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13. Amico Mio


Stavolta, il sogno lo scoprì già di fronte al tappeto rovinato.
Il piede non faceva più male ma la stanza abbandonata gli appariva comunque buia e incerta, come se qualunque cosa potesse accadere da un momento all'altro. Le assi del pavimento scricchiolavano minacciando il crollo, mentre fra lui e quei drappi sempre più usurati la distanza pareva ancora troppa.

Voleva o non voleva guardare?

La voce melliflua di sua madre lo svegliò di soprassalto, annunciandogli la visita inaspettata di Claudio, adesso irrigidito sul divano di casa Tolosa. Juri rassicurò sua madre circa quell'insolito pisolino pomeridiano, rifiutando l'ennesimo antidolorifico.

- Stai diventando masochista? - salutò Cangialosi, appoggiandosi allaporta, per chiuderla con la schiena.   
- Sto cercando di non abusare dei farmaci, soprattutto, quando avverto solo un semplice fastidio. –
- Ora dormi sempre, dopo scuola? -
- Qualche volta; la caviglia inizia a pulsare e io mi stendo un po' per rilassarmi. Oggi è stata una giornata particolarmente pesante, inoltre... -
- Lo so. - interruppe Claudio - Ti avevo scritto un'ora fa, ma tu non hai letto e alla fine ho deciso di venire comunque. Ho pensato che nel peggiore dei casi avremo litigato di nuovo. – ammise; ora posando il borsone da calcio.

Con espressione mortificata, si accostò al letto di Juri e nascose le mani nelle maniche dell'ampia felpa grigiastra, tormentandone i polsini. Juri sostenne lo sguardo dell'amico poi ruotò le pupille sul cellulare, controllando le notifiche. Non amava litigare in generale, con Claudio soprattutto, tuttavia, i giochi cambiavano ogni volta che Damiano Lamberti ci s'infilava in mezzo.

- A me non interessa se sei gay, Juri. -

Adesso, Claudio aveva abbassato la voce di un tono, e ritrovando il contatto visivo con il compagno, si sentì autorizzato ad avvicinarsi e a buttarsi giù, sullo scendiletto. Claudio afferrò un grosso peluche di Totoro e ci cacciò le ginocchia sopra, indi levò il profilo serio verso quello interdetto del compagno e proseguì.

- E' solo che... mi domando, lo sei per Dam o lo sei sempre stato? No, perché... lo vedi come si comporta Dam? Lo vedi come si lascia scivolare ogni cosa addosso, come se non esistesse nient'altro che lui? Ma tu non sei così. Tu... non puoi fare così. Tu perderesti tantissimo, se diventassi così. -
- Se diventassi gay?-
- Se diventassi come Dam. Tu non sei uno che se ne frega degli altri a trecentosessanta gradi. -
- Neanche Dam. -
- Dici? Io nei bagni sarò anche stato uno stronzo, ma di mezzo, c'eri tu. C'eri tu e lui se n'è andato, lasciandoti a litigare con me. Ti pare bello? Potevamo anche picchiarci! Inoltre, rammenti quella famosa uscita al Bounty, dove beccasti il signorino con un altro tizio? Ebbene, Damiano s'è fermato a ragionar con noialtri del perché ci avesse scartati con una scusa? -
- Quella faccenda la chiarimmo. -
- Voi due, ma a me, Neri, Livia e gli altri non ha detto niente, poi, beh, uno lascia anche perdere... Ma ci fai la figura di quello che fotte sega il resto del mondo, io son più figo; non vi devo niente. -
- Disse che non l'aveva fatto di proposito. E' successo. E' successo è basta. -
- Forse non ha agito con malizia ma la superficialità resta. Era stato invitato da tutti. Comunque, 'ste sciocchezze si possono anche perdonare. Sono scivoloni sociali che talvolta si fanno, ma di certo, non sono cose da Juri. Juri è uno che agli altri ci tiene e che è circondato da amici che ci tengono a lui.  -

