8. Segreto
Musica...
Damiano la sentiva scorrere dentro; dappertutto. Il suo effetto lo disintossicava e stordiva al tempo stesso, proteggendolo dai pensieri nocivi per spingerlo verso lidi assai più lieti.
Con le braccia al corpo di un ragazzo del quale aveva già scordato il nome, alternava occhiate esplicite a movimenti esperti. Damiano era fin troppo bravo a prendere quel che volesse dal suo prossimo, soprattutto quando poteva volgere le spalle alle conseguenze, e la festa alla quale stava partecipando sembrava mettere tutti nelle condizioni di agire come all'interno di un videogioco: la partita sta facendo schifo? Premere RESTART.
Le luci psichedeliche della sala da ballo del noto locale fiorentino consentivano ai corpi di confondersi nell'oscurità, mentre fra una canzone e l'altra, gli ultimi successi dell'estete si susseguivano portando seco ricordi che sapevano di sole, sale, sorrisi e baci al tramonto. Damiano non aveva più voluto scenari romantici dopo Ruben e posti del genere erano diventati ottimi terreni per procurarsi l'unica cosa che ormai cercava nel prossimo:
- Lo facciamo? -
Gli angusti bagni della discoteca non erano il massimo per combinare, ma quando si trattava solo di calmare gli ormoni, le priorità erano ben altre. Damiano si sentiva già tutto un fremito, quando le sue labbra s'incollarono alla bocca umida di quel bel faccino di...
Mattia? Matteo? ...Fox River sarebbe andato benissimo, considerando che gli rammentava il protagonista di Prison Break.
Il tonfo della porta del wc rese il loro incontro ancor più sexy, nonostante quello stretto abitacolo dalle mattonelle sommerse di scritte e di scarabocchi sconci non fosse l'ideale per baciarsi e cacciar le mani in ogni dove.
Ma non era il cuore a dettar legge.
Era l'impellenza.
Era la necessità di staccare il cervello fra lappate e bottoni della camicia che si sciolgono.
Era il bisogno inappellabile di lasciarsi andare, approfittando del calore della bocca di qualcuno che domani non si sarebbe più rivisto...
Qualcuno che avrebbe dato senza pretendere niente...
Chi sei? Quanti anni hai? Sei di scuola mia?
Ma chi se ne frega, succhiamelo e basta...
Per quanto possa essere sexy ed eccitante godere con qualcuno, certe note intense sono destinate a durare poco meno della piena fioritura di una rosa...
Nonostante le carezze, gli sguardi e i gemiti, Damiano uscì da quel bagno con lo stesso carico emotivo di quando v'era entrato, e questo, per la prima volta, lo spinse ad abbandonare il disco-pub senza cercare d'ottenere molto più che un semplice scambio orale...
Ciò che lo stava turbando faticava a farsi da parte, a cominciare da Juri e da quel suo discorso che poteva essere tutto un solo unico grande errore...
Damiano non sapeva in cosa sperare.
Quale sarebbe stato lo scenario più conveniente?
Quale sarebbe stato lo scenario più desiderabile?
Le due domande nascondevano risposte diverse, poiché la dimensione nella quale Juri si scopriva attratto da lui non aveva colori molto chiari.
Indubbiamente, Juri era bello: un corpo asciutto e atletico, lo sguardo intenso, il taglio della bocca conturbante, un punto vita stretto, le mani grandi...
Ma Juri era un tipo da storia seria, da ti amo, da diciamoci sempre tutto e comunque, da mi butterei nel fuoco per te, da San Valentino con fiori e cioccolatini... e da tante altre mille cose con le quali Damiano Lamberti non voleva più avere a che fare.
E dopo Juri, poi, ecco l'altro problema.
Una faccenda talmente seria che quasi gli veniva voglia di chiamare suo padre.
Damiano si sentì soffocare al solo pensiero.
Con quell'uomo non voleva averci a che fare.
La notte era ancora giovane e il fascino di Piazza della Signoria lo stava a poco a poco avvolgendo. Un cielo violaceo faceva da mantello all'alta torre di Palazzo Vecchio, dando l'impressione che l'antica campana potesse mettersi a suonare da un momento all'altro, ordinando al tempo d'arrestarsi, o di battere a ritroso, riportando Firenze ai tempi delle corporazioni, quando con l'acquisto di un'indulgenza si poteva espiare un grave peccato, o perché no, garantirsi il trapasso in Paradiso...
