Capitolo 5 - Mattia
Tarin sta guidando velocemente verso casa di Isabella.
"Ho paura. Devo sapere dove si è cacciata Isabella subito! Sono sicura che le ferite che ha visto Megan sul collo di quella ragazza sono dei morsi di vampiro. Non so chi possa essere stato, ma ho avuto una sensazione per niente piacevole quando Arianna e Mario mi hanno raccontato la loro visione, e se il colpevole è chi penso, credo proprio che vorrà parlare con Isabella. Devo trovarla. Viva.".
Arrivata a casa di Isabella, Tarin comincia a bussare e a suonare il campanello allarmata e ad aprire arriva Barbara, che ha un'aria arrabbiata.
Tarin entra e Barbara le dice arrabbiata «Come hai fatto ad uccidere una povera ragazza indifesa? Avevi promesso che non avresti fatto del male a nessuno! Mi avevi anche detto che non bevi sangue umano!».
«Non sono stata io!» dice Tarin arrabbiata, e i suoi occhi diventano color muschio«Quando la ragazza è stata trovata morta io ero con degli amici a parlare! Mantengo sempre la parola data, al contrario vostro che mi avevate promesso che vi foste sempre fidati di me!».
Barbara fa un passo indietro spaventata e Tarin sale le scale fino alla soffitta.
Lì aveva conservato tutte le cose dei tempi passati quando ancora Barbara era piccolissima.
È buio, ma riesce comunque a vedere grazie alle sue doti da vampiro. Quella non sembra per niente una soffitta. C'è un balcone non troppo grande che è chiuso da una porta con una vetrata. C'è una libreria in cui ci sono molti album delle fotografie, il più antico risale al 1850, molti libri antichi e degli oggetti di antiquariato, tra i quali due bellissimi carillon identici tranne per il fatto che i cuori sopra i loro coperchi sono di colore differente: in uno il cuore è rosso e nell'altro il cuore è verde. Appoggiati alle pareti ci sono dei quadri molto antichi e non appesi, mentre vicino alla parete davanti alla porta per il balcone c'è una scrivania molto antica, sopra la quale ci sono appoggiate una abat joure e un portagioie, alla sinistra della scrivania c'è un bellissimo specchio.
Tarin è voltata verso la scrivania quando un corvo si poggia proprio sopra questo specchio.
"La visione di Arianna e Mario si sta avverando e tutto sta andando secondo i miei piani! Quindi..." «Mattia!» esclama.
Tarin si gira e vede davanti alla porta che conduce al balcone una ragazza alta quasi quanto Arianna e Mario, con i lunghi e mossi capelli biondo scuro, gli occhi castani e un sorrisetto malizioso in faccia .
«Ciao, sorellina!» dice continuando a sorridere.
«Cosa ci fai tu qui?» chiede Tarin.
«Come?» risponde la ragazza, sempre con lo stesso sorriso «Non sei felice di rivedere tua sorella dopo tanto tempo?».
«No! E comunque non hai risposto alla mia domanda!» Tarin sta per scoppiare, paura e tristezza si fondono creando la rabbia.
«Sai» comincia Mattia «Mi sembrava che tu fossi troppo felice e spensierata. Non può mica andare sempre tutto bene, sai? Ci deve essere sempre qualcuno che fa da, come dire, guastafeste? E questo è proprio il ruolo che mi si addice! Così ho deciso di fare un salto dalla mia sorellina e anche dalle mie nipoti!».
Proprio in questo istante entra Isabella che si mette in mezzo a Tarin e Mattia «Tu chi sei? Perché hai fatto credere a me e a mia madre che fosse stata Tarin ad uccidere quella ragazza?».
Isabella stava origliando alla porta e aveva finalmente capito che non era sua zia Tarin la colpevole.
«Sai, volevo proprio vedere fino a che punto saresti riuscita ad avere fiducia in Tarin e a quanto pare non ne hai avuta molta... Comunque io sono Mattia!».
Isabella scoppia a ridere «Mattia? Ma non è un nome da maschio?».
«Tu sei Isabella vero?» dice Mattia, che adesso non ha più un sorriso malizioso ma ne ha uno arrabbiato «Isabella di nome ma non di fatto» a queste parole Isabella abbassa la testa e Mattia ride cattiva.
«Passate una buona notte! Nipotina, sorellina» e fa una smorfia dicendo quest'ultima parola «Ci vediamo molto presto!» e scompare.
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