Juri si massaggiò le tempie e cercò di mettere a fuoco gli ultimi eventi.
I fatti non trascurabili erano avvenuti da quando aveva litigato con Damiano al Bounty. Si era agitato come se lo avessero spinto nel fango, mentre quello sconosciuto se ne stava tutto addosso al suo compagno di classe, vergognosamente rilassato. Poi c'era stato il chiarimento e la prima notte insieme. L'erezione. La paura.
La morte di Mirko Zacchini, all'inizio, gli era apparsa come un macabro stacco pubblicitario, ma poi s'era trasformata in un inaspettato prequel sul passato di Damiano.
Damiano e Mirko facevano sesso.
Damiano non veniva da giorni felici e Juri aveva preteso di sapere ogni cosa.
Aveva litigato perché il compagno s'aprisse, e messaggi volgari erano stati scritti, mentre Dam passava da un ragazzo all'altro.
Mattia Fanara aveva un profilo Instagram dove sbatteva in faccia a tutti quanto gli piacessero gli uomini. Mattia Fanara era stato con Damiano.
Adesso, lui e Damiano avevano fatto pace, ma le voci messe in giro dalla boccaccia di Sara stavano raccogliendo proseliti e Damiano non si stava mettendo d'impegno per alleggerire la faccenda. Anzi.
C'era molta saggezza in quelle ultime parole di Claudio.

- Io non so se sono gay - ammise Juri.
- Quindi, non hai ancora fatto niente? - sussurrò Claudio, sistemandosi la linguetta della scarpa - E il dubbio da cosa ti viene? –
- Dam. Mi coinvolge. Quello che fa. Quello che non fa. Con lui non riesco a reagire come con gli altri. Non sono più io. -
- Vorresti toccarlo in maniera strana? - indugiò il calciatore, poco prima di abbandonarsi a una risata d'imbarazzo - Oh merda, ma di che cazzo sto parlando?! –
- Lascia stare, Claudio. - sorrise Juri, piegando la fronte contro un ginocchio - Piuttosto, Vic? –
- Vic sta facendo la zoccola stizzosa, e sai che c'è? Chi se ne frega se sulla scia di Sara, è andata da Lapo a farsi stappare! Cazzi sua! E' andata perfino a mangiare da un'amica! –
- Vittoria non è una che la smolla facile. Non mi pare, almeno, e Lapo sarà anche uno che pensa sempre a dove parcheggiarlo, ma non è cattivo. E' uno che se una ragazza dice di no si ferma. –
- Mi ha scritto, Juri. Mi ha scritto per avvertirmi. Perché mi ha aggiornato sul cambio di programma della sua bella mattinata del cazzo? Che cosa voleva dimostrare? –
- Una ragazza saprebbe rispondere molto meglio di me, e... se adesso quella tua espressione idiota sta alludendo al fatto che la mia confusione sessuale potrebbe avvicinarmi alla categoria femminile, sappi che un fanculo non te lo risparmia nessuno! –
- Rete! Rete! Rete! - rise Claudio, poco prima di beccarsi un colpo di cuscino e altri improperi.*


Era stato sincero nel dire che la sessualità di Juri non cambiasse niente fra di loro, inoltre, il compagno era l'unico con il quale si sentisse a suo agio, circa le questioni sentimentali. Ai giardini di Campo Marte, il resto della banda non era dissimile da una giungla. Là, fra gli altri maschi, Claudio non se la sentiva di fare quei discorsi più intimi che si concedeva solo con Juri. Neri, Lapo, Giovanni e gli altri ragazzi si pompavano costantemente fra di loro, pronti a far battute e ad alleggerire qualsivoglia argomento.
E poi c'erano le ragazze.
Le ragazze non facevano altro che far gruppetti per andare dappertutto: bagni, gelaterie, baracchini... questo rendeva assai difficile appartarsi con una, in maniera neutrale, senza fare la figura dell'appiccicoso o del maiale.
Una volta, Claudio aveva pensato di accompagnare Marta a prendere il gelato. Aveva voglia di una bibita fresca e quei trecento metri che separavano le panchine alla gelateria sarebbero stati perfetti per conoscersi meglio. Si era mentalmente preparato la parte e già contava di sfiorarle la spalla al momento di attraversare l'affollato viale che separava il parco dalla gelateria, ma... ecco Vittoria e Roberta mettersi in mezzo.
Quella sera, sfogarsi con Juri mentre divoravano insieme una pizza era stato a dir poco speciale. Juri non lo giudicava mai né cercava di fare quelle classiche battute da scaricatore di porto circa lo sbattila di qua e parcheggiaglielo di la...
Juri era un amico prezioso e lo era a prescindere dai propri gusti sessuali, anche se pensando oltre certi confini, Claudio sentiva la pelle accapponarsi.

- E se un giorno, Juri decidesse di raccontarmi... cose?! - sobbalzò all'improvviso, poco prima di ritrovarsi a neanche cento metri da Vittoria e da Beatrice.

