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Capitolo 8

Mi fiondai su di lui.
Sorpreso dalla mia velocità, reagì con una frazione di secondo in ritardo riuscendo comunque a parare con entrambe le braccia il mio pugno, diretto al suo volto.
Avevo previsto quel gesto così gli sferrai un colpo deciso al plesso solare, la parte centrale sotto lo sterno, facendolo retrocedere di un passo per riprendere fiato.
Quel coglione stava sorridendo?
Prima che potesse contrattaccare, sentii un click: dall'improvvisa immobilità del mio avversario, anche Marcus doveva averlo sentito.
<< Se osi fare qualcosa alla mia amica ti faccio saltare le cervella sul mio bel pavimento >> affermò Samantha con tono calmo e deciso.
Il suo sguardo era concentrato mentre impugnava la calibro 9; le avevo insegnato ad usarla al poligono della polizia quando non c'era nessuno a disturbarci.
Mi sentii fiera dell'ottima posa e della convinzione che scorgevo nei suoi occhi. Quella sì che era la mia migliore amica!
Non volevo, però, che Sammy si macchiasse di un delitto.
C'era ancora tempo per quello.
<< Sammy stai tranquilla, anche se mi piacerebbe che tu gli aprissi il cranio poi lui ritornerebbe. Ci ricaveresti solo una marea di lavoro di pulizia per togliere i suoi resti dal tuo negozio>> l'avvisai un po' più calma.
Vedere un'amica che ti difende ad armi spianate fa questo effetto.
Con riluttanza Samantha rimise la pistola in uno scompartimento sotto al bancone, senza mai perdere di vista il nostro ospite.
<< Perché sei qui? Credevo che il nostro piccolo scontro dell'ultima volta avesse chiarito che tu ed io non abbiamo niente a che fare l'uno con l'altra. Quella è la porta, spero di non rivederti mai più >> conclusi indicandogli cortesemente la porta.
Si avvicinò lentamente, sicuro di sé e dell'effetto che poteva esercitare sulle donne.
Le sue movenze agili avrebbero fatto pensare più a un felino che a una creatura del cielo. Non avevo ancora avuto il piacere di vederlo volare con le ali spiegate e... Basta! Non l'avrei mai visto così, dovevo piantarla di fantasticare a vuoto.
Alzò una mano e me la mise vicino al viso, con il palmo aperto vicino alla mia guancia, come una carezza fantasma.
<< Tornerai da me molto presto, non potrai farne a meno. Ti aspetto e ricordati che ti ho avvisata >> mi sussurrò ad un orecchio.
Sorrise contento e, prima di chiudere la porta, commentò: << Sono contento che tu sia tornata con quell'involucro. Ha reso le cose più facili per quello che ti attende >> e sparì.
Rimasi pietrificata.
Cosa intendeva? Io l'avrei cercato? Ma su che pianeta viveva?
In più cos'era quel commento sul mio nuovo corpo? L'attizzava così tanto?
Anche se ero piuttosto dubbiosa che fosse solo questo, mi costrinsi a girarmi per dare qualche spiegazione a Sammy, la quale era rimasta buona in silenzio a vedere il nostro piccolo teatrino.
Mi stava fissando con il suo sguardo da " ma che brava la mia amica che fa conquiste!", o sbaglio?
Purtroppo non succedeva spesso che conquistassi l'attenzione di qualcuno, soprattutto non un tipo come lui.
<< Mia cara, ora dovrai raccontarmi un bel po' di cose, soprattutto sul tuo nuovo look e su quel bel fusto che è appena uscito! Ma prima... >> e allargò le braccia invitandomi ad abbracciarla.
Avevo già detto che l'adoravo?
Nel mio mondo non era permesso lasciarsi coccolare o affezionarsi a qualcuno, ma con lei non ce l'avevo fatta a resistere.
Mentre mi lasciavo abbracciare e ricambiavo, sperai di non doverlo mai rimpiangere.

