Capitolo 21 : Cosa sto facendo secondo te?
The Neighbourhood - Prey
Capitolo 21 : Cosa sto facendo secondo te?
Immediatamente dico l'unica cosa che mi sembra più opportuna:
«Ciao.»
Veramente Alex? Veramente?
I nervi danno inizio alla loro manifestazione nel mio corpo, accorgendomi che il ragazzo di fronte a me non sembra disposto a parlare o ricambiare almeno il saluto. Semplicemente mi osserva con attenzione, perforandomi l'anima con il suo sguardo glaciale e inespressivo.
«Hai scambiato la mia stanza con quella di Jane?»chiede dopo un po' con voce secca. Annuisco con lentezza.«Perfetto, è quella davanti alla mia. Ah, e chiudi la porta quando esci, Alex.»
La fredezza e l'indifferenza evidenziata nella sua espressione immutabile, fanno si che una indecifrabile sensazione si ingarbugli con impeto nelle mie viscere, come una stretta allo stomaco.
Mi aggiusto la giacca nera che ho addosso e faccio un grande respiro. Questo è un po' imbarazzante e anche umiliante. Nicholas rende tutto ciò così.
Osservo come si gira, dandomi completamente le spalle; non curandosi della mia presenza. Lo scruto dal basso fino all'alto, fermandomi in un punto di preciso: la sua clavicola.
Deglutisco saliva, sorpresa da quello che vedono i miei occhi. È una grandissima cicatrice che parte dall'alto e finisce a destra della sua costola; come una riga. Ma la cosa più dolorosa è non poter distogliere la vista da alcune bruciature nella sua vita da dietro.
Bruciature di sigaretta.
Mi lascio guidare dal mio istinto, e mi avvicino con passo titubante fino a raggiungere la sua esatta posizione. Alzo la mano e, anche se riesco a sfiorare quel pezzo di pelle ferita, mi ritrovo in meno di un secondo sul letto, con Nicholas sopra di me.
Nelle sue pupille compare un lampo di rabbia.«Che volevi fare?»
Il mio cuore rischia il collasso, la pelle si riscalda e formicola sotto il suo sguardo indagatore e irruento. Il respiro diviene trafelato quando mi accorgo che il suo corpo è molto vicino al mio, tanto da poter sentire il calore che emana la sua anatomia.
«Lasciami.»inizio a muovere gambe e braccia affinché possa uscire da questa posizione scomoda, ma ogni intento viene vanificato da lui stesso.
Le sue mani afferrano i miei polsi ad ogni lato del mio viso all'istante, mentre il suo ginocchio in un azzardo si avvicina al centro delle mie gambe, per poi posizionare l'altro al lato della mia gamba destra, bloccandola facilmente con la velocità dei suoi movimenti. Sono totalmente fuori gioco; invulnerabile.
«Ma che diavolo ti prende, eh?! Lasciami andare ora, Nicholas.»ordino con voce ferma, nascondendo il velo di insicurezza in essa. Intravedo una vena accentuata nella sua mandibola stretta.
«Perché non te sei andata? Maledizione, perché diavolo sei rimasta?»domanda, ignorando le mie parole completamente. Lo guardo per un momento e mi maledico quando la mia vista ricade nelle sue labbra umide.
«Volevo farlo, ma poi ti sei girato e ho visto...quello.»deglutisco saliva, concentrando la mia attenzione nei suoi occhi impassibili e freddi, i quali mi consumano con il loro asfissiante sguardo grigiastro.«Scusami se...»
«Sono anni che la gente fa quella faccia ogni volta che le vede, poi restano muti.»esordisce con una nota di fastidio nella voce; irritato.«Non c'è mai nessuno che abbia il coraggio di dire che sono orribili...»divaga, stringendo ancora di più la mascella. Inclina di alcuni centimetri il viso e mi scruta, finendo per negare con la nuca.«Anche tu sei uguale a loro, Alex.»
Non so spiegarmi il motivo, ma l'ultima cosa provoca in me un dolore morale. La delusione che si cela nel suo viso stanco e tormentato sono come spine nel mio petto: ognuna ferisce più dell'altra.
