Capitolo 18 - donuts -
<<Pan ed Hermione sono andate a fare un giro in macchina, e Ron si rifiuta di uscire dalla sua stanza.>> Sospirai, tornando in camera di Draco,afflitto. Avrei voluto passare il pomeriggio con tutti, aspettando la mezzanotte insieme, ma a quanto sembrava, avrei dovuto cambiare i miei piani. Era ovvio, che il desiderio comune fosse quello di lasciare da soli me e Draco, e per la prima volta, non mi dispiaceva affatto.
<<Sembra che tu sia costretto a stare con me.>> Draco si strinse nelle spalle, fingendosi dispiaciuto, ma non poté evitare di sorridere, mentre mi prendeva in giro.
<<Oh, smettila. Non ho mai detto che non mi andava di stare con te.>> Mi imbronciai.
<<Anzi, che ne dici di andare a fare una passeggiata?>> Chiesi un secondo dopo, ricordandomi del regalo che avevo intenzione di dargli. Draco mise una mano sul mento, facendo la parte di quello che doveva pensarci. Incrociai le braccia al petto e aspettai che finisse la sua scenetta.
<<E' un appuntamento?>> Chiese alla fine. Per poco non soffocai con la mia stessa saliva.
<<Appuntamento?>> Ripetei. Draco annuì. <<Sai, quello che fanno due persone quando cominciano a frequentarsi.>> Spiegò, come se davvero io non avessi la minima idea di che cosa stesse parlando. E un po' era così, insomma non avevo mai avuto un appuntamento...
<<Non stiamo già... insieme?>> Chiesi, timidamente. Avevamo già bruciato le tappe, perché tornare indietro ad avere un appuntamento, quando già eravamo fidanzati? Draco ridacchiò.
<<Ho capito: non ti piacciono i termini specifici delle relazioni, non è vero? Uscire insieme sì, ma la parola ''appuntamento'' è già troppo seria per te.>> Rifletté a voce alta, anche se non sembrava affatto ce l'avesse con me, ma piuttosto con se stesso.
Alzai gli occhi al cielo.
<<Sì, più o meno è così.>> Acconsentii, ugualmente.
<<Bene, allora ''andiamo a fare una passeggiata''.>> Mimò le virgolette con le mani, facendomi ridere. <<Non c'è alcun bisogno di essere così pignoli.>> Mi imbronciai, fintamente.
<<Lo so, ma mi diverte prenderti in giro. E' carino vederti fare il bambino. Non credevo avessi un lato del genere.>> Disse, sincero, sorridendo, e punzecchiandomi una guancia, come a ribadire il concetto. Sorrisi anche io.
<<Senti chi parla: Mr. Tenerezza in incognito. Dove tenevi sepolta tutta questa dolcezza, prima? Sono certo che quando ti ho conosciuto fossi leggermente meno espansivo.>> Fu il mio turno di schernirlo bonariamente. Lui arrossì, anche se cercò di nasconderlo, grattandosi il naso, e mantenendo la mano sulla faccia.
<<Visto? Sei arrossito! Allora sei umano anche tu!>> Continuai, cercando di togliergli la mano dal viso. Lottammo per qualche secondo, fino a quando, afferrando i miei polsi e tenendomi fermo, Draco non mi baciò sulle labbra. Fu un contatto minimo, ma bastò a bloccarmi, in preda all'imbarazzo.
<<Ehi!>> Urlai, offeso dal suo giochetto. Lui sorrise.
<<Adesso siamo pari.>> Scherzò.
<<Volevi venire al Volcano?>> Draco sembrava a metà tra il divertito ed il sorpreso, non appena ci sedemmo al nostro tavolino, per aspettare di ordinare.
<<Che c'è? Non ti piace? E' stato qui che mi hai portato la prima volta!>> Dissi, amareggiato. Mi era sembrata un'idea abbastanza romantica, come mi aveva suggerito Ron, e allo stesso tempo abbastanza facile da mettere in atto...
E lui, adesso, se ne stava lamentando? Sul serio?
