasley risuonò per le scale di legno.

"Lily!".

"Tutto a posto?" domandò Remus, affacciandosi dalla cucina luminosa. "Ti serve qualcosa?".

"No, grazie Remus. È arrivata posta per Lily, ma non so dove sia".

"Credo nella stanza degli ospiti" sospirò il malandrino. "Se vuoi, posso portargliela io.. insieme al pranzo" aggiunse, lanciando un'occhiata al piatto intatto ancora apparecchiato sul tavolo.

Molly alzò le spalle e scosse la testa. "Non so come faccia a non impazzire, tutto il giorno chiusa a studiare".

"E' fatta così" rispose Lunastorta. "Quando sa di non poter essere utile, studia. È il suo modo per combattere il dolore".

"Lo so".

Il ragazzo afferrò la lettera dalla zampa del gufo e cominciò a salire le scale. Non poté evitare di sbirciare la busta: elegante, fatta di un materiale sicuramente più pregiato della semplice pergamena. Sul dorso, era inciso il nome e il cognome di Lily a caratteri rossi come i suoi capelli di fuoco e, sull'angolo a destra, vi era impresso uno stemma preciso.

Remus sospirò nuovamente; l'accademia degli Auror necessitava una risposta, lo sapevano entrambi. I posti erano a numero chiuso e solamente in pochi potevano ritenersi tanto fortunati da ricevere non una, ma ben quattro lettere di richiesta d'ammissione.

Aveva ricevuto la sua a fine giugno e aveva passato giorni interi a fissarla senza decidersi; poi, era successa la cosa dei McKinnon e tutto era cambiato. Non aveva impiegato più di due minuti per rispondere e, il mattino dopo, il suo gufo era tornato con la lista dell'occorrente.

Giunto davanti alla porta della ragazza, bussò con gentilezza. "E' arrivata posta" disse alla porta che si aprì automaticamente.
"E' di Sirius?" domandò Lily, senza distogliere lo sguardo dal libro poggiato sulle ginocchia.

"No, è dell'Accademia".

"Allora non mi interessa. Puoi metterla lì" e fece un cenno col capo.

"Lily" cominciò Remus, sedendosi su una sedia e appoggiando i gomiti sulle gambe, teso in avanti. "Hanno bisogno di una risposta".

"Pensavo che avessero già capito" replicò la Caposcuola con freddezza. "Perché non la smettono e basta? Dopo la seconda lettera senza risposta avrebbero dovuto capire".

"Forse perché pensano che tu sia sprecata, qui, a cercare delle risposte in posti in cui sai di non poterle trovare.. cosa che penso anche io".

Finalmente, Lily alzò il volto e i suoi incredibili occhi verde prato si allacciarono a quelli chiari del Lupo Mannaro. "E cosa dovrei fare, allora?" domandò con rabbia, chiudendo il libro e scagliandolo contro una parete. "Andare in una scuola e sedermi ad un banco, mentre i miei amici – i nostri amici – sono dispersi chissà dove, probabilmente feriti?! Passare le giornate ad imparare incantesimi che non li riporteranno indietro?! Sono l'unica che si sta dando da fare!" urlò. "L'UNICA! Sirius è sparito; Alice preferisce rischiare di morire che incontrarmi; tu non fai altro che fare domande su domande, su domande.. NON CE LA FACCIO PIU'! Sono mesi che James ed Emmeline sono scomparsi! Avevamo detto che non ci saremmo mai arresi, eppure eccovi qui, con le mani in mano, immobili, ad osservarmi e pensare che io sia pazza! Voi non sapete cosa..".

"ORA BASTA, LILY!" gridò Remus, scattando in piedi.

La reazione sorprese tanto la ragazza che le bloccò le parole in gola.

Lupin avanzò, rosso in volto. "So benissimo cosa stai provando" disse tra i denti, la voce tremante. "Non sei l'unica che ha perso due persone importanti, ricordalo! James è anche amico mio. Per quanto tu possa star male e sentirti sola, sappi che ci sono altre persone che condividono il tuo dolore. Io, Sirius, Peter, Alice e Frank.. siamo tutti sulla stessa barca. Pensi davvero che passiamo le giornate con le mani in mano? Cosa credi che stiano cercando Frank e Alice da mesi? Dopo ciò che è successo ai McKinnon tutto l'Ordine si è mobilitato in una missione di salvataggio segreta! Quindi, per favore, smettila di piangerti addosso e rimboccati le maniche: abbiamo bisogno di tutto l'aiuto possibile" e, detto ciò, sbatté la lettera sulla scrivania e uscì dalla stanza, sbattendo la porta dietro di sé.

