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Capitolo 3 - La nuova scuola

Tarin si sveglia affamata. Guarda l'orologio e vede che sono le 16:30.

Troppo presto.

"Credo proprio che andrò a farmi un bicchierino. Dopotutto, la mia fame non è così tanta. Posso benissimo aspettare fino a stasera: anche se le mie nipoti lo sanno non voglio sconvolgerle più di tanto, stanno già facendo i salti mortali per farmi stare da loro!" pensa stiracchiandosi.

Così si alza e va in bagno a controllarsi allo specchio. "Oh no! Che capelli! Perché le persone lisce se li possono pettinare e io no?" pensa, cercando di aggiustarli con le mani.

Poi scende al piano di sotto e va in cucina.

Lì trova Barbara intenta a dare una pulita alla dispensa, togliendo le cose scadute «Ben svegliata zia!».

«Grazie Barbara! Ma per favore non chiamarmi zia, devi abituati! Per le persone sono io ad essere tua nipote».

«Me ne dimentico sempre! È così...» ma non riesce a finire la frase.

«Strano?» finisce Tarin. Barbara diventa rossa e abbassa la testa «Puoi stare tranquilla. Ti capisco, non deve essere poi così semplice avere un vampiro in famiglia» la tranquillizza, facendole un sorriso.

«Hai qualcosa di forte da bere?» le chiede infine.

Esatto. Tarin Di Leo in realtà è un vampiro. Ha deciso di andare a vivere con Isabella, Barbara e Ivan per stare un po' in compagnia e far finta che la sua vita sia normale; consapevole del fatto che prima o poi se ne dovrà andare, visto che non può invecchiare e sicuramente desterebbe sospetti verso le altre persone.

«Sì» risponde infine Barbara, prendendo un bicchiere e riempiendolo con del whisky. «Hai fame?» le chiede dopo, con un pizzico di preoccupazione.

«Sì» risponde Tarin «ma puoi stare tranquilla, non farò del male a nessuno, bevo solo sangue animale» e beve un po' del suo whisky.

Barbara le chiede curiosa «Va lo stesso bene?».

«Bere sangue animale? Sì. Certo, non sono forte come sarei bevendo quello umano, ma va bene lo stesso» e finisce tutto il suo drink «Potrei averne ancora?».

Barbara le da tutta la bottiglia «Prendine pure quanto ne vuoi, tanto nessuno in famiglia beve».

«Grazie!» risponde Tarin cortese.

****

«Ti piacerà sicuramente! Ne sono sicura!» dice Isabella felice.

È il giorno dopo e Isabella sta accompagnando Tarin nella sua scuola per l'iscrizione.

Isabella va al liceo artistico della sua città. La sede è un grande edificio bianco molto grande, di tre piani, con una caratteristica forma ottagonale.

Appena entrate Isabella comincia a salutare tutti.

Tarin le sorride «La nostra Isabella è popolare».

«Ma no zi... ehm, Tarin. Semplicemente ho tanti amici, ma non mi piace definirmi come popolare».

«Tu invece eri molto popolare?» le chiede Isabella.

«Veramente io non sono mai andata a scuola. Mio padre faceva venire i maestri nella nostra villa» ricorda Tarin con una vena di malinconia «Ne avevo dodici, ma non ero la preferita di nessuno di loro».

«E chi era la preferita?».

Tarin abbassa la testa «Era mia sorella, la mia sorella maggiore».

«Quella da cui discendo io?».

«No, Joile era la più piccola».

«Joile? Che nome strano!».

«Già! A mio padre piacevano i nomi fuori dal comune, e questo l'ha inventato lui».

«Siamo arrivate alla segreteria!» annuncia infine Isabella.

Tarin è sorpresa, non si era resa conto di quanto avevamo parlato.

Isabella saluta la signora dietro il vetro «Buon giorno signorina Francesca. Potrebbe dare il modulo d'iscrizione a mia cugina?» indica poi Tarin.

La signorina Francesca è una donna sulla sessantina, mai sposata. Alta un metro e cinquanta, capelli rossi tinti, occhi marroni nascosti da delle lentine azzurre e truccatissima «Ma certo! Ecco a te!» consegna a Tarin un foglio da compilare, con un gigantesco sorriso in volto.

Lei lo compila e poi lo dà alla segretaria.

Ma questa le dice «Ha fornito poche informazioni. Ce ne sono di molto importanti che deve darci per poter studiare in questa scuola».

«Ne è proprio sicura? Guardi meglio...» le chiede Tarin guardandola negli occhi.

Isabella guarda Tarin e nota che i suoi occhi sono diventati di un verde brillante e le sue pupille si sono dilatate fino quasi a coprire la metà dell'iride.

A quelle parole la segretaria riguarda il foglio e, con una voce senza sentimenti, dice «Ha ragione, c'è proprio tutto quello che dobbiamo sapere.».

«Allora posso andarmene adesso?».

«Sì, può andarsene» e così Tarin si gira e se ne va.

Isabella è sconvolta dal comportamento di Tarin «Che cosa le hai fatto?».

«L'ho solo convinta».

«Non mi piace quando usi i tuoi poteri così».

A queste parole Tarin si gira verso Isabella e le dice «Non posso scrivere troppo su di me e ho dovuto usare i miei poteri. La vita di un vampiro non è tutta rose e fiori. Neanche a me piace come devo convincere la gente, ma sono costretta a fare così!».

Mentre parlano una ragazza viene verso di loro. Ha dei capelli biondi, messi in una piega mossa, gli occhi cerulei ed è leggermente più bassa di loro, anche se questa differenza di altezza è mascherata grazie ai tacchi che porta ai piedi. «Ciao Isabella! Come va?» la saluta, sfoggiando un sorriso con i suoi denti bianchissimi e dritti.

«Bene grazie!» risponde lei «Megan, ti presento mia cugina Tarin».

Megan si rende conto soltanto in quel momento della presenza di Tarin «Oh, piacere sono Megan!» e le porge la mano.

«Tarin» risponde lei dandogli la mano.

Arrivano verso di loro anche due gemelli, un ragazzo e una ragazza. Hanno entrambi i capelli e gli occhi castani. Lei li tiene legati in una treccia che le arriva fino alla vita, mentre lui li tiene legati in un codino che gli arriva sotto il collo. Sono entrambi molto più alti delle tre.

«Ciao! Io sono Arianna!» si presenta la ragazza.

«Ed io sono Mario» continua il ragazzo e le offre la mano.

«Io sono Tarin» risponde lei e gli dà la mano.

Lui sbarra gli occhi per un secondo e ritrae la mano, come se si fosse scottato. Guarda verso sua sorella e le tocca il braccio. Anche la sorella sbarra gli occhi, per poi tranquillizzarsi pochi secondi dopo.

Tarin capisce che qualcosa non va, poi vede ad Arianna e a Mario dei bracciali con sopra una stella e capisce: sono una strega e un mago.

Allora lei sorride «È bello stringere la mano alle persone, si può capire molto su di loro. Belli i vostri bracciali!».

Anche loro le sorridono «È una cosa di famiglia» dice Arianna.

Megan chiede eccitata «Verrete questa sera al party di inizio anno, vero?».

«Ma certo!» rispondono Isabella, Arianna e Mario.

«Credo proprio che verrò anch'io» dice Tarin sorridendo.

"Sarà un bellissimo anno scolastico! Non mi importa se adesso Arianna e Mario conoscono il mio segreto, io non svelo il loro, loro non svelano il mio. E gli anni passeranno in fretta."

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