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Capitolo 9

9
- Inganno -


"Okay, piano. Ce la fai a camminare?"

"Sì, Keith, ti ho detto di sì." Sospirò, imponendosi di rimanere paziente. Keith lo stava trattando come se fosse gravemente malato da giorni. Si erano fermati qualche notte in più: Allura aveva convinto entrambi, che inizialmente non erano molto d'accordo sul rimanere in quel motel più a lungo di quanto avessero previsto inizialmente. Lance alla fine aveva ceduto, perché sapeva di non essersi ripreso del tutto e non voleva essere un peso per i suoi compagni durante il viaggio. Con Keith invece era stato più difficile, perché si fidava sempre meno di quell'uomo. Aveva provato a controbattere, ma alla fine aveva deciso di mettere la salute di Lance - e anche di Shiro, che doveva ancora abituarsi fisicamente e psicologicamente alla perdita del suo braccio. - al primo posto.

"Andiamo di là, forza."

"Mi spieghi esattamente perché avete interrotto il mio sacro riposo?" Lance ci scherzava su, ma in effetti non dormiva bene come in quei giorni da molto tempo.

"Non lo so nemmeno io, Allura dice che lei e quello devono parlarci."

Il cubano percepì il tono sprezzante con il quale il suo amico si stava riferendo a Lotor. Nemmeno a lui piaceva, in effetti. Era stato parecchio strano il suo improvviso cambio d'atteggiamento, quando aveva potuto confermare che Lance non era stato morso.

"Da quando sono così intimi? Hanno qualcosa da dirci.. tch. Ma di che parlano alle nostre spalle?" Si chiese, esprimendo quel dubbio ad alta voce.

"Onestamente.." - afferrò il braccio del compagno e se lo portò attorno alle spalle per aiutarlo a camminare, in modo da non farlo sforzare troppo. - "Non ho un bel presentimento."

"Tu non hai mai bei presentimenti, Keith."

Arrivati nel salone principale trovarono Pidge e Hunk seduti su un divano e Allura e Lotor sulle poltrone. Fu inevitabile sentire una strana atmosfera di tensione, nonostante il sorriso rassicurante che l'amica rivolse loro nel momento in cui sorpassarono l'ingresso. Lance parve sentire ogni cosa in modo più intenso, lo scoppiettare del fuoco e l'odore del legno che bruciava all'interno del camino, il silenzio stesso, il cessare dei loro bisbigli, il respiro ed il battito del cuore di Keith che ancora lo sosteneva in piedi. I dettagli, non riusciva più a non farci caso, ormai. Senza accorgersene strinse le dita sulla spalla del compagno, che adesso lo stava adagiando delicatamente su una delle poltrone. Un sottile strato di polvere ricopriva la spalliera e la stoffa era rovinata, lacerata in alcuni punti.

"Lance, stai bene?" Il tono dolce e premuroso di Pidge lo riportò a quell'orrenda realtà, dove tutto era incerto e spaventoso, ma la mano di Keith sulla sua schiena sembrò placare le sue paure, come se potesse assorbirle.

"Di cosa stavate parlando?" Domandò, evitando intenzionalmente di rispondere.

"Lotor.. crede che–"

"Dirigersi verso il punto di raccolta è un suicidio." Spiegò Lotor, interrompendo la voce della ragazzina. Lo disse con un tono quasi preoccupato, suonò premuroso ad Allura. "Giorni fa abbiamo intercettato un segnale radio da parte dell'esercito per i superstiti. Dicevano di mettersi al sicuro e aspettare i soccorsi, verranno a controllare la zona, dobbiamo solo assicurarci che-"

"Un suicidio?" Lance sentì quelle poche certezze che aveva sgretolarsi. "Sono tutti diretti lì! È quello che le forze dell'ordine hanno consigliato di fare fin dall'inizio di questa situazione!"

"Vi sto dicendo che non è più quella, la soluzione. Che interesse avrei nel mandarvi fuori strada? Qui siamo tutti sulla stessa barca."

"Che altro hanno comunicato?" Domandò Keith, assottigliando le palpebre. Era una cazzata, se lo sentiva. Dentro di sé, sperava soltanto che anche i suoi compagni non si lasciassero convincere da lui.

"Nient'altro.. il segnale era disturbato, siamo riusciti a comprendere soltanto questo."

"Perciò dovremmo fidarci di te e lasciar perdere il piano che abbiamo seguito per mesi?" Il tono del corvino si fece più aggressivo, ma secondo Lance era lecito che reagisse così. Avevano sofferto per seguire quel percorso, avevano rischiato la vita e quasi perso Shiro. Era quasi un miracolo essere riusciti ad arrivare fin lì, e adesso stavano dicendo loro che era stato tutto inutile?