«Dici che sono uguale, no? Non lo sono affatto, Nick. Molte persone ti avrebbero dato la loro snervante compassione, ti avrebbero dato quello sguardo di pena e di scuse. "Povero ragazzo, avrà sofferto molto!" o "Ti capisco." Sai una cosa, Nick? La gente non lo capisce veramente, non capisce cos'è provare il tuo dolore o rabbia finché loro stessi non lo provano.»asserisco, cogliendolo di sorpresa.«Non ti dirò mai quel che ti ho detto e nemmeno mi vedrai guardati con pena, Nick. Ma una cosa la riceverai da me, e sai cosa? La mia totale comprensione. So benissimo che vuol dire soffrire, e credimi se ti dico che conosco il dolore. Quindi, non dire mai che sono uguale a tutti perché non lo sono, Nick.»
E contro ogni eventualità la sua reazione è una sola: ridere.
«Mi ero dimenticato di tutto questo, dei tuoi discorsi e della tua eloquenza, Alex.»accenna un sorriso sornione e per qualche motivo a me ignoto, il mio animo si rallegra. Non ha più l'espressione intimidatoria e dura di poco fa.
Non c'è più la soffocante nostalgia in lui, e mi afferro all'idea che sia a causa mia. Un sentimento strano a me si espande come un soave farfallio nel mio petto.
«Ora per favore potresti lasciarmi andare?»gli chiedo con gentilezza nel tono, mostrando un piccolo tartaglio nella mia voce tremante.
Mi sorride, i suoi occhi assumono un ché di lascivia.«No.»
E dopo un secondo accorcia ancora di più la nostra distanza e inclina il volto fino alla pelle scoperta del mio collo. Un fremito mi assale lungo la colonna vertebrale quando le sue labbra sfiorano con delicatezza quella zona.
«Mi metterò a gridare se non mi lasci, Nicholas.»lo ammonisco in un sussurro, tentando di muovere il braccio inutilmente.
Alza il viso e mi guarda.«Allora grida s'è quel che vuoi.»informa.
Trattengo il respiro dentro, sentendo come la sua bocca inizi a lasciare baci al di sotto della mia mandibola. Stringo i pugni con forza e mi trattengo dal sospirare quando il suo ginocchio si avvicina di più al centro delle mie gambe.
Una vampata di calore si propaga in tutto il mio sistema alterato; il mio polso accellera realizzando che Nicholas ha ancora un asciugamano che gli copre dalla vita in giù. Una zona molto pericolosa se ti ci metti a pensare.
«Che stai facend-»mi interrompo da sola, sentendo come libera il mio polso e afferra l'altro con velocità, eliminando ogni via di scampo.
Maledetto.
«Cosa sto facendo secondo te?»sussurra, prendendo il lobo del mio orecchio con sensualità. La sua vista ricade nel mio petto e poi nelle mie gambe immobilizzate.
Un scintilla di malizia compare nel suo sguardo e soffoco un gemito in bocca quando la sua mano sinistra si addentra nella maglietta e sfiora la mia pelle calda. Il suo tocco diventa più avido e vorace, suscitando in me una sorta di eccitazione. Avverto come il mio cuore palpiti e la tangibile tensione sessuale in questa stanza ci avvolga con immediatezza.
Sfiora molto lentamente il mio stomaco, quasi volesse ammirare il mio corpo. Chiudo gli occhi, sentendo il piccolo suono della lampo abbassarsi fino alla metà; mi osserva come se aspettase qualche mia reazione.
Io non faccio altro che restare ferma, ogni muscolo intorpidito; ammicca con gli occhi. La sua nuca si posa nel mio petto e lascia andare una risata arrogante.
«Ti provoco questa reazione, Alex?»chiede, sfiorandomi con il naso il collo e lasciando un bacio procace lì.«Vorrei scoprire cos'altro susciterei in te se, per caso, decidessi di togliermi l'asciuga...»
«Che state facendo? Nick, perché hai Alex sotto di te?»la graziosa voce di Jane ci riporta alla realtà, causando che Nicholas si allontani subito da me.
Mi alzo dal letto con la dignità nel suolo e mi sistemo la giacca addosso, sistemando poi i miei capelli disordinati e i jeans. Gli lancio un'occhiata di sfuggita e poi faccio un ripasso velocemente.
