Capitolo 23
Marcus
<< Muoversi! >>
Pensavo di sapere cosa fosse la disperazione quando avevo visto Ate venire colpita da uno sparo davanti al cancello del mio clan.
O quando, contorcendosi dal dolore a causa del suo ultimo cambio di corpo, non sapevo come aiutarla.
Oppure quando quell'essere infimo del suo fratellastro aveva osato ferirla.
Mai mi sarei aspettato di provare una tale emozione quando vidi la scena di lei che - dopo essere scappata con una stupida scusa, detta a causa delle persone che ci stavano intorno e per non far vedere la sua espressione sorpresa e confusa - oltrepassava la soglia della porta e veniva presa.
Presa da qualcosa.
La mia Thanatos, la mia Ate, era stata rapita a neanche trecento passi da me.
E non ero riuscito a fare niente.
In un battito di ciglia era ormai tutto finito, ma quegli attimi sarebbero rimastati impressi sulla retina delle mie pupille per l'eternità.
La sua espressione era inizialmente smarrita mentre si girava a guardarmi, ed io ero attorniato da troppe persone per reagire tempestivamente.
Sono tutte scuse, pensai.
Dovevo essere lì, per lei.
Aveva bisogno di me e non ero al suo fianco.
Per l'ennesima volta.
Come potevo essere un buon capo se non sapevo neanche essere un buon compagno che teneva al sicuro la sua metà?
Basta tergiversare. Avrò tempo in futuro per autocommiserarmi, ora devo trovare un modo per salvarla, pensai in preda ad una rabbia gelida.
<< I preparativi sono quasi ultimati >>.
Appena dopo che si era girata, cercandomi con lo sguardo, una sostanza nera si era materializzata alle sue spalle.
Quella che poteva sembrare una mano enorme e ossuta le aveva coperto una parte del volto, oscurandole la vista in parte.
Ma non completamente.
Anche da quella distanza avevo letto nei suoi occhi la paura che quella mano le procurava. O più precisamente, le ovvie conseguenze che la comparsa di quell'essere potevano significare per lei.
Sapevo per certo che era stata rapita dal nostro nemico...
...ma non sarebbe dovuto uscire completamente dal suo stato di prigionia per distruggere la realtà esistente solo il giorno successivo?
Che Ate si fosse sbagliata con le tempistiche?
<< Capo clan? >> chiese una voce.
Mi girai di scatto uscendo dal mio stato di concentrazione mentale.
<< Spero per te che sia tutto pronto Wade. Se no potresti non essere in grado di accompagnarci in missione per avermi disturbato >> lo avvisai con tono monocorde.
Il mio secondo in comando, uno dei guerrieri più valorosi del mio clan e mio confidente in alcune occasioni, stava ritto davanti a me, vestito con le nostre tipiche uniformi da guerra. Erano composti da: un pettorale di platino con delle speciali aperture sulla schiena e un paio di robusti pantaloni neri.
Nient'altro.
Mostrando i denti, distese le labbra in un sorriso spietato.
<< Tutti sono in assetto da combattimento e abbiamo richiamato tutti gli eserciti a rapporto. Tutti quelli capaci di volare sono stati armati e divisi in squadre come hai ordinato. I due umani sono stati messi nella tua squadra e adeguatamente istruiti sulle regole da seguire. Possiamo partire >> riferì, nella voce una nota di impazienza.
Aveva sempre amato combattere, ma il sapere di dover sconfiggere una così grande minaccia poteva solo far ribollire il sangue dall'eccitazione ad una Fenice come Wade.
Mi alzai dalla mia posizione.
Tutto intorno a me le fiamme divampavano ancora.
Residui visibili della mia collera.
Il salone ormai era una pallida, o più precisamente bruciacchiata, copia di quello che era stato.
Fissai il mio sottoposto e questo fece fatica a non ritrarsi, intimorito da ciò scorse sul mio volto.
Mi trasformai così velocemente che non ebbi nemmeno bisogno di pensarci. Tutto il mio essere mi gridava di distruggere tutto ciò che mi separava dalla mia amata. Non solo perché il destino aveva voluto che fosse la compagna del mio essere una Fenice. In tutti i casi, in mondi paralleli o meno, mi sarei innamorato di lei.
Perché è quello che Ate era per me.
Una donna meravigliosa.
Sfuggente e particolare.
Arguta, ma con una strana innocenza di fondo che addolciva altri tratti appuntiti di lei.
Avrei venerato e apprezzato tutti i lati del suo complesso carattere, scoprendoli uno a uno.
Ma per fare tutto ciò dovevo averla con me.
<< In volo, ora! >> urlai.
Mille ali sbatterono all'unisono.
Sto arrivando, resisti mia Thanatos.
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