Mi passai una mano tra i capelli, sciogliendo i nodi che si erano creati a causa del vento freddo che c'era fuori. Draco scosse la testa.
<<Non credevo ci tenessi così tanto a questo posto. Insomma, la prima volta che ti ho portato qui non è stata propriamente una bella esperienza. Per colpa mia si intende.>> Chiarì.
<<In realtà sei stato abbastanza carino anche quel giorno. Continuavi a dirmi di mangiare qualcosa di sostanzioso, e a comprarmi cose che mi piacevano, anche se lo facevi con una faccia davvero spaventosa.>> Risi. Lui fece per rispondere, ma venne interrotto da Rosmerta, la proprietaria, che si avvicinava al tavolo.
<<Draco, Harry. Era da un po' che non venivate qui da soli.>> Ci salutò, felice, accostandosi al tavolo. Sorrisi, gentilmente. Rosmerta era una donna davvero dolce, ed era fantastico il fatto che ricordasse i nostri nomi, e ci tenesse non solo a noi come clienti, ma anche come persone.
Ricordavo che Pansy mi aveva detto che non aveva potuto avere figli, e che quando dei ragazzi andavano al suo locale, lei si sentiva in dovere di prendersene cura come fossero suoi. Era questo uno dei tanti motivi per cui i ragazzi della banda andavano da lei. Ovviamente c'erano anche suoi dolci ed i suoi cibi fatti in casa ad attirare, ma Rosmerta era di sicuro il perno attorno a cui si muoveva il tutto.
<<A proposito, Harry. Ti è piaciuta la torta di carote?>> Chiese, rivolgendomi uno sguardo pieno di emozione. Aggrottai le sopracciglia.
<<Torta di carote? Quella che ho mangiato mesi fa? Sì, signora, era buonissima...>> Dissi, confuso. Lei scosse la testa. <<Mannò. Io volevo dire: la torta alle carote che Draco ha comprato l'ultima volta per te.>> Specificò la donna, ridacchiando. Rivolsi al biondo uno sguardo interrogativo. Non avevo la minima idea di che cosa stesse dicendo.
<<Oh, no. Beh, non ho più avuto occasione di portargliela.>> Borbottò lui, cercando di essere il meno a disagio possibile. Rosmerta arricciò il naso, ma si limitò ad annuire, comprensiva.
<<Bene. Allora ve ne porto una doppia porzione adesso. Offre la casa.>> Decise, prima di andarsene, appuntando anche due caffellatte sul blocco delle ordinazioni.
<<Vuoi spiegare?>> Mi allungai sul tavolo, non appena Rosmerta si allontanò, fissando Draco dritto negli occhi. Lui sbuffò, appoggiandosi allo schienale della sedia.
<<Non c'è niente da spiegare. Te ne avevo portato un pezzo il giorno in cui tu hai cacciato me e Theo dalla sala giochi. >> Si giustificò, accavallando le gambe sotto al tavolo, e cominciando a giocare con una bustina di zucchero. In effetti mi ricordavo che quella volta teneva una busta in mano. Aveva provata a darmela, dicendomi di averla presa per me, eppure quando Theo si era presentato, lui aveva ritirato la mano, lasciandomi senza nulla. Non ci avevo fatto caso, ma il fatto che si fosse ricordato che era la mia torta preferita e me ne avesse portato un pezzo, era un pensiero davvero tenero. Di certo era un buon modo per corrompermi... ma forse era meglio non farlo sapere a Draco per il momento.
<<Mi sono sempre chiesto quale fosse stata la vostra conversazione quel giorno, sai, dopo che io vi ho sbattuto la porta in faccia.>> Dissi, quindi.
<<Gli ho semplicemente detto di tornare a scoparsi Blaise, così da non scocciare te. Sembra che però non abbia afferrato il concetto.>> Disse, serenamente.
<<Aspetta, che? Cosa c'entra Blaise in questo discorso?>> Perché si aggiungevano sempre più dettagli sessuali alle vite della gente che mi circondava?
