Alex (seconda parte)
Alex si voltò e vide Liam. Era lì che la guardava fermo sulle scale con aria interrogativa. "Mi lasceranno mai in pace?" pensò sbuffando fra sé.
<<Che c'è?>>
<<Perché sei scappata così?>>
"Perché diavolo è così diretto?" Liam l'aveva presa alla sprovvista.
<<Non sono scappata. Mi stavo annoiando>> fece lei svogliata mentre apriva la porta.
<<Come no.>> rispose Liam sarcastico e la raggiunse.
<<Guarda che non ti ho mica detto di entrare.>>
<<Non preoccuparti, non farò nulla di sconveniente>> rise.
Alex alzò gli occhi al cielo e sospirò. "Qualcosa mi dice che con lui non l'avrò mai vinta." Poteva anche illudersi di provare fastidio, ma sotto sotto era ben conscia di provare piacere e sollievo nell'aver trovato una faccia amica. C'era una tale luce negli occhi di Liam, una tale spontaneità nei suoi modi di fare, che le ricordavano tanto Bay. Intanto il ragazzo curiosava in giro e quasi le scappò un gridolino quando vide che aveva preso la cornice sul suo comodino.
<<È tua sorella? Siete molto carine assieme!>>
<<Vuoi smetterla di ficcanasare in giro?>> sbottò lei.
Liam osservò meglio la fotografia. Alex stringeva a sé una bambina che non poteva avere più di otto anni ed entrambe sembravano scoppiare di felicità; tutto intorno era bianco di neve e in lontananza vi era un edificio piuttosto vecchio che portava un logo raffigurante una margherita. Fu allora che capì. Anche ad Eliene c'erano quegli edifici e sapeva benissimo cosa simboleggiava quel fiore: un orfanotrofio. È per questo che era scappata via? Perché non voleva farlo sapere agli altri? Le sue riflessioni vennero però interrotte dalla ragazza che gli strappò di mano la cornice e si sedette sul letto.
Ora lo guardava in cagnesco, cercando di capire dalla sua faccia se avesse notato quel particolare. Lo scrutò attentamente, poi si arrese e iniziò a guardare la foto; il suo viso si distese in un tenero sorriso perso nei ricordi.
<<Si chiama Bay. È la bambina più dolce che potresti mai incontrare.>>
<<Deve essere straordinaria per farti ridere così>> le fece l'occhiolino.
<<Sì, lo è. Sicuramente se la cava più di me con le amicizie.>> rise.
<<Hei, io non conto nulla? Così mi offendi!>> disse il ragazzo portandosi teatralmente la mano al cuore.
Alex rise mentre rimetteva la cornice al suo posto e prendeva nuovamente lo zaino.
<<Forza andiamo, prima che torni Zelda.>>
<<Allora lo sai il suo nome! Che brutta persona che sei.>> scherzò Liam mentre la seguiva fuori dalla stanza.
"Forse ho davvero trovato un amico." Pensò per la prima volta in vita sua.
***
Si trovavano nell'aula 55 da pochi minuti ed Alex era rimasta sbalordita. Fino ad allora aveva potuto acquistare solo stoffe scadenti, nulla a che vedere con pizzi, merletti, seta, cachemire, e solo Dio sapeva cos'altro. Entrando aveva notato sul muro in fondo alla stanza tante piccole scatoline trasparenti: in ognuna di esse vi erano bottoni di qualsiasi forma, colore, grandezza e materiale, persino dei bottoncini tempestati di gemme preziose. Ogni postazione aveva un grande tavolo con degli strani attrezzi che Alex non aveva mai visto in tutta la sua vita.
<<Oddio quelle sono delle Stephax! Mia madre ucciderebbe per averne una in atelier!>> Zelda strabuzzò gli occhi.
<<Cosa sono le Stephax?>> chiese sottovoce Alex a Liam.
<<Sono delle macchine da cucire se non sbaglio. Coi soldi che costa una famiglia riuscirebbe a mangiare per un anno>>
<<Buongiorno ragazzi! Io sono la signorina Amelia Valuani e accompagnerò chi di voi sceglierà di entrare nel mondo dell'Haute Couture. Ovviamente questo corso è anche per chi volesse scegliere la sartoria come attività lavorativa a scelta.>>
Amelia Valuani era una donna giovane con un accento che Alex non aveva mai sentito prima; parlava con voce affettata e osservava ognuno dei ragazzi con occhio indagatore. Portava un abito color prugna lungo fin sotto il ginocchio che le fasciava il corpo snello e sinuoso, reso ancora più evidente da una sottilissima cintura metallizzata e da piccoli drappeggi. Lo scollo a barca lasciava nuda la metà superiore della schiena, la quale tuttavia era coperta da finissimi fili metallici impreziositi da minuscoli diamantini.
Alex guardò con curiosità imprimendo nella sua mente ogni singolo particolare che avrebbe poi raccontato a Bay. "Ne sarà talmente entusiasta" pensò. Infatti la piccola adorava quando Alex disegnava per lei splendidi abiti che poi custodiva gelosamente in una scatola blu sotto il letto.
Alex seguì attentamente ogni parola, ogni direttiva della signorina Valuani e imparò velocemente ad usare la Stephax sul suo tavolo da lavoro: non sembrava affatto una macchina da cucire perché era una scatoletta bianca con una piccola e comoda impugnatura: sulla parte superiore c'erano alcuni pulsanti e una levetta che serviva per aprire l'apertura nella quale avrebbero dovuto mettere il rocchetto di filo.
<<Abbiamo trovato qualcosa che ti piace!>> disse allegramente Liam mentre uscivano dall'aula.
<<Non mi dispiace.>> sorrise lei.
Spazio dell'autrice
Salve lettori, spero che finora la mi storia vi abbia incuriositi. Vorrei sapere i vostri pareri, se c'è qualcosa che vi piace o che invece non vi va tanto a genio, o ancora cosa ne pensate della storia e dei personaggi che ne fanno parte. Spero che la lettura sia di vostro gusto! 🖤
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