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11. Lato Positivo


- Non ho avuto problemi con la mia omosessualità. -

Damiano scelse quella frase per aprire quel lungo e difficile discorso. Seduto nella saletta interna di un locale fiorentino dalla recente apertura, picchiettava con le dita il profilo elegante di una tazza da cioccolata, alternando sguardi intensi ad altri assai più sfuggenti. Parlare di sé non era facile come rimorchiare un bel ragazzo in un disco-pub

- Ho conosciuto molti ragazzi confusi circa la propria sessualità. C'è chi sperimenta a cuor leggero. C'è chi sperimenta per poi tormentarsi. C'è chi soffre, trovando inaccettabili le proprie pulsioni. C'è chi fa tutto senza avvertire l'esigenza di inserirsi in una categoria... come mi dico sempre, ognuno ha i propri grattacapi. -

La voce era diversa dal solito, e nella penombra, giungeva a Juri bassa e rauca, come se nel cervello di Damiano fosse in corso una costante analisi sensoriale. Faceva uno strano effetto vedere quel concentrato di sentenze, abituato a spaccare il mondo, controllarsi in quel modo. Nel petto, una strana pressione stava spingendo il sangue a scorrere più caldo, e quasi la rabbia della notte precedente sembrava iniziare a svanire.
Ancora, Damiano non aveva risposto alla domanda " perché la morte di quel ragazzo ti ha sconvolto? " ma già sembrava andar bene così. Trovarsi in quella caffetteria dai tavolini in stile inglese e dalle pareti tappezzate con vecchi manifesti degli anni venti, con lui in 'sì intima apertura, già faceva sentire bene. Importante. Prezioso.-Ho sempre pensato che un ragazzo gay avesse molti problemi.- osservò Juri, ora intrecciando le dita sulle cosce - Dirlo ai genitori, ad esempio. Decidere se fingere o meno con gli amici. Capire con chi provarci e chi no. L'imbarazzo stesso del sesso... magari quello che ti piace è attivo o passivo come te... -

Attivo o passivo? - domandò un'espressione talmente ironica che Juri si fece subito rosso, pensando di aver detto una scemenza. Accadeva spesso che Damiano ne sapesse più di lui su molte cose.
- Su questo discorso ci torniamo dopo, altrimenti, va a finire che me ne approfitto, e non mi va. -
- Approfittarne? -
- Sono più bravo di te a parole, e non perché tu sia uno sciocco, semplicemente, hai avuto giornate più semplici. Sei cresciuto circondato da persone migliori. - valutò Lamberti.

Un sorso di cioccolato si rese necessario per dare il tempo a Juri di rirlettere. Il tovagliolo pulì gli angoli sporcati dal bacio deciso della crema fondente, mentre l'indice e il medio attendevano nuove parole con smania, giocherellando con una ciocca di capelli.
Ebano su pelle color caramello.
Zaffiri puri incastonati da cerchi neri.
I colori di Juri erano stupendi agli occhi di Damiano. 