<<Theo e Blaise sono scopamici, o qualcosa del genere.>> Rivelò. Spalancai la bocca, sorpreso.
<<Ma che cazzo? Da quando la mia vita è diventata un BL drama?>> Feci sconvolto. Draco si strinse nelle spalle, comunicandomi la sua ignoranza sulla questione. Io scossi la testa e ritornai mogio a sedermi normalmente sulla mia sedia.
<<Tutto questo non ha senso. Il mio mondo è cambiato in un attimo.>> Mi lamentai.
<<Il mondo è lo stesso. Sei tu ad essere diverso.>> Draco sembrava uno di quei vecchi saggi dei film. Alzai gli occhi al cielo.
<<Adesso citi anche le saghe fantasy?>> Chiesi. Lui sorrise.
<<Non credevo conoscessi Shadowhunters.>> Borbottò meravigliato, facendomi sbuffare.
<<Pansy mi ha costretto a guardarlo in uno dei suoi momenti sentimentali.>> Mi giustificai. Lui sorrise. <<Scommetto che ti è anche piaciuto, ma che sei troppo orgoglioso per ammetterlo.>> Mi punzecchiò.
<<La trama era figa.>> Borbottai, a bassa voce. Lui si mise una mano a conchiglia, vicino all'orecchio, chiedendomi indirettamente di ripetere. <<Ho detto che la trama era figa.>> Urlai, allora.
<<Ehi, ehi... che succede qui.>> Rosmerta, con il vassoio alla mano, mi guardò stranita, probabilmente per il mio tono di voce, riecheggiato nell'intero locale.
Le chiesi scusa, sotterrandomi per l'imbarazzo, mentre Draco cercava di trattenere un sorriso.
<<Forse sarebbe meglio che tu mangiassi, Harry caro.>> Disse la donna, mettendomi davanti il mio pezzo di torta, guarnito con un'esagerata dose di panna montata. Annuii.
L'odore del dolce mi arrivò dritto alle narici, facendomi girare la testa. Era un profumo così famigliare ed invitante, ed il fatto che Draco fosse davanti a me, e stesse assaporando quel momento insieme, lo rendeva ancora più buono. Aspettai che Rosmerta si allontanasse di nuovo e presi un morso della torta.
Era buonissimo come ricordavo. Chiusi gli occhi e gustai il sapore agrodolce della carota, unito al retrogusto di cannella e zucchero.
Quando riaprii gli occhi, Draco mi stava fissando, divertito.
<<Perché mi fissi?>> Assottigliai gli occhi, già sul punto di cominciare una discussione.
<<Hai tutta la panna sulla bocca.>> Mi avvertì. Mi passai il tovagliolo sulle labbra.
<<Pulito?>> Chiesi. Lui scosse la testa.
<<Aspetta. Faccio io.>> Prese il fazzoletto dalle mie mani e, allungandosi sul tavolo per raggiungermi, mi pulì laddove rimaneva ancora della panna. Per qualche istante il tocco della sua mano, leggero sul mio viso, mi fece dimenticare anche dov'ero. <<Sei disordinato come un bambino. Adesso capisco perché vai così d'accordo con i più piccoli al Manor.>> Ovviamente non aveva potuto fare a meno di prendermi in giro. Alzai gli occhi al cielo, arrossendo, ma, incapace di ribattere senza sembrare davvero un bambino, mi limitai a mangiare la mia torta in silenzio, questa volta stando attento a non sporcarmi.
Rimanemmo in silenzio per diversi minuti, ma non ci fu niente di imbarazzante. Semplicemente, ci stavamo godendo l'uni la presenza dell'altro, senza sforzo o pretese. Giocherellai con la cannuccia nel mio caffellatte ormai tiepido, guardando fuori dalla grossa finestra.
<<Non sono mai stato ad un appuntamento.>> Dissi sovrappensiero. Sapevo che Draco mi stava ascoltando, così continuai. <<I miei zii non hanno mai voluto che uscissi con gli amici o cose del genere, quindi tutto quello che potevo fare era andare a scuola.>> Sospirai, quando i ricordi riaffiorarono alla mente.