"Lo sto dicendo per il bene di tutti. Qui possiamo stare al sicuro per un po', finché l'esercito non verrà a prenderci. Condivideremo le provviste e abbiamo anche la legna per scaldarci."

"La mia famiglia è lì, non posso restare." Scosse la testa, Lance. Stava cominciando ad agitarsi. Avevano programmato tutto, anche se sapevano che sarebbe stato pericoloso, non avevano altra scelta..lui, non aveva altra scelta, se voleva ricongiungersi con i suoi cari.

"Se restiamo al sicuro e aspettiamo le forze armate li rivedrai presto, Lance. Ma vale la pena rischiare la vita senza avere nemmeno la certezza che si trovino lì?" Allura si era convinta fin dal primo momento in cui Lotor le aveva spiegato ciò che sapeva. Lui sembrava una brava persona e ci teneva ad aiutare gli altri superstiti. Pensavano entrambi allo stesso modo, dovevano occuparsi di creare un gruppo grande e solido, una nuova comunità, all'interno della quale non c'era spazio per l'egoismo. L'epidemia aveva trasformato la gente in animali, pensavano a loro stessi, a mangiare e sopravvivere, ma in questo modo il genere umano non sarebbe più riuscito a ristabilire la normalità.

"Ragazzi.. io penso che loro abbiano ragione." Parlò Hunk, con la voce un po' tremante. Aveva realizzato seriamente di poter perdere la vita quando si erano ritrovati ad amputare il braccio a Shiro, e avere l'opportunità di poter rimanere al sicuro per un po', lo rassicurava. "Dobbiamo rimanere in vita, è questo il nostro obiettivo. Aiutarci a vicenda e sopravvivere.. non possiamo raggiungere quel posto alla cieca, in più Shiro e Lance non sono in grado di continuare il viaggio. Sarebbe meglio restare, per tutti."

"...State scherzando, vero?" Keith non credeva che il resto del gruppo fosse così facilmente influenzabile, e il loro atteggiamento lo deluse, non poco. "Volete lasciar perdere, quindi? Sul serio? Dopo tutto quello che abbiamo passato!?"

"Keith, stai perdendo di vista l'obiettivo."

Lotor lo fece infuriare, con quelle parole.
"Ma chi ti credi di essere? Nemmeno mi conosci! Che ne sai quali sono le mie priorità?!"

"Nessuno ti obbliga a restare, ma se i tuoi amici non se la sentono di continuare non hai il diritto di costringerli a rischiare la vita per raggiungere quel maledetto punto di raccolta."

Gli venne istintivo, si sentì aggredito e portò una mano sulla tasca dei pantaloni, dove teneva la pistola.

"Keith!" Lance si alzò di colpo dalla poltrona, sgranando gli occhi. "Fermo, non fare stronzate."

Da chiunque si sarebbe aspettato di non essere compreso, anche da Lance, ma sperava che non lo fermasse. Non aveva intenzione di uccidere Lotor, ma voleva intimorirlo, fargli capire che non era lui al comando. Gli puntò l'arma contro, sotto lo sguardo sconvolto dei suoi compagni. Lotor pareva calmo, come se non si rendesse conto che gli sarebbe bastato premere il grilletto per mettere fine alla sua esistenza. Era tranquillo, sapeva che non avrebbe mai sparato.

"Quindi è così, eh?" Allura lo guardava disgustata. Animale, come tutti gli altri.

"È così." Ringhiò. "Non vi rendete conto del casino in cui vi state cacciando."

"Perché ti ostini a dare ascolto ai pregiudizi che ti sei fatto su Lotor?! Sta solo cercando di aiutare!" La ragazza lo afferrò per la spalla e gli tolse la pistola dalle mani con un gesto aggressivo. "Ci stai mettendo in difficoltà."

Lance zoppicò verso l'amico, ma non ebbe il tempo di raggiungerlo, perché con un passo svelto si avvicinò al corridoio.

"Dove cazzo è Shiro?! Adesso prendete pure decisioni senza di lui?"

"Shiro sta riposando. Non sta bene, e lo sai. Non puoi coinvolgerlo in ogni situazione appena capisci che non sta andando come vorresti." Il tono della ragazza si fece acido e severo.

"Ti sembra un capriccio il mio, Allura? Sembra quasi che non mi conosciate! E poi sono fottutamente stanco di sentirmi dire da voi cosa posso o non posso fare!"

"Keith. Adesso calmati...okay?" Lance si mostrò calmo, le mani protese in avanti, cercando di trasmettergli un po' di tranquillità come faceva lui quando il cubano ne aveva bisogno. "Ti prego." Si rendeva conto che Keith avesse ragione, ed era d'accordo con lui, ma non poteva negare che effettivamente non si sentiva in grado di combattere e con due feriti nel gruppo sarebbe stato difficile proseguire. Oltretutto non potevano non tenere conto del parere dei ragazzi, se volevano restare c'era poco da fare.. sarebbero serviti dei giorni per far rivalutare loro la situazione. "Restiamo ancora un po', almeno finché Shiro ed io non saremo in forze."

"Lance-"

"Solo qualche giorno. Poi vedremo cosa fare."

Keith lo osservò per dei lunghi secondi, in silenzio. Poi senza dire nulla voltò le spalle e si diresse verso la camera dove Shiro stava riposando. Se era questo che volevano, avrebbero pagato le conseguenze delle loro scelte. Se volevano fidarsi di quell'uomo, Keith doveva essere preparato ad affrontare qualsiasi cosa. Poteva coglierli di sorpresa, poteva approfittare della loro fiducia e tutto ciò in cui il corvino poteva confidare adesso, era Shiro.

•••

Una settimana trascorse fin troppo in fretta, restando fermi non avevano fatto alcun progresso. Keith era profondamente contrariato e agli occhi di alcuni poteva sembrare un menefreghista del cazzo, al quale non stavano a cuore la salute e la vita dei suoi compagni. Era proprio perché ci teneva, invece, che voleva evitare che cadessero nella trappola ben architettata di Lotor. Stavano condividendo le provviste con lui e le donne che lo accompagnavano. Provviste per le quali lui e Lance avevano rischiato di morire e per le quali Shiro aveva perso un braccio. Gli faceva rabbia, tutto questo, perché già sapeva che sarebbe finita in modo tragico.

Aveva parlato con Shiro e a differenza sua, il maggiore aveva affrontato la cosa in modo più razionale. Non si fidava di Lotor nemmeno lui, non aveva intenzione di cedere alle sue belle parole e non voleva credere alla cazzata della comunicazione militare che aveva raccontato agli altri. Come proposto da Lance, perciò, presero la decisione comune di attendere qualche giorno, tenendo conto del fatto che se i loro amici non avessero cambiato idea, il gruppo si sarebbe diviso. Avevano dovuto prendere in considerazione quell'idea, anche se chiaramente non piaceva a nessuno.. non potevano obbligarsi a vicenda a fare qualcosa che non desideravano.

Quella notte Keith stava trovando difficoltà ad addormentarsi. Sapeva che non gli faceva bene, rimanere sveglio per troppe ore, ma non poteva farci nulla. Gli era venuta sete, troppa per contenersi dal prendere un po' d'acqua. Ormai capiva chiaramente quando non ne poteva più, ed era solo in quei momenti che poteva concedersi di bere o mangiare un po'. Entrò in cucina e raccolse una bottiglia dal borsone delle provviste, ne bevve qualche sorso e la mise a posto prima che gli venisse la malsana idea di finirla tutta. Stava per tornarsene in camera e impegnarsi a riposare almeno per un paio d'ore, ma ad interromperlo furono dei rumori provenienti dal ripostiglio. Controllò di avere l'arma addosso e quando la sentì sotto le dita, tirò un sospiro di sollievo. A passo lento e silenzioso, cercò di raggiungere lo stanzino, seguendo la direzione del suono che man mano che si avvicinava, si faceva sempre più nitido. Non era uno di quei mostri, constatò.
Gli bastò sporgere la testa in avanti, la porta era socchiusa e nonostante il buio, riuscì a vedere all'interno.
Erano gemiti.

Allura stava seduta scomodamente su una delle lavatrici, a gambe spalancate e Lotor in mezzo ad esse, con i pantaloni calati fino a metà coscia. Lui premeva una mano sulla sua bocca, per evitare di farle produrre troppo rumore, ma lo schiocco dei corpi e gli ansiti che uscivano dalle labbra del ragazzo, si sentivano eccome. Keith si allontanò in fretta, con la certezza che non l'avessero visto, fortunatamente. Ma fu in quel momento che capì.. che Allura non sarebbe mai più ripartita insieme a loro.


Okay, okay mi scuso. Chiedo perdono, non ho più aggiornato per mesi. Ma ho dovuto affrontare gli esami di maturità che - per chi se lo stesse chiedendo - sono andati bene <3
Se c'è qualcuno di voi che deve ancora farli, nei prossimi giorni, vi assicuro che è molto più semplice di quanto non vogliano farci credere.
Btw, sono troppo felice di aver aggiornato, fatemi sapere che ne pensate e se la lettura vi è piaciuta lasciate una stellina.
Ily, a presto ;3

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