"Oggi starai a casa, okay?" Mi dice Luke, mentre si siede accanto a me sul divano. "Non ce n'è bisogno, sto bene." Mormoro e mi rivolge un'occhiata da far paura. "Okay, okay. Farò solo il turno pomeridiano." Finisco, sperando che accetti. "Sei proprio testarda, eh." Sbuffa e scuote la testa, mentre un piccolo sorriso si fa spazio sul suo volto.

"Allora, dimmi cosa succede." Si avvicina a me e prende le mie mani nelle sue. "Non è niente di grave, Luke." Cerco di evitare il suo sguardo. So che posso confidargli tutto, ma non mi va di riprendere questo discorso. Scoppierei in lacrime, come al solito, d'altronde.

"Sai benissimo cosa succede..." Gli dico, cercando di non farmi prendere dalla tristezza. "Michael?" Mi chiede il ragazzo vicino a me. Annuisco e trattengo il respiro per qualche secondo, sperando di cacciare via le lacrime, ma non funziona. Così mi lascio andare a un pianto liberatorio. Calmo e sommesso. Più una serie infinita di singhiozzi, in realtà.

"Dai, Meg." Sussurra Luke, stringendomi forte tra le sue braccia. "Non ce la faccio..." Penso, ma le parole mi escono lo stesso. "Così ti rovinerai il trucco." Ridacchia il biondo, passandomi una mano sulla schiena per calmarmi.

Quello che ha appena detto potrebbe sembrare insensibile, e in un certo senso lo è, ma so che l'ha fatto solo per farmi sentire meglio. Infatti un'espressione più serena appare sul mio volto e i singhiozzi si calmano leggermente.

"Sì che ce la fai, comunque." Mi dice Luke, sicuro di sé. Sembra pensarlo per davvero, e ne sono felice. È bello sapere che qualcuno crede in te. "Ce l'hai sempre fatta. Non hai fatto come gli altri, che se ne sono fregati di te e di tutti. Tu sei andata avanti, ma continui a pensare a loro. Continui a chiamarli per Natale o quando fanno il compleanno. Pensaci. Sono loro quelli che dovrebbero farsi l'esame di coscienza, non tu." Mi sorride sinceramente, mostrandomi quel suo sorriso stupendo.

Ricambio il gesto e faccio per alzarmi ma lui mi blocca prendendomi il polso. "Okay?" Mi chiede e non esito a rispondere. "Okay." Gli rivolgo un'ultima occhiata prima di andare in bagno per darmi una sistemata.

***

La situazione di stamattina sembra non aver lasciato tracce. Ed ora eccomi qui, sulla strada verso l'agenzia. L'aria afosa di oggi mi riscalda un po' anche il cuore e una sensazione pacifica si diffonde dentro di me.

"Salve!" Esclamo, con una piccola quantità di allegria, diversamente dal solito. "Buongiorno, signorina. La stavo aspettando." Mi sorride un signore sulla sessantina e mi domando chi possa essere, considerando il fatto che mi conosce e mi stava aspettando. "Salve, il signor..." Lascio in sospeso la frase attendendo che la continui.

Sposto lo sguardo dall'uomo davanti a me alla scrivania alle sue spalle cercando Luke, ma non lo vedo. Sarà sul retro, dato che non ci sono altri clienti. "Wilson." Mi rivolge un sorriso sghembo che mi fa venire la pelle d'oca e dà un'occhiata in giro, come fosse interessato a ciò che lo circonda.

"Le serve qualcosa?" Gli chiedo, sperando di attirare la sua attenzione. Si volta immediatamente. "No, volevo solo sapere se è possibile acquistare questo locale." Mi risponde come fosse la cosa più normale del mondo. Io resto a guardarlo, scioccata. E stessa cosa fa Luke, appena arrivato, a qualche metro di distanza. Siamo imbambolati quasi fossimo statue. "No, non è in vendita." Balbetto, schiarendomi la voce. "Bene, arrivederci." Saluta e va via. Che tipo strano.

"Ma chi cavolo era quello?" Sbraita Luke avvicinandosi e lasciandosi cadere sulla poltrona oltre la mia scrivania. "Non lo so." Mi porto una mano alla fronte e sospiro. Ci mancava anche questa. Dimenticavo che, oltre Luke, l'agenzia è l'ultima cosa che mi resta.

SPAZIO AUTRICE
Buonasera a tutti💗
Scusate se questi capitoli sono un po' noiosi, ma servono di passaggio. Fra poco arriverà il bello ;)
Votate e commentate
Enjoy🌸