<<Alle elementari dei bambini provarono a diventare miei amici, mi chiedevano spesso di andare a giocare a casa loro, ma io ero sempre costretto a rifiutare, dato che i miei zii continuavano a vietarmelo, così dopo un po' tutti i miei compagni iniziarono ad evitarmi. Come potevo essere loro amico se non potevo nemmeno giocare con loro?>> Era così triste a pensarci adesso, i miei zii mi avevano tolto la gioia delle piccole cose, mi avevano privato di un'infanzia che non avrei mai riavuto indietro.
<<Quando arrivai alle medie, anche se i miei compagni erano cambiati, le voci sul mio essere apatico e asociale, erano già circolate, e io fui costretto ad isolarmi di nuovo.>> Mormorai. <<Credo sia per questo che non ho mai avuto successo con le ragazze.>> Sdrammatizzai. Ero certo che se non lo avessi fatto, probabilmente mi sarei messo a piangere. E non perché ero triste del mio passato, ma perché ero felice del mio presente, e avevo una paura fottuta di poter tornare a quel periodo buio in cui nessuno poteva superare le barriere feroci che i miei tutori mi avevano costruito intorno.
<<Probabilmente mi saresti piaciuto anche alle elementari.>> Draco appoggiò una mano sulla mia, cercando di confortarmi.
<<Probabilmente avrei avuto abbastanza coraggio da dirti che provavo lo stesso.>> Sorrisi leggermente, preso da uno slancio di sentimentalismo. Draco strinse un po' di più la mia mano, facendomi abbandonare al suo calore piacevole.
<<Oh, ha cominciato a nevicare.>> La voce di Rosmerta era soffusa, ma abbastanza udibile da farmi voltare nuovamente verso il finestrone, per guardare fuori. Piccoli fiocchi di neve scendevano a spirale verso l'asfalto della strada principale, sciogliendosi non appena toccava il suolo. I miei occhi si illuminarono. Era raro nella mia città vedere nevicare. Ero cresciuto accanto al mare, dove l'inverno non era altro che un autunno un po' più fresco.
<<La neve!>> Esultai, guardando Draco, felice. Lui sorrise, luminoso.
<<In Giappone si crede che se ad un'appuntamento una coppia riesce a guardare insieme la prima neve dell'anno, vivrà una relazione felice.>> Raccontò, dolcemente. La sua mano ancora appoggiata alla mia.
<<Te lo stai inventando per fare colpo?>> Chiesi, corrucciato. Draco scosse la testa, in parte offeso dalla mia mancanza di fiducia.
<<Dico sul serio.>>
<<Beh, allora a quanto pare dovremo aspettare e vedere se sia vero...>> La torta di Rosmerta mi aveva dato abbastanta zuccheri da poterne spendere qualcuno in dolcezza.
<<Sei davvero bravo a dire le cose indirettamente, lo sai? Potrei abituarmici.>> Draco ammiccò verso di me, prima di tornare a guardare la neve. Sorrisi, incapace di fare altro.
<<Dovrebbe essere quasi mezzanotte.>> Eravamo seduti per terra, accanto alla finestra aperta della mia camera, fumando l'ennesima sigaretta.
Avevamo passeggiato per il resto del pomeriggio sotto la neve, fino a quando il freddo non era stato tanto insopportabile da dover tornare al Manor.
Avevamo parlato, ci eravamo baciati, ed eravamo persino riusciti a guardare un film, rubando il computer in camera di Pansy, e commentando ogni scena con una battuta idiota.
Adesso la luce della luna illuminava il viso di Draco ed i suoi capelli, rendendolo etereo e bellissimo, come una statua marmorea. Lui, ovviamente ci metteva del suo, con la mano appoggiata sotto al mento e le labbra socchiuse per lasciare che il fumo uscisse fuori in timide nuvolette. Avevo creduto che la neve fosse la cosa più bella che avessi mai visto, ma cominciavo a ricredermi... tirai fuori il cellulare, e con la scusa di guardare l'orario, scattai un paio di foto al biondo.
