Capitolo 20
(Pietre usate come offerta chiamate "asce"; in questo caso sono di provenienza Maya).
Marcus
Mi nascondeva qualcosa.
Ma che dico?
C'era sicuramente molto di più! Purtroppo a causa delle circostanze non potevo averne la certezza; dopotutto erano successe troppe cose, tutte in pochissimo tempo: l'arrivo dei suoi due amici, il suo malessere, la trasformazione e, per finire, la rivelazione di una catastrofe imminente.
Perché ci eravamo baciati.
Pensava davvero che avrei creduto a tutto ciò che mi raccontava? Per sicurezza avrei ovviamente fatto buon viso a cattivo gioco pur di starle vicino, ma dovevo accertarmi al più presto della sua sanità mentale. Un po' di stravaganza potevo sopportarla, ma se fosse risultata pazza per davvero la questione si complicava considerevolmente.
Scorgevo nei suoi fantastici e unici occhi la determinazione di un atleta convinto di vincere o di un soldato che ha come unico obbiettivo la propria sopravvivenza e quella dei suoi compagni.
Che femmina che era quella! pensai con un senso di orgoglio nel petto, a dispetto dei pensieri di poco prima in cui dubitavo della sua salute psichica.
Mi alzai dalla mia posizione seduta, sicuro di cosa fare.
<< Qualunque cosa ti aiuterà per fermare questa apocalisse imminente la farò, a patto che ciò non implichi che tu debba lasciare il mio fianco. Tranquilla, so che ora non sei più quella di prima e che hai quel corpo ultraterreno...>> la interruppi ancora prima che riuscisse a proferire qualsiasi protesta. Poi continuai il discorso con tono calmo, ma irremovibile: << ...però siamo legati e se ti devi imbarcare in questa missione avrai bisogno di tutto l'aiuto possibile. Si dà il caso che il fatto di essere il capo mi dia qualche beneficio, quindi il clan Cenere di Fiamma e tutti gli altri coalizzati con noi ti appoggeranno >>.
Le due ragazze si guardarono come se stessero avendo una conversazione di sguardi e poi si concentrarono di nuovo su di me, molto dubbiose.
<< E tu cosa ci guadagni? >> chiese la mia piccola investigatrice.
Un brivido di autocompiacimento mi percorse le membra sentendomi porre quella domanda. Iniziava a conoscermi e intuiva che avrei cercato di approfittare della situazione per avere qualche vantaggio con lei. Potevo solo esserne contento, soprattutto notando quella luce curiosa e divertita che era apparsa alla velocità della luce nei suoi occhi.
Avvicinandomi lentamente alla piccola figura con i capelli bianco-dorati, mi fermai ad un soffio da lei, consapevole del profumo intenso che la sua pelle emanava.
<< Avrai tutto ad una condizione: dovrai accettare il tuo legame con me e promettere che non lascerai il mio fianco, se non in caso di estrema necessità e nell'eventualità che tu mi dia dei buoni motivi per la tua assenza. Nel caso non rispettassi la promessa io e il mio clan continueremo ad aiutarti, ma avrò tutto il diritto di punirti come, quando e dove voglio. Del resto è un piccolo prezzo da pagare e potresti sempre provare a farmi fuori ancora. Sei un essere imparentato con tante figure importanti, non dovresti temere un pollo arrosto come me, no? Allora, accetti?>> terminai chiedendo con un sorriso furbo.
Eravamo vicini e la vidi stringere gli occhi soppesando le mie parole.
Probabilmente aveva fiutato la trappola ma non capiva esattamente dove fosse la fregatura.
Proprio il mio scopo.
Era impossibile che ci arrivasse visto che nemmeno io sapevo esattamente cosa volevo. Per ora sapere che avrei potuto averla accanto senza dover temere che mi sfuggisse, come fa l'acqua quando la si raccoglie con un catino bucato, mi bastava.
Non dovevo neanche scordarmi della grave minaccia derivante da quel misterioso nemico.
<< Non credo dovresti accettare. Ce la caveremo in qualche altro modo, non abbiamo bisogno di loro, di lui. È molto sospetto >> s'intromise l'umana, che nel frattempo ci aveva raggiunti e si era posizionata di fianco all'amica.
