9. IL MARCHIO NERO
Hermione non sapeva cosa aspettarsi. E se Draco si fosse stufato di aspettarla e se ne fosse già andato? Sperava con tutto il cuore che fosse ancora nel bagno, perché aveva veramente voglia di passare un po' di tempo con lui. Con le mani che tremavano dall'emozione, aprì lentamente la porta. Si guardò solo una volta alle spalle, e constatato che nessuno l'aveva seguita s'infilò nel bagno, chiudendo subito a chiave la porta.
«Sei arrivata, finalmente. Stavo per darti per dispersa!»
Sentire la voce roca di Draco fece calmare l'ansia della ragazza, che si girò verso il suo interlocutore con un sorriso radiante.
«Scusa, Lumacorno non aveva proprio intenzione di lasciarci andare.»
Rise, e questa volta la sua risata fu genuina e vera. Draco se ne stava seduto su un divanetto che Hermione non aveva mai notato prima.
«Sai, non potevo aspettarti nell'acqua, così ho fatto comparire questo divano.»
Notando lo sgomento sul viso di Hermione, il giovane Serpeverde chiarì subito l'equivoco.
«No, non ti ho letto nella mente. Solo che guardavi con una faccia strana il divano, così ho pensato che fosse questo l'oggetto della tua sorpresa. Ti va di sederti?»
Lei, seppur con trepidazione, si sistemò accanto a Draco, che la cinse con le braccia e la avvicinò ancora di più a sé.
«Cosa vuoi fare, Draco?»
Lui sorrise, mostrando i suoi perfetti denti bianchi. Il suo sorriso era così carino, perfetto e bello, così lontano dal caratteristico ghigno che di solito faceva capolino sul suo volto.
«Beh... innanzitutto spogliarci, non del tutto tranquilla, e poi parlare. Ossia, fare quello che non abbiamo mai fatto in cinque anni di scuola, e che ci eravamo ripromessi di fare il prima possibile: conoscerci veramente. Ci stai?»
Hermione annuì, contenta della proposta.
«Va bene.»
«Però... ci faremo una domanda a testa, prima tu poi io. Tutte le domande che ci vengono in mente, anche le più intime. Sei ancora sicura di volerlo fare?»
La giovane Grifondoro annuì con convinzione, e sorrise cercando di imitare il ghigno fastidioso alla Draco Malfoy.
«Perfetto, se è così...»
In pochi secondi Draco si spogliò, rimanendo con solo delle mutande addosso. Hermione contemplò con attenzione ogni singolo centimetro di quel corpo così perfetto, non eccessivamente muscoloso e di un bianco candore.
«Granger, non guardarmi troppo, se no mi sciupi tutto.»
Le guance di Hermione si fecero subito rosso fuoco, mentre tutto dentro di lei sembrava investito da un incendio di eccitazione.
«Sc-scusa.»
Con mani tremanti si sbottonò la camicia e si sfilò la gonna, sotto lo sguardo attento di Draco.
«Comunque non te l'ho detto, ma oggi sei bellissima.»
«Grazie.»
Quando rimase solo in intimo, con reggiseno e mutandine a coprirle le nudità, il Serpeverde e la Grifondoro, la Bella e la Bestia si presero per mano, e insieme si immersero nel dolce tepore dell'acqua calda.
Rimasero in silenzio per qualche istante, contemplandosi a vicenda e godendosi quell'attimo di pace. Draco teneva Hermione stretta tra le sue braccia, come se fosse la cosa più fragile e importante al mondo.
«Cominciamo con le domande?»
Il giovane Serpeverde, inebriato dal suo profumo, annuì distrattamente.
«Bene. Ti farò due domande insieme, e spero tu sia veramente sincero. C'entri qualcosa con la Collana Maledetta che doveva essere recapitata a Silente? E altra domanda... Cosa nascondi sotto la fascia sul polso? E non dirmi che è per una storta perché non me la bevo. Una semplice storta ci mette pochi giorni a guarire, mentre tu hai quella fascia sul polso da settimane.»
Hermione non voleva fare quelle domande per prime, ma le parole le erano uscite dalla bocca senza che lei riuscisse a controllarle. Dentro di sé temeva di sapere cosa ci fosse sotto quello strato di stoffa, ma sperava di sbagliarsi. Come sperava che lui non fosse l'artefice della maledizione che era ricaduta su Katie Bell, ma che era destinata al Preside di Hogwarts.
«Perché lo vuoi sapere?»
Draco non l'aveva distanziata, ma lei sentiva comunque la tensione che gli attraversava il corpo. Quando i loro occhi si incontrarono, quelli color del ghiaccio di lui erano diventati duri e tempestosi.
«Perché mi hai promesso che saresti stato sincero con me. E se vuoi esserlo fino in fondo, devi avere anche il coraggio di dirmi ciò che sei diventato, o ciò che hai fatto. Hai il Marchio Nero, vero?»
Draco rimase spiazzato da quelle parole. Non si aspettava che quel giochino che gli era venuto in mente per conoscere meglio la Granger gli si ritorcesse contro in quel modo, e ancora meno si aspettava che lei avesse capito così in fretta la verità. Scostò lo sguardo da quegli occhi così penetranti, troppo imbarazzato e in collera con sé stesso. Quindi fece la prima cosa che gli passò per la mente: srotolò la fascia e scoprì il Marchio Nero.
«Ti rispondo alla prima domanda: no, non c'entro niente con quanto è successo a Katie Bell. E secondo, io non volevo diventare un Mangiamorte, te lo giuro, sono stato costretto a diventare la Bestia di Lord Voldemort. Mi fa ribrezzo solo a vederlo, questo Marchio, per questo lo tengo fasciato.»
Il ragazzo uscì con una velocità impressionante dalla vasca e iniziò a rivestirsi. Le aveva detto una mezza verità, ma le aveva mentito sulla cosa più importante.
«Che cosa stai facendo?»
Senza neanche girarsi, lui continuò a sistemarsi, gli occhi prossimi alle lacrime. La stava perdendo ancora prima di avere la possibilità di conquistarla, e tutto per quello schifo di marchio e per quella maledetta missione.
«Me ne vado, tanto dopo ciò che hai scoperto non vorrai più avere niente a che fare con me.»
Una lacrima cominciò a scendere solitaria, e a quella ne seguirono delle altre. Draco non riusciva a capire perché il fatto che la Granger non lo volesse più vedere lo facesse stare così male, eppure non riusciva a smettere di piangere. Sentì una presenza dietro di sé, e poi una mano che si appoggiava sulla sua spalla. Hermione gli si parò davanti e con mani tremanti alzò il suo viso e fece incontrare i loro occhi, e poi gli asciugò silenziosamente le lacrime.
«Se pensi che ti abbandonerò solo perché ho avuto conferma di una cosa che sospettavo dall'inizio della scuola ti sbagli, Draco Malfoy. In queste settimane ho avuto modo di scoprire il lato vero di te, quello umano e gentile, così lontano dalla Bestia in cui vuole trasformarti Lord Voldemort. Ora ti farò un'altra domanda, e voglio che tu sia sincero con me.»
Draco non riusciva a credere alla sicurezza con cui lo stava affrontando Hermione. Annuì e attese la fatidica domanda.
«C'è qualcosa in particolare che il Signore Oscuro ti ha chiesto di fare?»
Non poteva dirglielo, per svariati motivi. Se gliene avesse parlato l'avrebbe esposta a pericoli troppo grandi, e avrebbe messo in pericolo anche sua madre. Inoltre, lei avrebbe sicuramente cercato di persuaderlo dal continuare quella missione, ma per lui era troppo tardi per tirarsi indietro. Per questo il giovane Serpeverde fu costretto a mentirle, a tenere dentro di sé quel tremendo segreto.
«No, non mi ha ancora dato un incarico, per fortuna.»
Hermione non era certa che quella fosse la verità, ma decise di fidarsi di Draco e di credergli. Decise quindi di allentare la tensione che si era creata, abbracciò il ragazzo e lo strinse forte a sé. Poi, senza preavviso, lo spinse in acqua. Quando lui riemerse, la guardò con un cipiglio scuro sul volto.
«Potevi almeno avvisarmi, Granger.»
Lei rientrò nell'acqua e tolse dai capelli del principe dei Serpeverde la schiuma, tentando di non scoppiare a ridere.
«E perdermi la bellezza del tuo stupore?»
Draco le donò il suo sprezzante ghigno, quindi la baciò con trasporto. Quando le loro bocche si separarono, Hermione si scostò e abbassò lo sguardo.
«Non voglio correre, Draco. Proviamo a conoscerci, a mostrarci per la prima volta per come siamo veramente, a calare le maschere che per cinque anni abbiamo mostrato l'un l'altro. Come abbiamo fatto queste settimane, ma con calma.»
«Va bene.»
La giovane strega donò al pentito Mangiamorte un sorriso caloroso e sincero, quindi uscì dalla vasca e gli porse la mano.
«Direi che per questa sera può bastare come bagno. Si è fatto tardissimo, e domani mattina devo svegliarmi presto per studiare.»
Draco afferrò la mano di Hermione e la raggiunse fuori dall'acqua.
«Per quanto qua si stia bene, mi trovo a dover concordare con te.»
Si cambiarono in silenzio, contemplandosi con gli occhi, e una volta sistemati uscirono dal Bagno dei Prefetti. Si fermarono all'imbocco delle scale, non sapendo bene in che modo salutarsi.
«Beh... ti auguro una buona notte, Granger.»
«Buonanotte anche a te, Malfoy. Sogni d'oro!»
Quindi si separarono, Draco scese verso i sotterranei e Hermione salì verso la torre dei Grifondoro.
~*~
La mattina seguente Hermione si svegliò stranamente di buon umore. Certo, la sera prima aveva scoperto che Draco Malfoy era un Mangiamorte, ma il fatto che si fosse fidato di lei e glielo avesse confidato la lusingava e impauriva allo stesso tempo. Si sistemò con calma, mentre pensava ai baci della sera prima. Quando entrò in Sala Grande per fare colazione i suoi amici erano già a tavola. Spostò lo sguardo verso la tavolata dei Serpeverde, e intravide Malfoy mentre parlava con Zabini.
«Buongiorno ragazzi! Dormito bene?»
Harry e Ron la fissarono, la bocca piena di cibo.
«Si, grazie. Tu invece?»
«Non male direi.»
La ragazza prese una fetta di torta e l'avvolse in un tovagliolo di carta, quindi si riempì una tazza con del té al limone e lo bevve in poche sorsate, senza neanche sedersi al tavolo.
«Scusate se non resto con voi, ma devo assolutamente andare a studiare!!»
Mentre diceva quella frase, la giovane Grifondoro stava già attraversando la sala con passo svelto, con gli occhi della maggior parte dei presenti puntati addosso. La sua repentina uscita non passò inosservata a Draco, che approfittò del fatto per andarsene.
«Blaise, io vado. Ci vediamo dopo!»
Uscì velocemente e si incamminò verso la biblioteca, dove era certo di trovare Hermione. La trovò seduta al tavolo più in disparte dell'intera zona. In pochi minuti era riuscita a prendere un'infinità di libri.
«Buongiorno Granger. Già al lavoro di buon'ora, noto.»
Hermione, che stava in quel momento aprendo un libro in cui parlavano di magia oscura, nel sentire la sua voce si spaventò.
«Draco, buongiorno anche a te!»
Il giovane Serpeverde notò l'argomento del libro aperto sul tavolo, e sul suo volto si formò un cipiglio carico di interrogativi.
«Ti sei appassionata alla magia nera per caso?»
Colta in fragrante, la ragazza divenne rosso paonazzo, e per l'imbarazzo abbassò lo sguardo.
«No... Volevo solo saperne di più su quel Marchio.»
Draco rimase confuso da quell'affermazione così sicura. Perché Hermione Granger voleva cercare informazioni sul Marchio Nero?
«Come mai?»
Si sedette di fronte a lei, ora intrigato dalla curiosità della ragazza.
«Perché ieri sera, quando mi hai raccontato di quel COSO, mi sei sembrato molto schifato e triste, e volevo scoprire se ci fosse un modo per levartelo e in questo modo 'scollegarti' da LUI.»
Draco sorrise in modo sarcastico, o almeno... quello era il suo intento. In realtà gli uscì fuori solo un mezzo sorriso privo di ilarità. Scosse la testa e chiuse il libro che Hermione stava già consultando. In questo modo attirò su di sé la sua attenzione.
«Granger, è inutile che cerchi.»
«Perché? Guarda che a me non dispiace cercare un modo per...»
Lui la interruppe posandole un dito sulle labbra. Si accorse solo in quel momento che le mani gli tremavano in maniera incontrollata, segno che quella proposta di Hermione lo aveva scosso molto.
«Non serve che cerchi perché non esiste un modo per togliere questa merda dal mio braccio. O almeno, non da vivo.»
L'attenzione della Granger era tutta su di lui. Pendeva letteralmente dalle sue labbra, mentre i suoi occhi si rattristavano ogni secondo di più.
«In che senso?»
Hermione aveva capito dove Draco volesse arrivare, ma sperava che glielo confermasse lui.
«Nel senso che l'unico modo per togliere il Marchio Nero è con la morte o di chi c'è l'ha addosso, o di chi l'ha fatto. Quindi sono costretto a seguire Voldemort finché non sarò morto io, o finché lui non verrà ucciso da qualcuno.»
La notizia spiazzò letteralmente la ragazza, che lo osservava sconvolta, senza riuscire a dire una parola. Fu però in grado di fare una cosa che lasciò senza parole anche lui: prese il suo braccio, quello con il Marchio Nero, e posò sopra di esso un casto bacio. Dal punto in cui le sue labbra erano entrate in contatto con la sua pelle partì un brivido di piacere che gli percorse il corpo da parte a parte.
«Ho baciato questo marchio perché tu possa capire che sei molto di più di ciò che esso rappresenta. Sei molto meglio delle Bestie che seguono colui che ti ha fatto questo, Draco. E quando lo capirai, solo allora sarai libero di essere chi vuoi.»
Spazio autrice: Ciao a tutt*! Come promesso, eccomi qua con un nuovo capitolo, decisamente più movimentato rispetto al precedente. Il legame tra Draco ed Hermione si sta consolidando sempre di più, e la bella Grifondoro sembra intenzionata ad aiutare il tenebroso principe dei Serpeverde a liberarsi di Voldemort. Ma saranno in grado di lasciarsi veramente alle spalle il passato, o il segreto che ancora Draco tiene per sé potrebbe distruggere nuovamente tutto? Voi cosa ne pensate? Fatemi sapere se questo capitolo vi è piaciuto con una stellina o con qualche commento! Ci risentiamo al prossimo capitolo! Ciaoooo!
Giada
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