<<Allora, che ore sono?>> Chiese, dopo aver pazienzato per diversi secondi. Chiusi la fotocamera e balbettai qualcosa, sperando non si fosse accorto del mio set fotografico imorovvisato.
<<Cazzo, sono le dodici e due minuti!>> Lo avvertii, quando finalmente mi ripresi.
Mi alzai in fretta e corsi verso l'armadio, sotto lo sguardo confuso del biondo. Presi la busta degli acquisti di quella mattina e tornai da lui, sedendomi a gambe incrociate sul pavimento.
<<È per me?>> Chiese Draco, quando appoggiai il pacchetto davanti a lui.
<<No, è per Pansy, ma vorrei che lo scartassi tu.>> Lo canzonai. Lui alzò un sopracciglio, confuso. <<Che domande fai? Certo che è per te!>> Specificai, allora. Lui si illuminò.
<<Posso aprirlo?>> Domandò euforico. Annuii. Lo vidi strappare la busta con gioia mista a curiosità, fino a quando non vide il libro.
<<Un libro!>> Disse, come se io non lo avessi saputo dire da solo. Alzai gli occhi al cielo.
<<Cazzo, credevo di aver ordinato un pinguino.>> Mi diedi uno schiaffo sulla testa, facendolo ridere.
<<Grazie Harry.>> Disse lui, abbracciando il tomo come fosse un pargolo da accudire.
<<Oh ma quello non era il regalo. Cioè sì, ma c'è qualcos'altro.>> Gli presi la mano e misi sul suo palmo un pacchetto più piccolo. Lui lo soppesò attentamente, guardandomi curioso, cercando di capire cosa fosse dalla mia espressione. <<Aprilo e basta, sto cominciando a sentire l'ansia.>> Lo pregai. Muovevo istericamente una gamba, sotto di me, nervoso.
Se non gli fosse piaciuto mi sarei davvero dovuto sotterrare in qualche buco ai confini del mondo. Cazzo. Iniziavo a dubitare che prendere quel regalo fosse stata la scelta giusta.
Draco aprì il pacchetto, rivelando quello che c'era all'interno. Una collanina sottile d'argento con un pendente a forma di ciambella, glassata in verde. Il biondo la fissò per qualche istante interminabile, attonito.
<<Non ti piace. Maledizione, sapevo che la ciambella sarebbe stata una pessima scelta. È da femminuccia, e non so come abbia solo potuto pensare che potesse piacerti. Che stupido.>> Cominciai a dire a raffica, pentendomi di aver seguito il consiglio di Ron sul comprare qualcosa che ci avesse ricordato di un momento insieme.
<<Harry.>> Mi bloccai quando Draco pronunciò il mio nome. Sentivo le mani sudare e il cuore battere forte.
<<È la stessa ciambella che ti ho comprato quel giorno?>> Chiese, spezzando il silenzio in cui si era chiuso da quando aveva scartato il pacchetto. Annuii, in preda al panico. Altri secondi di silenzio.
<<Sul serio, se credi sia troppo io...>> Ma non finii di parlare perché il biondo si lanciò su di me, abbracciandomi con tanto trasporto da farmi finire sul pavimento.
<<Grazie mille.>> Disse soltanto. Sorrisi, tirando un sospiro di sollievo.
<<Se non ti fosse piaciuta, l'avrei regalata a Pan.>> Borbottai, scontroso. Lui rise, e la sua risata vibrò nel suo petto, riecheggiando nel mio. Era una sensazione stranissima e stupenda.
<<Anche io ho qualcosa per te.>> Draco si alzò, dandomi una mano per farmi rimettere seduto, prima di correre fuori dalla stanza. Appoggiai le mani a terra, per mantenermi in equilibrio, sorridendo verso la porta. Draco si stava comportando come un bambino, e l'unica cosa alla quale riuscivo a pensare era che non avrei voluto vederlo in altro modo. Per quanto tempo era rimasto chiuso in quell'apatia che avevo visto in lui quando ero arrivato al Manor? E io sarei riuscito davvero a tirarlo fuori dalla sua solitudine, quando ero il primo a lottare contro la mia?