Ecco, mi ero scordato anche di questa scocciatrice! Se mi rovinava i piani avrei trovato il modo per fargliela pagare.
Ate stava per aprire bocca quando la porta si aprì.
<< È meglio se accetti invece >> disse la voce di Violetto dal Viso Perfetto, arrivato nel momento perfetto per soccorrermi. Con la sua camminata da fotomodello pareva uscito da una sfilata di moda, ma il suo atteggiamento era solo una facciata. Riuscivo a percepire la sua inclinazione al controllo da quella distanza. Uno spirito affine, per così dire.
Solo per un momento la sua recita s'incrinò leggermente quando vide il nuovo aspetto della sua dipendente.
<< Oppure puoi anche non accettare >> si corresse, quel bastardo.
Il suo vestiario e l'acconciatura erano cambiati. Ora portava con eleganza dei jeans aderenti e una anonima t-shirt azzurro ghiaccio, invece i capelli erano lasciati cadere davanti agli occhi, leggermente bagnati.
Ma a che gioco stava giocando?
<< La scelta è solo tua, analizza i tuoi mezzi e i tuoi obiettivi e decidi. Solo tu puoi farlo, Samantha sicuramente ti seguirà. Per quanto riguarda me, sai bene che dipende dalla mia agenda >> affermò come se non ci fosse in ballo il destino del mondo interno, probabilmente dell'intero universo.
E poi come faceva a sapere tutta la questione? Da quanto tempo stava aspettando fuori dalla porta?
<< Accetto >> proclamò all'improvviso Ate, lapidaria.
Ci sapeva fare quel tizio allora!
Fissandola intensamente, le porsi la mano per sigillare l'accordo.
Con decisione, mi strinse la mano con una presa salda con la sua manina piccola e bianca, ma decisamente calda.
Era fatta.
Sentendo un rumore molesto, ci girammo tutti nella direzione di quel suono e vedi l'umana, Samantha, mentre cambiava colore per l'imbarazzo.
<< Direi che è ora di rifocillarsi: siete tutti miei ospiti! >> asserii facendo strada ai miei nuovi ospiti ed alleati.
La cena la trascorsi cercando di intavolare una conversazione, inutilmente, con la mia Thanatos, la quale aveva aperto bocca solo per parlare con la sua amica; quest'ultima s'ingozzava come un naufrago ritornato alla civiltà dopo un mese passato a cibarsi di sole bacche.
Si vedeva che erano legate, anche se le espressioni di Ate sembravano più congelate rispetto a prima. Forse il suo aspetto sovrannaturale non era abituato a questo genere di emozioni.
Mi ricorderò di sperimentare questa tesi, pensai con oscure e languide intenzioni.
Ma prima, una cosa per volta.
La stanza era circolare: soffitti alti, riccamente abbellita da quadri enormi, un trio di finestre. Queste ultime occupavano la parte opposta rispetto alla porta d'entrata e preziosi mobili antichi caratterizzavano l'ambiente: nello specifico, il tavolo attorno al quale eravamo riuniti.
Esso aveva la medesima forma rotonda della sala e, per l'occasione, erano stati disposti quattro posti; in realtà la struttura di legno poteva tranquillamente ospitare una ventina di persone: un meccanismo a scatto al suo interno permetteva al tavolo di ingrandirsi, facendo scorrere delle assi di legno dalla parte sottostante fino a raggiungere il livello della struttura principale.
Le rifiniture e le venature che adornavano le gambe e la superficie levigata avevano un significato tutto particolare: di fatto, solo io sapevo che la postazione alla mia destra era quella che poteva occupare solo la mia compagna. La quale mi ignorava bellamente.
Prima o poi dovrà parlarmi se vogliamo organizzarci
Il cibo era stato lasciato intatto nel suo piatto, come se non avesse più bisogno di mangiare. Gli altri commensali per fortuna mangiavano, anche se stonava la voracità della donna e la compostezza dell'uomo. Del resto non potevo dire niente alla femmina umana visto che le mie maniere non erano molto migliori delle sue.
