Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 20 : Ti dirò la verità.


The Neighbourhood - Sadderdaze.

Capitolo 20 : Ti dirò la verità.

«...i suoi genitori sono morti, Alex.»

Morti.

Morti.

Morti.

Ogni parola si unisce al vortice che gira impetuoso su sé stesso, provocando una rapida reazione nel mio corpo, prigioniero di una potente calma indesiderata. La furia, dell' incessante ripetersi della frase, porta alla creazione di un sentimento oramai raro in me: comprensione.

Non sento la comune e odiosa compassione per Nick.

Moltissime domande circolano nella mia mente in un modo così vorticoso da provocare un piccolo giramento di testa.

Avrà dei fratelli o sorelle? In che modo sono morti i suoi genitori? Cos'è veramente Jane per Nicholas? Perché è qui? E perché non riesco a smettere di pensare ad una questione così personale?

Dopo che Brad me l'ha detto lui se n'è andato insieme ai suoi amici alle loro rispettive classi, lasciandomi da sola in mezzo al corridoio. Non nego che avrei voluto fare delle domande, ma mi rendo conto che sarebbe risultato un po' scomodo e mi avrebbero preso come una impicciona.

E poi, il lampante sguardo abbacchiato di Brad mi è bastato per capire che non mi avrebbe detto niente al riguardo. Allora perché spiattellare una cosa così personale del suo amico ad una completa sconosciuta come me?

Insomma, non so quasi nulla di Nick, aldilà del fatto che insiste a dire che lui mi conosce, e anche molto bene da quel che ho capito. Cominciando dal fatto che mi ha chiesto di Mairan in un modo così confidenziale, ed io non parlo mai della mia famiglia se non a persone strette.

E Claudia che disse quella volta, dopo essere uscite da quel edificio locale, che io lo conosco benissi...

«Signorina Kate!»

«Che c'è?!»esclamo di replica, ma subito mi pento della mia azione.

Merda, ho risposto male alla Milies. La mia cara insegnante di Chimica, nota a tutti per le sue lezioni tediose.

I suoi occhi si spalancano di colpo e assume un'espressione intimidante dietro i suoi enormi occhiali che già di per se le danno un aspetto da strega cattiva, e di certo aiuta il corpo smilzo che ha ad attribuirle tale appellativo.

«Signorina Kate, non so s'è al corrente, ma nella mia classe non accetto che mi venga dato questo tipo di risposta!»scandisce bene le parole con la sua voce stridula. È un brutto segnale.«Quando le chiedo una cosa lei mi deve rispondere così: "Sì, professoressa?"»

Certo, ed io ovviamente lo farò. Ci conti.

«Ora risponda alla domanda che le ho fatto prima. Spero mi abbia almeno ascoltata.»

Tutti di colpo sembrano farsi gli affari miei e si girano verso la mia direzione, causando che il mio polso acceleri per essere davanti a decine di sguardi curiosi.

«Potrebbe ripetere la domanda?»

La platea scoppia in risatine infantili dopo che ho parlato. Questo sembra irritare la Millies perché subito dopo sbatte il palmo della mano contro la cattedra ed uno scomodo silenzio si instaura nella classe.

«"Da cos'è costituito un atomo?". Era questa la domanda! E vadi bene che se non mi risponde in modo corretto le metterò una F!»grida arrabbiata, dedicandomi uno sguardo di riprovatoria.

Per fortuna quel pezzo del capitolo l'ho studiato e le rispondo con tanto di precisazioni e dettagli che non c'erano nel libro, sorprendendola e guadagnandomi un visto buono da parte sua. Beh, non è così cattiva come sempre.

<<Strano, hai studiato. E dire che non hai la febbre. Forse le mie preghiere sono state ascoltate finalmente!>>

Maledetta coscienza.

Al suono della campanella tutti sgattaiolano fuori dalla classe per andare a quella successiva. Io invece, come la perenne lumaca che sono, sistemo ancora i miei libri nel mio zaino.

Procedo ad uscire dall'aula, soffiando un capello che mi cade in fronte. Mi fermo quando sento qualcuno accanto a me che mi segue.

Mi giro e trovo un Jake sorridente.

«Sì?»

«Ecco io...mi chiedevo se tu...»si gira i pollici e poi si gratta la testa con nervosismo. Alzo un sopracciglio.«...potevi darmi il tuo numero.»

«Il mio numero di scarpa è il 38, Jake.»

