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20- Chapter Twenty

La pioggia non aveva smesso di cadere nemmeno per un attimo. Non era nemmeno diminuita, anzi Bethany pensava fosse persino aumentata.

<<Hai intenzione di dirmi dove stiamo andando o rimarrai in silenzio a vita?>> domandò la giovane, guardando Kit al volante, mentre quest'ultimo cercava di non urlare dal nervoso.
Era da dieci minuti buoni che il riccio andava ai trenta all'ora sulla corsia più a destra, con tutti i fin di nebbia accesi, per evitare che qualche squilibrato mancasse di vederli.
Dopo che aveva chiamato l'uomo misterioso, si era rimesso in careggiata ed aveva continuato a guidare, fermandosi ogni volta che intravedevamo un cartello, per leggerci cosa ci fosse scritto. Seppur questo potesse far intuire qualcosa a Beth sulle intenzioni del riccio, lei non lo capì.

<<Morgan appena arriviamo ti spiego, ora lascia che mi concentri>> la rimproverò. Effettivamente non si vedeva proprio nulla a causa della pioggia troppo fitta, quindi Bethany si rannicchiò sul sedile e rimase in silenzio, in attesa.

Non passò molto che Kit urlò <<Finalmente!>>. Inserì la freccia per svoltare a destra e, sempre con molta cautela, entrò in quella che a Bethany parve un'area di servizio, in mezzo al nulla.

<<Dove siamo?>> domandò quindi la giovane.

<<In un Motel>> la informò Kit. <<Prima non ho potuto dirlo al pazzo, quindi ora lo chiamerò e cercherò di convincerlo a farci rimanere qui per la notte, sperando di ripartire domani mattina>>.

<<Un Motel?>> sussurrò Beth, storcendo il naso. Non ci era mai stata e, da quello che si vedeva nei film, non l'avevano mai entusiasmata molto. Ascoltò Kit parlare al telefono, pur di non iniziare a immaginare cosa potrebbero mai nascondere quelle camere. Cadaveri, topi o peggio.

<<Se vuole che rischiamo la nostra vita, bene, ma andrebbe a vantaggio di tutti se ci fermassimo qui, lei potrà chiamare...>> cercò di convincerlo il riccio, ma dall'espressione che assunse serbava che dall'altro capo del telefono l'uomo stesse ribattendo. <<...no non capisce, c'è così..>> riprovó, ma Beth non lo lasciò finire che gli rubò quel dannato aggeggio tecnologico.

<<Ascoltami bene>> iniziò a dire rabbiosa, sotto lo sguardo stupito di Kit. <<Non voglio morire - perché sì - se proseguissimo, moriremmo entrambi..insomma per un pelo non vedevamo neanche i cartelli, figurarsi la linea delle corsie, quindi, a meno che non vuoi che metta fuori gioco il tuo socio riccio qua a fianco a me e chiami la polizia, meglio che mi fai rimanere qui e giuro che starò buona>> abbaiò. Poi diede di ritorno il telefono a Kit, non volendo nemmeno sentire era voce di quell'infame, anche se dubitava che le avrebbe risposto.

<<Signore?>> domandò poi Kit, osservandola quei divertito, poi riportò lo sguardo sul volante e lo vide scuotere la testa, prima di alzare gli occhi al cielo. <<Sì certamente, grazie>> concluse prima di affrettarsi a chiudere la chiamata.

<<Andiamo Morgan, prendi la tua roba e corri>> disse tirando il freno a mano e cominciando a prepararsi per affrontare la pioggia. <<Kit la mia caviglia>> lo frenò la giovane. <<Non sono sicura di poter correre>> continuò.

Kit sospirò pesantemente. <<Ti porterò io allora, poi tornerò indietro a prendere le borse>> riformulò scendendo dall'auto e catapultandosi dalla parte di Bethany, la afferrò ed iniziò a correre verso l'entrata del Motel.
Non potevano fuggire dalla pioggia però, infatti in poco tempo entrambi si bagnarono, gli abiti si inscurirono e i capelli si appesantirono. Kit la posò davanti alla porta. <<Forza entra e chiedi una camera>> le ordinò prima di correre di nuovo verso l'auto.