Dovevo al più presto riprendere le forze se volevo guarire in fretta e combattere al suo fianco.
Sempre che riuscissi a conquistarla totalmente.
<< Pazienta, la tua occasione arriverà >> disse quello che avevo da poco iniziato a riconoscere come William. Anche se le ragazze continuavano a chiamarlo Willy.
Lo scrutai per vedere se mi stava prendendo per il culo.
Sembrava serio, almeno quanto lo può essere un umano con un sorriso falso che guarda con uno sguardo da predatore l'unico altro essere umano nella stanza.
E se non si stesse riferendo a me? Se stesse in realtà parlando a sé stesso?
Prima che potessi chiedergli alcunché, un rumore proveniente dall'esterno mise tutti in allarme.
Con una spettacolare entrata in scena, condita da una irritante e familiare risata squillante, un ospite inatteso fece la sua apparizione.
Oh no, lei no...
<< Ehilà gente! Come va? Sono la fantastica e super informata sorella di questo burbero e dispotico capo clan, come ama definirsi >> si presentò Bluebell, spalancando le braccia con fare teatrale mentre attraversava le porte della sala da pranzo.
Lunghi capelli ricci le ricadevano come onde intricate dello stesso colore dei miei, al contrario degli occhi, che era di un particolare colore di verde, come la pietra verde utilizzata nelle offerte alla divinità mesoamericana conosciuta con il nome di dio del mais. Slanciata e dall'incedere leggiadro, vestiva con un abito da bambola di un blu sfumato, sebbene il taglio dell'abito fosse anti-convenzionale con tutti quegli spacchi e dalle aggiunte personali.
La solita stronza egocentrica.
Non eravamo mai andati d'accordo, ma dovevo concederle un minimo di rispetto visto che era nata un decennio prima di me.
<< Bluebell cosa ci fai tu qui? >> chiesi trattenendo a malapena di celare il mio sconforto nel saperla lì, oltre all'irritazione che mi faceva venire nel vederla.
<< Tu sei quella con cui ho parlato al telefono! >> esclamò stupita Ate, alzandosi in piedi e ribaltando la sedia nella foga.
Come mai quella reazione? Cosa si erano dette esattamente prima che riuscissi a intercettare la loro conversazione?
<< Oh, mia cara! Come pensavo: sei già qui! Perfetto, perfetto! >> trillò entusiasta la nuova arrivata.
Davvero troppi visitatori in poco tempo.
Dopo tutto questo disastro mi sarei preso una vacanza.
Ovviamente accompagnato dalla mia Thanatos.
<< Cosa è perfetto? >> chiese con aria spaesata e divertita Samantha l'umana, seduta ancora al tavolo con William.
<< Uh è vero che non lo sapete: non ve l'ho ancora detto! Stasera si terrà un gran ricevimento straordinario per presentare la compagna del capo a tutta la comunità! >> ci informò sorridendo e calcando eccessivamente sulla parola "capo".
Perché non potevo strangolarla?
Al pensiero mi venne in mente l'immagine di Ate mentre era nelle grinfie di Randy.
Ci sarebbe voluto tempo prima che superassi la cosa: una possibile terapia poteva essere quella di scovare e torturare ripetutamente quell'essere ignobile che aveva osato farle del male.
Un momento. Cosa aveva detto?
<< Spero di aver capito male. Non puoi dire sul serio >> le feci notare, strabuzzando gli occhi al solo pensiero.
<< Cosa c'è che non va? Dici che mi vuoi al tuo fianco ma non hai il coraggio di presentarmi alla tua gente? Bene, io nemmeno ci tengo! >> esplose all'improvviso Ate e tentò di uscire dalla stanza.
Quello sì che era un comportamento imprevisto!
Poteva essere che fosse stizzita per la mia reazione? Se solo avessi avuto la possibilità di spiegarmi meglio!
Comunque Ate venne bloccata all'improvviso da una folata di vento, che chiuse con un colpo secco le porte che portavano all'uscita.
<< No no, devi rimanere fino alla fine ad ascoltare ciò che ho da dirti. Nessuno uscirà di qui prima che io abbia finito >> sentenziò con voce monocorde mia sorella , in forte contrasto con la sua espressione gentile.
