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Capitolo 8

8
- Diario di Bordo -

La pistola si abbassò gradualmente, fino a tornare di nuovo all'interno della tasca della donna. Era molto alta, osservò Keith. Il suo fisico era robusto e aveva i capelli scuri, corti e increspati, ma ciò che più colpiva era lo sguardo diffidente che rivolgeva ai ragazzi, mentre Lotor le spiegava com'erano andate realmente le cose. A fiancheggiarla c'era un'altra donna, o meglio, una ragazza. Pareva più giovane dell'altra, il suo corpo era tonico e slanciato e teneva i capelli rossi legati in una coda di cavallo alta. Era curiosa, faceva domande a raffica al biondo senza lasciargli il tempo di prendere fiato.

"Zethrid e Ezor." Disse lui, voltandosi verso il gruppo e indicandole con un gesto della mano che parve quasi teatrale. Allura era piacevolmente colpita dai modi eleganti di quel ragazzo. Nonostante la povertà e la sporcizia, e le ferite, la fame, lui sembrava un principe, solo da come parlava o si muoveva. Riflettè su questo, perché non solo non si aspettava di trovare altri superstiti all'Apocalisse, ma soprattutto non avrebbe mai immaginato di conoscere un uomo del genere. Un gruppo può sopravvivere soltanto se guidato da una figura forte e capace di gestire ogni situazione, per questo loro tre erano ancora in vita, probabilmente. Non le era di certo piaciuto come aveva trattato Lance, ma si rendeva conto che era necessario, per dimostrare che non avevano niente da nascondere. La ragazza osservò le altre due al fianco di Lotor e poi fece un cenno, prima di avanzare di qualche passo verso di loro.

"Io mi chiamo Allura." Si presentò. "Mi scuso ancora a nome di tutto il mio gruppo per il disturbo che vi stiamo causando. Abbiamo due feriti e ci serve solo qualche notte per riposare. Nessuno è stato morso, non dovete preoccuparvi."

La più robusta la guardò male con la coda dell'occhio, mentre incrociava le braccia al petto e andava verso le camere: era sicuramente stanca dopo la spedizione dalla quale era appena tornata per recuperare un po'di legna e qualcosa da mangiare.
Ezor - la rossa - invece, allungò la mano verso Allura per stringerla energicamente.
"Piacere mio, è bello vedere dei volti umani, ogni tanto." Sorrise, parlando quasi con un tono ironico. La sua voce era molto acuta, squillante.

Trascorsero ancora qualche ora davanti al camino, a conoscersi un po' e scambiarsi informazioni riguardo alle tecniche di sopravvivenza che avevano imparato negli ultimi tempi o che già conoscevano. Parlarono degli amici che avevano perso per colpa dell'epidemia, dei mostri dai volti familiari che avevano dovuto abbattere pur di continuare a vivere. Allura pensò: non sarebbe stato poi così male, unirsi a loro e proseguire insieme.

***

Lance dormiva, sotto le coperte che Keith aveva rimboccato per farlo stare al caldo. Era ancora sconvolto da ciò che era capitato al cubano, dall'espressione di dolore che gli aveva visto sulla faccia e da quel livido spaventoso che era comparso inspiegabilmente attorno alla sua gamba. Rachel, aveva detto. Forse era morta sul serio..chi poteva saperlo?

Si sedette su una poltrona e osservò il volto - finalmente rilassato - del compagno. Avrebbe voluto dormire anche lui, ma non ci riusciva. Le gambe gli tremavano ancora, ed era troppo sospettoso nei confronti di Lotor per poter fare sogni tranquilli. Stare lì non gli pareva affatto una buona idea, egoisticamente pensò che sarebbe stato meglio farlo fuori e basta, loro erano molti di più e di certo uno come quello non sarebbe stato così difficile da battere. Dopotutto combattevano contro dei mostri ogni giorno. Avrebbero il motel tutto per loro, a quest'ora, e Keith avrebbe potuto farsi finalmente una vera dormita, se la meritava, no?
Inoltre non gli era piaciuto quando il biondo aveva dato per scontato che adesso facessero tutti parte dello stesso gruppo. Non aveva intenzione di condividere le provviste per le quali aveva rischiato la vita, con degli sconosciuti. Non aveva intenzione di spostarsi con loro, nella direzione opposta a quella che si erano prestabiliti. Perché a quanto aveva capito, Lotor era a conoscenza di qualcosa riguardo al punto di raccolta. Qualcosa che gli aveva fatto cambiare idea sul raggiungerla per poter stare lì dentro al sicuro.