La risposta arrivò insieme a lui ed al suo sorriso, non appena rimise piede nella stanza con due enormi pacchi tra le mani. Spalancai la bocca, sorpreso.
<<Ma il tuo regalo non era portare qui Ron ed Hermione?>> Chiesi, sconvolto. Io mi ero presentato con un libro e una collanina pensando di aver fatto il regalo più significativo del mondo, e lui arrivava con l'intera slitta di Babbo Natale... Cominciavo a credere che con Draco fosse una competizione alla quale io non avrei mai potuto vincere.
<<Quello era solo per l'atmosfera. E poi già avevo comprato queste cose.>> Rivelò, mettendomi le due scatole decorate davanti. Arricciai le labbra, tristemente.
<<Adesso i miei regali sembreranno così stupidi.>> Mi lamentai. Lui sorrise, giocherellando con la collanina che aveva già messo al collo, e che gli arrivava quasi a metà petto.
<<Aprili e basta. Sono grandi, ma non è detto che siano migliori dei tuoi. Anzi non lo sono affatto.>> Disse, spronandomi a scartarli. Cominciai da quello più piccolo.
<<È... un phon?>> La domanda era stupida, dato che gli occhi per vederlo li avevo anche io. Draco si grattò la nuca.
<<Beh sì, qui al Manor puoi usarlo tutte le volte che vuoi. Così almeno non dovrò più preoccuparmi che tu prenda la febbre.>> Disse, serio come non mai. Alzai le sopracciglia.
<<Fino a prova contraria sei stato tu ad ammalarti, io sono sano come un pesce, anche quando non asciugo i capelli.>> Lo presi in giro, anche se ero felice che si fosse ricordato di quel particolare.
<<Ammettilo che preferiresti che te li asciugassi io, piuttosto.>> Fece, sorridendo impercettibilmente. Arrossii, mettendo da parte la scatola e cominciando ad aprire l'altra.
<<Lo prendo come un sì.>> Sussurrò Draco.
<<Ommioddio, sei serio?>> Subito l'imbarazzo venne sostituito dall'euforia, quando capii cosa contenesse l'altro pacco. <<Draco, questo è troppo!>> Guardai il biondo, che intanto continuava a passarsi il ciondolo con la ciambellina, da una mano all'altra, distrattamente.
<<Avevo dei soldi da parte, non preoccuparti.>> Disse, come fosse stata una cosa ovvia e assolutamente normale.
<<E hai deciso di spenderli per comprarmi un computer?>> Domandai, scioccato. Non potevo credere ai miei occhi. Draco era davvero fuori di testa.
<<I bambini mi hanno detto che ti piace scrivere, e che lo fai spesso quando sei con loro, così ho pensato che potesse servirti un computer... e poi, da quando sei qui, sei riuscito a comprarti soltanto un cellulare...>> Mi spiegò. Avevo gli occhi lucidi per la felicità.
<<Non ho mai avuto un PC.>> Ammisi.
<<Tranquillo, ti darò una mano ad usarlo. Scommetto che imparerai in un attimo.>> Mi rassicurò. Ero senza parole. Draco era stato in grado di colmare in poco tempo, tutte le mancanze che avevo accumulato negli anni, risollevando il mio spirito, e alleggerendo i miei dolori. Chissà se riusciva a rendersene conto...
<<Ah, c'è un'altra cosa.>> Il biondo mi distrasse dal mio contemplare il nuovo regalo. Alzai la testa, guardandolo.
<<Altro? Sul serio?>> Chiesi, non potendo frenare il mio sconcerto. Draco annuì, tirando fuori qualcosa dalla tasca della felpa.
<<Cos'è?>> Mi interessai, avvicinandomi per guardarla con maggiore attenzione.