Le due compagne di classe sembravano molto divertite dalle confidenze che si stavano scambiando. Entrambe con buste e bustine, si guardavano come se una delle due avesse appena combinato chissà cosa, e questo, per Claudio e la pessima mattinata trascorsa, fu più irritante di essere scartato da un avversario.
Bloccato sul marciapiede, con il borsone in spalla e la cancellata della società alle spalle, Cangialosi piegò gli angoli della bocca verso il basso, e attese che il segnale di via libera conducesse a lui Vittoria e quel suo comportamento sconsiderato.
La sua risata cristallina emergeva su qualsiasi altro rumore della strada, mentre un vento dispettoso sembrava far di tutto per rimandargli il suo profumo, rendendola ancora più bella, mentre cercava di trattenere i capelli dal finirle sugli occhi.
A volte, era un vero crimine che l'agire di una persona non ne intaccasse minimamente l'aspetto. Claudio odiò i suoi occhi per quel loro scivolare repentino sulla maglia attillata della ragazza, inquadrando la distanza fra il busto e il seno. Si diede dello stupido per come i denti premettero sul labbro inferiore, nel posarsi sull'avvallamento dei seni, poco prima d'incrociare il suo sguardo.
La vide trasalire di brutto, e fiero di 'sì evidente reazione di paura, si limitò a piegare le labbra in un riso sornione e a fare quella cosa che tutte le ragazze detestano da morire.

Ignorarla.

Vittoria avvertì la necessità d'arrestare il passo, mentre alcuni compagni di Cangialosi arrivavano in quel momento, facendo confusione con i motorini. Uno di loro fece un cenno a Vittoria, ma la ragazza non vi badò, troppo impegnata a metabolizzare la reazione di Claudio. Fu Beatrice a trascinarla via, prendendola per mano con fare protettivo.
Il guasto agli impianti idrici degli spogliatoi costrinse molti ragazzi a scegliere fra doccia gelata e tornarsene a casa lerci. Claudio, dopo essersi buscato svariati richiami dal mister per un gioco decisamente aggressivo, scelse l'opzione mamma, guarda quanti bei ricordi del campo da calcio sto per portarti a casa...
L'allenamento non lo aveva calmato del tutto, e la colpa andava a quel cavolo di preparatore atletico troppo concentrato sul riscaldamento muscolare. Da quando era arrivato quell'uomo, le partitelle erano diminuite così come l'umore di tutta la rosa d'attacco. Allenarsi nei tiri era importante.
Le partite non si vincono senza goal.
Ormai rincasato, Claudio sbatté la porta e pensò al suo prossimo impegno.
Domenica avrebbero incontrato la squadra con la difesa più dura del campionato; una partita che andava vinta per forza se non volevano farsi superare dall'attuale quinta in classifica, che poi sarebbe stato complicato riprendere, considerando i successivi impegni di cartello.
E Vic si permetteva di fare la stronza in un momento del genere...
Indispettito, approfittando delle bislacche regole della famiglia Carboni-Cangialosi, Claudio decise di non utilizzare il bagno di casa propria per scartavetrarsi di dosso il sudicio del campo da calcio, e dopo aver lasciato i vestiti sporchi in prossimità della lavatrice, s'avvolse nell'accappatoio per entrare nel territorio di Vittoria.
Era consapevole di quanto quel suo gesto fosse fatto di nulla, tuttavia, una parte molto selvaggia di sé avvertiva come la necessità di marcare il territorio.
Che cos'era successo fra Lapo e Vittoria?
Claudio non lo avrebbe mai domandato, ma lei non poteva permettersi di chiamarlo in causa con stupidi messaggi, a suo piacimento. Decideva Claudio quando palesare la sua presenza nella vita degli altri.
Invadere gli spazi di Vittoria, senza una motivazione plausibile,  ne fu una dimostrazione pesante.
La luce accesa della sua stanza gli confermò l'effettiva presenza della ragazza.
Le 19.15 e questo significava che in casa erano ancora soli.
La cosa gli scatenò un brivido giù per i lombi, mentre il passo accelerava verso il bagno, là dove una mano bagnata stava giusto facendo scorrere lo sportello smerigliato del box doccia.
Incontrarsi in simili circostanze, non era stato previsto da nessuno dei due.
Vittoria, nonostante fosse già stretta da tre giri d'asciugamano, cacciò un urlo così forte da costringere Claudio a sbattere la porta e ad avanzare verso di lei con fare minaccioso.

