-Prologo-
Il cielo era talmente scuro da non farmi vedere nulla che non fosse il grigio delle nuvole, mentre il vento mi scompigliava i capelli, che svolazzavano fastidiosi davanti ai miei occhi. Respirai a fondo e l'aria salmastra del mare mi invase per un attimo i polmoni, alleggerendo l'atmosfera.
-Harry! Entra dentro! Ti prenderai di certo un raffreddore, se continui a startene lì in piedi.-
Mi voltai verso la voce che mi aveva chiamato, riuscendo a notare i capelli biondi di Hermione anche da quella distanza.
Lei era sulla veranda in legno di casa sua, e agitava una mano in aria, cercando di farsi vedere, con una coperta che le copriva le spalle sottili ed un paio di scarponcini ai piedi. Ricambiai il suo gesto, per farle capire che l'avevo sentita, poi mi avviai verso di lei, lasciandomi le onde alle spalle.
-Ron è già qui?- Scrollai i piedi, facendo cadere la sabbia ovunque.
-Sì, è appena arrivato, e ha portato persino la cena per scusarsi del ritardo.- Leggevo una certa fierezza in quelle ultime parole, quasi come se il merito di tutto fosse suo. Annuii, reprimendo una smorfia di disappunto.
-Non credo basti del cibo... Si è fatto così tardi che mi è persino passata la voglia di studiare oltre a quella di cenare.- Mi lamentai. Lei alzò gli occhi al cielo.
-La voglia di studiare non l'hai mai avuta, Harry... e poi, ho fatto la maggior parte dei compiti assegnati mentre tu te ne stavi in panciolle sulla sabbia, quindi ti toccherà soltanto copiare quello che ho scritto... come ogni giorno.- Mi rimproverò bonariamente.
Se qualcuno mi avesse detto cinque anni prima, che Hermione Granger sarebbe stata disposta a far copiare i suoi compiti ed appunti a qualcuno, probabilmente gli sarei scoppiato a ridere in faccia. Eppure eccomi lì, davanti a quella ragazza che ormai era diventata la mia seconda casa, e con la quale avrei potuto con molta probabilità, condividere persino il letto. Non che ne avessi la minima voglia, ma...
-Oh, Harry. Allora ci sei. Credevo fossi disperso in mare.- Ron mi venne incontro, rivolgendomi un sorriso caldo e rassicurante, tipico del suo carattere.
-Sì, sono ancora sulla terra ferma. A te come è andata al lavoro?- Chiesi cercando di risultare interessato, anche se sapevo che l'unica cosa che probabilmente avrei ottenuto, era apparire ancor più falso.
Il rosso si buttò sul divano, sospirando. Feci lo stesso, sedendomi accanto a lui.
-Detto sinceramente, sono più stressato di prima. Ma la paga è buona, e se voglio seguire i corsi all'università il prossimo anno, ho bisogno di mettere questi soldi da parte.-
Si massaggiò lentamente le tempie, come se il solo pensiero di quel futuro, riuscisse a fargli venire il mal di testa.
-Hai preso un'ottima decisione, Ronald.- Si intromise Hermione, con gli occhi che le brillavano di ammirazione. Ron arrossì, ed io mi ritrovai a distogliere lo sguardo.
Non era una novità che quei due si piacessero, ma negli ultimi tempi erano diventati totalmente insopportabili. Continuavano a flirtare come due ragazzini, eppure nessuno dei due sembrava voler fare il primo passo per il livello successivo. Era frustrante persino guardarli.
-Tu invece? Hai trovato un nuovo appartamento, o lo stai ancora cercando?-
Ron, ancora con le guance colorate di porpora si mise a giocherellare con il laccio della sua felpa, mentre Hermione si allontanava con la scusa di andare a prendere le cose che il rosso aveva portato. Presi il pacchetto di sigarette dalla tasca della giacca, rigirandomelo distrattamente tra le mani.
-Non ho ancora trovato niente. A quanto pare il mio lavoro part-time non basta a coprire tutte le spese, quindi devo rimanere ancora a casa dei miei zii.-
Lui parve rifletterci sopra, forse alla ricerca di una possibile soluzione, ma alla fine rimase in silenzio.
-Potresti chiedere al Paiolo Magico... ho sentito che cercano dipendenti.- Hermione rientrò a passo svelto nel salone con una busta tra le mani.
-Il Paiolo? Sei seria Herm? Quel posto è una topaia... peggio della casa della pizza alla fine della strada.- Ron sembrava scioccato. Io annuii, non potendo essere più d'accordo.
-Nemmeno Olivander è così deprimente e polveroso. E stiamo parlando di un negozio che vende antiquariato.- Mordicchiai un'unghia. La ragazza sbuffò.
-Sarà pure deprimente, ma almeno avresti dei soldi. Sono stufa di sentirti lamentarti.-
Alzai gli occhi al cielo.
-D'accordo ci penserò. Adesso vado a fumare una sigaretta.-
-Ma stiamo per mangiare...-
-Fate pure, non ho fame.-
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