Lily rimase in silenzio per qualche istante.

Sentiva gli occhi colmi di lacrime amare e, per quanto desiderasse rimanere forte,  non riuscì ad impedir loro di rigarle le guance pallide. Un singhiozzo bollente le scappò tra i denti stretti e, in un attimo, si trovò a piangere, seduta su un letto non suo, a riascoltare le parole dure che Remus le aveva rivolto.

Non ce la faceva più. Era arrivata ad un punto di stallo: tutte le sue ricerche portavano al nulla; ogni suo sforzo sembrava essere stato vano ed era riuscita ad allontanare tutti i suoi amici, pure Remus che, più di chiunque altro, le era stato vicino nei momenti più bui.Se chiudeva gli occhi, riusciva a rivivere gli ultimi istanti in cui aveva visto James, in mezzo al caos, al sangue, alla disperazione.. in quell'esatto momento, quando quasi era giunta a sperare che tutto si sarebbe sistemato, aveva capito che nessuno sarebbe riuscito a tornare indietro. Dopo quello che avevano visto, il mondo non avrebbe più perdonato James Potter. Perché il James Potter che avevano conosciuto in sette anni era morto e al suo posto aveva lasciato una mera ombra di sé.
Ricordava perfettamente il suo sguardo vitreo, opaco.. indifferente. Non aveva mai visto, neppure per un secondo, una tale desolazione nelle iridi del malandrino, se ancora così potevano chiamarlo.Per giorni era rimasta chiusa in camera ad ascoltare i disperati tentativi di Remus di convincerla a mangiare. Tutto aveva perso un senso, tutto era diventato nero come il simbolo inciso a fuoco sull'avambraccio del Cercatore. Lo avevano marchiato, trasformandolo nel mostro che aveva sempre ripudiato con tutta l'anima.. e loro non avevano potuto far nulla, se non assistere, impotenti, alla discesa nell'ombra di James Potter.

Da quel giorno, la vita di Lily era cambiata.. la vita di tutti era cambiata.
Non era passato un secondo in cui Dorea e Charlus Potter non avessero pianificato missioni di recupero, attacchi contro i Mangiamorte nella speranza di sottrarre dai loro artigli l'unico figlio.

Lily inspirò e si alzò meccanicamente dal letto, afferrando il cappotto nero.
Avevano fatto finta di vivere per troppo tempo; era giunto il momento di agire e non le interessava se in quel modo avrebbe dovuto infrangere delle regole.

Afferrò un biglietto spiegazzato, nascosto sotto una pila di libri e lo lesse velocemente.

Grimmauld Place, 12.

Scese le scale e attraversò la cucina senza parlare, sotto gli occhi sospettosi di Molly.

"Lily" la chiamò con titubanza. "Dove stai andando?".

"Da Sirius" rispose la Caposcuola, prima di chiudersi la porta alle spalle.

<>

Gli occhi di Marlene lo scrutavano curiosi, quelle iridi chiare che per troppo tempo avevano intrappolato il suo sguardo in un abbraccio tentatore.

Era lì, davanti a lui, sdraiata sul divano di velluto rosso come il sangue, coperta solo da una sottoveste che lasciava poco all'immaginazione. I capelli scuri risaltavano ancor di più l'incarnato pallido, perfetto, così innocente.

Eppure, Marlene McKinnon era morta.

Morta.

Morta.

Non sarebbe più tornata, doveva ricordarselo.

"Non fa più effetto come la prima volta" disse Sirius, seduto in un angolo, le braccia conserte e i lunghi capelli di pece inermi davanti agli occhi.

"Non sembrava così, quando mi hai osservata.. ancora una volta" sorrise sorniona Marlene.

"Certo, diciamo che vedere la propria amica morta che ti fissa dal divano non sia la cosa più piacevole del mondo" commentò lui con sarcasmo.

"Mi piace questa vena ilare. L'ultima volta non c'era".

"Perché il tuo giochetto mi ha annoiato. Pensi di andare avanti per molto? Perché ho di meglio da fare che stare qui ad osservarti giocare ad Halloween".

Marlene rise, gettando la testa indietro e, per un secondo, Sirius sentì il sangue gelare nelle vene.. di nuovo. Il suono della risata, i movimenti.. tutto gli faceva pensare alla ragazza, a quanto avrebbe voluto stringerla, sentirla viva tra le braccia. Ma quel pensiero venne subito scacciato dal ricordo del corpo gelido che aveva sorretto qualche mese prima.

"Ormai dovresti sapere che mi diverto da morire" miagolò la ragazza, stiracchiandosi come una gatta sul lungo divano e lasciando che la sottoveste le scoprisse le gambe magre. "Ma tu e la tua amichetta non avete più voglia di giocare, non è vero? È per questo che hai portato la spada con te" mugolò sporgendo il labbro inferiore. "Che cosa volete fare? Trafiggermi, di nuovo? Prego" e lasciò scivolare una spallina lungo il braccio, finché il seno non fu quasi scoperto. "L'ultima volta ci ho messo quasi due giorni a guarire; magari avrete più successo".

"La prossima volta ti assicuro che il bersaglio sarà la tua gola, così testeremo la tua immortalità" replicò Sirius. "Ora, puoi tornare nel tuo corpo? E magari, rivestirti?".

Gli occhi azzurri di Marlene lampeggiarono di rabbia, ma al posto di accontentare il malandrino, si sfilò completamente la veste, lasciandola cadere sul pavimento.

"Oh Dio" sospirò Sirius, passandosi le mani sugli occhi e scuotendo il capo. "Non mi tenterai con della necrofilia, sappilo" continuò, senza guardare. "Ora, se vuoi.." ma il suono del campanello lo interruppe.

Erano mesi che nessuno premeva il campanello.

"Visite!" esclamò Marlene, fintamente deliziata, battendo le mani. "Finalmente potrò vedere una faccia che non sia la tua o quella della tua petulante amica".

"Stai sicura che passerà molto tempo prima che tu possa godere di questo privilegio" rispose il malandrino, alzandosi. "Non muoverti" aggiunse poi, con un mezzo sorrisetto.

"Ma davvero?". Marlene alzò le mani e fece tintinnare le lunghe catene di acciaio che la inchiodavano a terra. "Diventi ogni giorno più divertente, Black", ma lui non la sentì, perché si era già richiuso la porta alle spalle.

Il ragazzo scese le scale cautamente, la bacchetta stretta nella mano.

Non era possibile che qualcuno conoscesse quel posto, perché semplicemente non esisteva, o meglio.. esisteva agli occhi di chi sapeva dove cercare. Ossia, la sua famiglia.

Però, da quando Lord Voldemort aveva offerto loro un luogo sicuro, il numero 12 di Grimmauld Place era rimasto inabitato finché Sirius non aveva deciso di occuparlo e di nasconderlo agli occhi di tutti grazie ad un Incanto Fidelius, di cui il custode era Mary.

"McDonald, ma che..?" domandò, ma le parole gli rimasero bloccate in gola.

A ricambiare il suo sguardo, in piedi davanti a lui, stava Lily Evans.

"Ciao, Sirius" lo salutò.

"Cosa ci fai qui?" le chiese, brusco.

"Bel modo per accogliere un'amica" ribatté lei, sfilandosi il cappotto ed appendendolo vicino alla scala. "Anche io sono felice di rivederti.. e grazie per aver risposto alle mie lettere".

"Cosa ci fai qui? Come ci sei arrivata?".

"Sono stata io" rispose Mary, comparendo dalla cucina. Nel cogliere lo sguardo diffidente di Sirius, sospirò: "Avevi bisogno di vedere qualcuno che non fossi io, e sappiamo entrambi che ho ragione. Lily aveva il diritto di..".

"No! Tu non avevi il diritto di rompere l'Incanto Fidelius!" la interruppe il Black, con rabbia. "Avevamo fatto un patto, Mary! Avevamo giurato che avremmo agito da soli per il bene dei nostri amici!".

"I nostri amici hanno bisogno di noi, adesso!" esclamò la McDonald, avvicinandosi a lui. "Tu sai che è così" gli disse con dolcezza. "Remus e Peter non possono farcela senza di te, non in questo momento. Avete bisogno l'uno dell'altro" sussurrò, sfiorandogli una guancia con la punta delle dita.

Lily li osservò, in silenzio.

Una parte di sé si sentì tradita da quella confidenza che si era creata tra Sirius e Mary: lei gli aveva scritto per tutta l'estate; aveva tentato di mantenere vivo un rapporto, ma lui era rimasto nascosto.. con lei. Eppure, la Caposcuola sapeva di dover tutto alla McDonald: senza di lei, non sarebbe mai riuscita a trovare il Black, ma soprattutto, se Mary non ci fosse stata, probabilmente Sirius sarebbe sprofondato nell'oscurità.

"Sirius.. io ho bisogno di te" sussurrò Lily.

Il malandrino si voltò ad osservarla e, per un secondo, la grifondoro credette che le avrebbe detto di andarsene.

Poi, lentamente, Sirius fece un passo nella sua direzione e, l'attimo dopo, la Caposcuola si ritrovò ad abbracciarlo con una disperazione che non sapeva neppure essere sua.

Lasciò che tutti quei mesi di dolore venissero a galla; gli permise di consolarla, mentre lei, ormai impotente, piangeva sulla sua spalla come una bambina.

Sentì il peso della sofferenza cominciare a sciogliersi, perché poter stringere Sirius, parlare con lui o semplicemente guardarlo, era come aver fatto un passo nella direzione di James ed Emmeline.

Così, stretta nelle braccia del malandrino, si sentì quasi a casa.

<>

Tre mesi prima

"Lasciatela! Lasciatela stare!!" urlò James, tentando di divincolarsi dalle catene che gli stringevano i polsi.

Davanti ai suoi occhi, Emmeline singhiozzava a terra, rannicchiata in posizione fetale, mentre un Mangiamorte le puntava una bacchetta contro.

"Chi sono i membri della vostra società segreta?!" ringhiò per l'ennesima volta l'uomo di fianco al malandrino, tirandogli i capelli indietro in modo tale che fosse obbligato ad osservare l'amica.

"Vai all'inferno" sibilò James.

"Ancora!" ordinò il Mangiamorte.

"Crucio!" e la Vance venne scossa dal tremiti incontrollabili mentre, con rabbia, tratteneva urla di dolore.

"BASTA! SMETTETELA!!" gridò il malandrino, tentando di sfuggire alla presa dell'uomo. "Emmeline, ti prego!! Ti prego!!".

"N-NO!" disse la ragazza tra i denti, il fiato spezzato. "Non dire nulla.. J-James.. non dire.. nulla.." soffiò.

"Il vostro non è coraggio" ghignò i servitore di Voldemort, "è solamente stupidità" e colpì James al viso.

Il giovane cadde a terra, il volto ricoperto di sangue. Sputò e scosse la testa: "Saremo stupidi, ma non così tanto da dirvi quello che volete sentire" ansimò.

"Allora morirete!!" ringhiò il Mangiamorte, assestandogli un calcio in pancia. Tutti, nel sotterraneo, udirono chiaramente il suono della costola spezzata.

Il grifondoro urlò dal dolore, seguito a ruota da Emmeline che, per la centesima volta, sperimentò sulla propria pelle l'effetto di una Maledizione Senza Perdono.

Andarono avanti per minuti, forse per ore.. ormai il tempo per i due ragazzi sembrava essere scandito dall'intensità del dolore.

Quando finalmente di due Mangiamorte si stancarono, Emmeline e James giacevano riversi a terra, boccheggianti, incapaci di capire se fossero ancora vivi.

"E-Em.." mormorò il malandrino, digrignando i denti. Anche solo respirare gli sembrava impossibile.

"E-Em..".

"Sono qui, James.." sussurrò la ragazza.

"Mi.. d-dispiace.." singhiozzò lui, mentre il dolore alla costola gli annebbiava la vista.

"Fa.. fa niente.. s-sto bene..".

Al ragazzo scappò una mezza risata, sostituita subito da un colpo di tosse. Si girò su un fianco e sputò un grumo di sangue. "Anche io.. sono.. s-stato peggio..".

"Non possiamo arrenderci.." disse Emmeline, mentre il mondo si faceva scuro, intorno a lei. "Per i nostri amici..".

"Per i nostri amici.." ripeté James, prima di perdere i sensi.

Ciao a tutti, Potterheads! ♥️
Oddio, siamo al sequel, finalmente!

Come avete passato la fine dell'estate? Io sui libri, ahahahah che tristezza. Non c'è niente da ridere😭

Comunque, ho avuto del tempo per me, per organizzare la storia e.. voilà!! 🎉
Spero che come primo capitolo vi sia piaciuto.

Per chi avesse bisogno delucidazioni, o se io non fossi stata chiara, sono passati TRE MESI dalla battaglia ad Hogwarts, quindi siamo circa a inizio settembre!
Da quello che avete letto, dopo la scomparsa di James ed Emmeline, i malandrini si sono sciolti: Remus con Lily, Sirius con Mary e Peter per conto suo. Inoltre, Alice e Frank si sono uniti definitivamente all'Ordine (anche gli altri hanno aderito, ma loro hanno lasciato tutto per impegnarsi nelle missioni).

Beh, mi auguro di aver attirato la vostra attenzione, soprattutto riguardo a James. Che cosa gli sarà successo? Qualche idea??

Vi auguro un bellissimo fine settimana, anche se siamo a mercoledì!😹

Un beso,
Laura♥️🎉😻😘😊🌸🤪

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