Capitolo 10
10
- Tradimento -
Un leggero fascio di luce penetrava le tapparelle della finestra in salone. Keith stava sistemando la legna nel camino, e quando un piccolo bagliore gli colpì gli occhi si rese conto che il sole stava sorgendo. Non sapeva che ore fossero, ma non aveva chiuso occhio per tutta la notte. Ci stava ancora pensando: aveva visto Lotor e Allura scopare nel ripostiglio, sopra quella squallida lavatrice impolverata. Se si fosse addormentato subito dopo, probabilmente adesso starebbe pensando di averlo soltanto sognato. Il ricordo di quella visione gli fece venire ribrezzo e perse concentrazione per ciò che stava facendo, lasciando cadere dalle proprie mani un pezzo di tronco che cominciò a rotolare lungo il pavimento del salone. Keith sussultò improvvisamente a causa del rumore prodotto dalla caduta e ci mise poco a raggiungerlo, piegarsi e raccoglierlo da terra.
"Non hai dormito, vero?"
Sgranò di colpo gli occhi e si voltò tenendo una mano sulla tasca dei pantaloni, pronto a sfoderare l'arma.
Quando identificò colui che gli aveva parlato, tirò un lungo sospiro di sollievo.
"Ma sei pazzo? Sbucare così all'improvviso alle mie spalle.."
"Che ho fatto, scusa?" si portò una mano sulla nuca, a grattare fra le ciocche castane che stavano diventando con il tempo più lunghe.
"Mi è preso un colpo. Non ti ho sentito arrivare."
Lance lo guardò perplesso, mentre il corvino si fingeva disinteressato alla sua presenza. "Non hai risposto alla mia domanda."
"No, non ho dormito, Lance. Ma che te ne frega?" Rispose scocciato, dandogli le spalle e accovacciandosi davanti al camino.
"E questo è un motivo per il quale dovresti riposarti. Ti stai esaurendo, sei quasi più antipatico del solito."
Non lo degnò di una risposta e questo bastò per far capire a Lance che l'aveva fatto arrabbiare. Probabilmente si aspettava che lo sostenesse, durante la pesante discussione avuta con Lotor.
"Senti, lo so che vorresti andare via, ma-"
"Puoi evitare di parlare di questa cosa qui?" Gli rivolse un'occhiataccia. Ci mancava solo che Lotor li sentisse e non aveva voglia di litigare un'altra volta, sapeva che non sarebbe riuscito a trattenersi.
"Okay.. andiamo fuori, allora?"
Keith sospirò profondamente e si mise in piedi. Istintivamente il suo sguardo si posò sulla gamba di Lance, era migliorata e adesso riusciva a camminare senza l'aiuto di qualcuno che lo sostenesse.
"Sì." La sua lingua schioccò contro il palato. "Devo raccontarti una cosa."
•••
"Che cazzo significa che li hai visti scopare?!" Dovette richiamare tutto il suo autocontrollo per non alzare la voce.
"Che vuoi che significhi? Quella è impazzita per lui, ci metterà nella merda se ci lasciamo trascinare in questa situazione."
"No, aspetta-" protese una mano in avanti e scosse la testa. "Sicuro di aver visto bene? Forse ti stai sbagliando, magari stavano-"
"Lance." Le palpebre di Keith si assottigliarono. "So che cosa ho visto."
"È assurdo, non riesco a crederci." Allura non era una ragazza facile da conquistare. Lui lo sapeva bene per esperienza, perché aveva avuto una cotta per lei in passato e le aveva provate tutte, ma era stato rifiutato infinite volte. Non se l'era mai riuscito a spiegare, di solito aveva sempre successo con le ragazze ma lei era un tipo difficile. Oltretutto non era stato il solo ad aver ricevuto un rifiuto, sembrava che non le piacesse nessuno dei ragazzi che all'università ci provavano con lei, non la attraevano, diceva. "Ma che razza di standard di bellezza cerca in un uomo? Arroganza e malattie mentali?"
"Non c'è un cazzo da scherzare, non ne posso più di sottostare ai suoi ordini. Qui si tratta delle nostre vite, e hai sentito cosa ha detto Shiro.. dobbiamo mettere in conto anche la possibilità di andarcene senza gli altri."
"Ascolta, anche io voglio andarmene da qui, okay? Siamo d'accordo, anche perché, uno: non credo alla stronzata del segnale militare che ci ha rifilato l'altro giorno, e due: devo ritrovare la mia famiglia, non posso rimandare a "quando arriveranno i soccorsi". Per quanto ne sappiamo potrebbero non arrivare mai.."
"Allora facciamolo, andiamocene e basta! Quel pazzo ci sta pure consumando le provviste, non dureranno per sempre."
"Non voglio partire senza i ragazzi, dobbiamo provare a convincerli." Sospirò, sentendosi sul serio in difficoltà, come poche altre volte gli era capitato nella vita. "Siamo una squadra, non possiamo lasciarci dividere così."
"Non pensare che per me sia facile lasciarli qui. Ma non c'è tempo da perdere, non ho giorni da sprecare a causa di questa situazione. Loro hanno fatto una scelta.. noi faremo la nostra."
"Keith.." abbassò lo sguardo, si sentiva male al solo pensiero di andarsene senza Pidge, Hunk e Allura. "Lascia che ci parli io, voglio fare un tentativo."
Il maggiore ci pensò per qualche istante, ma vedere gli occhi affranti di Lance lo convinse ad acconsentire. "E va bene." Annuì. "Ma devi farlo stanotte, quando Lotor e le altre saranno andati a dormire. Non devono sentirti, rischiamo di combinare un casino."
"Lo farò." Rispose, cercando già nella sua testa le parole giuste da dire per far cambiare idea ai loro compagni. "Se dovessi fallire, ce ne andremo senza aspettare un giorno di più. Te lo prometto."
•••
Allo stesso modo di come l'aveva visto sorgere, il sole stava tramontando anche oggi davanti allo sguardo di Keith, perso nel vuoto. Ci credeva, alla promessa di Lance, e in cuor suo sperava che riuscisse nel suo intento, in modo che tutto sarebbe potuto tornare come prima. Prima che incontrassero Lotor, che stava distruggendo non soltanto i loro piani, ma anche il rapporto di fiducia e amicizia che c'era all'interno del gruppo. Rimase a guardare il cielo finché non si fece buio, e accese il fuoco quando cominciò a sentire freddo. Il divano era piuttosto comodo, sarà stata la stanchezza o il dolce calore che proveniva dal camino, che in poco tempo lo fecero addormentare e per alcune ore riuscì a concedersi del tempo per sognare e dimenticare l'incubo che la realtà era diventata. Smise di pensare, la morbidezza della superficie soffice sulla quale era steso lo accolse, e si maledisse mentalmente, perché si era ripromesso di non crollare. Doveva rimanere vigile, nel caso in cui il discorso di Lance fosse andato a puttane o Lotor avesse scoperto della loro conversazione. Ma il divano era troppo comodo, e lui era troppo stanco, era arrivato al limite, il suo corpo stava cedendo e se non avesse dormito un po', probabilmente sarebbe svenuto. In fin dei conti si fidava di Lance, sarebbe riuscito a gestire la situazione anche da solo e oltretutto Keith aveva il sonno leggero, per cui anche un piccolo rumore l'avrebbe svegliato e sarebbe corso in suo aiuto.
Aprì gli occhi intontito nel cuore della notte, sentendo un rumore provenire dal cortile anteriore, ma che non riuscì subito a definire. Sì alzò di colpo e questo gli provocò un dolore alla testa, non riuscendo così a vedere nient'altro che nero per dei lunghi secondi. Sbatteva le palpebre, aggrappandosi allo schienale di una poltrona e rivolse lo sguardo oltre la finestra.
"Cazzo-! Muoviti Zethrid, non abbiamo molto tempo."
Una voce femminile ovattata, si aggiunse al rumore di fondo che aveva percepito all'inizio.
"Ho quasi finito, le abbiamo prese tutte-"
Era il suono di un motore. E se gli altri veicoli parcheggiati lì davanti erano andati, doveva per forza trattarsi della loro auto. Sussultò e tirò fuori la pistola, mentre si avvicinava alla vetrata, dove ogni suo dubbio fu risolto: Lotor si era messo alla guida della loro macchina, la ragazza dai capelli rossi stava seduta accanto a lui e quella più robusta aveva appena finito di sistemare le loro provviste e le armi nel bagagliaio.
"Merda!" Le mani gli tremavano, ciò di cui si era preoccupato per giorni stava accadendo sul serio. "Lance! Shiro!" Gridò ad alta voce, sperando che lo raggiungessero. Non aveva tempo di andare a cercarli nelle loro camere, uscì nel cortile e puntò l'arma verso la donna, l'unica a non essere protetta dalla carrozzeria del veicolo. Questa volta non si sarebbe fatto scrupoli a sparare, aveva ben chiaro chi fosse il nemico, ne aveva avuto la certezza fin dal primo momento in cui avevano messo piede in quel maledetto motel.
Premette con decisione il dito sul grilletto, e colpì la spalla della ragazza prendendola alla sprovvista. Questa urlò e ci mise pochi secondi ad entrare nei sedili posteriori, sbattendo con forza la portiera.
"Zethrid!" Ezor fu terrorizzata nel vederla ferita e sanguinante, così presa dall'istinto e dalla rabbia, si sporse oltre il finestrino, cominciando a sparare in direzione di Keith alla cieca, senza nemmeno preoccuparsi di mirare bene.
"Lotor, andiamocene! Ci hanno scoperto!"
Keith sfruttò una colonna esterna al motel per proteggersi dagli spari, ma da lì dietro sentì chiaramente il rumore della macchina che si allontanava dal parcheggio. "Fanculo! Figlio di puttana!" Non ci pensava nemmeno al fatto che urlando in quel modo avrebbe attirato i vaganti, era furioso e tutto stava accadendo così in fretta che l'unica cosa che gli rimaneva da fare era agire secondo l'istinto. "Io ti ammazzo!" Sì spostò dal riparo e riprese a sparare, correndo verso il veicolo. "Fermati stronzo!" Riuscì a rompere il vetro posteriore e sperò che il proiettile avesse colpito qualcuno all'interno di quella macchina: doveva fargliela pagare.
"Keith!" Lance lo raggiunse nel cortile, ma lo vide fuori dal cancello, che oltretutto Lotor aveva sfasciato per scappare via il più velocemente possibile. "Merda! Torna indietro!"
"Ci ha fottuto ogni cosa! Lo uccido!"
Shiro non disse niente, nel momento in cui quella scena gli si presentò davanti, gli bastò fare due più due, per capire che avrebbero dovuto dare ascolto alle loro preoccupazioni fin dall'inizio. Affiancò Keith e cominciò a sparare insieme a lui, accanendosi verso l'auto, ma il loro impegno portò pochi risultati: si erano allontanati troppo e la traiettoria che i proiettili percorrevano, non era più abbastanza da riuscire a colpirli.
"Vaffanculo, non è possibile!" Keith sentì gli occhi pizzicare, non si era mai sentito così impotente. Ci aveva provato in tutti i modi a spiegare ai ragazzi che non c'era da fidarsi, ma non era servito a nulla. Adesso erano bloccati lì, senza veicoli disponibili e senza cibo. Sarebbero morti lentamente di fame o si sarebbero suicidati per la disperazione. "Non è possibile!" Continuava a ripetere, a urlare, accasciandosi verso il suolo.
"Keith, Shiro..!" Lance andò in contro a loro, con le gambe che tremavano per la paura. Non aveva realizzato ciò che era appena accaduto, ma non ebbe il tempo di ragionarci sopra perché la sua attenzione venne attirata da un suono orribile che ormai conoscevano fin troppo bene. "Non siamo al sicuro qui, tornate dentro." Disse con lo sguardo fisso verso la strada e gli alberi che la circondavano.
Keith stava ansimando, e non riusciva a trattenere le lacrime. Era disperato, arrabbiato..ma quando vide un infetto venire fuori dal buio, l'istinto di sopravvivenza prese il sopravvento e parve dimenticare tutto ciò che era appena successo. "Cazzo-" Premette il grilletto e sparò in quella direzione ripetutamente, abbattendolo in pochi istanti.
"Ce ne sono altri!" Gridò il cubano, con gli occhi sgranati e i piedi che indietreggiavano nervosamente in modo istintivo. "Porca puttana-" la sua voce era incrinata, terrorizzata.
Shiro puntò il fucile che aveva preso in prestito da Hunk verso la folla di cadaveri. "Ragazzi, rientriamo! Non ce la faremo ad abbatterli tutti!" Erano una decina, circa..abbastanza lenti e malridotti. La situazione sembrava ingestibile già così com'era, ma quando un altro gruppo di vaganti apparve da dietro gli alberi, i tre cominciarono a correre verso il motel. Tre o quattro di loro erano deceduti da pochi giorni e per loro sfortuna erano ancora in forze. Attraversarono la recinzione, che ormai non li proteggeva più e Keith spalancò la porta d'ingresso, gettandosi all'interno dell'androne principale senza guardarsi alle spalle.
"Che diavolo è successo?!" Strillò Allura, mentre faceva finalmente il suo ingresso al piano inferiore. "Dov'è Lotor?"
Nessuno le rispose, Lance e Shiro pensarono di essere al sicuro una volta rientrati, ma due di quei mostri li seguirono all'interno del motel, senza che potessero avere il tempo di ucciderli.
"Ah-!" Lance cadde a terra nel tentativo di sfuggire ad un attacco, e la pistola finì da qualche parte sulle piastrelle.
"Shiro, chiudi la porta!" Ordinò Keith. Si erano impanicati per i due cadaveri che si erano addentrati nella struttura, ma se avessero dimenticato anche di richiudere l'ingresso, sarebbero morti al cento per cento.
"Lance!" Allura si era ritrovata senza arma, se le erano scambiate più volte e non pensava che sarebbero stati in pericolo a breve, credeva che quel motel fosse un posto sicuro...
Sentendo il nome del cubano, Keith si voltò nella sua direzione: il ragazzo stava indietreggiando, aiutandosi con le mani e tenendo gli occhi sgranati, puntati su quelli bianchi dell'infetto. Non osava distrarsi nemmeno per cercare con lo sguardo la propria pistola, ma non ne ebbe bisogno, perché Keith diede a lui la priorità su ogni altra cosa, e due proiettili perforarono il cranio del cadavere, facendo schizzare il sangue sugli abiti di Lance. Shiro si era occupato dell'altro, e quando il corpo morto cadde di peso sul pavimento, il silenzio si fece spazio per qualche attimo nella sala principale del motel.
"Dov'è Lotor? L'hanno preso?!" Domandò di nuovo Allura, correndo verso la porta. Keith non sapeva che intenzioni avesse, probabilmente quella di uscire fuori a cercarlo nonostante stesse andando incontro alla morte certa. In ogni caso le prese il braccio, per strattonarla lontano dall'ingresso. Non disse nulla, la sua espressione però era parecchio esaustiva.
"Siamo circondati.." fece notare Shiro, indicando una delle finestre. I morti si stavano arrampicando come meglio potevano, davano pugni contro il vetro e ringhiavano. "Ma non riusciranno a sfondare le finestre.. per il momento siamo al sicuro."
Lance portò una mano al petto, il cuore sembrava che stesse per schizzargli fuori dal corpo. Si era spaventato sul serio, e vedere tutti quegli infetti aggrappati alle loro finestre, non aiutava a calmarlo.
"Lance, come stai?" Il corvino si mise accanto a lui, accovacciandosi a terra. "Tutto bene? Sei ferito?" Gli strinse la mano, aiutandolo a sollevare il busto.
"Amico..grazie." ricambiò la stretta, e con l'altra mano afferrò la sua spalla, trattenendolo lì, fermo vicino a sé. "Grazie."
"E di cosa?"
"Dico sul serio." Ansimò, il battito cominciava a regolarizzarsi. "Ti voglio bene, mi hai salvato..ancora."
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Okay ero così in Hype che non l'ho nemmeno ricontrollato bene e ho voluto pubblicarlo subito. Perdonatemi se ci sono errori, in ogni caso spero che vi sia piaciuto, fatemi sapere che ne pensate con un commento e se avete gradito, lasciate una stellina ;)
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