- Dicevo, per me è stato facile fare i conti con la mia omosessualità. Quando l'ho scoperto, già casa era diventata un inferno del quale non m'importava più nulla. Perché preoccuparmi di poter deludere due persone che già detestavo? I miei genitori si urlavano addosso continuamente, e come spesso accade ai figli nei mesi precedenti al divorzio, venni dimenticato. E bada, sparire dalla testa dei propri genitori non significa quello che tutti pensano. Io non ero l'ultimo bambino della III A ad essere ripreso dalla mamma. Io non ero quello che arrivava a scuola senza merenda. Io non ero il cestista che il babbo non veniva a vedere giocare. Loro c'erano e non c'erano allo stesso tempo. Inizialmente, non mi resi conto di niente, poi, fra un canestro e l'altro, voltandomi verso la platea, vidi. Mio padre non teneva più gli occhi puntati sul campo da gioco come un tempo. -
- Mi dispiace, Dam... -
- Le cose dovevano andare così. - sospirò il biondino, poco prima di ringraziare la cameriera. Due bomboloni caldi erano appena stati serviti. - Come ogni bambino ignorato, sul principio, pensai di mancare in qualcosa e mi impegnai alla grandissima. A scuola, mi sforzai di migliorare la calligrafia e di infilare tutti i numeri nei quadretti. Diventai precisissimo e terminai l'anno con il massimo dei voti. Le maestre tessevano le mie lodi continuamente ma le loro parole non arrivavano. La connessione, ormai, era irrimediabilmente disturbata. -
- In che senso? Non erano orgogliosi di te? -
- Sì, lo erano, ma io avevo l'impressione che fossero solo parole di circostanza, e così, mi sentii preso in giro e reagii con rabbia, combinando disastri. Per assurdo, se accidentalmente rompevo qualcosa, i miei erano costretti a considerarmi, e più il danno era grave, più li percepivo vivi. -
- Cielo, Dam... ma che hai combinato? -
- Di tutto. Ho lanciato cellulari dalla finestra. Ho fatto a pugni. Ho spiaccicato tutti i rossetti di mamma sulle mattonelle del bagno... ne ho fatte talmente tante che sono volato dritto dallo psicologo. -
- Ti hanno dato delle medicine? -
- No, lo psicologo era uno in gamba e comprese subito che nei miei disturbi del comportamento non v'era nulla di anomalo. Avevo solo nove anni, e con gli strumenti di un bambino di quell'età, stavo chiedendo aiuto. -
- Sai, mi rimane veramente difficile immaginare due genitori come i tuoi. - osservò con gli occhi lucidi, avvertendo quel dolore che Damiano, ormai, pareva aver reso un mansueto compagno di viaggio.
- Se è troppo pesante, smetto. -
- No, ho domandato io di sapere, anche se non pensavo si partisse da così lontano...-
- Ma ora ci siamo. - garantì Damiano, poco prima di dare un gran morso al bombolone - Con l'aiuto dello psicologo, le cose migliorarono ma nessun medico può fare miracoli se i pazienti in primis non fanno la loro parte. Non smisi di combinare guai perché finalmente avevano iniziato a considerarmi, semplicemente, trovai qualcosa di più interessante da fare e loro associarono il miglioramento della mia condotta a quelle due o tre domande in più che quotidianamente mi rivolgevano. -
- Ma perché t'ignoravano? -
- Erano presi da loro stessi. Lo sono tutt'ora. -
- E a tavola? -
- Non abbiamo mangiato insieme quasi mai. - svelò una smorfia tirata, mentre Juri utilizzava il cucchiaino per togliere la granella di zucchero dal bombolone.
- Comunque, quando iniziai a guardare i miei compagni con occhi diversi, la tensione domestica si alleggerì. Iniziai a masturbarmi e a fantasticare su qualunque bel ragazzo vedessi. Non avevo quasi più tempo per pensare ai miei cattivi genitori. Cercai video pornografici e mi lessi le dieci regole d'oro per fare un pompino. -
- Dai! Esiste roba del genere?! -
- Ne esistono anche venti! Chiaramente, si tratta delle classiche scemenze da rivista superficiale. Internet era diventato per me una sorta di favola della buonanotte. Mia mamma mi aveva regalato lo smartphone in prima media, più che lieta di vedermelo in mano, in macchina, mentre attraversava la città per portarmi da casa di mio padre alla sua. Io me ne stavo zitto sul sedile posteriore, mentre lei telefonava alle sue amiche, parlando dei suoi cazzi. Beh, anche io avevo i miei cazzi...-

- Cioè, tu eri lì, a meno di mezzo metro da lei, a guardare... -
- A guardare uccelli, Juri. Depilati, eretti, grossi... lei svoltava per evitare la preferenziale e io immaginavo di giocherellare con tutte quelle verghe piazzate lì, solo per fartelo venire duro. Era eccitante prendermi queste piccole rivincite, mentre lei non s'immaginava nulla... -
- Se facessi una cosa del genere, i miei se ne renderebbero subito conto. E poi, scusa, ma non sedevi davanti? -
- Davanti, lei tiene sempre la sua enorme shopping bag di Louis Vuitton. -
- Le borse si spostano. -
- Non quelle da 1.880 Euro. - puntualizzò un tono ironico, accompagnato dallo strabuzzare degli occhi di Tolosa - Comunque, per quanto uno possa prendersi delle rivincite, il passato non cambia, e quando ho conosciuto Zack, beh, tutto s'è fatto più chiaro. -
- Quindi, hai conosciuto il ragazzo morto. -
- Sì. Avevamo tanto in comune. I suoi genitori non erano divorziati, ma ugualmente, pur relazionandosi molto di più, lo trattavano come se non ci fosse. Lui non aveva voce. Sua madre lo considerava la sua creatura perfetta e aveva già pianificato la sua vita; convinta di agire nel giusto. -
-Ma com'è possibile che certi genitori mostruosi non siano scoperti?! -
- Allo stesso modo in cui tu diresti che io sono eterosessuale. -
- Quello è diverso. -
- I mostri non vanno in giro con la targhetta cattivo sulla fronte. Pensa a Sara; guardandola non coglieresti nulla della vipera che sa diventare. La civilizzazione, purtroppo, ci spinge a deviare la negatività verso soluzioni più ortodosse, quando prenderci a colpi di clava sarebbe assai più salutare. -
- Mi stai dicendo che per Sara sarebbe stato più sano picchiarmi? -
- Un livido fa meno danni di una diceria, in certi casi. -
- Non sono del tutto d'accordo, comunque, tu e questo... ragazzo, avevate una storia?  -
- Una storia di sesso e di confidenze, ma niente di più. L'ho frequentato prima di Ruben, poi ho dovuto chiudere. Quando mi sono lasciato, l'ho ricontattato e l'abbiamo fatto di nuovo. Quello che m'ha fatto male è stato... non accorgermi di quanto fosse giù. Di quanto il suo desiderio di libertà superasse la paura della morte stessa. -
- Non ti sei accorto di niente? -
- No. -
- Forse, lui non voleva che te ne accorgessi. -

Juri tacque e intrecciò le dita alla catenella d'argento che sua madre gli aveva regalato a Natale. Chiuse fra il pollice e l'indice il pendente a forma di ricevitore in bagher e tirò leggermente, sforzandosi di fare il punto della situazione. Damiano, forte del suo passato difficile, era stato toccato dalla morte di Mirko Zacchini perché simile a lui. Accomunati da genitori sordi ai loro bisogni, si erano annusati e riconosciuti compatibili. Per un po', avevano camminato vicino, poi s'erano separati e successivamente ritrovati.
Damiano si sentiva in colpa per non aver compreso la profondità della ferita dell'altro, ed anche se dal suo volto non pareva trafelare più di quanto riferito, Juri poteva percepire distintamente il suo lamento.
Incapace di trattenere un paio di lacrime, fece disastro con i tovaglioli del centro tavola, rovesciandoli nel tentativo di non farsi cogliere in 'sì evidente debolezza.
Damiano, fino a quel momento seduto di fronte a lui, cambiò sedia, e senza dir nulla, gli strinse una coscia, scotendolo un po'.

- Mi sento un idiota. Premevo. Premevo. Premevo... e non sapevo che cosa avessi dentro. -
- E io potevo evitare di pungolarti come un moccioso. Scusa se ti ho molestato... nel vero senso della parola. Ero ubriaco. -
- In vino veritas? - cercò d'ironizzare Juri.
- Mi stai domandando che cosa pensa il mio lato gay di te?- flirtò Damiano, mentre Tolosa non poteva negare il piacere di quel tocco, accentuato dalla leggera tuta sportiva.
- Ora conosco molte. -
- Sono un gran bel casino, eh? -
- Lo sono anch'io.  - riconobbe Juri, mentre le mani facevano una pallottola del tovagliolo e negli occhi era come un guizzo vincente - Perciò, se come dice il coach, farsi dei modelli positivi è una cosa buona, facciamo che da adesso in poi seguirai me. -
- Seguirti? -
-Ti sentivi simile a quel ragazzo per i suoi guai, e in qualche modo, sapere di non essere soli aiuta, giusto? -
- Sì, ma non capisco in cosa tu ed io possiamo essere simili, Juri. Tu sei la persona più serena e posata che conosca. Sei diplomatico. Cerchi di andare d'accordo con tutti. Sei ottimista... mentre io... -
- Io non so cosa voglio. - parlò sopra Juri, stringendo i pugni sul tavolo - L'altro giorno sei stato aggressivo e insopportabile, ma mi hai aperto gli occhi. Non è normale che dopo la rottura con Sara non abbia dato in escandescenze... insomma, mi sono sentito più urtato da cose che hai fatto tu, piuttosto che dal tradimento di una ragazza che ho baciato sul Ponte Vecchio, dopo una lunga camminata, mirando l'Arno tingersi di giallo e di rosa... -
- Oh!...Che romantico... -
- Non prendermi in giro! Sono serio! Anche io ho dei casini, ma a differenza di Zack, non li risolvo uccidendomi. Sono un esempio in positivo per questo. Io vado avanti e faccio di tutto per risolvere. Sono un bell'affare, no? -

Lamberti puntò le converse nere sul pavimento in vecchia pietra. Aveva capito dove volessero arrivare le parole di Juri, e anche se l'astruso ragionamento lo faceva sorridere, le apprezzò sinceramente. Sì, Juri Tolosa era davvero un bell'affare, e di certo, non solo dal punto di vista d'esempio positivo.
Inarcando un sopracciglio, gli salì subito il gusto di una battuta ardita, ma decise di trattenersi.

- Sarai il mio lato positivo, allora. -
- Buono! - annuì Juri, tutto fiero di aver messo mano a una situazione complicata, riuscendo a migliorarla. - Piuttosto, cos'era quel discorso su attivo e passivo?-
- Solo l'ennesimo sciocco tentativo del comune ben pensante di categorizzare i gay. - spiegò un tono più risoluto. Adesso, si vedeva che Damiano era tornato nella propria confort zone, muovendosi su un terreno a lui più congeniale - E i manga giapponesi non aiutano. -
- Mai letto un manga. -
- Comunque, dicevo, è abbastanza difficile trovare un ragazzo che voglia solo essere passivo o attivo. Generalmente, uno prova tutto e poi sceglie quello che preferisce, oppure, la cosa cambia da persona a persona. Alla fine, è come il sesso in generale. Ho conosciuto ragazze che con un ragazzo hanno fatto tutto mentre con un altro, non se la sono sentita. E' una roba di testa, alla fine. -
- E a te che piace? -
- E a te? -

Juri e il flirt erano due cose abbastanza distanti e Lamberti ne aveva sempre maggiore conferma.

- Mi piacciono i baci da film, quelli resi belli dalla scenografia. Al mare, costringevo sempre Alice a camminare fino agli scogli più nascosti della riva affinché intorno a noi vi fosse più azzurro possibile.- confidò nostalgico, mentre su per le narici tornava l'odore pungente del salmastro - Tuttavia, ogni volta che sento parlare gli altri delle loro esperienze, avverto che nelle mie c'è qualcosa di strano. -
- In che senso? -
- Sono come una macchina che viaggia fissa in seconda, Dam. Non so spiegarlo meglio. - ammise Juri, poco prima di finire la propria bevanda. - Ma ora basta amareggiarsi con le mie paturnie! Su, sorprendimi con le porcate che ti piacciono! -
- Porcate? Mi dipingi già così male? -
- Beh, dopo quello che mi hai scritto per messaggio... -
- Ah! 'ste venti-trenta parole messe in croce ti son proprio rimaste, eh?! - sbuffò divertito, ricontrollando il testo molesto - Comunque, considerando che non mi devo preoccupare di far bella figura con te, andrò dritto al punto. A me non frega un cazzo di come e di dove sia. Quello che a me preme è soddisfare la fantasia del momento, possibilmente, nel modo più simile a come l'abbia partorita. -
- Quindi, per te andrebbe bene anche un sudicio bagno da pub. -
- Vuoi mettere l'eccitazione dell'impellenza? -
- Vuoi mettere l'urina non tirata, la sgommata nel water, il puzzo di detergenti troppo forti e una qualche scritta razzista alle spalle? No, grazie! Non potrei mai dare un bacio in un ambiente tanto sudicio! -


Le ventuno e con il sapore del pollo arrosto ancora in bocca, Juri salì in camera propria.
Era fiero d'aver finalmente appianato ogni divergenza, ma come mise mano al cellulare, una valanga di notifiche lo sconvolse. Com'è che era rimasto tanto indietro fra like, aggiornamenti di status e commenti?
Gli succedeva solo quando usciva con Damiano Lamberti.
Scacciando 'sì strana riflessione, iniziò a scorrere le varie notizie, scoprendo di essere stato taggato più volte da un amico di pallavolo. Simone aveva condiviso una foto di Greta Menchi, una bella ragazza di youtube spesso oggetto di polemiche e di tutto il disagio di certi Leoni da Tastiera. Scorrendo gli scatti maliziosi della ragazza, Juri si soffermò sui commenti, spesso storcendo la bocca. Qualche volta, Sara lo aveva incitato a fare dei video, insistendo su quel bel viso che si ritrovava, ma a Juri non piaceva mettersi in mostra.
Juri temeva quel che il web avrebbe potuto rimandargli. Fare video e postarli come Greta Mechi significava avvicinarsi a una finestra dalle tende tirate ed essere costretti a spalancarla, a prescindere da chi e da cosa avrebbero potuto attraversarla.
Complimenti.
Offese.
Successo.
Giudizio. 

"Chissà come fa i pompini quella

Juri offese mentalmente lo sconosciuto cafone, e ridacchiando, s'immaginò 'sì triste omuncolo davanti alla bella e spavalda Greta, sicuramente preparata a trattare con soggetti del genere. Vide il borioso farsela sotto, dopodiché, quasi senza rendersene conto, pensò a Damiano e digitò su google " dieci regole per fare pompini ".
Furono risate dopo neanche due pagine aperte, e fu sorprendente scoprire quante riviste, anche famose, trattassero l'argomento. C'erano articoli più o meno scurrili, altri, linguisticamente studiati per non imbarazzare certe signorine perbene, non poi così perbene...


Tu: Hai mai bevuto un sorso di tea alla menta piperita prima di fare un pompino? Dice che poi il pizzicorino lo farà impazzire... :D
Dam: ...
Dam: Juri, tutto bene? Ero sicuro di averti riportato davanti sull'uscio di casa... O_o Dove sei? Ti hanno rapito?
Tu: Sono solo su internet... -_-
Dam: Pensavo che sul tuo PC ci fosse il filtro genitori XD
Tu: Fanculo! :P

Juri non apprezzò l'ironia di Damiano, e seppellendo il cellulare fra i cuscini, si spostò al PC, dove continuò la lettura di tutti quegli articoli che sembravano parlare dei rapporti sessuali come se fossero oggetto di tesi di Laurea. Il sesso, per certa gente, era davvero un'ossessione.
Fare bene sesso era uno status sociale.
Le relazioni morivano per mancanza di sesso o per sesso cattivo. A tutte le età.
Fra un click e un collegamento ispirato da parole sottolineate, Juri si ritrovò presto su siti zeppi di fotografie d'ogni sorta. Per la prima volta, carrellate di tette e di vagine lo tennero incollato allo schermo per ore, finché, un JPG  lo portò su pinterst, in mezzo a modelli affascinanti e a foto in bianco e nero. Fu lì che si scoprì più a suo agio. Sorrisi, muscoli, labbra socchiuse in maniera sensuale e sguardi intensi.
Anche qui i commenti variavano da leggibili a illeggibili.

La gente non era cafona solo con le belle ragazze di Youtube. Anche qui si parlava di sesso, di pompini e di scopate. Di fottere.
Un ragazzo metteva una foto di se stesso in lettura, tutto vestito, e un tizio a caso, con un nickname che rammentava il nome di un Pokemon, esprimeva il suo entusiasmo nel volerlo aprire in due come una mela...
Juri inorridì e chiuse tutto.
Uno status su Facebook chiuse quella sua piccola esplorazione:

Juri: Chiamatemi pure moccioso, ma se devo pensare al sesso 24 ore su 24 per ritrovarmi a scrivere schifezze sotto le foto degli utenti di Pinterst o sotto ai video dei personaggi famosi di Youtube, beh, preferisco morire vergine.

Nessuno seppe comprendere il suo messaggio, neanche Claudio, che propose subito di portarlo all'Excelsior per il diciottesimo compleanno. Le ragazze gli misero un sacco di cuori e di like mentre Neri gli dette di falso. Uno di pallavolo mise in guardia le commentatrici entusiaste da lui e da quelli che giocano a fare il Principe Azzurro, accusandolo di appartenere alla categoria Mister Grey Sotto Copertura...

Perché un ragazzo sensibile, d'altronde, quasi appariva inconcepibile agli occhi della stereotipata società moderna...

Sara: Esprimersi in forma neutrale ci tiene al sicuro.

Anche il post risposta di Sara non fu compreso. In molti non seppero neanche ricollegarlo a quello di Juri.
In molti non arrivarono a cogliere la sottile allusione alla probabile omosessualità del suo ex. In automatico, tutti avevano immaginato i vocaboli neutrali utenti e personaggi a volti femminili, anche spinti dalla scia delle immagini di Greta...

Arrivarono infine le undici e fu il momento di preparare lo zaino per il giorno successivo.
Juri ricontrollò tutto più volte, ma il quaderno di Biologia sembrava essersi volatilizzato chissà dove, infine, il rovesciarsi del suo zaino in macchina l'illuminò. Digitò subito un messaggio a Damiano, ma dopo quindici minuti di silenzio, decise di chiamarlo.

- Ohi! Juri, aspettavo la tua chiamata, oggi sono schizzato via dagli allenamenti in fretta. Ho io la tua maglia. Scusami... -
- Ehm... Dam? Sei Dam? -

Borbottii sommessi dall'altra parte del telefono, uniti al chiaro rumore di coperte che si scuotevano, lo fecero sussultare. La voce impastata di Damiano Lamberti bastò da sola a fargli stringere lo stomaco, mentre parole chiarificatrici provvedevano a mettere ordine all'esterno, ma non certo all'interno.

- Scusami.Stavamo già dormendo e Al pensava che fosse il suo per questo... Juri, haisentito no? Poi lo teniamo entrambi su silenzioso, la notte... ma dimmi -
- Ahm... certo. Sì. Chiamavo per il quaderno. - farfugliò Juri, iniziando a strusciarsi la faccia. Si portò la gamba sana al mento e cercò di schiacciare fisicamente il torace e ciò che sotto il costato stava diventando sempre più grosso. - Sai, quando s'è aperto tutto... in macchina.-
-Guardo domattina, ma se oggi ce l'avevi, di sicuro sarà finito sotto il sedile. Tranquillo, ok?-
-Va bene. Grazie. Scusa la chiamata tarda.-
-A domattina, figurati.-
- Sei uno stronzo. -


Il rimprovero di Alex, a pancia sotto nel suo letto, fece inarcare un sopracciglio di Lamberti.
A petto nudo al suo fianco, il liceale rimase qualche istante a fissare lo schermo, come se volesse ripetere a se stesso di aver fatto la cosa giusta.

- Credimi, l'ultima cosa che voglio è trascinarlo nei miei casini. -
- Gli hai parlato in modo che pensasse chissà cosa... -
- Alex, io non so nemmeno se Juri ha capito di essere gay o no! Dovresti parlarci! Sembra uscito da un manga... con tutte quelle frasi belle e positive... i sentimenti limpidi e la faccia da... da baci e... ed è un vero casino, ecco! Io non sono pronto per uno così. Non so nemmeno se voglio uno così. Di scoparci, anche sì, e tanto, ma per il resto... no, adesso no. -
- Primo, non puoi decidere per lui. Se Juri è gay, bisex o eterosessuale è una faccenda solo di Juri. Secondo, sei lui fosse gay, e non sarai tu, aspettati che presto sarà qualcun altro. -

Damiano si ributtò nel letto e spense la luce.
L'improvvisata di Alex gli aveva fatto piacere, così come scoprire che suo padre avrebbe portato la sua amante altrove, quella notte. Parlare con la sua prima esperienza gli faceva sempre bene, anche se non sempre era disposto a farsi inquartare dalla saggezza del più grande.
Alex aveva sempre fottutamente ragione e questo scocciava.

- Mm... Juri non è Ruben. Se vuole me non finirà con il dare il culo a un altro solo per togliersi lo sfizio. Juri ha la testa sulle spalle, e credimi, la sua ingenuità, a volte, è talmente disarmante che nessuno oserebbe approfittarne. -
- Questo ragionamento ti fa molto comodo, vero? -

Damiano buttò gli occhi al cielo, dopo di che si appallottolò per togliersi le mutande.
Sorridendo, come se avessero solo parlato di frivolezze, allungò il braccio al cassetto del comodino per mostrare lubrificante e profilattici.

- Ti va? -

Non aveva alcuna voglia di innamorarsi, e fuggire da un ragazzo che riusciva a penetrare fin troppo bene nella sua corazza era la cosa che in quel momento lo faceva sentire più al sicuro.

- Puoi anche metterlo, Alex, stasera voglio solo godermela. -

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Grazie di essere arrivati fin qui.
Al prossimo aggiornamento.
Fra 2-5 giorni
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Nota: La foto è quella che Juri vede su Pinterest.

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