Eppure c'era qualcosa di strano in tutto quel discorso. Non si fidava, non si era mai fidato praticamente di nessuno, perché avrebbe dovuto farlo con un tipo come quello? Aveva come la sensazione che qualcosa sarebbe andato diversamente da come si aspettavano, che quel "Lotor" li avrebbe fottuti e ingannati e si sarebbero pentiti amaramente di essere entrati in quel dannato motel.

***

È trascorso un giorno da quando siamo arrivati al motel. - scrisse Pidge nel proprio "diario di bordo". Appuntare ciò che facevano durante la giornata la aiutava a mantenere la mente lucida, ed era convinta che sarebbe servito a qualcosa. Sarebbe stato utile, un giorno. - Ho aiutato Allura e Hunk a medicare il braccio di Shiro, sembra stare meglio, adesso. Credo proprio che si riprenderà e ne sono immensamente felice. Ho già perso Matt e papà, non avrei sopportato di veder andare via anche Shiro... In quel modo. Non so dove siano adesso, non li ho visti trasformarsi e da un lato, forse, meglio così. Dall'altro penso che sarebbe stato meglio vederli, perché una parte di me ancora spera di poterli riabbracciar-...
Strappò la pagina, con le lacrime agli occhi e la gettò tra le fiamme del camino con rabbia.

"Tieni la mente lucida." Rimproverò a sé stessa, mentre la carta bruciava lentamente.

È trascorso un giorno da quando siamo arrivati al motel. Ho aiutato Allura e Hunk a medicare il braccio di Shiro, sembra stare meglio, adesso. - Ricominciò da capo. - Non vedo Keith e Lance da ieri sera, probabilmente hanno dormito per tutto il tempo, si vedeva che erano stanchi. Non siamo riusciti a capire cosa sia successo a Lance, ma per fortuna non è più capitato. Ho trascorso la giornata con Hunk, abbiamo controllato le provviste:
- 8 latte di zuppa in scatola;
- 6 confezioni di scatolette di tonno, ognuna da 4.
- 6 latte di fagioli in scatola;
- Diverse bottiglie d'acqua;
- 2 barattoli di cetrioli sottaceto;
- 7 scatolette di mais dolce lessato.
Se mangiamo solo nei momenti di vera necessità, e dividendo magari le porzioni in due, ci basteranno per una settimana o poco più. È bello vedere quel borsone così pieno.

La quiete venne interrotta da delle voci e il rumore di passi che si faceva sempre più forte. Lotor, in compagnia di Allura, entrò nella sala principale.

"Pidge, tutto bene?" Domandò lei. "Come ti senti?" Si avvicinò e la ragazzina chiuse velocemente il diario, come se avesse qualcosa da nascondere, eppure non era così.

"Tutto bene. Come stanno gli altri, piuttosto?"

"Lance si sta riprendendo, è riuscito a mettersi in piedi da solo. Credo che a breve potrà camminare come prima." Sospirò. "È assurdo ciò che gli è successo, ma l'importante è che stia bene." Aggiunse, abbassandosi sulle ginocchia per poter guardare negli occhi Pidge, che stava seduta sul tappeto a gambe incrociate.

"Già, così potremo proseguire." Annuì, accennando un sorriso. "Io e Hunk abbiamo fatto l'inventario, chiedi a lui, ha appuntato tutto."

"Allura, volevo parlarti proprio di questo." La voce di Lotor, pensò Pidge, non era molto rauca ma riusciva comunque a dargli un aria imponente, più di quanto già non lo fosse per la sua altezza e l'indiscussa bellezza dei suoi lineamenti.

"Di cosa..?" La giovane donna piegò la testa di lato.

"Siete davvero sicuri di voler proseguire?"

Pidge si irrigidì di colpo, quando gli sentì pronunciare quelle parole.
"Certo che siamo sicuri, dobbiamo raggiungere il punto di raccolta!"

Lotor assottigliò le palpebre, rivolgendole uno sguardo che avrebbe fatto pentire qualsiasi ragazzina sedicenne, di aver parlato. Qualsiasi tranne Pidge. Le stava praticamente dicendo: Fa' silenzio, non stavo parlando con te. Infatti la ignorò totalmente, tornando a guardare Allura come se non avesse già ricevuto una risposta.

"Tu..credi che non dovremmo?" Si preoccupò lei.

"I tuoi amici non sembrano essersi ripresi del tutto. Sai bene che la strada è ancora lunga, non vi conviene rimettervi in viaggio domani. Potete rimanere quanto volete, che fretta c'è?"

Allura sospirò, e le venne da sorridere. Era davvero premuroso.
"Perché ci ospiti? Cosa ci guadagni nel fare tutto questo per noi?" Non era un tono accusatorio, anzi, la sua voce risultò dolce.

"Per quanto ne sappiamo, il mondo lì fuori è distrutto. Penso che dobbiamo darci una mano a vicenda, noi superstiti, se non vogliamo che l'umanità scompaia nel nulla." Rispose. "Allura, vogliamo entrambi la stessa cosa. Io sono grato di aver incontrato voi e sono sicuro che c'è altra gente che come noi è riuscita a sopravvivere. Purtroppo non tutti capiscono questo, la gente è egoista e la fame.. non li fa ragionare. Dovevo capire quali fossero le vostre intenzioni e proteggere me stesso e il mio gruppo, per questo ho insistito nel voler controllare che nessuno fosse stato morso. Dobbiamo preservare la razza umana, è compito nostro, adesso."

Rimase senza parole, appesantita sul petto nel realizzare di avere una responsabilità così grande, ma spinta ancora a sopravvivere dall'adrenalina che il discorso di Lotor le aveva trasmesso.
"Nonostante tutto quello che sta accadendo riesci ancora ad avere e diffondere speranza." Ma come fai? "È incredibile." Scosse la testa, meravigliata.

"Anche tu sei così. Ne sono sicuro, non saresti qui altrimenti. Non saresti ancora viva se avessi perso la speranza."
Abbassò il tono di voce, creando una strana intimità fra loro. "Devo parlarti del punto di raccolta."

"Cos'è che sai..?"

Lui deglutì e fece cenno con la testa verso Pidge, che si era girata di spalle facendo finta di ignorarli.
"C'è la ragazzina, parliamone da un'altra parte."

La sedicenne non riuscì a sentire altro, cambiarono stanza e questo la fece arrabbiare a dismisura. Lei era sempre stata partecipe dei discorsi e delle scelte che venivano prese all'interno del gruppo, nonostante fosse la più piccola. I suoi amici non l'avevano mai esclusa, non l'avevano mai fatta sentire come se non fosse in grado di capire cosa stava accadendo intorno a loro. Non era più una bambina, e non si era mai comportata da tale durante l'epidemia. Aveva imparato ad usare le armi, aveva protetto i suoi compagni, aveva abbattuto decine di quei mostri. Aveva perso dei cari e aveva sofferto, e poteva aspettarsi un comportamento così irrispettoso da parte di uno sconosciuto, magari, ma non da Allura.

Si voltò verso il camino, le fiamme si specchiavano nei suoi occhi color nocciola, e la pagina del suo diario era ormai ridotta in un cumulo di cenere.


Ciao a tutti! Rieccoci qui, ho aggiornato prima di quanto io stessa pensassi! Ahah,
Allora, so bene che in questo capitolo scarseggiano le scene Klance, ma era necessario soffermarsi su questi altri personaggi. Spero comunque di non avervi annoiato, fatemi sapere che ne pensate di come si sta evolvendo la storia, che ve ne pare della trama e qualsiasi altra cosa vi venga in mente!
Vi ringrazio ancora per tutto il supporto e vi auguro buone feste!
Ci vediamo (si fa per dire xD) "l'anno prossimo" <3

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