Dopo che le ebbi raccontato tutto aspettai che mi dicesse qualcosa.
Durante tutta la mia spiegazione avevo visto passare sul suo viso ogni tipo di espressione: stupita, spaventata, schifata, sul punto di scoppiare a ridere (forse per i miei commenti sarcastici?) e arrabbiata.
Alla fine Sammy riuscii solo a dire : << Beh hai avuto un periodo impegnato, ma ora sei tornata e ti aiuterò come posso >>.
Fletté il bicipite per farmi vedere come era forte e... scoppiammo a ridere.
Sapete quelle risate liberatorie che scaricano tutta la tensione accumulata?Esattamente quelle.
Dopo aver ripreso fiato le chiesi se potevo occupare il retro del suo negozio per qualche giorno, il tempo necessario per farmi recapitare dei documenti nuovi e trovare un altro appartamento.
Lei si rifiutò categoricamente.
<< Non ti lascerò nel mio ripostiglio umido quando ho un letto enorme e un divano libero nel mio appartamento a tre passi da qui. Ritieniti ufficialmente invitata fino alla fine dei tuoi giorni, se ce ne sarà bisogno >> proclamò con un sorriso e un inchino aggraziato.
<< La ringrazio di cuore, madamigella, per la sua disponibilità >> dissi inchinandomi profondamente a mia volta.
Ci avviammo verso casa sua dopo aver chiuso il negozio.
<< Non sono ancora abituata a vederti con questo nuovo aspetto e con questa voce, ma devo dire che ti si addicono. Sarà forse un altro requisito della tua abilità acquisita? >> mi chiese curiosa.
Ci pensai un po' prima di rispondere.
Aveva appena chiuso la porta dell'appartamento quando mi decisi a parlare.
<< Non lo so, ma è possibile. Dopo che mi hanno tolto il compito di finire le vite degli esseri umani sui campi di battaglia, mi è stata data come risarcimento questa abilità. Inizialmente era molto utile, peccato che con i controlli moderni è una vera spina nel fianco dover cambiare identità e documenti senza un abile e fidato falsario >> risposi mestamente.
L'appartamento di Sammy era elegante e spazioso, con mobili moderni e ricercati. Particolari ornamenti davano un tocco in più e personalizzavano l'ambiente troppo austero.
Avevo aiutato personalmente ad aggiungere alcune cose, come la scelta di un divano che poteva diventare uno spazioso letto.
Dopo che ci fummo cambiate, decidemmo che avrei preso il divano come zona notte, ma prima avremmo passato una fantastica serata tra ragazze.
Almeno questo era il programma originale.
Tutto cambiò quando sentimmo suonare il campanello.
Aprendo la porta con un coltello di quindici centimetri nascosto dietro alla schiena, dissi con un sorriso falso : << Buona sera, sei venuto a morire per caso? >> e pugnalai al cuore l'intruso.
Con uno suono strozzato, il nuovo arrivato si tolse il cappuccio e poi il coltello insanguinato dal petto. La ferita non si vedeva a causa della giacca, ma avrei scommesso che non fosse stato un colpo mortale, almeno non per lui.
<< È questo il modo di salutare un vecchio amico? >> chiese l'uomo riccioluto con un sorriso.
<< Quando mai siamo stati amici? >> domandai stizzita.
<< Dai, non fare la scorbutica, non ti sono mancato?>>
Gli mostrai il dito medio e gli sbattei la porta in faccia.
Mentre si udiva un urlo acuto da dietro la porta, Sammy mi chiese chi fosse.
Era vestita con un top celeste e dei micro pantaloncini neri che non lasciavano molto all'immaginazione. Anch'io non ero di certo abbigliata per incontrare il Re dei Fauni Lussuriosi.
Avevo aperto la porta con una canotta bianca che lasciava intravedere il reggiseno rosso che mi aveva prestato Sammy, visto che il mio non era più adatto, e dei pantaloncini identici a quelli della padrona di casa.
<< Ehi dai fammi entrare! Potremmo fare baldoria stasera... Con il nuovo corpo che hai ricevuto faremo sicuramente faville insieme! >> urlò Pan da dietro la porta.
<< ... Ti faccio entrare, ma se non fai il bravo ti castro >> acconsentii aprendo la porta.
<< Si sì... Uh! Guarda qua che cosa vedo! Ho forse interrotto un pigiama party? >> chiese malizioso spaparanzandosi sul divano.
Gli tirai un calcio in bocca, mandandolo steso sul tappeto.
Appoggiandosi su un gomito, Pan si pulì il sangue color rame che gli colava giù dal mento con la mano.
<<Sono sempre pronto a provare nuove soglie del piacere, ovviamente con le partner adeguate...e quelle che vedo sono perfette >> proferì con sguardo lascivo. Tirandosi su con uno slancio, si presentò all'altro essere vivente di sesso femminile presente nella stanza: << Piacere mia adorata, sono Pan, il re di tutte le feste e del divertimento...sono certo che sarà un vero piacere anche per lei >> mormorò ammiccando.
Prima che Sammy potesse sbavare (del resto era umana), li allontanai e cambiai discorso.
<< Perché sei qui?>> chiesi infine.
Pan era vestito con una giacca di pelle con cappuccio, jeans neri strappati e...basta.
Un vero ragazzaccio.
<< Volevo tenere gli argomenti seri per dopo, ma visto che insisti te lo dirò...>> prese fiato e continuò così: <<... Il tribunale ha decretato che sei una ricercata in tutti i mondi sotto il loro controllo, che ti ricordo che sono molti, e che chiunque riesca a trovarti dovrà riportarti dal tuo legittimo, ehm, proprietario >>.
Sentii la rabbia accumularsi dentro di me.
Aveva ragione, l'avrei cercato.
Per ucciderlo in tutti i modi possibili finché non avessi sfogato tutta la mia rabbia!

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