Capitolo 11 : Tanti auguri Jane! Parte 1.
Nothing But Thieves - Honey Whiskey.
Capitolo 11 : Tanti auguri Jane! Parte 1.
«Jane?»
«Ciao Alex! Emm...ecco...Argh! Sembrava più facile quando ero da sola.»dice abassando lo sguardo e giocando con le sue dita. Sussulto quando comincia a parlare chiudendo gli occhi.«Volevo chiederti se ti va di venire alla mia festa di compleanno, te lo ricordi? Te l'ho detto la prima volta che abbiamo parlato e... siccome non conosco quasi nessuno, volevo che tu ci fossi lì, sei l'unica amica che ho. Verresti per favore?»
E contra ogni prognostico, la mia reazione è ridere. Jane alza il sopracciglio nervosa e aspetta che io finisca. Ha le dita incrociate e gli occhi speranzosi.
«Certo, verrò alla tua festa! Non c'è nessun problema.»in realtà è un problema, ci sarà suo fratello e l'ultima cosa che voglio fare è incontrarlo ora. Merda, non dovevo dire di sì. Ormai non mi posso più ritrattare; Jane ha gli occhi che brillano di speranza. Ma perché nessuno vuole venire alla festa di questa ragazza?
«Sul serio?! Oddio, ti ringrazio infinitamente Alex! Sei la mia salvatrice! Non la smetterò mai di ringraziarti! Vali oro, no, di più dell'oro!»proferisce emozionata e in un secondo mi salta addosso, dandomi un abbraccio da mamma orsa. Le corrispondo un po' scomoda e poi mi scanso da lei in modo sutile.
Faccio un ripasso visuale di com'è vestita; porta una giacca nera di cotone con sotto una maglietta ampia con il logo dei Nirvana e, infine, degli skinny stretti con dei piccoli strappi nelle ginocchia. Senza dubbio si veste meglio di me Jane.
«Devo andare a comprare alcune cose.»le avviso mentre la vedo guardarmi con un enorme sorriso bianco. La ragazza davvero ha una bellezza che sorprende, ma solo ora noto che non gli assomiglia a fatto, neanche un segno particolare.
Niente.
«Quali cose? Posso accompagnarti? A casa mi annoio e mamma dice che mi farà bene uscire un po'...»bella scusa per accettare la sua petizione.
Jane mi guarda con supplicca e annuisco perché in fondo mi ricorda Claudia. Lei fa un'altra volta un salto emozionato e sorride con euforia. Sorrido, osservandola; così piena di energia e gioventù (sembro una vecchia pensando in questo modo), ancora una volta mi chiedo perché ha pochi amici? Perché nessuno vuole andare alla sua festa?
«Aspettami solo un secondo, devo prendere una cosa. Se vuoi entra...»e senza lasciarmi finire, si addentra con molta confidenza e prende in braccia Maccolt, il quale grugnisce perché l'hanno disturbato dal suo sogno di bellezza.
Quel cane deve fare ginnastica prima o poi.
«I miei non mi lasciano prendere un cane, oggi tenterò un'altra volta e magari cedono perché è il mio compleanno...»divaga mentre accarezza la testolina pelosa di Maccolt.
Annuisco e corro in camera mia in cerca di Minipig. Trovati i soldi scendo le scale e dico a Jane di uscire per andare in un supermercato.
E, come sospettavo, non chiude mai la bocca. Mai.
Sta parlando delle cose che ama, tra cui ovviamente non possono mancare la lettura e i panda. Ho capito che è meglio ascoltarla e lei si stancherà di parlare, lo so, forse è un po' scortese da parte mia.
Noto che la gente corre qua e là, intenti a seguire le loro strade e immersi nei mille pensieri che circolano per le loro teste; alcuni stressati, con il volto di chi è dipendente dalla caffeina per restare svegli e altri con il volto fresco, coloro che hanno l'attitudine di chi è figlio di papà.
Come sarà diventare grandi?
Come sarà avere un lavoro?
Il capo sarà severo con me?
Sono cose che vorrei sperimentare prima o poi.
Sospiro con impazienza mentre osservo senza battere ciglio.
Io e Jane siamo ferme sull'asfalto sporco, pieno di mozziconi di sigarette e della tanta sporcizia accumulata nel corso degli anni. Stiamo aspettando che il semaforo cambi colore, affinché possiamo attraversare la strada.
Forza semaforo bello, fammi un favore e cambia colore.
Sto per mettermi a saltare dalla gioia quando le mie preghiere sono state ascoltate, ma mi rendo conto che sarebbe imbarazzante.
Reagisco quando dobbiamo attraversare la strada e ci manca poco che una macchina prenda in pieno Jane, ma afferro in tempo il suo braccio e la tiro verso di me. Il mio cuore batte forte, alleggerita dalla consapevolezza che non vedrò un corpo inerte nel suolo; le mie mani tremano. Lei ride e la guardo con severità.
Sul serio sta ridendo?
«E io amo i panda, sono così carini e cicciosi... sono adorabili! A te piacciono?»mi chiede, senza nemmeno rendersi conto che un secondo fa stava per morire, quasi. Dal lato dell'occhio vedo che abbiamo attirato l'attenzione di molte persone ferme sul marciapiede e alcune, adirittura, dalla finestra di casa.
«Stavi per finire sotto, Jane! Devi stare più attenta!»la rimprovero con tono asettico; la mia gola brucia e inspiegabilmente la mia respirazione diventa accelerata.
«Io...»
«Chiudi la bocca! Hai parlato per ogni santo secondo, e ora per favore, fammi la cortesia di tacere...»mi pento all'istante quando abassa la testa e riesco a vedere che una lacrima gli cade dall'occhio. D'accordo, forse ho esagerato. Ecco perché odio uscire a comprare, mi mettono di cattivo umore, e proprio ora lo sono perché la gente mi sta guardando con occhi curiosi e alcuni corrucciati. Chissà chiedendosi perché un Troll stia gridando ad una ragazza dolce.
«Non volevo essere così con te, mi dispiace molto se ti ho offesa, non mi da fastidio che parli, Jane, ma voglio che tu faccia più attenzione,»cerco in qualche modo di scusarmi decentemente. Un minuto passa e non succede niente prima che mi renda conto che lei sta sfoggiando un ghigno compiaciuto.
Ma che...?
«Non sono offesa, volevo provare fino a quanto potevi sopportarmi, Alex. Di solito gli amici di Nick mi avrebbero adirittura pagato per farmi stare zitta. Hai superato la mia prova.»sorride beffarda mentre si sistema una ciocca dei suoi brillanti capelli dietro l'orecchio. Resto scioccata per quallo che ha detto.
Mi sono fatta ingannare da una ragazza di 15/16 anni! Senza dubbio mi serve essere più sveglia.
Ancora in piedi sul suolo con la faccia da idiota, sento l'esclamazione esultante di Jane.
«Andiamo, voglio comprarmi della cioccolata!»
Maledetta Maccolt.
***
«Sei arrivata...»
Chiudo la porta con flemma e mi preparo mentalmente per quello che verrà. Vado in cucina e apro la borsa di plastica. Resta in silenzio e le mie dita sudano, deglutisco saliva quando mi rivolgo a lei e la vedo di fronte a me. Ha un'espressione serena, non ha la fronte agrotatta e non ha quello sguardo di disprezzo nei miei confronti.
Non la vedo con intenzioni di litigare oppure di insultarmi; semplicemente è lì, a fissarmi.
Forse è il giorno che mi chiederà scusa e tutto ritornerà a posto, cioè a come 3 anni prima.
«Ti va se facciamo colazione insieme?»propone, cogliendomi innaspettamente di sorpresa. È vero questo? Mi sta davvero chiedendo di fare colazione?
Sento quella necessità ridicola di darmi un pizzicotto al braccio per accertarmi che sia vero.
<<Sveglia! Ti sta prendendo per il culo, Alex! Non cascare nelle grinfie della strega cattiva! >>
Ed eccola qua la coscienza.
La possibilità che sia solo un'illusione inizia a formularsi rapidamente, e il poco affetto che mi resta per lei trema davanti a quella opzione che appare così sicura.
Ma non mi lascia in tempo ad articolare qualcosa di sensato e all'istante mi fa sedere con lo sguardo nel tavolo; lei mi imita.
L' ambiente tra madre e figlia diventa teso ed è palpabile quel filo immaginario che minaccia di rompersi attorno a me; la mia pazienza verso di lei.
Il mio cuore batte forte nella mia gabbia toracica quando Mairan mi sorride affabile.
«Come va la scuola?»tra tutte le domande che poteva chiedermi solo questa le è venuta in mente? Wow, sono stupita ma sopratutto delusa incredibilmente.
«Bene.»
«Il tuo professore mi ha chiamata, dice che hai colpito un ragazzo e hai insultato la fidanzata del ragazzo. In che momento ti sei trasformata in una selvaggia?»
Una bomba carica di rabbia e amarezza mi pervade il petto e la gola; iraconda. Quando la vedo sistemarsi il vestito nero aderente e brillantinoso, sbatto il palmo della mano sul tavolo con bruschezza.
Queste domande sono solo una farsa. Lei non vuole veramente parlarmi.
E così com'è successo con Dylan, la mia pazienza esplode e và in vacanza.
«A te come vanno gli affari con i tuoi uomini, eh Mairan? Hai un bel vestito! Chissà chi te l'avrà comprato? Ma certo! Forse uno dei tuoi clienti. Per i soldi si fa ogni cosa, no?»sbotto acida e all'istante osservo come la maschera di gentilezza nel suo volto sparisce.
«Non ti permetto di...»
«Di cosa? Dico le cose ovvie, mamma. Se vuoi una cosa dilla e non mentirmi con scuse da quattro soldi come "facciamo colazione insieme". Ma mi hai davvero voluto bene almeno una volta? E voglio la verità."esigo con un tartaglio nelle mie parole.
La sua bocca si chiude e resta muta per vari minuti.
Il suo silenzio di fronte alla mia richiesta è una pugnalata dura e precisa nel mio cuore.
«Ti ho già detto che fin dall'inizio non volevo averti, Alex. Ti sto dicendo la verità, no? Bene, non ho mai nutrito un affetto per te e giusto adesso non lo faccio.»gli occhi bruciano e la mia vista si annuvola talmente tanto dalle lacrime che devo mordermi il labbro per non farle cadere.
Sentirlo un'altra volta fa male e il dolore aumenta ancora di più nel vedere quella che mi avrebbe partorito, quella che mi avrebbe dato il mio nome, quella che mi avrebbe detto di stare attenta al mio primo giorno di scuola, così impassibile davanti alla sua figlia che resiste alla sua pugnalata verbale.
Non c'è la scena che vedo sempre nei telefilm, lì dove la madre chiede scusa alla figlia e si danno un abraccio degno da Oscar. No, questa è la vita reale e abituarmici è la cosa che devo imparare a fare.
«Tua nonna verrà il prossimo lunedì alle cinque e voglio che non le dica niente di tuo padre. Dille solamente che è in viaggio per affari...»sbatto le palpebre e ascoltarla diventa un martirio per me e le mie orecchie.
«Sei una madre terribile lo sai, no?»le dico prima che prenda la sua borsa e si diriga verso la porta. Un'altra volta uscirà, e ci sarà forse una volta che resterà almeno per farmi compagnia?
Credo mai.
Ride prima di rispondermi,«Ti sbagli Alexandra, per quello dovrei sentire qualcosa per te e qui...»si tocca la zona del cuore e mi sorride beffarda.«non c'è assolutamente niente per te. Ci vediamo dopo. Ricorda quel che ti ho detto.»
E se ne và.
Nota:
Prima di tutto... GRAZIE! 500 visualizzazioni! Grazie infinite, non lascerò mai di ringraziare chi vota i capitoli o chi semplicemente legge e basta. Volevo sapere sé a qualcuno dà fastidio se scrivo troppo o non so?
Se qualcuno non ha niente da leggere passi a vedere la storia di _yoursmileismydrug_, è bellissima la sua storia!
Non lo faccio perché mi ha chiesto di farlo, no, ma perché penso che meriti essere letta e votata.
Bye.
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