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32. Thunderstruck


Scusa, ma penso che uno dei tuoi amici sia nei guai, ai giardini sul Lungarno... qui vicino, non è che potresti venire? Non so se chiamare il 118...

Marina l'aveva saputo in quel modo e il batticuore per essere stata ricontattata da Rocco era immediatamente mutato in paura.
L'assenza di sua madre le aveva consentito di lasciare casa senza fornire spiegazioni; raggiungere il ragazzo era stato un imperativo impellente.
Che diavolo era successo a Juri?!
Il messaggio. La corsa fuori casa. Il corpo. Rocco. L'ambulanza.
Era successo tutto così rapidamente che di tanto in tanto, stretta al fianco della lettiga, Marina trasaliva ancora.
Il fard. Si stava dando il fard quando aveva letto il messaggio di Rocco.
Adesso nella sua mano destra non v'era che un pugno d'agitazione e gli occhi non ne volevano sapere d'abbandonare un altro volto incosciente.
Mirko Zacchini.
No, con Juri le cose sarebbero andate diversamente.


- Sembra che abbia preso a pugni il muro. - spezzò il silenzio una voce talmente flebile che Rocco ci mise qualche secondo in più per codificarla.
- All'ospedale saranno più precisi, Marina. - 
- Tu non sei il tipo che dice andrà tutto bene, vero? -
- Preferisco il razionale pessimismo cosmico alle false speranze. -
- Ma così è triste... - sussurrò scoraggiata, artigliando le dita agli strass della gonna.
- E' triste se attraversi le paludi e ci affondi come Artas. -
- Artas? -
- Mai vista La Storia Infinita? -
- Mai -
- Dovresti. E' un film che da coraggio e senza riempirti la testa di baggianate buoniste. -
- Forse me lo scarico stanotte, tanto so già che non dormirò e che l'indomani Sara avrà da ridire perché non mi verranno le occhiaie e perché la classe non avrà orecchie che per me e questa faccenda. Penserà che sono talmente fortunata da riuscire ad accrescere la mia popolarità attraverso le disgrazie altrui... -
- Quella ragazza è terribile! - esclamò un tono esasperato - Quanto vorrei che Cla non l'avesse mai incontrata! -
- Non sei il solo... -
- Quando io e Cla ci siamo messi insieme, Cla era una persona semplice e solare. - proseguì con un sorriso tenero, mostrando a Marina le loro primissime foto - Ridevamo degli stessi video del Nido del Cuculo, sfottevamo i teen erotici alla Feltrinelli, mi aiutava a mettere le figurine sull'album dei calciatori... -
- Ma cos'è?! Un love story delle medie?! - parlò sopra Marina, beccandosi una pacca giocosa.
- ...Poi ha conosciuto Sara e di punto in bianco è cambiata. Abbiamo iniziato a fare shopping  e dai camerini era un continuo parlar male delle commesse. L'album dei calciatori è finito sommerso da una piramide di scarpe e una volta sono tornato a casa con il naso irritatissimo da tutti i profumi che m'aveva fatto annusare. -
- Ha preteso di sceglierti il profumo, vero? - ipotizzò un'espressione divertita.
- Sì, ma lei ignora la sensibilità della mia epidermide. Mi regalò l'Acqua di Gio... Giavanni? E mi vennero due sfoghi sul collo talmente enormi che pareva il Fuoco di Sant'Antonio! -
- Armani. Acqua di Jo. -
- Ha importanza...?! - oppose deciso - Fra l'altro, mia nonna volle pure benedirmi...  convinta che m'avesse toccato il Maligno... - aggiunse una risatina contenuta - Non sai quante volte m'ha schizzato con l'Acqua Santa, prima che entrassi in casa... -
- Acqua Santa? -

- Sì! E tanta tanta... - continuava a ridere Rocco-
- Povera nonna... comunque, anche la mia è un personaggio del genere. -
- Per farla breve, Sara ha tirato fuori dei lati di Clarissa che non conoscevo e che con il tempo sono peggiorati. Cla è cambiata. Forse era destino, forse dovevo fare qualcosa e non ho agito in tempo, tuttavia, quell'ultimo post è stato troppo... - 

Clarissa: Ti ho sentito. Tu sai a cosa alludo. La richiesta è semplice, stai alla larga se non vuoi vedertela brutta. So essere molto cattiva. 

 - Allora, il continuo vibrare inascoltato nelle tue tasche... è lei. - dedusse Marina, mentre Rocco si limitava a un breve cenno d'assenso - Avete litigato... -
- ...Se davvero ha sentito tutto, perché non è venuta da me?! - parlò sopra Rocco, alzando leggermente la voce. -  A casa mia, questo si chiama ho bisogno fisicamente di un ragazzo ma di testa, sono fidanzatissima con la mia migliore amica. E se le devo servire solo per pomiciare e status relazionale sui Social, beh, anche no! -
- Solo per pomiciare? - provocò un'espressione maliziosa - Allora era davvero una relazione da scuole medie...! -
- Non ti dirò cosa facessi o meno con Clarissa, fra me e i primati con i quali hai giocato fin ora c'è una bella differenza. -
- Attento Rocco, rischi di metterti contro mezza giungla... - metaforizzò Marina, poco prima che la canzone Roar di Katy Perry riempisse l'abitacolo. I due ragazzi scoppiarono a ridere mentre l'autista si affrettava ad abbassare la radio.

Poi, ecco l'ospedale oltre i finestrini...



Dam: Ciao, è difficile spiegare quello che sento per gli altri. In generale, io... sono pessimo nella gestione dei sentimenti. La morte di Mirko mi ha... mandato fuori di testa anche se sono stato spesso bravo a nasconderlo. Io sotterro tutte le sofferenze ma queste poi scavano e fanno buchi. Sono come tarme , e prima o poi, il legno cede sempre. Stavolta non mi va di cadere. Ti ho ignorato dopo il compleanno di Neri. Dopo il diario. Tu non hai colpa. Sono io. Sono io... ma non ti sto scrivendo per piangere sulla tua spalla. Vorrei parlarti dal vivo, Juri. Ho anche rivisto Ruben ( poi ti dirò meglio ) e... ho DAVVERO bisogno di un sano confronto con te. Vediamoci.  

Damiano leggeva e rileggeva quelle righe domandandosi se avesse esagerato in qualcosa.
Le continue chiamate di Marina sottolineavano ogni minuto della sua assenza.
Perché Juri continuava a non rispondere?

Perché chiamava lei e non lui?
Sbuffando, scaraventò a terra il tubo di Pringles che s'era scelto come cena e sotterrò il telefono fra i cuscini.
Il silenzio di Juri pesava come un pugno nello stomaco e la voglia di mandare a fanculo ogni cosa cresceva sempre di più. Fissando il soffitto, ecco tutta la sua infanzia scorrervi sopra come un vecchio film. I sorrisi di suo padre.
Gli abbracci di sua madre.
Cene silenziose.
Sedie vuote...
Detestava riporre fiducia negli altri.
Ruben.
Juri.
Juri?

Juri: Ok, parliamone.

Tuoni e finalmente ecco la sua risposta.
Damiano scattò in piedi con il cuore in gola e le dita tremanti.
Ecco la sua occasione per confrontarsi.
Ecco la risposta che tanto l'aveva fatto dannare dacché aveva scritto quelle righe.

Juri: Comunque, sei davvero un cavernicolo a usare gli SMS
Tu:...buongiorno, Principessa.
Juri: La tua ^_- Dai, vediamoci subito. Sono ancora bello fresco di doccia. Ci facciamo una birra?

Un riff di chitarra ben sostenuto risuonò oltre il muro, facendogli rivolgere lo sguardo alla testata del proprio letto.
Juri.
Quel Juri che proprio in quella stanza aveva messo le mani avanti sull'alcool per motivi sportivi adesso gli domandava una birra?
La luce esterna aumentò di colpo, anticipando uno di quei tuoni capaci di riempire tutto l'orizzonte con il loro boato. Damiano socchiuse le labbra e le parole di Thunderstruck si susseguirono con il loro ritmo inesorabile.
La pioggia iniziò a ticchettare sui vetri.
Qualcosa non andava ed ecco un'altra chiamata di Marina...


PRO

1. Figa
2. In caso di casa libera lei è a due passi.
3. Stessi gusti musicali
4. Biancheria intima sexy
5. Disposta a trattare sul calcio
6. Divertente
7. Non fa discorsi idioti
8. Se in buona si lascia coccolare
9. Sarei il primo per molte cose ( Stupido Ego :P )
10. Mi piace il suono del suo nome nella mia bocca.

CONTRO

1. Litigare con lei è un delirio
2. Orgoglio & Pregiudizio + Mister Darcy 
2.5 Downton... Ab... Compiobbi? 
3. Talvolta troppo fiorentina*
4. Può tenere il muso per giorni
5. Se va male potrebbe diventare un incubo
6. Sa molte cose imbarazzanti della mia infanzia
7. ...è mia sorella per mezzo sangue?

Claudio si era messo a digitare quella lista sul cellulare in attesa che smettesse di piovere.
Aveva una fame terribile ma fra casa sua e la sede della Settignanese v'era troppa strada per mandare tutto al diavolo e buscarsi quell'acquata pazzesca.
Un leggero prurito alla gola gli aveva fatto stringere il cappuccio della felpa fin sotto il naso. 
L'allenatore gli aveva offerto un passaggio ma mollare il motorino al campo significava allungare di parecchio i tempi della giornata successiva e non gli andava.
Aveva ancora un'ora prima che chiudesse tutto.
Aveva ancora un'ora per sperare di tornare a casa asciutto, sul proprio mezzo.

Vic: Dove sei?
Tu: Bloccato al campo
Vic: Perché?
Tu: Piove... vorrei che smettesse prima di partire.
Vic: Il meteo da pioggia fino alle tre di notte. Auguri ♥
Vic: Comunque ti andrebbe di mangiare la barca sushi con me? 
Tu: In casa vogliono ordinare sushi?
Vic: Mia mamma e mio babbo hanno litigato peso per il derby Roma-Lazio. Babbo voleva vederlo a tutti i costi ma i Miniati avevano organizzato roba in parrocchia sulla quale (dice) il babbo s'era già impegnato. Risultato: mamma in parrocchia e babbo su al quinto piano con i tuoi con una cassa di birra e gara di rutto libero...
Tu: Ma... anche la mia posatissima madre?
Vic: Forse lei e la Domenici vanno via prima... comunque, sushi? 
Tu: Sì, ma ce lo facciamo portare. Fotte sega del 20% di sconto se te lo vai a prendere... pago io non fare lagne. Sono da te fra 20 minuti.
Vic: Quando dici pago io sembri quasi una persona decente...♥
Tu: Ho dei motivi logistici per dirlo, non farti strani voli pindarici.
Vic: ...il volo pindarico spero lo faccia tu dal motorino


Claudio mandò gli occhi al cielo e maledì se stesso per non essersi limitato a ignorarla.
I manga. I manga.
In classe sua, di tanto in tanto, Lisa portava dei fumetti dove i ragazzi riuscivano sempre a rispondere alle ragazze in modo da farle arrossire e... addirittura scusare!  Anche quando loro si comportavano in maniera super odiosa. Perché a lui non usciva mai niente del genere? 


- Cavoli, non mi risponde più... - esclamò un ragazzo a ridosso del parcheggio motorini. 
- Fa vedere che hai scritto... - s'intromise uno più grosso, cercando di restare sotto la tettoia delle due ruote - Cazzo! Ti avevo detto di restare neutro... e invece guarda come ti sei esposto... -

- Ma falla finita, Cupido di 'sta fava... E andiamocene! Il campo è già una palude, la Terza non gioca. -

Sbloccando lo sterzo a breve distanza da loro, Claudio levò lo sguardo verso il campo, pensando che non c'era niente di più amareggiante di una partita annullata, poi dovette tornare alla realtà per spostarsi e far passare i due sconosciuti e un grosso borsone del Rinascita Volley.
Il rosso acceso della squadra di Juri gli fece pensare all'amico in crisi per Damiano, per la pallavolo e per i suoi genitori. La conversazione avvenuta al muretto, quello stesso pomeriggio, riaffiorò così forte e chiara da spingerlo a scrivergli.
Pochi istanti dopo, il telefono s'illuminò nella tasca del ragazzo additato come Cupido di 'sta fava peccato che Claudio fosse troppo concentrato a infilarsi nel k-way per prestarvi attenzione.


Attendere.
L'attesa è sempre disturbante.
Che si tratti della risposta di un test medico; che si tratti di essere chiamati per sostenere un esame; aspettare non piace a nessuno.
Da piccoli si batte forte i piedi e si fanno le bizze ma da grandi possiamo solo restar composti e sperare per il meglio, magari distraendoci un po'...
Marina aveva appena visto sparire Juri oltre le grigie porte del pronto soccorso e tutta mogia, nonostante la presenza di sua madre, aveva fatto dietrofront per la sala d'attesa.

- Mamma ha detto che oggi c'è la caposala con la scopa nel culo, perciò dobbiamo rispettare le regole. - uggiolò annoiata, accavallando le gambe con un gesto di elegante stizza. - Non ce lo fanno vedere. -
- Tua mamma lavora qui? -
- Sì, è montata alle venti. -
- Io devo rincasare per mezzanotte. Mio babbo è a una rimpatriata di calcetto ai campi qui dietro. Ci porterà lui. -
- Non disturbarti, mamma mi ha dato i soldi per il taxi. - sorrise la ragazza, poco primi di ruotare le palpebre verso l'ennesima chiamata persa di Clarissa. - Se continui così, potrebbe anche mollarti, o almeno, questo le suggerirà Sara. -
- Credo che l'esperienza sarebbe un'eccezionale maestra. -
- Ma... è la tua ragazza! -
- Lo so. Ma essere la mia ragazza non le fa alcuno sconto. So che sembro un cinico bastardo ma... pensa solo a quel suo stupido post e a ciò che è successo a Juri...! - si scaldò Rocco, guardandola dritto negli occhi - Marina, quelle sono minacce, minacce che dopo stasera possono essere prese sul serio. Cla è amica di Sara. Sara è la ex di Juri. Sara odia Juri perché l'ha mollata e ci ha fatto la figura della cattiva. Cla scopre che ti sei dichiarata al compleanno di Neri. Cla vuole vendicarsi e scrive un post. Tu e Juri siete molto amici. Cla potrebbe essere stata convinta da Sara a colpire te, ferendo un tuo caro amico. Sara fa del male a Juri attraverso Cla e gongola. -
- Non ti sembra un po' troppo contorto? -
- Niente lo sarà se apriranno un'indagine. -
- Beh, il padre di Juri è un avvocato, vorrà di sicuro fare qualcosa. -

Rocco le scoccò una di quelle occhiate che potevano dire tutto come niente, dopodiché si alzò per prendere qualcosa al distributore automatico. Arrivato alla bocca metallica della macchinetta le domandò se volesse qualcosa ma la mora accavallò le gambe e guardò altrove. 

- Dam dovrebbe arrivare a breve. -
- Dam? -
- Il suo... ragazzo. Credo. Spero. - farfugliò indecisa - Forse non dovevo dirlo. - aggiunse un sospiro, poco prima di vedersi calare fra le dita un muffin.
- Quindi... Juri è gay. - analizzò Rocco, ripensando alla scena che tanto l'aveva infastidito alla Feltrinelli. - Da quando? -
- Forse da sempre, ma ci sta facendo i conti solo da poco, da quando Damiano è entrato nella sua vita. Sono carini insieme, sai? -
- Anche Eveline e Silvia Dellai. - apostrofò uno sguardo troppo acceso per non chiamar baccano.
- Due che vengono a scuola con te? -
- Magari...! - ridacchiò Rocco e i successivi morsi di muffin furono ancora più gustosii.

 Marina corrucciò la fronte e decise di non dargli ulteriore soddisfazione.
Per quanto Rocco si fosse sempre dimostrato un tipo tranquillo - uno da relazione delle medie - restava pur sempre un maschio e per vizio o per stereotipo i maschi finiscon sempre per parare da certe parti diceva sua madre.
Google avrebbe risolto il mistero delle sorelle...

- Oh, ma guarda, lavorano con quel tipo con cui hai in comune solo il nome... - rispose a tono la bella, mostrando una foto dei tre porno attori insieme. 

Rocco aveva già la risposta pronta ma l'arrivo dei coniugi Tolosa bloccò tutto.
Più che trafelati e paonazzi in viso, Luca e Amanda attraversarono la sala d'attesa come se mancasse loro l'aria.
Adesso, le risposte erano un passo più vicino.


Tu: Babbo, volevo dirti che sono gay. Sì, mi piace andare in giro e prenderlo da tutti. L'ho fatto anche durante l'orario di allenamento. Mi hanno messo in seconda squadra e la cosa mi ha moooolto dato fastidio. Ero frustrato e dovevo assolutamente rimediare con una sana dose di...

Alla vista di quel messaggio spedito già da mezz'ora, il ragazzo additato come Cupido colpì con forza la nuca del giocatore. Seduti ai divanetti della Guerrina, i due amici si scambiarono occhiatacce, dopodiché entrambi decisero di calmarsi con dei gran sorsi di birra e qualche morso di hamburger. 

- Vuoi finire nei guai?! - brontolò l'alto e magro Sandro Meriggi, iniziando a giocherellare con il proprio orologio - No, dico, va bene vendicarsi, ma così ti stai dando la zappa sui piedi da solo. -
- Gli sto rovinando la vita, a quel finocchio di merda! - ringhiò Tito Aiazzi, cacciando uno sguardo furioso negli occhi del cugino - Non sai che insperata fortuna...! Che gioia aver spiato il PIN del suo cellulare... ora vado pure a scrivergli robaccia in bacheca... -
- Anche se quell'affare costerà solo duecento euro, scatterà una denuncia per furto e tu hai più di diciotto anni. -
- Glielo farò ritrovare in segreteria... non saprà mai che sono stato io a sputtanarlo. Tu non sai quanto odi quel damerino! Lui, lui è uno di quei fottuti bravi ragazzi che non prende mai un insufficienza, che ha sempre i vestiti griffati, che è circondato da figa e che non tromba... e peggio! Neanche te le presenta! Una sera c'era una gnocca disumana ad aspettarlo e lui se l'è pure montata in canna... che rabbia! -

- Più che altro, strano che il telefono non sia stato ancora stato bloccato. -

- Probabilmente non s'è accorto di non averlo più.  -

Fra i due cugini cadde di nuovo il silenzio, poi le labbra di Sandro s'imbronciarono in una smorfia riflessiva. Altra birra calò giù nel locale dai caldi colori e dalla luce soffusa. 
Non c'era nessuno, durante quel mercoledì d'inverno e il barbuto barman sembrava annoiarsi alle spine della birra, passando e ripassando lo straccio con flemma.

- Quindi, a te non infastidisce la sua omosessualità. -
- Non troppo, quello è più un problema del Lombardi. - buttò lì una nota d'arroganza, mentre le ginocchia venivano sollevate al mento e un ciuffo moro spettinato si specchiava nella fotocamera dell'Android - E secondo me il Lombardi fa tanto il razzista perché è ancora più frocio del Tolosa. E il Tolosa non ha mai accettato i suoi inviti all'Otel. Mi ricordo bene, sai? Mi ricordo che il Lombardi diceva vieni all'Otel, dai! Se non sai dov'è ti monto in macchina io... E voleva montarci solo Juri. -
- Il Lombardi? Quello con trecentosette amici su Facebook di cui più della metà sono ragazze dell'est mezze nude? -
- Sì, lui le chiama meretrici balcaniche. Quando entra nei loro profili sparge like come coriandoli ma... per quanto parli, adori e dica le peggio porcherie, non l'ho mai visto con una ragazza vera. -


Tito si passò nuovamente le mani sul ciuffo, poi alcune sirene della polizia riempirono l'ampio viale oltre le finestre. Sandro sgranò gli occhi mentre il barman già si piazzava sulla soglia per capirci qualcosa.
Le volanti s'erano fermate al portone di una bassa palazzina degli anni venti, là dove una lite domestica stava spandendo utensili da cucina per tutto il vicinato. Una pentola s'era schiantata sul cofano di una Mini grigia, piegandolo irrimediabilmente fra urla in dialetto siciliano.
Il barman scoppiò a ridere e mandò un messaggio ma Cupido non fu dello stesso avviso.

- Tito, fidati di me, disfiamoci subito di quel cellulare. -


E fu così che il titolare del Rinascita Volley tornò sui suoi passi, accompagnato dal savio cugino.
Pioveva ancora a dirotto, mentre l'automobile di Damiano sfrecciava verso l'ospedale e un più che fradicio Claudio rientrava con montagne di sushi.
La Società Sportiva era giù chiusa e dopo un nervoso ma utile consulto, i due ragazzi convennero di abbandonare il telefono nella viuzza dove solitamente i giocatori del Rinascita parcheggiavano gli scooter. 
Fu una vera sorpresa scoprire l'inconfondibile cinquanta di Tolosa ancora lì...
Nel cielo tuoni e in lontananza, come un eco dal messaggio incomprensibile, ecco il sostenuto riff di Thunderstuck degli AC DC...


Perdonate la lunghezza del capitolo e l'attesa...
Giuro che avevo bisogno di ogni parola ^_^
Spero di avervi soddisfatti e al prossimo capitolo, finalmente... Juri! 

* Troppo fiorentina: sarà spiegato più avanti

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