- Non fare la stupida, mica vengo qui a stuprarti! Voglio solo fare la doccia! -
- Va a fare la doccia nel tuo bagno, allora, non vedi che qui ci sono io?! - ringhiò Vittoria, chinando la testa in avanti per cercare di nascondere l'imbarazzo.
- Oggi mi va di usare questo bagno... -
- Hai voglia di fare lo stronzo? -
- Hai iniziato tu. - sbottò Claudio, ora fissandola con le braccia conserte al petto.

Nel suo sguardo c'era il giudizio di chi si sentiva in dovere di far pesare agli altri il proprio pensiero, e questo lo rendeva insopportabile agli occhi di Vittoria.
Il suo silenzio era terribile.
Un'amica arrabbiata ti urla addosso di tutto ma un ragazzo irritato serra le labbra e ti fissa con accusa. I ragazzi difficilmente esternano ciò che provano e questo li descrive erroneamente come insensibili o superficiali.
Claudio non era nessuna delle due cose e Vittoria lo sapeva bene, per questo, nonostante si trovasse in bagno con lui, mezza nuda, stava resistendo all'istinto di andarsene.
Avrebbe voluto capirlo.
Avrebbe voluto capirlo ma non riusciva a cogliere i suoi indizi.

- Te ne vai o vuoi che inizi a spogliarmi? –
- Non parlarmi in questo modo...! - impose a denti stretti, ora iniziando a far fagotto di quello che le serviva per sistemare i capelli e la pelle. – Perché non ti sei lavato a calcio?-
- Non funzionava l'acqua calda.-
- E hai pensato bene di venire a puzzare qui a casa... Che schifo!-
- Nessuno sa di rosa dopo un'attività fisica. Sai, si puzza un po' anche dopo il sesso. -
- Ma che dettagli gradevoli! Guarda, non vedo l'ora... - sbuffò Vittoria, decidendosi a superarlo. Lo fece urtandolo di proposito, scoccandogli un'occhiata storta e pungente. Poi si fermò sulla porta. – Comunque, questa cosa che puoi venire a fare la doccia qui quando ti pare e piace, non mi va. Dirò a mamma d'impedirtelo. -
- E a me non va di trovarti in camera mia a qualunque ora. Sei disturbante e non sei mia sorella! -
-Nemmeno tu sei mio fratello, eppure, guarda in che cavolo di condizioni ci stiamo parlando?! Questo non ha senso! Tu non puoi vedermi in asciugamano, tutta bagnata e spettinata! -
- No, infatti, non mi va neanche un po' di guardarti in simili condizioni! -
- Bene! -
- Benissimo! –


Quel botta e risposta con lei parve fatto di nulla, tuttavia, sortì un effetto lenitivo su entrambi. Ora distesa sul letto, Vittoria ripensava alla sua mattina con Lapo, ore abbastanza monotone di film e di chiacchiere che non le avevano trasmesso alcuna emozione in particolare.
Il ragazzo era stato gentile e affatto scurrile, mostrando quel lato affascinante che più volte l'aveva fatta interrogare sul perché avesse deciso di accettare il suo invito.
O sul perché avesse avvertito la necessità di scrivere a Claudio.
Le liti con Claudio lasciavano sempre qualcosa, e quest'ultima, la scopriva ancora più confusa su quello che provava nei suoi confronti. Aveva chiesto a Juri se ci fosse un'altra ragazza, e il fatto di scoprire Claudio ancora single l'aveva fatta stare meglio, ma allora, perché non faceva come qualunque altra ragazza normale?
Perché non ci provava con Claudio, lasciando perdere Lapo o qualunque altro ragazzo?
Imbarazzandosi, pensò al suo busto scoperto sotto l'accappatoio e a come le clavicole sporgessero dal suo sterno. Claudio aveva un bel corpo anche se era un grande arrogante.

- Mi ha tratta malissimo – così sospirò; ora girandosi nel letto, adesso iniziando a spalmarsi la crema idratante sul corpo formoso.

Ridacchiando, ripensò a qualche complimento traverso ricevuto da Lapo.
Lui preferiva le ragazze formose a quelle filiformi.
Lui trovava le rosse intriganti, perché spesso, nei film, le attrici con i capelli di quel colore erano scelte per recitare ruoli di streghe e di maghe.
Claudio non le faceva mai alcun complimento.
Claudio la trattava sempre come se fosse una sorella, seppur da quel giorno, le cose parevano essersi decise a cambiare.

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Ci vediamo fra 2-5 giorni per l'aggiornamento.
*Citazione di un noto cronista di Sky.

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