«La prossima volta bussa alla porta, Jane.»impone con durezza, grattandosi la nuca.
I momenti che ho passato insieme a lui, seppur effimeri, hanno sempre come inizio delle ambigue e criptiche discussioni, concludendosi poi in un disgelo tra di noi; lui rievocando ceneri di un passato trascendentale e io schivando il suo sguardo enigmatico.
Usciamo dalla stanza di Nick-finalmente-ed io e Jane ci dirigiamo nella sua camera di fronte a questa. Appena apre la porta non posso far a meno di ripensare a quelle bruciature nella sua spalla.
Chi è stato a fargli una cosa talmente efferata?
«Ti piace la mia camera, Alex?»
La stanza di Jane potrebbe far piangere a cataratte una adolescente della sua età e persino della mia per l'invidia.
I miei occhi ricorrono la stanza: è spaziosa, nella parete destra c'è un letto enorme con mille cuscini bianchi e rossi, abbinati con i colori delle pareti che sono pitturate di una gradevole tonalità azurro chiaro. I mobili, dove si annovera una scrivania color cioccolato e un computer portatile della Apple, insieme al sofa rosso chiaro e alla specchiera luminosa e pulita, danno un'idea del carattere di Jane: solare.
«È perfetta...»mormoro, contemplando lo scaffale quasi spoglio se non fosse per i tre libri posati lì. Mi giro verso di lei e le sorrido dolcemente.
«Davvero ti piace? Nel mio compleanno ho fatto vedere la mia camera alle ragazze del quarto anno e l'hanno trovata orribile e molto infantile...»divaga con lo sguardo abbattuto, sedendosi nel suo letto.
Mi avvicino e poso la mia mano sulla sua spalla.«Sai Jane? Credo proprio che quelle ragazze erano invidiose di te. Andiamo, chiunque vorrebbe avere questa stanza. È perfetta!»
La mia attenzione viene catturata da alcuni poster di band accanto al suo letto. Adocchio due libri aperti sul suo tavolino di notte.
«Vedo che ti piace anche Edgar Allan Poe, eh Jane? Hai buon gusto.»mi complimento con lei in un sorriso affabile, per dissolvere quella facciata nervosa in lei.
«Allora, Jason mi ha detto che volevi vedermi.»
Strabuzza gli occhi.«Beh, ecco...sì. Cioè, io mi chiedevo se...potevamo passare del tempo come due amiche, Alex...»la sua voce tradisce il timore di un possibile rifiuto da parte mia.«Capirò se mi dirai di no...»
«Certo.»sgrana gli occhi, stupita.«Se vuoi usciamo ora.»propongo energica, causando un sorriso giulivo nel suo volto lindo.
«Aspetta, non stai scherzando, vero? Usciamo ora? In questo preciso momento della nostra vita, alle...»guarda il suo cellulare.«cinque e mezza?»
«Sì Jane. Alle cinque e mezza di questo preciso momento del 2016, ma se non vuoi...»
«No, certo che voglio! Aspetta mi metto qualcosa!»una scintilla di euforia si presenta nel suo sguardo.
Aspetto pazientemente che si metta il suo giubbotto pesante rosso e poi scendiamo le scale mentre mi parla di un libro di Thomas Hardy, cosa a cui presto poca attenzione senza volerlo. Mezz'ora fa mi ritrovavo nel letto con Nicholas sopra di me, e ora esco con Jane fuori. Suona quasi inverosimile.
«Mamma, io esco con Alex fuori!»grida la ragazza con lena. All'istante sua madre si precipita nel salotto e la guarda.
«Va bene, ma non andate troppo lontano, ragazze. Ti dò due ore, Jane.»precisa, dedicandole uno sguardo un po' severo. Guarda sopra le nostre spalle e nel suo volto compare un ché di stupore.«Oh. Nicholas esci anche tu?»
Sento la sua presenza dietro di me, così come il suo respiro che solletica le mie orecchie.«Sì, vado a casa di Brad.»
«Certo, certo. Non tornare troppo tardi, tesoro!»grida con dolcezza quando Nick esce di casa giocando con le chiavi della sua macchina. Non c'è nessuna traccia di confidenza in lui con questa donna.
«Ma mamma, a me dai a malapena due ore e a lui non dici niente?»si lamenta Jane, guardando male sua madre la quale ritorna in cucina, imperterrita.