<< La faccenda si fa interessante >> mormorò William, super concentrato mentre faceva rimbalzare lo sguardo da me, a Ate, fino a Bluebell, per poi tornare indietro.
Visto che iniziavo a sentirmi decisamente a disagio, sperai di concludere in fretta la faccenda ponendo la seguente domanda: << Come mai proprio ora ? >>.
Infatti la cosa che più non mi tornava era proprio la tempestività di quella decisione.
Solitamente passavano mesi prima dell'ufficializzazione, soprattutto se riguardava l'unione di una persona di spicco nella comunità.
Con fare scocciato la mia parente mi rispose così: << È ovvio! Perché sono tutti curiosi di vedere se sei riuscito a domare la forza della natura che ha quasi raso al suolo il villaggio! Come fai a non arrivarci? Sono in molti che vorrebbero la tua posizione, ma prima non avevano neanche la minima possibilità di poterti fregare.
Invece ora, la sua presenza >> continuò indicando Ate << mette in crisi la tua impeccabile aura di comandante; anche se il tuo potere, il tuo sangue e le tue capacità ti tengono ancorato al trono, le regole imprenscindibili delle comunità valgono anche per te. Perciò, se non date l'impressione di essere una vera coppia, nessuno vi seguirà... anche se si parlasse della fine del mondo a noi conosciuto >> concluse soddisfatta della sua spiegazione.
<< Da quanto sei qui esattamente? >> domandò serio l'umano.
Effettivamente come sapeva della situazione? Anche William non era nella stanza al momento della rivelazione, ma lui era solo dietro alla porta a origliare, perciò era impossibile che non l'avesse vista.
A meno che...
<< Tu mi sorvegli con i tuoi insidiosi poteri sul vento! >> l'accusai infuriato.
Mi lanciai contro di lei per costringerla a togliere le sentinelle che aveva lasciato nella mia dimora.
Probabilmente ci stavano ascoltando anche adesso!
Venni proiettato in alto e lontano da lei prima ancora di riuscire a sfiorarla.
Avrei dovuto usare su di lei quelle maledette manette, così avrei potuto farle pagare tutto ciò che avevo dovuto sopportare!
<< Calmatevi! >> urlò Ate.
Tutto tacque e ci girammo verso di lei, che era ancora vicino alle porte.
<< Nessuno può sfruttare la mia presenza a mio sfavore. Si sono messi contro la creatura sbagliata se credono realmente di rovinare i miei progetti sulle loro schiere di ottusi pennuti dal cervello di gallina. Avranno la prova diretta di cosa significhi cadere in errore >> affermò con voce solenne e un sorriso furbo su quelle labbra nere.
<< Chi è con me? >> chiese perentoria ritornando seria e fissandoci intensamente uno ad uno.
La forza del suo sguardo era quasi tangibile. A malapena riuscivo a pensare al potere che avrei potuto percepire senza la presenza delle manette, le quali ancora neutralizzavano i suoi poteri.
A causa dei miei pensieri, Samantha mi batté sul tempo, di qualche secondo, ma entrambi esclamammo: << Io! >>.
La mia Thanatos sorrise dolcemente alla sua amica, senza guardarmi.
Mancavano Willy e Bluebell.
<< Per la salvezza della lattuga più verde, ti aiuterò >> rispose in modo criptico William. Ate a sua volta rispose con un cenno del capo, come se avesse capito.
Mi dava molto fastidio che mi avesse ignorato, ma dovevo rendermi conto che non ero niente per lei , a parte essere un possibile alleato e una spina nel fianco.
Devo farle cambiare idea o impazzirò.
<< È ovvio che ti aiuterò! Sono certa che farai diventare matto il mio fratellino e mi divertirò un sacco a dare una lezione a quei poveri illusi >> rivelò affabile e divertita come una bambina consapevole di aver ottenuto ciò che voleva.
<< Che il piano per rinsaldare il potere e sfruttare le risorse del popolo delle Fenici in previsione dello scontro finale abbia inizio! >> affermò entusiasta Ate.
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