1) Non c'è mai sole a Ribel Hills
LUNE🌕
"Non c'è mai sole a Ribel Hills" pensai, ferma sull'uscio di casa a guardare davanti a me la nebbia fitta e le tristi nuvole che coprivano il sole.
In effetti, da quando ero piccola, in questa piccola cittadina non c'era mai stato un raggio di sole.
Forse solo uno, ma decenni fa.
D'altronde non mi lamentavo, non mi era mai piaciuto il sole.
Spostai lo sguardo sui miei anfibi già sporchi di fango.
Dio, uccidetemi ora.
-LUNE!-
Sussultai quando un urlo proveniente da sopra la mia testa mi spaventò.
La testa di mia madre spuntava dalla finestra del secondo piano, con in mano un bicchiere.
Ora me lo rompe in testa.
-Mamma! Cazzo mi hai spaventato!- mi lamentai.
-Cosa stai facendo lì impalata?!? Muoviti o farai tardi!-
Sbuffai pensando alla giornata di merda che dovrò sopportare.
Era un lunedì, e come tutti i lunedì, non ero di buon umore.
Forse come tutti i giorni.
Mi feci forza e scesi gli scalini per avviarmi verso quella prigione chiamata "scuola".
Mentre camminavo, infilai le mie cuffiette e feci partire qualche canzone rock per evitare di deprimermi.
I miei capelli corvini, lunghi e lisci come spaghetti nascondevano il mio sguardo che guardava basso basso i miei anfibi neri.
Ribel Hills era sempre stato un posto tranquillo, eppure l'unica cosa che volevo era scappare e andare in un altro posto nel mondo.
Scoprire nuovi posti,fare nuove esperienze, che ne so.
Però non avrei mai voluto rimanere lì, in quel buco senza fine.
Non era semplicemente un opzione.
D' improvviso un forte mal di testa mi colpì e dovetti reggermi al tronco di un albero.
-Ma che cazzo...- dissi a denti stretti mentre strizzavo gli occhi, cercando di riprendere il controllo.
Per un secondo vidi buio, poi fu come se nulla fosse successo.
Wow Lune, pure le allucinazioni ci volevano oggi.
Rimasi per un secondo seduta per terra, cercando di capire cosa mi fosse appena successo.
Poi mi rialzai a stento e confusa come non mai ricominciai a camminare, dato che stavo sul serio per fare tardi.
Ci mancava solo questo.
Sbuffando arrivai al cortile della scuola, che oramai cadeva praticamente a pezzi.
Era pieno di ragazzini rincoglioniti, ma io stavo cercando di mettere a fuoco una figura che mi stava per venire addosso.
-LUNE!-
Una ragazza mi saltò addosso e mi abbracciò.
Una ragazza che conoscevo molto bene.
-Si, si, ok, ira anche basta- dissi staccandomi.
Lily aveva due occhi giganti color nocciola, le guance tempestate da lentiggini e dei capelli corti e tinti di rosa che gli cadevano scompigliati sul viso a forma di cuore.
Aveva un sorriso gigante sulle labbra passate dal gloss, che niente e nessuno le avrebbe tolto.
-Allora?!? Come stai?!?- chiese tutta felice.
-Dio, come fai ad essere così felice di lunedì alle otto...- dissi squadrandola.
-Boh!- disse sorridente.
Sospirai ma un lieve sorriso si fece spazio anche sulle mie labbra, che in poco tempo però scompari.
Lily era capace di far sorridere anche una emo come me, e forse era per questo che mi ci ero affezionata, anche se per me è davvero molto difficile.
-Comunque non mi hai detto come va- disse mentre iniziammo ad incamminarci verso i gradini.
-Come vuoi che vada, di merda come sempre- risposi alzando gli occhi al cielo.
-Comunque siamo proprio l'opposto eh- disse.
-E te ne accorgi solo ora?- chiesi.
Lily si girò e mi fece un sorrisetto scherzoso, poi però si sedette su un gradino e osservò il vuoto.
Avevo sempre avuto la sensazione che Lily non fosse poi così felice come voleva dimostrare.
Come se avesse paura.
Mi sedetti accanto a lei, un po' più in là per evitare il contatto fisico (l'ho sempre odiato).
Appena suonò la campanella Lily si alzò e mi
pose la mano.
-Su, forza, addentriamoci in questo nuovo anno- mi disse.
La osservai dal basso e poi mi alzai.
-Che felicità- dissi ironica, imitando la voce di Lily.
Lei ridacchiò e insieme iniziammo a camminare verso l' entrata.
E quando arrivammo in classe voletti sprofondare.
Tutti i miei stupidi compagni erano ancora lì, su quelle sedie che ridacchiavano e si lanciavano fogli di carta.
Sbuffando buttai lo zaino a terra e mi sedetti in ultimo banco, nell'angolino.
Lily si sedette affianco a me.
Osservai quel pover uomo del professore e sperai che sotto il mio sguardo potesse bruciare.
Uno in meno.
-Buongiorno ragazzi, come sono andate le vacanze?- imitai la sua voce, immaginando cosa ci avrebbe detto.
-In verità non me ne frega niente, lo dico solo per far finta di interessarmi- dissi.
Lily scoppiò a ridere.
-È esattamente il prof. Michael- disse.
-Si chiama così?- chiesi.
-Lune, lo abbiamo da tre anni!- rise lei.
Le sue risate furono però interrotte dall'entrata di due ragazzi.
-Siete in ritardo, ragazzi- disse il prof.
-Ci scusi- disse quello a sinistra, il biondo.
-Ma vaffanculo- disse l'altro, il moro.
Il prof però non lo udì,e si misero a sedere proprio davanti a me e Lily.
La lezione iniziò, ma io non riuscivo a capirci niente perché le due testoline davanti a me non la finivano di parlare.
Il biondo aveva due occhi color ghiaccio, mentre il moro verde chiaro.
Si comportavano in modo strano, nemmeno scrivevano sul quaderno. Come se loro non avessero niente a che fare con questo.
-Te l'ho detto che non puoi- sussurrò il biondo.
-E io ti ho detto che non me ne frega un cazzo, se vengono a rompere le palle a noi ci saranno delle conseguenze- rispose l'altro, sbottando.
-Dio, Hunter sei impossibile- sbottò l'altro.
-Anche tu Colin-
-E comunque ho fame- disse dopo una breve pausa.
-Merda Hunter, sei serio? Abbiamo fatto tardi apposta-
-Sai com'è, io e te non condividiamo le stesse idee-
Vidi la sua mano stringersi in un pugno e diventare sempre più stretta.
-Vedi? È questo che succede quando ho fame. Tanta fame-
Ma che cazzo?
-Si, perché non sai controllarti.- sussurrò il biondo.
Ma io dico, come fa il prof a non accorgersi di loro? Io anche se fiato vengo rimproverata.
-Sicuramente meglio che perdere tutta la forza-
-Io non perdo nessuna forza. Solo che evito di uccidere persone innocenti per il solo bisogno di nutrirsi-disse il biondo.
Eh?!?
-Sempre il solito rompipalle. Vivi la vita, bello mio, almeno noi che ce l'abbiamo illimitata- rispose, stravaccandosi sulla sedia.
Illimitata?
-Shh, idiota, o ci sentiranno-
-Tanto questa storia di fare il vecchio saggio non durerà molto. Finirai come le altre volte, ci ricascherai sempre-
Queste parole non sembrano far molto felice il biondo, che lo guarda male e chiede al prof di andare in bagno.
Nel secondo in cui quello che a quanto pare si chiama Colin si alza e esce dalla classe, il moro Hunter fa per girarsi verso di me, io abbasso lo sguardo sul quaderno e faccio finta di scrivere qualcosa.
Ma questi due da dove sono usciti?
Dio, mi sembrò di impazzire.
Io? Le allucinazioni? Mai avute. Proprio di lunedì dovevo iniziare ad avere degli spasmi.
Questo sicuramente non promette niente di bene.
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