Lui emette una piccola risata e poi mi guarda seriamente, non tralascio il fatto che sfila il suo cellulare dalla tasca dei suoi jeans blu indaco.

«Io intendevo il tuo numero di telefono, Alex.»precisa con un radioso sorriso che mi risulta falso e piuttosto fastidioso.

Veramente il capitano della squadra di Football mi sta chiedendo il mio numero?

Puff, troppo cliché per crederci.

«Perché?»indago con fare sospetto. Entrambi cominciamo a camminare nella classe di Cox. Meno male che quest'ultimo arriva sempre in ritardo di 15 minuti.

«Non so, voglio chiamarti e messaggiare con te.»divaga, aggiustandosi la collanina di conchiglie nel collo. Poi incontra il mio sguardo.«Magari per uscire insieme, Alex.»

Okay, seriamente. Questo non può star succedendo veramente.

«Tigre! Eccoti!»io e Jake ci giriamo e vediamo Jason correre verso di noi con un sorriso genuino.

«Non dovresti essere in classe?»chiedo divertita quando mi posa il braccio nella spalla. Ormai credo sia un'abitudine in lui.

«L'hai detto tu, dovrei.»ribatte muovendo le dita. Poi nota che sono in compagnia e giuro che voglio darmi uno schiaffo per quello che dice.«Hey, io sono il magnifico Jason! Sei uno spasimante disperato della mia carissima tigre?»

Jake rimane pietrificato, senza saper cosa dire. Rivolgo lo sguardo verso Jason e me lo trovo sorridendo soddisfatto di averlo fatto innervosire.

«Ah, me lo stavo dimenticando. Nicholas mi ha detto di dirti che la piccola Jane vuole vederti uno di questi giorni.»informa giocando con una ciocca dei miei capelli disordinati.

«Nicholas Morgan?»domanda Jake con un tangibile disprezzo verso quel nome. Prevedo guai.

Jason si stacca da me-finalmente-e lo guarda, indispettito.«Sì, perché?»

«Quel figlio di puttana me la deve pagare. Ha colpito Dylan...»Jake lo ignora ed inizia un soliloquio con se stesso. Mi accorgo che una vena nel collo di Jason si accentua.

Una tensione palpabile si instaura nell'ambiente circostante.

«Senti imbecille, i cazzo di problemi che hai con Nicholas li hai con me.»inizia a dire, mandandogli uno sguardo torvo.«Ora, riprova solo a insultarlo e vedrai che...»

«Vedrò cosa, eh?»si posiziona davanti a Jason, volendo mettere in chiaro chi è il più alto e imponente. Entrambi sono alla pari e sono sicura che, se solo tentassero di iniziare una zuffa, tutte due finirebbero male.

La situazione rischia di precipitare.

«Vedrai che la faccia da rincoglionito ti si leva a forza di pugni.»sono sicura che se Claudia fosse qui gli avrebbe detto: "Sì! Quello sì che è parlare, cazzo!".

Mi posiziono davanti ad ognuno con premura e spingo Jason indietro.

«Jake vai in classe, per favore. E tu Jason smettila di insultare alla gente senza un motivo.»intimo con voce ferma e sorprendentemente mi danno ascolto.

Puff, per un pelo.

«Non mi piace quel tipo. Cazzo, l'hai sentito come ha parlato di Nicholas?»mi chiede grugnendo.«E poi sì che c'era un motivo, Alex!»esclama, non chiamandomi più "Tigre" come prima.

«Senti, lo so cos'ha detto Jake...»

Sghignazza, «Já, il coglione si chiama Jake! Ha un brutto nome. È meglio il mio!»si pavoneggia, ridendo.

«Nicholas ha colpito il suo amico fino a rompergli il naso.»la sua espressione non si inmuta neanche di pochino.«Ha ragione ad essere arrabbiato, quindi è normale che ce l'abbia con Nick. D'altro canto è anche colpa mia.»informo e apprezzo che non mi abbia interrotto.

«Perché dici colpa tua?»

Lo osservo con più attenzione. I suoi occhietti di un leggero color miele ispirano una fiducia sicura e anche un ché di malizia in quel viso, che grida tutt'altro che serietà. Senza dubbio mi sta simpatico, ma non me la sento ancora di parlargli di un argomento che mi ha scottato molto.

Almeno non per ora.

«Jane vuole vedermi?»il ragazzo però nota la mia scomodità e annuisce, mandandomi un'occhiata comprensiva.