<<Una pistola usa e getta per i buchi alle orecchie.>> Spiegò, sereno. Aggrottai le sopracciglia, ancora più confuso.
<<Hai detto che sarei stato bene con un buco all'orecchio, no?>> Domandò allargando gli occhi grigi come un cucciolo spaesato.
<<Sì, l'ho detto, ma non intendevo che lo dovessi fare sul serio. Dovrebbe essere una scelta tua, non qualcosa che fai per me.>> Allungai le mani davanti, come per distanziarmi astrattamente da quella conversazione. Draco abbassò lo sguardo verso il piccolo aggeggio che aveva tra le dita.
<<In verità l'ho sempre voluto fare ma...>> Si fermò per un attimo. Abbassai la testa, cercando di guardarlo negli occhi, incoraggiandolo a continuare la frase.
<<Ma?>> Lo incalzai. Draco respirò profondamente, cercando di dire ad alta voce quello che pensava. Tenni gli occhi puntati su di lui, in attesa.
<<Ma ho paura degli aghi.>> Confessò alla fine. Paura? Degli aghi? Lo stereotipo di un Draco apatico, coraggioso, menefreghista e pieno di sé, si stava davvero sbriciolando momento dopo momento.
<<E quindi vorresti...>> Cominciai, lui annuì.
<<...che me lo facessi tu. Sì.>> Continuò per me. Il cuore mi batteva all'impazzata. Come poteva una frase così normale, causarmi così tanta emozione?
<<Sei sicuro?>> Domandai. Lui annuì.
Frugò nella tasca e tirò fuori un pennarello. Allora faceva sul serio.
Allontanai i pacchi e le carte che si erano accumulati sul pavimento tra di noi, e mi sedetti a pochi centimetri da Draco, prendendo il pennarello con mani ferme.
Avevo paura anche io, ma se era quello che Draco desiderava, volevo accontentarlo. Lui si stava fidando di me, ed io avevo più paura di deluderlo, che di ferire me stesso facendomi coinvolgere da lui.
Il biondo seguì ogni mio movimento, mentre io segnavo il punto in cui fare il buco con il pennarello, per poi prendere la pistola. Prese un respiro profondo e chiuse gli occhi, stringendo i pugni, talmente forte da far diventare le nocche bianche.
Mi avvicinai al suo viso, accarezzandolo con la mano libera. Sembrava così fragile in quel momento... tanto da non riuscire a trattenere le mie labbra, che si appoggiarono con forza alle sue, proprio mentre il click della pistola riecheggiava nell'aria. Draco gemette piano sulla mia bocca, stringendomi forte a sé, facendomi dimenticare dov'ero, che cosa stavo facendo o perché. C'eravamo solo io e lui, e le nostre labbra. Una sensazione alla quale avrei potuto abituarmi volentieri.
Sorrisi, allontanandolo quel tanto che bastava per riuscire a guardarlo. Un diamantino rifletteva la luce della luna, perfettamente al centro del suo lobo.
<<Avevo ragione. Ti sta fottutamente bene.>> Riuscii a dire, prima che Draco mi tirasse verso di lui, abbracciandomi.
Rimanemmo così per diversi minuti, l'uno a sentire il battito accellerato dell'altro, con le dita strette tra loro e la tranquillità ad aleggiare nell'aria fredda a causa della finestra ancora socchiusa.
<<È stato il Natale più bello della mia vita.>> Sussurrò Draco. Sorrisi.
Angolino autrice:
Eccoci quaaaaaa, con un capitolo stranamente più lungo del solito che mi ha fatta esaurire e allo stesso tempo ho amato scrivere.
Spero che approviate questi momenti cute dei nostri Drarry, sperando siano solo l'inizio di un futuro luminosoo...
Pensandoci, Pansy probabilmente sarà furiosa quando scoprirà che questi due si sono messi insieme senza dire nulla, maaaa... questo lo scopriremo nei prossimi capitoli buahahahhhahaa
✨Un bacione e alla prossima✨
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro