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Capitolo 32 - not our fault -

✨✨Ehilaaaà Leoncini, prima di cominciare il capitolo, volevo rispondere ad una richiesta da parte di parkinson_addicted che non si darà pace fino a quando non saprà come immagino Tonks in questa storia, quiiiindi, vi lascio qui sotto le sue foto. Detto questo, buona lettura ✨✨

***

"Voi due vi conoscete?" Ero sconvolto, ma non sembravo l'unico ad esser stato colto di sorpresa. Adhane, infatti, era rimasto pietrificato, dietro di me.
Persino Theo, di solito frizzante e vivace, se ne stava in silenzio, come caduto in una specie di trance. Decisi, quindi, di prendere la situazione in mano.
"Avanti, mostriciattoli, perché non andate a prendere tutti i vostri quaderni? Arrivo tra cinque minuti." Dissi ai bambini, alzandomi e sorridendo loro rassicurante.
Mi assicurai che cominciassero a fare ciò che gli era stato detto, prima di rivolgere uno sguardo truce a Theo e poi ad Adhane. "Voi due. Fuori. Subito." Li obbligai, tirando il mio migliore amico di nuovo verso il corridoio. Theo ci seguì, meditabondo.
"Voi due vi conoscete? Com'è possibile?" Chiesi nuovamente, questa volta con un tono più urgente. Come era possibile? Theo era sempre stato una Serpe, e Adhane era all'estero da anni...
"Ricordi quando ti ho detto che non tutti i ragazzi erano qui? Che alcuni erano andati via per realizzare i propri sogni, o frequentare l'università?" Parlò Theo, talmente a bassa voce che quasi mi costò uno sforzo immane riuscire ad intendere le sue parole. Il mio cuore cominciò ad accelerare all'inverosimile, ma mi costrinsi ad annuire. "Quel giorno mi hai chiesto del perché io fossi rimasto al Manor, ed io ti ho risposto che la banda mi era sempre stata accanto, e che era l'unica famiglia che mi rimaneva." Continuò. Parlava con me, ma i suoi occhi erano fissi su quelli di Adhane. "Ma la verità è che anche io sono andato via." Confessò, con i nervi a fior di pelle. Aggrottai le sopracciglia. Questo avrebbe dovuto spiegarmi come si erano conosciuti?
"Due anni fa ho usato i soldi che avevo guadagnato nelle mie missioni, per pagarmi una scuola di musica all'estero. E' lì che ho conosciuto Adhane." Chiarì.
Iniziavo a credere che io destino fosse qualcosa di terribilmente spaventoso. Il mondo era così grande, eppure tutte le vicende ci avevano condotto a quel momento.
"Frequentavate la stessa scuola di musica all'estero? Quante diavolo di probabilità ci sono che questa cosa possa capitare sul serio?" Feci io, sorpreso quanto estasiato dalla lunga sequela di coincidenze che si frapponevano ogni giorno sul mio cammino.
"Sono infinitesimali, eppure eccoci qui." Rispose Theo. Adhane rabbrividì, prima di accennare un passo indietro: il primo gesto che aveva compiuto da quando aveva visto Theo.
"Dovrei andare a dare una mano a Draco. Sarebbe un'ingiustizia lasciarlo senza aiuto. Scusami Harry." Disse, rivolgendomi un sorriso forzato.
Stetti per chiedergli spiegazioni e fermarlo, ma lui si era già allontanato, correndo giù per le scale. Theo sospirò pesantemente.
"Credo proprio che ce l'abbia con me." Disse, fingendo nonchalance, grattandosi la nuca in imbarazzo, quando in realtà la sua delusione era palese. "Come mai è qui con te, comunque? Credevo fossi una specie di ragazzo senza passato... escludendo il rosso e la riccia." Theo tentò comunque di cambiare argomento, intavolando un nuovo discorso. Sospirai.
"Nene è un mio amico d'infanzia. Diciamo che è una sorta di fratello per me." Raccontai, brevemente. Theo annuì, ma era chiaro fosse turbato dall'incontro appena avvenuto, e che ci stesse ancora pensando.
"Capisco. Rimarrà qui?" Chiese allora.
"Direi che la scelta è sua, ma sì, in questo momento l'idea è quella." Non sapevo che tipo di relazione ci fosse stata tra quei due, ma avevo come la sensazione che in qualsiasi caso, nessuno dei due l'avesse ancora superata.
"Mi dispiace, Harry... ti ho bombardato di domande e non ti ho ancora chiesto come stai tu. Draco ha fatto il pazzo quando sei sparito, e quando gli altri sono partiti all'inseguimento, qui al Manor non si è capito più nulla." Theo mi guardò negli occhi, d'un tratto totalmente concentrato su di me. Mi grattai la nuca, imbarazzato dal repentino cambio di soggetto.
"Tranquillo, alla fin fine non c'era niente per cui allarmarsi... abbiamo soltanto scoperto alcune cose sconvolgenti." Rivelai, ridacchiando nervosamente. Theo aggrottò le sopracciglia.
"Cosa intendi con: cose sconvolgenti?" Chiese. Mi strinsi nelle spalle.
"Per fartela breve: mio cugino ha cercato di uccidermi, Pan si è rivelata essere mia sorella e Nene è comparso di nuovo nella mia vita come il fantasma del passato del canto di Natale di Dickens."
"Questo è quello che intendi quando non c'era nulla per cui allarmarsi? Dio, Harry, mi ero accorto fossi una persona speciale, ma non credevo così tanto." Se quando aveva visto Adhane mi era sembrato sconvolto, adesso sembrava addirittura traumatizzato. Stetti per chiedere quale fosse la sua definizione di speciale, dato che la sua sembrava più un'offesa, ma dovetti rinunciare quando lui riprese la parola. "E poi Pan è tua sorella? Allora quel post su Instagram non era uno scherzo? Come diavolo siete arrivati ad essere parenti? Fino a pochi mesi fa nemmeno vi conoscevate..." Fece, agitato.
"Non dirlo a me, Theo. Ancora non riesco a crederci neppure io." Sospirai.
"Beh, pare che avremo molto di cui parlare nei prossimi giorni. Ma ora vai, i bambini ti aspettano. Sono tutti tuoi." Theo agitò la mano in aria in segno di saluto, prima di avviarsi anche lui verso le scale, ancora con la testa tra le nuvole.
"Happy?" Astrid mi tirò per la giacca, facendomi gli occhioni dolci. Mi chinai e la presi in braccio, permettendole di stringersi a me. "Puoi vedere prima il mio quaderno? L'ho riempito di disegni solo per te." Mi supplicò, fissandomi con tutta la dolcezza che possedeva, prima di darmi un dolce bacio sulla guancia. Sapeva come convincere qualcuno a fare ciò che lei voleva, e non aveva  alcuna pietà. Scossi la testa e le sorrisi, intenerito.
"Sei una piccola Serpe, eh." La sgridai bonariamente, mettendola giù e seguendola nella stanza.

"E' successo qualcosa con Galen?" Draco, con la testa affondata in quello che era diventato il nostro armadio, mi guardò per un secondo, mentre io mi lanciavo sul letto con un sospiro, fissando il soffitto. Avevo passato un'oretta in compagnia dei più piccoli, parlando di tutto quello che mi ero perso, ed interrogandoli sui divertimenti dei giorni passati. Inutile dire che avevo sentito meno della metà delle loro chiacchiere, che per quanto interessanti e avvincenti, erano passate in secondo piano nella mia mente, sostituite da Theo e Nene.
"Pare che lui e Theo si siano conosciuti nei loro anni all'estero." Lo aggiornai, senza nemmeno avere la forza di correggerlo riguardo al nome che aveva utilizzato per il mio migliore amico. Draco si avvicinò, lasciando perdere l'opera di ordinamento della sua roba, e venendosi a sedere accanto a me. Sentii il letto incrinarsi verso di lui, così mi voltai per guardarlo.
"Credi sia possibile che siano stati insieme?" Chiesi assottigliando gli occhi, dando voce ai pensieri che mi avevano assillato fino ad allora. "Insomma, se fossero stati solo amici avrebbero risolto le cose in un altro modo... eppure mi sono sembrati così scossi, e così tristi, come se non avessero avuto la forza di affrontarsi." Esposi piano i dati che avevo pazientemente raccolto nei pochi minuti in cui li avevo visti fissarsi davanti alla stanza dei bambini.