La bionda entrò, ignorando i capelli e gli abiti gocciolanti, e si diresse verso un uomo anziano seduto dietro ad un bancone. <<Buongiorno dolcezza, cosa posso fare per te?>> le disse in tono confidenziale, sorridendole.

<<Buongiorno>> lo salutò Bethany, cercando di far rimanere la conversazione ad un livello più formale. <<Io ed il mio amico volevamo alloggiare qui per una notte>> lo informò.

<<Una notte..>> disse l'anziano sfogliando un grande quaderno. <<Fortunatamente ho una camera vista piscina>> le propose.

<<Penso vada bene>> rispose la giovane, guardandosi attorno. L'entrata non era male, l'arredamento non era moderno, ma era tutto pulito ed in ordine. Nessun segno di angoli ammuffiti o macchie di sangue sui muri, almeno non in entrata. Forse aveva visto troppi film.
L'unica cosa che la lasciò di stucco fu un barattolo accanto all'anziano. Inizialmente pensò fosse un barattolo pieno di caramelle, ma quando lo osservò bene si trattenne dal non reagire. Purtroppo se ne accorse dopo che sul vetro vi era un foglietto attaccato con scritto "Per evitare problemi fra nove mesi".

<<Oh tu saresti l'amico di cui parlava la graziosa signorina>> affermò l'uomo guardando Kit entrare, il quale affiancò Bethany, facendole distogliere lo sguardo da quel barattolo. <<Esattamente, avete una camera?>> domandò.

<<Certamente, come dicevo alla vostra amica..>> iniziò a dire, sottolineando l'ultima parola, mettendola quasi fra le virgolette. <<..ho una camera vista piscina>>.

<<Perfetto, va benissimo>> si affrettò a dire Kit, per essere sbrigativo.

<<Mi servono i vostri documenti e 10$ di cauzione>> disse, iniziando a scrivere sul quadernone.

Bethany guardò Kit piegarsi sul suo borsone nero, alla ricerca di qualcosa. I ricci gocciolanti si erano attaccati alle tempie e i jeans si erano stretti alle gambe. Il cappotto fradicio, copriva le forme che avrebbe potuto osservare la bionda, la quale non si vergognò di pensarlo, era arrivata ad una conclusione dopo tutto quel viaggio silenzioso: Kit era affascinante, perché negarlo?. Era pur sempre una donna.

<<Spero che questi vadano bene>> disse il riccio allungando una mazzetta di dollari. Beth sgranò gli occhi stupita. <<Oh certo ho capito..>> iniziò a dire l'anziano annuendo velocemente. <<..la storia dei documenti è sistemata>> disse intascando il bottino felicemente. Si voltò per prendere una chiave e successivamente infilò una mano in quel barattolo, facendo arrossire violentemente Bethany.

<<La vostra camera è la numero 12>> iniziò a dire l'anziano. <<E questi sono in omaggio, mi raccomando, la sicurezza prima di tutto, non vogliamo problemi>> si affrettò a dire, dando a Kit sia la chiave che due bustine colorate. Il riccio aggrottò la fronte, sgranando poi gli occhi. <<No guardi..>> iniziò a dire, cercando di liberarsene, ma l'uomo insistette, rimettendoglieli in mano.

<<Non vorrei mai che la signorina torni fra nove mesi a farci causa, sa -detto fra noi- è gia successo, quindi ci siamo adeguati>> li informò sorridendo ed invitandoli a raggiungere la propria camera.

Bethany voleva sotterrarsi, com'era possibile che fosse tutto collegato?. I suoi pensieri e poi quello. Cercò comunque di non badarci, prese la sua inseparabile valigia, colma di vestiti nuovi e si sbrigò a cercare la stanza, ignorando Kit che cercò di ribattere. Era sicura che sarebbe rimasto lì tutto il giorno pur di liberarsene e lei voleva indossare qualcosa di asciutto.

<<Oh Morgan aspetta>> la chiamò infastidito, quando lei era ormai a metà corridoio alla ricerca della stanza. Lei si voltò e lo vide arrivare in tutto il suo splendore: si era aperto il cappotto ed il maglione verde che indossava gli si era attaccato alla pelle. Bethany si voltò di nuovo innervosita. Che diavolo le prendeva? Aveva accettato il fascino di Kit, ma così era troppo.

<<Perchè sei fuggita così?>> domandò con un ghigno. <<Ti imbarazzano questi?>> continuò mostrando le bustine colorate che alla fine aveva tenuto. Alla fine aveva ceduto.

Beth alzò gli occhi al cielo e proseguì a camminare. <<Se fossi rimasta lì, tu avresti continuato a ribattere e quell'uomo non ci avrebbe mai lasciati andare senza quei cosi>> protestò lei. Osservando il numero delle porte alla sua destra: 7, 8. <<Secondo me sei imbarazzata>> continuò a stigarla Kit.

9, 10.

<<Oh un momento, magari sei una di quelle che immagina la prima volta a lume di candela, con petali di rose sparse sul letto e mag..>> Bethany si voltò infuriata puntandogli il dito contro e zittendolo. <<Cosa ti fa pensare che io si a ancora vergine? Eh?>> domandò. <<E piantala con questi giochetti contorti, ho solo voglia di cambiarmi con qualcosa di asciutto, ecco perché me ne sono andata in fretta, in più ho fame>> affermò, prima di riprendere a camminare.

11 e finalmente 12.

Kit aprì la porta ancora con il sorriso sul volto e la lasciò entrare per prima.
Bethany lo superò ignorandolo ed entrò, facendo subito vagare gli occhi per la camera. Forse non era orribile, pensò, ma quella carta da parati giallognola le fece venire la pelle d'oca. L'unica cosa che la tranquillizzò fu che, all'apparenza, sembrava pulita da un punto di vista igienico.
Era un suo difetto, quello di essere schizzinosa in quel genere di cose, molto probabilmente non era nemmeno colpa sua, semplicemente era stata abituata a vivere in ambienti diversi, dato il lavoro dei genitori.

Comunque andò verso il letto matrimoniale e si sedette, per valutarne la morbidezza. Kit nel frattempo appoggiò il suo borsone sul materasso. <<Un momento dormirai qui?>> realizzò Bethany in quell'istante.

<<A te cosa sembra?>> rispose il riccio, come se fosse più una scocciatura che un dovere, prendendo una t-shirt e dei pantaloni della tuta asciutti, volendosi cambiare, cosa che avrebbe dovuto fare anche lei. Non la guardò e nemmeno pensò di farlo.

<<Ti lascerà?>> domandò lei riferendosi all'uomo.

<<Deve>> iniziò a dire Kit. <<Come ti tengo sotto controllo se no?>> chiese retoricamente, ignorandola ancora, concentrato ad osservare la stanza.

Beth si tolse la giacca, trattenendosi dal non sbuffare per colpa del suo caratteraccio, ed andò ad appoggiarla sul termosifone posto accanto alla porta di entrata. Si voltò a guardarlo, aveva i lineamenti duri e tesi, come se quella situazione non gli piacesse per nulla. Eppure le sembrava che Kit non fosse stato del tutto riluttante quella mattina nel bosco, perché in quel momento stare da solo con lei, in quelle circostanze, non gli andava più bene?.

Beth si morse il labbro per cercare di cacciare via un pensiero che le impossessò la mente: se l'atteggiamento di Kit nei suoi confronti, fosse il seguente, perché attratto da lei? Insomma Bethany lo era, eccome, anche se non glielo avrebbe mai detto esplicitamente, c'era qualcosa nel suo carattere che le faceva accendere una scintilla, intenerendola quando lui si addolciva e facendola uscire di senno quando diventava insopportabile e bipolare. Tutto metteva alla prova la ragazza, ma era così eccitante.
Sentì le proprie guance scaldarsi leggermente. Da quando usava la parola "eccitante"?. In quelle ultime ore le labbra morbide di Kit non avevano lasciato la sua mente ed insieme a quel ricordo erano arrivati pensieri strani circa cosa ci fosse sotto le sue T-shirt, ma solo in quel momento si rese conto di quanto tutto quell'immaginare fosse folle e inadatto alla loro situazione.  Eppure l'idea di non piacere, almeno fisicamente, a Kit la faceva impazzire. Com'era possibile? I suoi ormoni erano arrivati in quel punto del mese dove prendevano il sopravvento sulla sua razionalità?.

Si rese conto di essere rimasta davanti al termosifone a lungo, quando il riccio la raggiunse appoggiando il suo cappotto blu. <<Hai intenzione di rimanere qui?>> domandò quasi irritato. Lei lo guardò <<Perché mi tratti così ora?>> chiese indignata.

<<Ti ho rapita, come dovrei trattarti?>> domandò lui senza guardarla.

<<Come una persona, per esempio>> disse ad alta voce lei, colpendolo alla spalla, poi lo superò andò nel suo lato del letto, accanto alla parete.

Che diavolo voleva dire? L'aveva rapita con uno scopo, glielo aveva detto lui stesso. Perché cambiare così?.

<<Morgan sei soltanto un mezzo per arrivare ad un fine, non l'hai ancora capito?>> affermò Kit raggiungendola.
Bethany trattenne a stento una risata <<Ma davvero Kit?>> chiese. <<E che mi dici dei tuoi sguardi su di me? Di quel bacio e delle tue premure improvvise dopo che mi hai vista sanguinante nel bagno?>> continuò.

<<Tutto frutto della tua immaginazione Morgan! Il bacio..>> sbuffò portandosi una mano fra i capelli umidi, voltandosi. <<Quello non era un bacio, era un modo per farti passare l'attacco di panico, quindi smettila di tormentarti come una dodicenne e ricorda: mezzo per arrivare ad un fine>> ribadì senza guardarla, come se non ce la facesse da quando erano entrati nella stanza.

<<Ora nemmeno mi guardi più>> sussurrò Bethany sentendo gli occhi lucidi. Non voleva piangere e non l'avrebbe fatto, non avrebbe ceduto. Al suono della sua voce Kit si degnò finalmente di portare i suoi occhi scuri su di lei.

<<Cosa vuoi da me? Cosa diavolo pretendi?>> chiese lui esasperato, allargando le braccia, in segno di resa.

Fu in quel momento che lei capì. Kit non era forte, Kit non era un duro. Lui era rotto e fragile, quanto lei. Il suo cuore era ricoperto da un fine strato di ghiaccio, proprio come quello di Bethany  e se non veniva scaldato, quello strato non si sarebbe mai sciolto, anzi si sarebbe inspessito, fino a rendere quasi impraticabile quel ghiaccio.

La giovane si avvicinò velocemente a lui e posò le sue labbra sulle sue, portando le mani fra i ricci umidi. Kit portò una mano sul viso di Beth con indecisione, muovendo lentamente le labbra in risposta al bacio, ma con altrettanta lentezza si staccò leggermente da lei.
I loro occhi si incontrarono, entrambi erano desiderosi di avere di più, ma entrambi avevano paura. Paura delle conseguenze che quegli istinti potrebbero causare, non solo a loro, ma anche a tutti quelli a cui volevano bene.
Kit prese la decisione per entrambi, portando la mano libera sul fianco della giovane, spingendola contro il muro ed intensificando il bacio, fino a farlo diventare un gioco di lingue ardenti, monitorato da passioni a loro sconosciute.


salve fiorellini

FINALMENTE direte voi! Ebbene ce l'abbiamo fatta, abbiamo un bacio e questa volta un bacio vero ;)

Se il capitolo vi è piaciuto, vi invito a mettere una stellina e lasciare qualche commento per esternare i vostri pensieri.

A presto,

elly**

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