- Può un segreto spedire qualcuno all'Inferno? -
Non appena Claudio entrò nella sua stanza, la figura seminuda di Vittoria gli si mostrò spaparanzata sul letto. Inizialmente, il ragazzo ebbe l'impulso di vociarle qualcosa, ma difficilmente un paio di leggins bianchi stavano dalla parte degli uomini... e accorgersi di quanto fosse misero lo slip sottostante non servì affatto a recuperare la situazione. Irrigidito, indugiò sulla porta di camera per qualche istante, continuando a osservare una creatura che non aveva ancora imparato a decifrare del tutto. C'erano momenti dove l'avrebbe strozzata, mentre altri, ormai più frequenti, dove ben altre fantasie affollavano la sua testa.
- Tac! Culo immortalato per instagram! Adesso lo posto e taggo il mondo! Così impari a invadere i miei spazi! -
La provocò volutamente, giusto per ritrovarsela addosso.
Non gli importava che s'arrabbiasse né di ricevere qualche sberla, l'importante era impedire alla mente di proseguire oltre. Vittoria s'infuriava sempre quando lui faceva il maiale, costringendola a cancellargli tutte le foto. Claudio esplodeva subito in gran risate, mentre si faceva presto mettere spalle al muro, divertito da come lei gli saltellasse addosso, nel disperato tentativo di colmare la differenza fra le loro altezze. Il cellulare, chiaramente, veniva presto infilato su una delle mensole più alte, affinché lui potesse bloccarla con entrambe le mani, stringendola.
Negli ultimi tempi, i suoi dispetti s'erano fatti più frequenti, e quando Vittoria riuscì a prendere il cellulare, constatando per l'ennesima volta che si trattava solo di un bluff, Claudio la strinse a sé con più forza.
Ora schiacciata contro il suo petto, con le braccia forti alla vita, Vittoria si scoprì con il fiatone. Vedeva le sue ciocche rosse sparse sul seno gonfio e sulle braccia, mentre i piedi le apparivano piccolissimi in confronto a quelli grandi di lui. Il corpo di Claudio la conteneva perfettamente, disintegrandole qualunque fantasma relativo alla taglia o al peso corporeo. Erano entrambi sudati per la lotta, e dimenandosi, avevano fatto un po' di confusione per la stanza, ma in quel momento, niente poteva apparire come spiacevole. Ora con il telefono di lui fra le mani, Vittoria si morse il labbro inferiore, e ridacchiando, decise di accedere alla sua galleria:
- Ora tocca a me pungolarti, vediamo quanto sei maiale... - provocò decisa, iniziando a frugare - Oh! Ecco qua! Donne che si sculacciano... ma come fa a piacerti questa roba? -
- Mi ci immagino in mezzo.- rispose un tono tranquillo.
- Oh, e questa? Ma... cavoli, è così che è la patata senza peli? -
- Perché lo dici in questo modo? - ridacchiò lui, divertito dalla smorfia disgustata sul volto della ragazza. - Insomma, ne dovresti sapere più di me, no? -
- Ora non fare lo scemo! - brontolò lei, continuando a fissare quel dettaglio da film porno - E' solo che quando ti crescono i peli, ecco, sei abituata a ben altra immagine... comunque, davvero ti piace così? -
- A me piace in tutti i modi. - precisò Claudio, poco prima di appoggiare il mento sulla sua spalla
- Guarda che tette enormi ha questa! Sarà un'ottava! -
- Se ce lo metti dentro lo perdi... -
- Dai! Claudio! Non sono uno dei tuoi amici! Non mi puoi farmi queste battute... -
- E secondo te, che battute dovrei fare a una ragazza che mi sta guardando le foto sozze sul cellulare, eh? Dovrei parlarle di gattini? -
- Gattini? - ridacchiò Vittoria, ora cercando i suoi occhi. Claudio riprese possesso del suo smartphone e cercò per lei una gif di un gigantesco micio.
- Tieni, guarda questo che è meglio... -
- Ora non trattarmi come se fossi una bambina. Stupido... -
- Bambina un corno, quella roba a me fa effetto e sotto la tuta non ho neanche le mutande. -
- Grazie del dettaglio... -
- Tanto lo so che sei qui perché tua madre sta guardando i suoi medici a tutto volume e non accenna ad abbassare, perciò, ringraziami per evitarti certi spettacoli. -
- E se ti mettessi le mutande? -
- Guarda che se mi viene duro lo noti comunque... -
- E se cambiassimo discorso? -
Claudio fece spallucce e lasciò cadere la conversazione, dopodiché iniziò a scorrere la home del suo social senza cercare nulla di preciso. Amava e odiava le chiacchiere con Vittoria, non dissimili da quelle fastidiose partite destinate a terminare in parità perché nessuna delle due squadre meritava di perdere.
Era bella e stava molto bene con lei ma... qualcosa non tornava.
Ritrovandosela vicino, ora seduta accanto a lui con uno spallino della canottiera rovesciato e l'espressione curiosa, lo riportò alla realtà.
- Ma ti fai gli affaracci tuoi? Vic! -
- E' la home del ragazzo morto, vero? -
- Ah... sì, Mirko Zacchini. -
- E' piena di post tristissimi. Sembra quasi che non fosse più felice da mesi. - osservò la ragazza, senza ricevere alcuna risposta. Claudio lasciò che proseguisse a guardare con lui, dopodiché fu assalito da un dubbio, e afferrando il cellulare, decise di contattare Juri.
Claudio: Ohi, Juri, hai letto gli status pubblici sulla home del ragazzo morto?
Tu: Non m'interessa più nulla di quella storia.
Claudio: Uffa! So che litigare con Damiano per te è come rompere la bacchetta a Harry Potter, ma... dimentica i tuoi problemi personali. La faccenda di Mirko è seria...
Tu: ...Sì, mi dispiace. E' che mi sono pure storto una caviglia durante gli allenamenti... sono fuori fino a metà mese.
Claudio: Porca sozza...
Tu: Non dirlo a me. Esco ora dal Pronto Soccorso. L'unica nota positiva è che mamma ha fatto i funghi fritti per consolarmi.
Claudio: Quella donna è da sposare. Ma te come stai?
Tu: Incazzato come il gatto quando lo accarezzi contro pelo...
Claudio: Miao... Domattina vieni a scuola?
Tu: Sì. Sarò in stampelle... comunque, che mi volevi dire di Mirko?
Claudio: Che leggendo i suoi status pubblici mi torna quello che ha accennato Marina, e che poi, Dam, in qualche modo strano ha confessato... Che poi, Dam era molto strano sulla faccenda. Parlava come se si conoscessero di persona. Ti è sembrato?
Perché ogni piccolo secondo che passo da solo deve far male come l'inferno?
Tu mi giudichi e nei tuoi occhi è come se fossero gli occhi di tutti.
Che cosa ho fatto?
Ogni tanto, qualcuno nasce troppo sbagliato.
C'è un po' di calore anche per me?
Dimmi chi sei.
Dimmi chi sono.
Juri lesse e rilesse quelle parole senza comprendere granché, mentre disteso sul divano, si lasciava coccolare dai suoi genitori come durante i febbroni dell'infanzia. Sua madre gli aveva dato il permesso di mangiare davanti alla televisione e suo padre gli aveva straordinariamente concesso un goccio d'amaro per chiudere il pasto.
Il racconto della sua storta aveva già fatto il giro dei parenti, ma nonostante tutto quel calore familiare, Juri non sembrava minimamente ripreso. Altri demoni si addossavano nella sua mente, tirandolo più sotto che mai. Damiano non s'era fatto sentire dal loro confronto sulle scale, e probabilmente, in quel momento, si stava sballando con chissà chi, chissà dove...
Era stata tutta colpa di Damiano se s'era fatto male...
Il ricordo del suo abbraccio, mescolato alle aspre parole rivolte, gli aveva fatto sbagliare il tempo del muro, e agitandosi, il piede s'era rigirato durante l'atterraggio. Aveva imprecato contro Damiano per tutto il tragitto dal palazzetto all'ospedale, dentro di sé, cercando di censurare la parte dove erroneamente la parola amicizia era stata sostituita dal vocabolo relazione.
Deciso a non rivolgere la parola a Damiano da lì ad almeno tre giorni, sempre che il biondino non si fosse fatto avanti per primo, Juri stabilì di concludere quella pessima serata facendosi un giro per Facebook. Visitò le bacheche di tutti i suoi amici e qualche pagina umoristica che non lo fece sorridere nemmeno per sbaglio, poi,tentò di partecipare a una discussione sui disagi provocati dalla costruzionedei cantieri della Tramvia in zona Careggi ma fu presto stizzito da chi eramolto più informato di lui...
Infine, ecco un aggiornamento sulla bacheca di Sara.
- Ma... allora, lo fa di proposito? -
Il commento, chiaramente, non era riferito a lei, piuttosto, alla bolgia di corpi danzanti che le ballavano alle spalle, in secondo piano. Quel lunedì, Sara era andata a ballare nella stessa discoteca di Damiano, e mentre chissà chi la immortalava con le braccia sollevate e la bella silhouette dimenante, qualcuno sembrava essere stato colto in atteggiamenti tutt'altro che neutrali.
Juri aprì la galleria di Sara ma senza ottenere altre informazioni. Il resto delle dieci fotografie caricate con tanto di tag e di luogo raccontavano la serata da sballo che si stava godendo la sua ex. Tolosa ebbe l'impulso di schiantare il cellulare contro la parete, poi si ravvide e spense il cervello per qualche istante.
Juri: Quando domani ti alzerai con un mal di testa colossale e chissà quale troia abbracciata a te, sappi che a parte qualche migliaio di spermatozoi nelle palle in meno, quella cazzo di situazione che oggi ti ha fatto stare di merda sarà ancora lì a farti dire vaffanculo al mondo. Complimenti per l'intelligenza. Stronzo!
Damiano decise di non rispondere a quello sproloquio.
La figura di Sara non gli era sfuggita in discoteca, così come non aveva sottovalutato il fatto di trovarsela più volte alle spalle, prima della fine delle lezioni. Aveva avuto l'impressione di essere spiato, e quella sparata di Juri, per quanto incline al suo carattere, giungeva fin troppo puntuale. Non avendo Facebook, chiamò Neri per domandargli se non stesse girando roba strana sui social, e dopo neanche tre minuti di conversazione, ecco le prove che stava cercando.
- Sei stato immortalato nell'immagine di copertina del profilo di Sara. Ti si riconosce benissimo, anche se sembra che tu stia ballando con un uomo - spiegò Neri, cercando d'ingrandire il jpg il più possibile - Però, posso affermare che le tette di Sara sanno ti rubano tutta la scena. Sei proprio una fava a non avere un cavolo di profilo Facebook, lo sai? -
- Forse, ma 'sta mossa non mi piace. Sara mi pedina. -
-Dici? Ha messo un sacco di foto e tu compari solo in una di queste, di sfondo. -
- E oggi all'uscita? Mi era addosso, l'hai vista? -
- Sì. Forse le piaci. Forse ti odia perché ti sei schierato dalla parte di Juri, dopo la loro rottura. -
- Boh, senti, sono le due di notte e non ho voglia di domandare al mio cervello ulteriori sforzi; grazie e buonanotte. -
Ormai a casa, Damiano rilesse il messaggio di Juri un'ultima volta, avvertendo lo stomaco stringere.
Aveva ragione. Aveva ragione su tutta la linea, seppur avesse scelto un modo super fastidioso per sbatterglielo in faccia.
Tuttavia, come fare a condividere un simile segreto?
Girando le chiavi nella toppa, Damiano scoprì la luce del soppalco accesa e dunque richiuse l'uscio rumorosamente, più che deciso a chiudere la serata in una bella lite. Forse, urlarsi roba addosso con il proprio vecchio l'avrebbe sfibrato a tal punto da impedire alle sue rotelle di girare.
Restando fermo, attese che suo padre s'affacciasse ammonendolo per tutta quella confusione; ma neanche sbattere le chiavi nell'ampolla di porcellana servì a molto. Improvvisamente, un chiaro gemito femminile gli fece intendere che quella sera, neanche se si fosse messo a spaccar sedie e tavoli ci sarebbe stato spazio per lui.
Damiano s'arrese e filò dritto in camera propria, cacciandosi nel letto senza neanche lavarsi.
Davvero, anche solo per secondo, aveva ipotizzato di chiedere consiglio a suo padre?
-Non mi noterebbe neanche se mi lanciassi dalla finestra come Zack...- sospirò a un certo punto, poco prima di essere invaso dalla sensazione del corpo bollente di Juri stretto alla sua vita.
Damiano avvertì gli occhi inumidire, e con tutto se stesso, cercò di ancorarsi alle sensazioni più bollenti e sporche del bagno. Sforzandosi, rincorse i movimenti della bocca di Fox River e dunque il brivido che aveva percorso i suoi lombi poco prima dell'orgasmo; ma niente. Niente poteva scacciare i grandi occhi di Juri e tutto quel suo bla bla da stupido bravo ragazzo del cavolo...
Dam: E va bene, Bambi, svuotarmi le palle nella bocca di un gran pezzo di figo, effettivamente, non è servito a molto... ma voglio avvisarti di una cosa, i nostri pigiama party non saranno nastrini rosa, gossip e "oh guarda, questo mese il cazzo mi ha fatto un centimetro"
Tu: Sei ubriaco?
Dam: Non abbastanza Bambi, altrimenti non sarei da solo nel mio letto, piuttosto, avrei due grandi belle zoccolette pronte a fare di tutto per me.
Tu: Dam, stavolta te lo dico io... non ho voglia di proseguire questa conversazione adesso. Sentiamoci quando sarai di nuovo in te.
Dam: Quando sarò dentro di te, vorrai dire...
Tu: Alcolemia 0.8 stato di eccitazione emotiva e riduzione della capacità di giudizio...
Dam: Bambi, mi agiti quando non arrivi alle cose...
Tu: Ora non rispondo più. Buonanotte.
Dam: Comunque ho deciso, saprai tutto e cazzi tua...!
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