Draco si portò le mani davanti alla bocca, allargando gli occhi, come se gli avessi appena raccontato una cosa incredibile.
"Dov'è Harry? Cosa ne hai fatto del mio ragazzo ottuso e anti-amore?" Quasi urlò, cominciando a scuotermi per le spalle. Alzai gli occhi al cielo.
"Avanti, non fare il coglione. Solo perché ti ho detto di non essere gay e solo perché non ho capito che i miei migliori amici scopassero o che Pan fosse lesbica... non significa che... okay forse mi sono scavato la fossa da solo, ma non è questo il punto. E' che avere tutti voi intorno mi ha fatto aprire gli occhi su tante cose. E adesso credo di poter riconoscere qualcuno che è innamorato." Borbottai, appoggiando le mie mani alle sue, per impedirgli di scuotermi ancora. Draco si calmò, rivolgendomi lo stesso sguardo intenerito che io avevo riservato ad Astrid poco prima.
"Se credi che ci sia qualcosa tra loro, dovresti parlarne con Galen... lo hai portato qui per essere presente nella sua vita, e per recuperare il tempo perduto. Penso che parlare con lui di Theo sia un bel modo per provare a riallacciare." Disse, premuroso come sempre.
"Non credevo ti fosse troppo simpatico. O è la tattica che usi con tutte le persone nuove della tua vita? Anche io ti stavo antipatico all'inizio, e guardaci adesso." Lo canzonai, punzecchiandolo vicino alla gamba. Lui non rise, al contrario rimase serio.
"Hai ragione, Galen non mi sta simpatico, sto solo pensando a cosa sia meglio per te. E non provare mai più a metterti a paragone con qualcuno. Tu sei tu, e il fatto che all'inizio non ti riuscissi ad inquadrare e che non mi fidassi di te, è totalmente su un altro piano rispetto a non provare simpatia per il tuo amico." Si impuntò. Alzai le mani in segno di resa, sbuffando.
"D'accordo, d'accordo. Non ti scaldare." Mormorai. Poi mi alzai, trascinandomi verso la porta.
"Dove vai?" Chiese Draco, alzando un sopracciglio.
"Mi hai detto di andare a parlare con Galen. E' quello che sto facendo." Sottolineai con irritazione il nome con cui lui continuava a chiamare Nene, sbattendomi la porta dietro le spalle.
"Sei uno stronzo!" Mi urlò lui, sapendo fossi ancora a portata di orecchio. Ridacchiai.
"Mi ami anche per quello!" Risposi io, urlando di rimando.
Il corridoio era immerso nella penombra della sera, mentre lo attraversavo per arrivare in camera di Adhane. Bussai con forza alla sua porta, ed aspettai che mi venisse ad aprire. Quando lo fece, il suo viso era di nuovo disteso e calmo, come se l'incontro con Theo non fosse mai avvenuto. Si era cambiato, e indossava una maglietta a maniche corte che gli lasciava scoperte le braccia, mettendo in bella mostra tutti i suoi tatuaggi. Adesso quello del serpente era totalmente visibile, e si avvolgeva attorno al suo avambraccio, fino alla spalla. Adhane mi fece cenno di entrare, chiudendo la porta e andandosi a sedere sul letto, prendendo la chitarra che aveva dovuto appoggiare accanto a lui quando avevo bussato.
"Stavi suonando? Hai finito di mettere in ordine le tue cose? Hai fame? Potremmo andare a mangiare qualcosa se ne hai voglia..." Chiesi, andandomi ad appoggiare al davanzale della finestra, come era di mia abitudine. Nell'angolino c'era ancora uno dei miei pacchetti di sigarette, che Draco probabilmente aveva dimenticato lì nella fretta. Ne approfittai per tirare fuori una sigaretta e accenderla, non prima di aver chiesto al nuovo proprietario della stanza se per lui fosse un problema, ed avere da lui un cenno in risposta.
"A quale domanda dovrei rispondere? Me ne hai fatte così tante." Si lamentò poi, ticchettando con le dita sul manico del suo strumento. Ridacchiai.
"Mi dispiace." Borbottai. Lui scosse la testa. "In realtà non volevo farti nessuna di quelle domande, suppongo." Ammisi, prendendo un tiro dalla sigaretta.
"Lo sospettavo. Sei venuto per chiedermi di Theodore, non è vero?" Il suo tono prese una piega leggera di nervosismo, ma annuii ugualmente, mettendo da parte la mia preoccupazione. Se avessi cercato di evitare l'argomento, me ne sarei di certo sentito in colpa.
Mi ero vantato spesso negli ultimi tempi di quanto fossi cambiato grazie alle Serpi e grazie a Draco. Se ora mi fossi nascosto, obbligando me stesso a non comunicare con Adhane, sarei tornato ad essere quello che ero un tempo: un codardo ed un cieco.
"Non devi parlarmene se non vuoi, ma ero preoccupato per te. Sei scappato non appena lo hai visto." Dissi, provando a fare il vago, senza buttarmi subito sulle mie teorie di una possibile relazione che li legasse. Adhane sospirò, prima di mettere la chitarra sul suo supporto e raggiungermi alla finestra, sedendosi accanto a me sul davanzale in marmo.
"L'ho conosciuto tre anni fa, e fino all'anno scorso abbiamo frequentato la stessa accademia." Mi disse, confermando la storia di Theo. "Essendo entrambi studenti fuori sede, ci siamo ritrovati a dividere la stanza nel dormitorio della residenza, e abbiamo fatto amicizia." Continuò. "Andavamo d'accordo: frequentavamo la stessa comitiva, studiavamo le stesse materie e avevamo le stesse aspirazioni..." La sua voce si fece sempre più bassa, fino a dissolversi del tutto. Il fumo della mia sigaretta aleggiava tra noi, rendendo il suo viso sfocato, ma anche così, era palese la sua tristezza, in quegli occhi scuri che non avevo mai dimenticato.
"Cosa è successo?" Mi arrischiai a chiedere. Adhane sorrise, stringendosi nelle spalle.
"Quello che succede a tutte le amicizie occasionali. Theodore ha lasciato l'accademia, e i rapporti si sono persi." Disse, con una leggerezza che stonava con l'intera atmosfera del suo discorso. Tanto forzata da essere certo che fosse una bugia.
"Ascolta, Harry. Sono qui per te. Perché sei una persona importante nella mia vita e non voglio perderti. Tutto il resto non conta." Concluse, mettendo a tacere ogni mia intenzione di approfondire l'argomento. Sospirai pesantemente, ma alla fine acconsentii a starmene in silenzio. Non potevo forzarlo a dire quello che lui non voleva far trapelare.
"Voglio solo che tu sappia che puoi dirmi qualsiasi cosa che ti passa per la testa. Proprio come quando eravamo piccoli." Gli sorrisi, mettendogli una mano sulla spalla. Lui annuì, stringendola con la sua. Un brivido mi percorse la schiena, mentre i suoi occhi se ne rimanevano fissi nei miei, come se vedessero nella mia iride uno spettacolo imperdibile.
Non riuscii ad impedire a me stesso di scattare indietro, allontanandomi. Adhane dovette accorgersene, perché rabbrividì anche lui, assumendo uno sguardo colpevole. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma lo precedetti.
"Ceniamo insieme alle otto, d'accordo?" Chiesi retoricamente, lanciando fuori dalla finestra il mozzicone della sigaretta, e avviandomi poi verso la porta. "Sono contento che tu sia qui." Mi addolcii, mentre tiravo verso di me la porta. Adhane annuì sorridendo, e io me ne andai.

Quando tornai in camera, Draco non c'era. Provai a vedere se fosse in bagno, o se si fosse perso nell'armadio mentre metteva in ordine i vestiti, ma di lui non c'era traccia.
Avrei voluto buttarmi sul letto e dormire fino a quando non fosse arrivata l'ora di cena, ma il fatto che Draco non fosse con me mi inquietava ed innervosiva allo stesso tempo. Mi sentivo come se dovessi stare con lui più tempo possibile, ed assicurarmi che non scappasse via. L'arrivo di Nene era stato leggermente dissestante per noi, e anche se nessuno dei due lo aveva detto ad alta voce, c'era una specie di muro sottile che si stava alzando tra me e Draco.
Mi strinsi, quindi, nella mia felpa e lo andai a cercare.
Provai prima nella stanza di Pansy, poi in quella di Blaise, ma probabilmente erano ancora in armeria, provai persino in quella di Theo, ma anche quella era vuota.
Chiamarlo sarebbe stato inutile, dato che il suo cellulare era rimasto sul comodino, accanto al mio letto, insieme al resto della sua roba. Per qualche istante fui indeciso sul tornarmene in stanza e attuare il mio piano precedente di dormire fino a cena, ma poi sospirai e decisi di andare anche io in armeria.
Fuori faceva freddo, così improvvisai una corsa, mentre mi tiravo su il cappuccio della felpa e me la stringevo addosso, quasi come se ne andasse della mia stessa vita. Fu un sollievo entrare in armeria, e scendere le scale che portavano alla sala principale.
Le mura di pietra erano fredde, e l'aria era umida, ma in confronto alle temperature dell'esterno, lì dentro si stava decisamente meglio. 
"Sei sempre una schiappa a sparare, Theo." Stava dicendo Blaise, mentre derideva il ragazzo, sventolandogli la sua pistola davanti.
"E tu sei una schiappa alla boxe, amico. Sai cosa significa? Che se finisco in uno scontro a fuoco, probabilmente ci lascio le penne, ma se comincio un corpo a corpo, stai pur certo che sarò l'unico ad uscirne vivo." Rispose fieramente Theo, guardando Blaise con uno sguardo carico di sfida. Ridacchiai per le loro competizioni insensate e cominciai ad applaudire.
"Rallegratevi, siete entrambi fantastici cabarettisti." Li presi in giro con nonchalance, appoggiandomi ad una delle panchine in ferro appoggiate ai muri dietro di loro. Blaise sbuffò, alzando gli occhi al cielo, e andando a prendere delle munizioni per la pistola che stava usando.
"Se cerchi Draco, è di sopra in palestra." Mi avvisò, facendo finta di non aver sentito il mio sfottò.
"Draco è qui?" Chiesi di rimando, sorpreso. Non avevo pensato che anche lui avrebbe potuto essersi rintanato in armeria insieme agli altri, senza dirmi nulla per giunta.
"Sembra che la cosa ti sorprenda. Non sai che Draco è qui tipo tutto il tempo? O almeno, quello che non passa in libreria o insieme a te..." Si mise in mezzo Theo, avvicinandosi a Blaise per mettere la sua arma al proprio posto e cominciare a sceglierne un'altra. Ero certo che avessero in mente di cominciare una nuova sfida. Mi strinsi nelle spalle.
"Non sapevo nemmeno ci fosse una palestra, e poi solo perché io e Draco stiamo insieme, non significa che devo sapere tutto quello che fa." Mi impuntai, mostrando più disinteresse possibile, anche se il fatto che loro conoscessero ancora Draco meglio di me, mi aveva deluso.
"Quindi non sei qui perché cercavi Draco?" Chiese maliziosamente Blaise.
"No. Stavo cercando Pansy." Mentii.
"Awwww il fratellino di Pan è venuto in armeria a controllare la sua sorellona." Mi derise Theo, cantilenando infantilmente verso di me, Blaise scoppiò a ridere. Io strinsi i denti.
Mi ero illuso, quando eravamo in città, che Blaise ed io ci fossimo avvicinati; eppure adesso che eravamo di nuovo al Manor, e che aveva di nuovo le spalle coperte da Theo, mi sentivo di nuovo come l'ultimo arrivato.
Certo, era evidente che le loro prese in giro fossero in buona fede, ma la cosa mi faceva comunque incazzare. Lasciai, quindi, che Theo continuasse a parlare da solo, e mi avviai verso la fine della stanza, dove, solo in quel momento, mi resi conto ci fossero delle scale. Le salii senza indugio, ritrovandomi in un'altra enorme sala, molto simile a quella di sotto, ma attrezzata come una vera e propria palestra per professionisti. C'erano tutte le sorte di pesi e attrezzi, e persino una parete per l'arrampicata e un percorso per il Parkour; ed era apparentemente vuota.
Sospirai, ma entrai ugualmente, sbirciando dietro i vari attrezzi.
E lì, dietro ad una panca per gli esercizi, su un materassino blu, trovai seduta Pansy. Non mi aveva sentito arrivare, e teneva gli occhi puntati verso quello che capii subito essere il fascicolo di documenti che la zia ci aveva dato.
"Credevo fossi qui per sfogarti, non per leggere?" Alle mie parole lei sobbalzò leggermente, guardandomi spaventata, come se fosse stata appena colta con le mani nel sacco. Accennai un sorriso e mi sedetti accanto a lei.
"Tranquilla, non dirò a nessuno che ogni tanto anche tu sei sentimentale, se è di questo che hai paura." Brontolai, punzecchiandola bonariamente. Lei scosse la testa.
"Stavo solo..." Provò a dire. La fermai.
"Non devi giustificarti in alcun modo, Pan. Io non sono Blaise o Theo." Le dissi semplicemente. Se io mi sentivo l'ultimo arrivato, insieme a loro, avevo come la netta impressione che Pansy si sentisse la debole del gruppo, e fosse proprio per quel motivo che con i ragazzi della banda aveva sempre ostentato il suo ruolo di donna forte e sempre allegra.
"Hai ragione." Mi sorrise, rilassandosi, e tornando a guardare il fascicolo.
"C'è qualcosa di interessante?" Chiesi, dandogli un'occhiata, al di sopra della sua spalla.
"Niente che già non ci abbiano detto... ma guarda queste. Devono essere state scattate dai nostri genitori." Pansy mi passo un paio di foto, scattate molti anni prima, quando eravamo ancora troppo piccoli per ricordare, e soprattutto, quando eravamo ancora insieme.

"Oh mio Dio, guarda questa! Eri già tanto pazza da tentare di uccidermi!" Urlai, indicando l'ultima foto che avevo tra le mani. Pansy scoppiò a ridere.
"Stavo soltanto cercando di farti divertire, non lo vedi? A chi non piacciono i trampolini, scusa?" Fece lei, innocente. Scossi la testa, ma non potei fare a meno di continuare a sorridere, mentre guardavo con ammirazione le polaroid.
"Credo che queste siano le uniche foto della mia infanzia." Mormorai.
"Beh... io ne ho alcune qui al Manor, ma credo che siano le uniche foto di famiglia che ci possiamo permettere." Scherzò mia sorella. Annuii.
"Sono abbastanza." Mormorai. "E poi con la tua fissa di scattare foto a tradimento in ogni momento, credo che recupereremo velocemente tutte le foto che non abbiamo scattato durante gli anni." La confortai.
"Non posso darti torto. Insomma, se prendiamo il lato positivo... non abbiamo foto di cui vergognarci. Sai tipo quelle foto imbarazzanti che i tuoi amici mettono negli auguri al tuo compleanno, o cose del genere." Si strinse nelle spalle, facendomi scoppiare a ridere di nuovo.
Per diversi secondi, ci limitammo a guardare le foto in silenzio, pensando a chissà cosa.
"Come mai sei da solo? Dove hai lasciato Adhane? E Draco?" Chiese poi, mia sorella.
"Adhane è nella sua stanza. E Draco... credevo fosse qui." Le dissi, guardandomi intorno, all'improvvisa ricerca di qualche segno del passaggio del mio ragazzo.
"Non credo sia qui, io sono seduta qui dentro da tipo venti minuti... me ne sarei accorta." Mi avvertì lei, stringendosi nelle spalle.
"Theo e Blaise mi hanno detto che era salito qui ad allenarsi." Riflettei. Pansy si trattenne dal ridere.
"Draco? Qui in palestra ad allenarsi? Questa sì che è bella." Fece lei, sbattendo con le mani sul materassino, incapace di trattenere l'ilarità. Aggrottai le sopracciglia.
"Non è così? Theo e Blaise mi hanno detto che passa tutto il suo tempo qui, quando può." Continuai a raccontare a Pansy.
"Harry, hai imparato a conoscere quel ragazzo. Credi sia possibile che verrebbe qui ad allenarsi da solo, senza dire niente?" Mi chiese, fermandosi dal ridere, solo per fissarmi.
"Beh...credo di no. Ma se non è qui ad allenarsi, dov'è?" Ero piuttosto confuso, ma ero certo che Pansy, al contrario dei due ragazzi al piano di sotto, non mi stesse prendendo in giro.
"Sarà di sicuro in terrazza... va lì a leggere." Questo mi sembrava decisamente più plausibile, e mi rassicurava sul fatto che Blaise e Theo non sapevano minimamente di cosa stessero parlando, rendendomi meno nervoso. Se Pansy conosceva Draco come le sue tasche, lo capivo... ma che quei due mi dicessero cose su di lui che nemmeno io conoscevo mi bruciava da morire.
"Cosa stai facendo ancora qui seduto? Credevo dovessi andare dal tuo amore." Pansy mi tolse le polaroid dalle mani, rimettendole nella cartellina, prima di spingermi via.
"Non è il mio amore." Borbottai, arrossendo. Lei alzò gli occhi al cielo.
"E' il tuo fidanzato, quindi è il tuo amore, e tu sei deficiente. Non fa una piega. Adesso vattene, prima che ti spedisca in terrazza a calci nel culo." Fece, violenta come al solito.
Mi alzai, conoscendola tanto bene da sapere che se non lo avessi fatto entro cinque secondi, lei mi avrebbe preso sul serio a calci.
"Posso dirti una cosa prima di andare?" Chiesi. Lei annuì.
"Davvero non credevo di poter avere qualcuno su cui contare un giorno, ma adesso ho te. Sono felice di averti nella mia vita."
"Non me lo hai già detto?" Borbottò, chiaramente in imbarazzo.
"Lo ripeterò altre duemila volte, se necessario." Risposi, affettuosamente.
"Vieni qui e abbracciami, allora." Non me lo lasciai ripetere due volte, ed andai verso di lei, abbassandomi e stringendola tra le mie braccia. La cartellina cadde per terra, ma a nessuno dei due importò. Rimanemmo soltanto in silenzio, comunicando in quel modo tutto nostro, un modo che non aveva mai avuto bisogno di parole.
"Okay, scollati. Sta diventando strano." Disse Pansy ad un certo punto. Scoppiai a ridere, ma mi allontanai, rivolgendole il dito medio.
"Così va meglio, stronza bipolare?" La istigai.
"Molto meglio. E ora vai." Mi scacciò con un gesto della mano. Annuii.
"Vado, vado. Il mio amore mi sta aspettando." La accontentai.
Le sue urla da fangirl mi seguirono fino a quando non uscii dalla stanza, verso l'unica porta in vista.

Angolino autrice:
Ed eccomi quiii, come promesso, con il nuovo capitolo. Non so perché ma ogni capitolo che scrivo da un po' di tempo a questa parte mi sembra sempre più stupido del precedente...
Coooomunque, fatemi sapere se ci sono errori o incongruenze e andrò subito a correggerle. Inooooltre, ho appena deciso che voglio aprire un profilo tik tok dove mettere meme sulla drarry e sulle mie storie (a causa di parkinson_addicted e shippo_e_sclero ), se volete seguirmi e magari darmi delle idee vi metto il nome nei commenti.
Detto ciò, ciò detto... un bacione e alla prossima. ❤️❤️❤️❤️❤️

Domandina del giorno:
Se qualcuno vi chiedesse il titolo di quale canzone vorreste tatuarvi, quale vi tatuereste e perché?
Io ho un tatuaggio con scritto "Falling" perché mi sono innamorata di quella canzone non appena l'ho sentita, e perché avrei dovuto sentirla dal vivo al concerto dell'anno scorso, ma poi il COVID ha deciso di mandare a monte i miei sogni... sì, probabilmente il mio amore per Harry Styles raggiunge livelli altini. Cioè insomma, come si fa a non amare questo patagnocco? ❤️❤️

Vi lascio così.
✨TPWK✨

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