«Sì. Sai, lei ha poche amiche a scuola e non esce molto di casa...»divaga con fare pacato, incontrando il mio sguardo.«Voleva chiederti se avevi voglia di uscire con lei, ma non ha avuto il coraggio di farlo perché è molto timida.»

Aw, Jane è così adorabile.

«Perciò, praticamente ha supplicato Nicholas di chiedertelo.»precisa e continua a parlare.«Ma vedi, lui ora sta passando un brutto periodo e sta poco bene, quindi...»

«L'ha chiesto a te.»completo per lui e mi sorride senza troppa voglia, sicuramente preoccupato per Nick.

Che amici uniti.

«Non c'è problema, andrò da lei domani.»affermo, aggiustando lo zaino penzolante nelle spalle.«Jason...»

«No.»

Sgrano gli occhi.«Cosa no?»

«Non posso uscire con te, tigre. Neanche se me lo supplichi.»ride della propria battuta come se fosse la cosa più divertente.

Santo cielo, che modestia.

«Certo, certo. Molto divertente, JJ.»

«JJ?»

«Sì, tu hai dato un nomignolo a me e ora io dò uno a te. Mi sembra giusto, JJ.»sorrido internamente, osservando il suo viso stupito.

«Okay, fottutamente ti adoro.»precisa con un tono di voce piuttosto acuto. Rido.«Voglio che tu sia la mia amica, Tigre!»esclama saltandomi addosso, ridendo.

Sorrido, credo di aver trovato un nuovo amico.

[...]

Cammino con tranquillità e sospiro dal sollievo constatando che mancano pochi metri per arrivare a casa.

Dopo la scuola mi sono fiondata subito fuori, esattamente nel parcheggio dove tutti gli studenti hanno le loro auto e, ovviamente, anche Nicholas.

Il risultato?

Non c'era la sua auto, cosa che mi ha fatto pensare che fosse venuto senza, ma poi ho capito una cosa: lui se ne era già andato di scuola da un pezzo.

Come lo so? Semplice.

Lui condivideva Matematica e Letteratura alle ultime due ore e mezza con me, nella mia stessa classe. Perciò, lì la deduzione.

Il quartiere in cui vivo è piuttosto calmo e pittoresco. Le case sono tutte a due piani e posseggono un piccolo giardino e, giusto al lato sinistro della fine della strada, si trovano due grandi lampioni che di notte hanno il compito di illuminare tutto il quartiere. Almeno nella maggior parte in cui sono accesi o ancora intatti.

Osservo il cielo. Non ci sono molte nubole bianche, lasciando un immenso spazio quasi limpido e di un azzurro opaco, cosa che mi sorprende. Siamo ormai già nella stagione dell'inverno e ci dovrebbero essere pioggie e tormente forti a Nashville.

Respiro l'aria alleggiante nell'ambiente, riempiendo i miei polmoni. Il mio cuore prende ad essere trepidante e il mio polso accelera di un po', adocchiando la Honda di Claudia parcheggiata di fronte a casa mia.

Mi sfilo gli auricolari dalle orecchie e mi preparo una frase di riconciliazione per la mia amica.

Avanzo di pochi passi e salgo i tre piccoli scalini che conducono alla porta di casa mia.

«Ciao mamma e...Claudia.»d'accordo, dovevo prepararmela meglio la frase.

Mairan è intenta a sorridere gentilmente alla mia amica, la quale la guarda stranita del suo comportamento. Ovvio, non è abituata a vedere una Mairan affabile e dotata adirittura di una grembiule di papere.

«Io vi lascio sole. Alex, se hai bisogno di qualcosa sono sopra in camera mia.»avvisa con voce forbita e la vedo salire sù per le scale con movimenti carichi di grazia.

Che brava attrice che sei, Mairan.

Io non me la bevo neanche un po'. So che sta fingendo-molto bene tra l'altro- e vuole farmi credere che sarà una madre responsabile e presente nella mia vita. Já, peccato che io la volevo fin dall'inizio.

Io troverò il modo di mettermi in contatto con papà e me ne andrò. Puoi contarci, mamma.

«Ehi! Ci sei?»mi agita la mano in faccia ed esco dal soliloquio mentale.

Prima che possa parlarle lei mi salta addosso, dandomi il suo classico abbraccio da mamma orsa.

Oh.

«Alex, mi sei mancata un sacco! Santo cielo, non hai idea di quanto desideravo vederti. Non litighiamo più, okay?»dice con voce da bambina, perforandomi con i suoi occhi verde smeraldo che sono lucidi in questo momento.

Cavolo se mi è mancata la mia migliore amica.

<<Non dimenticarti il motivo del vostro litigio, figlia mia. Tu vuoi sapere la verità su Nicholas.>>

Ed ecco il bicchiere gelato che mi viene tirato in faccia.

Mi separo da Claudia e lei mi dedica uno sguardo un po' ferito. Dannazione, per favore no un'altra discussione. Oggi ne ho avuto già abbastanza.

«Sei ancora arrabbiata, Alex?»mi chiede dispiaciuta, sedendosi nel divano del salotto.

«Non lo sono, Clau. Solo vorrei saperlo...»le mando un'occhiata suggerente. All'istante riceve il messagio e assume un'espressione combattuta.

«Io...va bene, ti dirò la verità.»

Il mio cuore prende a battermi all'impazzata nel petto.

Finalmente lo saprò.

«Vedi Alex. Io ho fatto una promessa infrangibile con Nick, ma credo che la nostra amicizia sia più importante di quello.»afferma con decisione ed un notabile senso di colpa prende ad espandersi dentro di me.

Claudia non ha mai, ripeto mai, spiattellato qualcosa di personale e di mio agli altri, pur sapendo che poteva farlo. È sempre stata una buona amica con me e Simon. Mi ricordo che nel nostro secondo anno alla Cromwell High School io scoprii il tradimento di mia madre e lo raccontai a lei. Cosa fece? Se lo tenne per sé e non lo andò a spifferare ai quattro venti.

Tutti a scuola hanno amici, ma sanno veramente il significato di ciò? Gli amici sono coloro che ci sono per te in ogni situazione, quelli che ti difendono dagli altri, quelli che ti appoggiano sempre e comunque, quelli che se li chiedi una mano non ci pensano neanche minimamente e sono lì da te in un batter d'occhio. E credo proprio che Claudia sia così. Un'amica vera.

Ed io che persona sarei se la obbligassi a rompere una promessa fatta da lei con Nicholas? Una orribile di sicuro. Anche se la curiosità mi consuma in questi momenti, anche se l'avidità di sapere la verità domina su di me, non mi faccio sopraffare e faccio la cosa che mi sembra più giusta.

«Clau, aspetta.»

«Uhmm?»

«Non dirmelo. Tu hai sempre mantenuto la parola, rispetti le promesse fatte. Che ami-»mi interrompe prima ancora che finisca.

«Nick vuole che tu scopra chi è lui da sola, Alex.»si affretta a dire con convinzione.

«Okay, Clau.»grugnisco ormai pentita di aver negato.

Maledetta me e il mio lato nobile.

Stira le braccia e sospira,«Allora, tutto risolto tra i tre moschettieri?»mi dice sorridendo.

«Tre moschettieri?»

«Io, te e Simon.»precisa.

«Tutto risolto, Clau.»si alza dal divano, andando a prendere la sua borsa.

Estrae da essa una barretta di cioccolata.«Ah, mi sono persa qualcosa in questi giorni in cui sono stata assente?»

«A proposito, dov'eri finita?»chiedo io più interessata a quello che ha in mano che a lei. Ride e mi da un pezzo.

«Ah, nulla di importante, Alex.»minimizza la questione.«Ero in casa a fare da babysitter al coglione di Dave.»

«Per cinque giorni?»indago, mandandole un'occhiata insistente.

«Aaargh! Madonna santa, non si può più mentire qui.»si lamenta senza voglia e rotea gli occhi.«Esta bien, per tre giorni ho avuto la febbre e ho fatto da babysitter all'imbecille di Dave.»

Quanto gli vuole bene.

«E gli altri due?»

«Sesso sfrenato con Brad. Niente di che.»strabuzzo gli occhi sorpresa.

«Clau, ma i tuoi?»

«Mamma è fuori con papà per questioni di lavoro, sembra che tra loro le cose si siano calmate.»sorride contenta di ciò. Lei ci tiene tanto nell'unione dei suoi genitori.«Dei tre giorni loro lo sanno, ma degli ultimi due no...»

«Ma...usate il preservativo per fare bum bum, vero?»

Questo è imbarazzante.


Ride di voglia e mi guarda.«Prendo la pillola, Alex. Un vero trauma per mia madre sapere che la sua piccola non è più vergine.»

«Ma non parliamo di me, dimmi di te. Simon mi ha detto di quello successo a scuola...»sussurra a bassa voce, dandomi un'occhiata accorata.

E per le prossime ore le racconto ogni particolare, dovendola a volte calmare per le bestemmie e insulti che ha da dire a Dylan. Poi nella parte di Mairan rimane assolutamente stupita e anche lei crede che sta fingendo. Infine, verso le sei, se ne va salutandomi con un abbraccio e un sorriso radiante.

Senza dubbio mi è mancata.

***

«Forza Alex, suona e basta.»mi incito da sola, e con un coraggio non da me premo il piccolo campanello bianco.

1 minuto.

2 minuti.

3 minuti.

4 minuti.

Ah beh, io ho suonato.

Ma giusto quando sto per andarmene, una voce delicata e soave parla.

«Scusami, ma ero al telefono.»si scusa, abbozzando un sorriso così splendente da poter illuminare qualsiasi oscurità.«Tu devi essere Alex, vero? Jane mi ha parlato molto di te. Credo tu sia la prima che lei consideri amica.»

Oh, quello mi è arrivato diritto al cuore.

È una signora sui trenta o quaranta, ma di certo non passa i cinquanta. Ha i capelli neri come la pece con due grandi occhi verde smeraldo e dalla pelle bianco latte, quasi come quella di Mairan.

I miei nervi si disperdono nell'oblio e mi rilasso quando la signora mi lascia entrare con grande gentilezza.

«È l'ultima porta a...»non finisce in tempo che il telefono trilla furiosamente e lei va ad attendere la chiamata con urgenza.

Beh, me la caverò da sola.

Salgo le scale con fare pacato, toccando la ringhiera di ferro di esse, meravigliandomi del loro aspetto così lucente. Già nell'ultimo scalino superiore posso intravedere che anche il secondo piano possiede la stessa eleganza e raffinatezza del primo.

Mentre osservo i tanti quadri appesi e alternati non posso far a meno di notare che vengono rappresentati perlopiù figure astratte e gotiche, ma mai una familiare.

«Quale sarà quella di Jane?»sussurro in un dilemma su quale stanza aprire.

Ci sono due porte bianche, una alla mia destra e una alla mia sinistra. Non c'è neanche un segno che le contraddistingue.

Alla fine scelgo quella a destra dopo una serie di domande.

«Wow...»mormoro.

Un letto a due piazze è situato al centro della stanza e ad ogni lato di esso si trovano dei mobili, al cui lato sinistro del letto vi è un enorme armadio color cioccolato posizionato esattamente davanti ad una piccola stanza che mi indica a pensare che sia il bagno.

C'è così tanto ordine da farmi vergognare della mia stanza ormai caotica.

In un angolino si trova una scrivania in cui sopra si posa un computer moderno argentato. Ma quello che mi sorprende realmente è la finestra, che punta diritta verso una direzione ben precisa.

«Quella è la mia...»

Sono nella sua stanza.

Ecco il motivo dell'aroma così additivo e mascolino appena entrata.

Ma proprio quando sto per girare i tacchi e uscire fuori, la porta del bagno si apre di colpo e la mia mandibola rischia veramente di cadere al suolo.

Mi trovo a sette metri con la visione di un Nicholas a petto nudo, con un insignificante asciugamano che copre il suo enorme...ecco, membro. Decine di gocce scivolano nel suo addome, finché si disperdono nella sua intimità maschile.

Oh, mio dio.



















Hallo mandarini!

Come va?

Finalmente sono in vacanze!

DIO SIA LODATO! Okay, basta sclero mentale.

Anyway, piaciuta la scena finale? +_+

Come vi è sembrato il capitolo?

Comunque, ho già pronto il prossimo capitolo!

LO SO! Siete sorprese.

Già, di solito ci metto gli anni di Cristo per scrivere, ma questa volta mi sento ispirata, quindi boh.

Cosa pensate di Jane?

Vi piace?

La adorate e shippate con Ryan?

E del nostro Jason?

Vi piace il ragazzo?

E...

DI CLAUDIA? FINALMENTE È RITORNATA.

Comunque, dopo che vi ho tartassati di domande, volevo augurarvi buone feste e tutto ciò.

Vi voglio bene.

Bye bye, ci si vede nel prossimi capitolo!





Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro