17. Lettera
In centro, di fianco alla Loggia del Mercato Nuovo, si trova La Fontana del Porcellino, meta immancabile per tutti coloro che cercano fortuna. Impossibile abitare a Firenze e non aver mai invocato il favore del Porcellino, sfregando il suo naso dorato...
Quel giorno, anche Juri si trovava di fronte a quella particolare fontana che dal 1600 invitava i fiorentini sia ad abbeverarsi che a tentar la sorte.
Come tradizione vuole, sfregò il grugno desiderando a bassa voce, quindi poggiò la moneta di piatto fra le fauci dell'animale e la lasciò andare, sperando di vederla cadere dritta fra le grate antiche del basamento.
La fortuna non fu dalla sua e la moneta rimbalzò su molte altre, restando in superficie.
Desiderio rimandato a data da destinarsi...
Desiderio non avverato?
Juri fece spallucce e decise di riprendere il suo bighellonare.
Quel lunedì, non aveva alcuna voglia di rincasare, anche se lo zaino di scuola pesava.
Anche se nel pomeriggio avrebbe di nuovo preso parte agli allenamenti di pallavolo.
Era guarito, ma per colpa di Damiano non riusciva a felicitarsi.
Juri non voleva pensare a sabato notte e alle successive ventiquattro ore.
Damiano aveva lasciato casa sua fin troppo in fretta e poi... solo silenzio.
E lunedì forca...
Proseguendo quell'indolente girovagare, si trovò presto sulla famigerata Pietra Dello Scandalo, ubicata al centro della pavimentazione della Loggia.
- Sei sulla Pietra dello Scandalo! Cala le braghe e subisci l'acculata! -
A scuoterlo con 'sì cruento aneddoto della Firenze rinascimentale era stata Marina.
Chiusa nel suo paltò bianco, la ragazza sorrideva con l'indice puntato su una lastra circolare di marmo, divisa in settori chiari e scuri, fatta a immagine di ruota di carroccio.
- Non ci tengo a farmi battere il sedere a sangue, e poi, non sono moroso con nessuno! - evocò Juri, ben erudito sulle tradizioni di Firenze.
- Ah, lo so, tu rendi perfino i centesimi... - puntualizzò Marina.
- Sembri particolarmente felice, Didì, che è successo? -
- Ho passato un sabato talmente bello che la notte ne ho sognato il continuo! E credimi, mi ci voleva un bel sogno, ultimamente, sognavo solo suicidi... -
- Per quel ragazzo? -
- Sì. Vederlo morire è stato doloroso ma... non posso pensarci sempre, no? -
- Certo. Piuttosto, sabato eri con Rocco... -
- Sì! E non m'interessa se ha la ragazza! Io quel ricordo bello me lo voglio tenere tutto! Non abbiamo fatto niente di male! Abbiamo solo festeggiato e parlato tantissimo! E' stato meraviglioso! Ah! Erano secoli che non chiacchieravo così divinamente con un ragazzo! -
- Attenta Didì, essere così entusiasti del parlar bene con qualcuno può cacciare in grossi guai. - alluse Juri, poco prima di deviare verso il carosello di Piazza della Repubblica.
Marina socchiuse le labbra ben risaltate dal gloss fruttato, e mentre alcuni violini riempivano con note squisite la Storica Piazza, il profilo assorto di Tolosa iniziò a incuriosirla. Che cosa nascondevano quegli occhi di zaffiro, forse un po' lucidi?
Ora superando un pittore ambulante, adesso fuggendo dai rappresentati delle associazioni benefiche in cerca di donazioni, Marina si domandò come aiutare l'amico a sbottonarsi.
Era evidente che Juri avesse bisogno di appoggiarsi a qualcuno, e non era difficile intuire di chi fosse l'ombra che gravava sul suo volto...
- Dam è stato più Dam del previsto, vero? -
- Nella misura in cui so che può arrivare Dam. -
La non risposta di Juri arrivò là dove solo un'amica può comprendere.
Le parole diventano superficiali quando si guarda negli occhi una persona, sentendoci compresi.
- E' successo. Ci siamo baciati. -
- E... non è stato come ti aspettavi? -
- E' stato tutto. Ero eccitato come qualunque altro adolescente in preda all'ormone per una bella ragazza. E' stato più bello di ogni singolo ricordo con Sara, o con le ragazze del mare. -
- Allora, perché me lo stai confidando con il broncio? Forse... sono troppo diretta, ma sembra che tu stia per piangere. -
- Non sto per piangere, è solo che... non lo avevo calcolato. -
Ora vicini alla giostra, i due ragazzi rallentarono l'andatura.
Marina ascoltava in coscienzioso silenzio, determinata a fornire tutto il suo sostegno.
Adesso, apprezzava Juri per non essere caduto vittima del suo fascino, preferendolo più come amico che come corteggiatore illuso.
La ragazza non aveva preso una posizione definitiva rispetto a quella vecchia se stessa che su Instagram continuava a spopolare, e che per certi versi ancora la divertiva, ma a poco a poco, la differenza fra il superficiale e il sostanzioso iniziava a farsi evidente.
Poi c'era il sorriso di Rocco e allora qualsivoglia complimento si spiaccicava a terra, come un gelato fra le mani di un bambino maldestro...
Fu il pianto di un piccolo straniero dalla maglia sporca a riportare entrambi alla realtà, e mentre Juri scansava quel disastro dolciastro, Marina cercò di non scoppiare a ridere.
- Che perfida! A cinque anni rovinare un gelato è una vera tragedia...! -
- Già, ma hai visto che palla di lardo?! Spero che sua madre non gliene compri un altro. -
- Non sarà un gelato in meno a renderlo più magro... -
- Peserà più di me! -
- Sì, ma tu sei sottopeso... hai il problema opposto. -
- Costituzione! E comunque mangio! Mangio talmente tanto che adesso ho voglia di un muffin con le scaglie di cioccolato al bar della Feltrinelli! Ci andiamo? -
- Beh, è proprio qui di fronte... - indicò Juri, poco prima di lanciare un ultimo sguardo a quella grande piazza dai lastroni chiari, dove un tempo s'incontravano i noti cardo e decumano, tipici delle città a pianta romanica. - Comunque... non voglio che pensi a Dam come a uno stronzo. -
- Non è neanche un bravo ragazzo... -
- Ma non se n'è approfittato. - specificò Juri, poco prima d'informare casa che non sarebbe rientrato alla solita ora. - Dam ha preso le distanze fin da subito, specificando che quello che è stato sarebbe semplicemente stato e basta... -
- E cosa è stato? -
- Baci. Carezze... anche intime. -
- E ti è piaciuto? - sorrise Marina, adesso emozionandosi per lui, ora superando le porte dell'affollata libreria. Fu una vera fortuna trovare due posti liberi, abbastanza staccati dal resto della clientela.
- E' stato bello, anche se continuo a domandarmi come mai mi succeda solo con lui. Voglio dire, si può essere gay solo per una persona? -
- Forse sì. In fondo, non tutti i bei ragazzi mi mettono voglia... -
- Sì ma... -
- Ma...! Ti fai troppe domande. - interruppe Marina, sfiorandogli il braccio con fare affettuoso. - Fra te e Dam è ok, e se a quanto mi dici nessuno dei due ha fatto del male all'altro, perché lamentarsi? -
- Perché il mattino successivo è quasi fuggito e non si è più fatto vivo. Niente chiamate. Niente messaggi. E' stato come se volesse sottolineare la distanza già messa a parole. E' stato odioso. Odiosissimo... -
- La mattina dopo? - ripeté Marina, sbattendo le lunghe ciglia - Oddio! Siete stati intimi fino a questo punto? Avete dormito insieme! -
- Didì! Non fare la gossip girl! Aiutami! -
- Scusa... - sussurrò lei, adesso rossa in volto - ...mi emozionano queste cose. -
- E a me rimangono sullo stomaco... - lagnò Juri, poco prima di lasciare la giacca al tavolo per accodarsi al bancone. - Ho fame! Dai, andiamo a ordinare... -
- Ok, ma... riassumendo, tutto è stato bello finché lui non è fuggito... -
- Purtroppo. -
- Questo è un po' brutto, ma rientra in un personaggio come Damiano Lamberti, e per rassicurarti, ti rammento la sua palese gelosia nei riguardi di Mattia Fanara e della sua richiesta di amicizia su Facebook. Fidati di me, aspetta a dare di matto; frequentiamo tutti la III F. Non può evitarti in eterno. Due parole te le deve... -
Firenze è una città che sta in tasca e che i Social hanno reso ancora più raccolta.
Quel pomeriggio, Rocco si trovava alla libreria Feltrinelli sotto i portici di Piazza della Repubblica in cerca di un regalo per suo padre. Aveva appuntato il nome di un autore straniero sul telefono, quando una chiacchierata con Neri gli sovvenne.
Tramite Instamazing era possibile trovare persone che usassero Instagram nelle vicinanze, purché queste avessero la posizione pubblica.
Neri, gongolando, gli aveva confessato di aver usato l'applicazione per rintracciare una bella ragazza adocchiata alle Oblate e di essere stato più che fortunato. Altri amici sfruttavano la geo-localizzazione di Instamazing per noia o anche per farsi quattro risate.
Rocco, quel giorno, l'avviò per pura curiosità ed ecco la bella foto profilo di Marina comparire in elenco. I begli occhi scuri si accesero della luce di chi si sente tanto coccolato quanto stuzzicato da Destino.
Non aveva ancora parlato con Clarissa ed ecco l'affascinante Marina di nuovo a portata d'incontro.
Affondando i denti nel labbro inferiore, si domandò se la presenza della ragazza nel suo stesso negozio fosse un segno, indi spulciò fra le ultime notifiche.
Marina non aveva condiviso granché mentre Clarissa aveva aperto la settimana con un post sgrammaticato al vetriolo.
Rocco chiuse gli occhi e con estrema saggezza convenne di tornare alla missione originale. Aveva voglia di Marina e i sogni di sabato notte sembravano sostenere questo illogico desiderio. Svegliarsi abbracciato al cuscino era stato fin troppo eloquente, mentre nelle narici avvertiva ancora il salmastro di una spiaggia tropicale, dove la bella Marina se ne stava distesa insieme a lui, sulla sabbia bianca. I due si sfioravano reciprocamente, fra sorrisi e tocchi sempre più intimi...
- Non sentirti in colpa per un sogno. Clarissa è odiosa e Marina molto bella; ci sta che il tuo cervello abbia voluto concedersi un break da una situazione pesante. Il fatto che tu abbia fantasticato di mettere le mani addosso a Miss Instagram non significa nulla. -
Le parole di Neri furono un buona scusa per acquietare la coscienza, ma come si avviò alle casse per pagare, qualcosa lo scosse.
Come anticipato dalla geo-localizzazione, Marina era lì, alla Feltrinelli, a nemmeno dieci metri da lui. Squisitamente truccata e ben vestita, parlava fitto con un ragazzo che non conosceva, ma con il quale ostentava una chiara confidenza. Visti dall'esterno, Juri e Marina apparivano come una coppia di modelli, entrambi particolari nei tratti e affatto scontati nei modi.
Coinvolti in qualcosa di molto divertente, avevano scelto un tavolo appartato nella sala bar del locale, sedendo l'uno di fronte all'altra, fra muffin e cappuccini. Le loro mani non sembravano minimamente disturbate dal cercarsi nella mimica della conversazione.
Rocco sentì qualcosa bollire dentro, e riducendo gli occhi a due fessure, finì di scendere in fretta la grande scala a chioccola del pian terreno.
Quel pomeriggio, la Feltrinelli era affollata come al solito, eppure, fra tante persone, lui l'aveva scorta.
L'aveva individuata e non gli era piaciuto neanche un po'.
Andarsene mutò presto in esigenza inappellabile.
Qualcosa d'incomprensibile lo stava assalendo. Qualcosa di talmente opprimente che scordò perfino di domandare il pacco regalo al commesso.
Rocco non si riconosceva più.
Clarissa: Ehi, è da troppo che non ci parliamo... che ne dici di provare a fare pace?
Tu: Magari... sarebbe meglio.
Rocco non negava niente di quello che era stato con Marina, ma non appena lesse quel messaggio, le dita si mossero da sole. Destino stava giocando con la sua sanità mentale, mentre le coincidenze si succedevano sadiche e quasi ironiche.
Friendzone.
Quella parola gli sovvenne come una condanna, nonostante non avesse alcun senso, nel suo caso. Lui era già fidanzato e la sua ragazza sembrava finalmente rinsavita...
Perché amareggiarsi?
Andava tutto bene, no?
Incamminandosi verso la caotica fermata di Piazza San Marco, là dove convergevano fin troppe linee tranviarie, Rocco s'immerse in ragionamenti scomodi.
Che cos'era stato più fastidioso fino a quel momento?
L'atteggiamento di Clarissa nei confronti della sua passione per la squadra locale, oppure, vedere Marina con quella faccia da copertina patinata della quale non sapeva niente?
Scoprirsi a frugare su Instagram l'aiutò solo in parte, considerando un vecchio post che già aveva fatto i suoi danni.
Marina De Rosa: Una giornata faticosa con professori decisamente psicotici, conclusa più che bene, grazie Juri! #MomentoSpeciale
Dai commenti sottostanti non era difficile ricostruire l'accaduto.
Juri l'aveva accompagnata a casa in una situazione difficile, ma fra i due sembrava esserci vicinanza, inoltre, perché nei commenti la chiamava Didì?
Chi era lui, per rivolgersi con tanta confidenza?
Damiano aveva raggiunto Karl, Giada e Alex non appena letto il messaggio.
Compagna Fretta gli si era seduta a fianco sulla strada per Fiesole, costringendolo a inchiodare più volte. Aveva la faccia segnata da un risveglio fin troppo recente, mentre l'orologio segnava le due pomeridiane e il cervello vagava in riflessioni confuse.
Quello che era successo con Juri l'aveva scosso a tal punto da inventarsi una scusa per scappar via la mattina successiva, portandolo dritto in uno dei suoi locali da rimorchio.
Stavolta, s'era sballato di brutto e probabilmente s'era pure dimenticato di usare protezioni.
Non ricordava nulla dei ragazzi che gli si erano stretti addosso. Non rammentava neanche se avesse vomitato...
Al mattino, la sveglia era suonata per la scuola e lui aveva grugnito un rigurgito acido e bruciante.
Quella madre che il sabato pomeriggio s'era mostrata presente e desiderosa di ristabilire un rapporto era nuovamente scomparsa e nessuno gli aveva impedito di dormire oltre mezzogiorno...
Aveva fatto bene a non fidarsi, nonostante le belle parole e l'amorevole carezza...
Il messaggio di Alex era giunto insieme all'inappellabile richiamo della vescica, svegliandolo d'un colpo.
I quattro avevano deciso di ritrovarsi nel rinomato sobborgo fiorentino di Fiesole, a pochi chilometri dalla città.
Damiano fu l'ultimo a raggiungere la grande piazza del comune, individuando i compagni sotto la statua dell'Incontro di Teano. Due uomini gloriosi, a cavallo, si stringevano la mano sopra le espressioni serie dei tre amanti. Giada era la più nervosa, e appoggiata al solido basamento rettangolare del monumento, guardava dritto verso di lui, quasi condannandone l'incedere lento. Karl alternava lo sguardo da Garibaldi al liceale senza scomporsi più di tanto.
Damiano non lo sopportava, e scivolando lungo la fila d'alberi che sembrava voler conferire un ritmo a quell'ampia piazza irregolare, chiaro avvertiva il giudizio negativo del ragazzo nei suoi confronti.
- Alla buon ora! - accolse il mezzo tedesco, squadrandolo da capo a piedi con una smorfia sprezzante - Cielo! Frequenti ancora il liceo e già puzzi di birra come un cinquantenne fallito! Sai che di fegato ne abbiamo uno solo? -
- Non sono qui perché tu mi faccia la morale su quanto abbia bevuto, Karl. - chiarì Damiano - Allora, che cosa volevate dirmi di Zack? -
- Veramente, speravamo che fossi tu a illuminarci. - disse Giada, mostrandogli una lettera.
Ed ecco una busta gialla affrancata il giorno seguente al suicidio di Mirko.
La busta era già stata aperta ma non recava alcun mittente; il destinatario era Giada ma solo in apparenza...
A Damiano bastò scorrere le prime righe per comprendere come stessero le cose.
Il cuore perse battiti parola dopo parola...
Caro Dam,
Ho indirizzato questa lettera a Giada perché ultimamente sospettavi che i tuoi ti leggessero la posta.
Ho deciso di scrivere su carta perché, proprio come te, anche io sono un po' vecchio stile... anche se mai ai tuoi livelli, e soprattutto, non per i tuoi motivi.
Io sono romantico.
Ho sempre invidiato il tuo coraggio, quel tuo "fotte sega degli altri, io sono fatto così punto..." e devo ammettere che ho sofferto quando i nostri incontri si sono fatti meno caldi per la tua pausa Ruben.
Ho odiato Ruben per averti portato via, anche se la mia posizione in merito a noi due non sarebbe mai cambiata.
Eravamo due amanti perfetti.
Giada, sicuramente starai leggendo queste righe e non è un problema.
Ho frequentato poco te, Karl e Alex ( di questo mi pento ) ma per quel che siamo stati insieme ho capito che eravate persone valide.
So che farai avere la mia lettera a Dam. Mi fido :)
Dam, tornando a noi, ti prego di non commettere il mio errore.
Per me, ormai è tardi, questa cosa mi ha infettato troppo...
So che hai smesso di parlare con Lui da tempo ma Lui potrebbe riagganciarti.
Non ti chiamo perché se lo facessi comprenderesti subito quel che sto per fare.
Mi fermeresti e non voglio.
Per me ormai è tardi. E tardi e fa troppo male.
Fa troppo male per combattere.
E' tardi e se non lo faccio succederà di peggio.
Addio.
Zack
Una folata di vento spiegazzò i fogli fra le dita rigide, e mentre una lacrima calda scivolava sulla pelle diafana, lo sguardo fisso di Alex incontrò il suo. Quelle parole avevano riaperto una ferita da poco rimarginata. Damiano non aveva mai dimenticato Mirko, ma di certo, si era sbagliato sui motivi che l'avevano spinto a uccidersi...
Indubbiamente, una madre controllo e un percorso di vita già stabilito non aiutavano, ma non era stata solo la sua opprimente famiglia a spingerlo giù.
C'era qualcos'altro; qualcosa che Alex, Karl e Giada volevano sapere da lui.
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Note:
Pietra dello Scandalo & acculata: un tempo, i cittadini morosi venivano trascinati alla gogna, sopra la pietra descritta nel capitolo. L'acculata consisteva nel farsi battere le natiche nude davanti a tutta la città, subendo lo sdegno della massa. Da questa punizione dovrebbero derivare: sculo (dial. sin. sfortuna) e i modi di dire essere con il sedere all'aria o con il culo per terra.
Statua dell'Incontro fra Garibaldi e Vittorio Emanuele II: perché è a Fiesole e non a Teano?
Il comune che a suo tempo la commissionò non pagò la fonderia, costringendo quest'ultima a metterla all'asta. Fiesole vinse.
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