Il rombo di un motore echeggia con furore nell'aria, per poi disperdersi tra le strade.
«È strano ultimamente...»sussulto quando sento la voce di Jane vicino.
Strano e malinconico direi.
«Allora, dove mi porti, Alex? Sono così emozionata!»esclama, controllando la voglia di abbracciarmi. Le sorrido con la mente concentrata in un altro orizzonte.
«Andiamo in un posto che ti piacerà.»sussurro divertita mentre attraversiamo la strada e andiamo diritte a destra.
Ci mettiamo venti minuti per giungere alla nostra destinazione, camminando. Solo quando siamo a dieci metri della casa dei Prescott, ci facciamo spazio tra i grossi cespugli che danno giusto con l'entrata del cancello. Saliamo la piccola collina coperta da un'immensa quantità di foglie secche e rami rotti nel suolo. Spingo il cancello arrugginito con la scritta in alto "Welcome to Masenwood" e faccio un cenno a Jane per farla entrare.
Con il volto stupefatto.«Wow...»
L'enorme vegetazione si espande in un punto che sembra non avere una fine. Alti e frondosi alberi si innalzano con maestosità, lasciando cadere ogni tanto qualche foglia nell'erba; l'aria fischiando annida il vento snervante. Nel mio campo visivo appaiono moltissimi cespugli verdastri, i quali coprono alberi morti e abbattuti. Una eterea sensazione di pace si dirama da ogni parte del corpo a contatto con la natura.
«Ti piace?»
«Se mi piace? Cavolo, lo adoro. Santo cielo! È bellissimo!»esclama in mezzo ad un gridolino acuto.
Mi avvicino a lei.«Senti, lo so che forse volevi andare al centro commerciale o da un'altra parte, ma io non sapevo dove portati...»divago mentre entrambe ci sediamo sul tronco di un albero messo a orizzontale.
«Hai fatto bene, Alex! Dio, adoro questo posto.»proferisce in un sorriso estasiato, ammirando tutto attorno a lei.
«Cavolo, mi sento così rilassata qui. Sembra tutto così magico, quasi come una favola. Ci manca solo che appaiono gli elfi e le fate per ucciderci!»ride in un modo bizzarro. Mi osserva e poi chiede:«Come l'hai trovato? Da quel che ho visto non ci viene mai nessuno, vero?»
«Prima io e Claudia ci venivamo spesso, ma poi...non so, abbiamo smesso di venire qui. Credo proprio che ce ne siamo dimenticate e basta, Jane.»informo chiudendo gli occhi, deliziata dall'odore a muschio e pino che alleggia nell'ambiente.
Parliamo per almeno cinquanta minuti, anche se per me sembrano ore. Scopro che Jane è una ragazza molto simpatica e dolce, che le piace Nashville e adora disegnare di notte. Poi rimango sorpresa quando mi dice di essere stata presa di mira da alcune ragazze del quarto anno nella sua scuola, e che le piace un ragazzo-sospetto sia Ryan-della sua classe. E infine mi metto a ridere per i nomignoli, da lei coniati, per gli amici di Nicholas.
«... infine c'è Derek che lo chiamo "Coniglietto disperato"!»rido ancora una volta mentre lascio cadere il ramo di betulla dalle mie dita.
«E Nicholas come lo chiami?»
«Beh, non ho molta confidenza con lui...ma lo chiamo solo fratellone. Sai? Un po' mi rode che non sia affettuoso con me, non mi abbraccia mai...»divaga, prendendo alcune foglie e ordinandole in una linea retta.
Mi lascio andare alla irrefrenabile voglia di saperne di più.«Nicholas è adottato?»
Merda, forse sono stata troppo avventata.
«Sì...anche se a dire il vero i miei non ne parlano mai dell'argomento in mia presenza, solo con Nicholas.»confessa, guardando il cielo cristallino.«So poco del suo passato, per non dire quasi nulla. Sai? Lui non è molto comunicativo.»
Ecccome se l'ho percepito.
«Però ho notato che in questo periodo è più allegro. Tranne questa settimana, che sembra letteralmente un cadavere vivente.»asserisce, guardando l'ora nel suo cellulare.«A volte, di notte, lo vedo uscire dalla sua camera dalla finestra. Non so dove vada, ma ritorna sempre con alcuni schizzi di sangue in faccia e dei libidi.»
Io invece un'idea ce l'ho. Al Red Righlights.
«Ma i tuoi non gli dicono niente? Non se ne rendono conto?»cavolo, devo smetterla. Sembro una impicciona.
«Mamma lo sa...ma papà no, dato che è fuori città per lavoro. Non so sinceramente cosa fare con Nick. Mi preoccupa il suo comportamento...mamma dice di dargli il suo "spazio"come sorella, ma non ce la faccio.»afferma, negando con la testa e tirando un sasso.
«Grazie di avermi ascoltato, Alex.»mi guarda con i suoi occhietti vispi e sorride.«Non sapevo con chi altro sfogarmi.»
Proprio quando stiamo per alzarci e andarcene, la ragazza decide di parlare ancora.
«Sai? Penso tu sia molto importante per Nicholas.»dice con convinzione.
«Perché lo dici?»
«Perché non la smette mai di sussurrare il tuo nome con tristezza tutte le notti.»
***
«Allora non avete ancora fatto bum bum? Diamine Alex! La discepola dovrebbe superare la maestra, non deluderla!»esclama ridendo come una pazza; sorrido. Mi mancava il suo carattere.
Mi sdraio nel mio letto e accomodo il cellulare meglio.«Senti, non so nemmeno perché te l'ho detto, Clau.»
«Perché io sono cupido, versione femminile però!»dice ridendo della sua battuta.«Alex, come va con tua madre?»
Ed ecco la domanda a cui non voglio rispondere.
Questa prima settimana di gennaio io e Mairan abbiamo avuto una discussione piuttosto calma. Non mi sgrida, né tanto meno mi guarda con disprezzo o mi umilia, solo si limita a mantenere una facciata gentile con me, quasi come una vera madre. Anzi, devo dire che ha insistito a pranzare tutte due più spesso e la notte, prima di andare a dormire, mi lascia una carezza sul braccio.
Lo ammetto, per qualche secondo ho voluto lasciarmi crogiolare e parlarle con tranquillità quando mi ha chiesto della scuola, dei professori, di me e perfino dei miei amici!
Ma sarebbe come dimenticare tutto ciò che ha fatto a me a papà. Ogni lacrima, ogni grido, ogni insulto non possono andare direttamente all'oblio perché solo ora lei vuole essere una madre. Semplicemente non si può.
D'altro canto, ho avuto il coraggio di leggere quella cartella clinica. Quella di Sam.
Il possibile padre di Nick.
«Ehi! Ciccia, sei ancora lì?»
«Ah, scusa Clau. Stavo pensando.»dico, cercando nel mio cellulare il suo contatto.«Comunque con Mairan le cose vanno...bene.»
«Wow, dal tuo tono spento presumo che va da schifo, vero?»annuisco anche se non mi vede, ma ormai è un abitudine.«Sei riuscita a contattare tuo padre?»
«No.»
«Cazzo, la vita ti sta dando proprio degli schiaffi forti, amica...»dice, continuando a parlare.
«Grazie per ricordarmelo, Clau.»
«Di niente, servono a questo le amiche.»
«Ehi, devo finire ancora metà pagina degli esercizi della McGranitt. Ci si vede a scuola, Clau.»finalizzo la chiamata dopo che ci salutiamo.
Giusto quando sto per sedermi nella scrivania, il mio cellulare trilla.
«Emmm...pronto?»dico stranita.
«È nel Montana. Distruggi questa cazzo di famiglia, per favore.»e dopo cinque secondi prosegue.«Sono Matthew, figlio di Rickard.»
E riattacca.
Hey, hey!
Anyway, sorry per il ritardo!
Avevo detto che il capitolo ce l'avevo già pronto, ma ahimè...
MI S'È CANCELLATO IL CAPITOLO!
LA SFIGA È PARTE DI ME.
Comunque, cosa ne pensate del capitolo?
Ah, domanda very important:
Questa copertina va bene o ne serve un'altra? Please, rispondetemi. Mi servono opinioni al riguardo.
Eh beh...
GRAZIE PER 7K VIEWS.
BYE, BYE.
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