Capitolo 14 - stay with me -
✨ Prima di cominciare volevo dedicare questo capitolo a @DemoneViola12 @mifacciosuora @ush_pottah @Candy5362 e @sofia_04_08 che sono sempre le prime a commentare tutti i miei capitoli. (spero di non essermi dimenticata nessuno) Vi amo. ✨
***
<< Stanno davvero per arrivare le vacanze di Natale?>> Mi accasciai sul pavimento coperto di cuscini della sala giochi. Pansy, appoggiata al davanzale della finestra -che ormai era diventato il suo posto preferito- annuì, vivace.
<< Ti rendi conto? Natale! >> Esultò. Nemmeno i bambini, con i quali avevo parlato per tutto il pomeriggio di quella festività, mi erano sembrati tanto entusiasti.
Io, al contrario, ero sull'orlo di una crisi di nervi. Era ormai mercoledì, e dopo aver passato il weekend fuori, tutto era ritornato alla normalità, o quasi.
Avevo raccontato anche a Pansy dei miei sospetti su DD, e lei, come Draco aveva predetto, non aveva tentennato neppure un attimo, assicurandomi il suo aiuto. Per questo, da due giorni, lei e Draco avevano cominciato a cercare notizie in giro che avrebbero potuto rivelarsi utili, mentre io continuavo il mio "lavoro" di tutore per i bambini.
<< Come puoi essere così felice? Io credo di impazzire. >> Borbottai, strofinandomi nervosamente gli occhi.
<< È Natale. Natale! >> Urlò, lei sconvolta. La guardai male.
<< Non è che se continui a ripeterlo comincerà in automatico a piacermi l'idea.>> La rimproverai crucciato. Lei borbottò un mezzo lamento, prima di arricciare le labbra e incrociare le braccia al petto, severa.
<< Cosa sei? Il Grinch? A tutti piace il Natale. Persino a Draco. >> Mi issai in piedi, curioso.
<< A Draco piace il Natale? Sul serio? >> Domandai. Lei sorrise maliziosa.
<<Forse avrei dovuto nominarlo prima.>> Ghignò malvagia. Sbuffai.
<< Non cominciare a immaginarti cose che non esistono. È solo che non credevo che a Draco piacessero questo tipo di cose...>> Brontolai.
<< Che tipo di cose? >> La voce del biondo mi prese alla sprovvista, facendomi sobbalzare.
Provai a dare una spiegazione a quello che aveva sentito, ma Pansy fu più veloce di me.
<< Harry mi stava solo chiedendo che cosa volessi per Natale. Non fare il ficcanaso. >> Disse, innocentemente. La fulminai con gli occhi. La adoravo, ma avrei preferito di gran lunga se avesse lasciato le sue aspettative su me e Draco fuori dalla nostra amicizia.
<<Vuoi farmi un regalo di Natale?>> Gli occhi di Draco si illuminarono di una strana luce. Era un po' come vederlo sorridere, ma la sensazione era persino migliore. Il luccichio che gli brillava nello sguardo era di pura emozione e scommettevo che aveva influenzato anche il mio.
<< Sì, insomma. Mi piacerebbe fare qualcosa per te... >> Dissi senza peli sulla lingua. Infondo non c'era nulla di male nel voler compiere un gesto carino per un ragazzo, che come lui, mi aveva dato molto di più.
<< Awww siete proprio dolci. >> Pansy ci osservò, con le mani giunte, come a ringraziare il cielo per averle donato la vista per guardare una scena del genere. Scossi la testa.
<< Perché non pensiamo a cose più serie? Avete scoperto qualcosa? >> Domandai, cambiando argomento per evitare di cadere nell'imbarazzo. Draco si sedette accanto a me e Pansy fece lo stesso.
<< Siamo stati in giro per tutta la città, ma qui nessuno sa chi sia quel DD. >> Sospirò Pansy, seria. Vederla così, senza alcun sorriso sulle labbra, e con le sopracciglia corrucciate per la frustrazione, era tanto strano da darmi l'ansia.
<< Credo che chiunque sia, agisca in un campo limitato, nei confini della tua città. Indagare qui non ci porterà a nulla.>> Ammise Draco. Io annuii. Non potevo dire di esserne sorpreso. Ci avevo pensato anche io.
<< Che cosa dovremmo fare allora? >> Chiesi retorico. Per qualche secondo tutti pensammo in silenzio.
<< I tuoi amici potrebbero avere più informazioni?>> Chiese ad un certo punto Pansy. Scossi la testa con violenza.
<< No, non se ne parla. Già li tengono d'occhio per colpa mia. Non posso metterli in mezzo più di così. >> Mi opposi.
<< Sono già in mezzo, Harry. >> Provò a farmi riflettere Draco. Anche quello era vero, ma come avrei fatto se fosse successo loro qualcosa? Non me lo sarei perdonato mai nella vita.
<< Non importa. Troverò un altro modo per risolvere la questione. >> Chiusi il discorso.
Il periodo di Natale si rivelò essere più piacevole del previsto. Le luminarie abbellivano l'intera città, colorandola e rendendola ancor più allegra e piacevole. Dai negozi si irradiavano canzoni e musiche di Natale. Persino per uno come me, era impossibile non farsi trascinare dalla vivace energia che sprigionavano le strade.
Anche il Manor si era trasformato: un grosso albero di Natale svettava al centro del soggiorno, coperto dagli addobbi che io ed i bambini avevamo preparato durante le nostre lezioni. La cucina era sempre piena di profumi e dolci, grazie alle donne della banda che cucinavano notte e giorno. Avevo cominciato addirittura a chiedermi quando dormissero, dato che persino durante la notte, i rumori delle pentole e delle posate rimbombava nell'aria. Ovviamente anche Pansy si era messa all'opera, decorando con la glassa tutti gli omini di pan di zenzero che venivano sfornati. Nell'ultimo periodo era felicissima, anche più del solito, il che era strano da vedere, considerando che nella sua vita quotidiana sprizzava già gioia da tutti i pori.
<< Ho preparato i biscotti per i bambini. Oggi è l'ultimo giorno che vi vedete, no? >> Pansy mi intercettò davanti alla mia camera, mentre mi accingevo a salire alla sala giochi, e mi mise un enorme contenitore tra le mani, assicurandosi che fosse in equilibrio in modo da non cadere. Strabuzzai gli occhi.
<< Con questi posso rifornirci un esercito!>> Urlai, sentendo il peso del cibo gravare sui miei arti. Lei si strinse nelle spalle.
<< Tranquillo, sono delle piccole serpi, vedrai che finiranno tutto. Anche perché fino ad ora hanno avuto il divieto di mangiare dolci. >> Mi spiegò. Ridacchiai: i bambini me lo avevano raccontato. A quanto mi avevano detto, il divieto di mangiare dolci era stata una punizione, per aver rubato una delle prime infornate di biscotti.
<< Non puoi darmi una mano? >> Mi lamentai, comunque. Lei alzò gli occhi al cielo.
<< Ma quanto sei pigro? Dray corri a dare una mano a questo ragazzino! >> Con le mani bloccate dal contenitore non potei evitare che lei bussasse alla porta del diretto interessato, urlando come una pazza alla ricerca di attenzione.
<< Mi ringrazierai più tardi. >> Sussurrò facendomi l'occhiolino, prima di scappare via.
<< Sei davvero una stronza. >> Le sibilai, ferito, in risposta.
Presi in considerazione di scappare anche io, ma la porta che si apriva accanto a me, e Draco che mi guardava confuso, mi convinsero a rimanere con i piedi puntati a terra.
Sorrisi imbarazzato. << Scusa, non volevo disturbarti. Pansy si è messa ad urlare senza motivo.>> Dissi frettolosamente. Draco, con il cappuccio della felpa tirato sulla testa e l'aria di uno che non dormiva da giorni, mi guardò dall'alto in basso.
<< Stai bene? >> Non potei fare a meno di chiedere. Lui annuì impercettibilmente, si chiuse la porta alle spalle e si avvicinò in silenzio.
<< Ti aiuto a portarli sopra. >> Fece, togliendomi di mano il contenitore di biscotti, e avviandosi per le scale. Aggrottai le sopracciglia, e lo raggiunsi in tutta fretta.
<< Sicuro di stare bene? Non hai una bella cera. >> Insistetti.
<< Sto bene, davvero. >> Brontolò. << Ho solo qualche decimo di febbre.>> Ammise, poi.
<< Cooosa? Hai la febbre? Avresti dovuto dirmelo subito. Ridammi la scatola. >> Gliela sfilai dalle mani prima che lui fosse tanto testardo da non lasciarmelo fare.
<< Fila a letto. Subito. Ti raggiungo tra dieci minuti. >> Lo minacciai, guardandolo male.
<< Ma i bambini...>> Provò a dire. Assottigliai lo sguardo, bloccandolo.
<< Niente ma. I bambini se la caveranno benissimo da soli, ci sono abituati. >> Dissi sicuro. Certo, mi dispiaceva non riuscire a stare con loro per l'ultimo giorno prima delle ''vacanze di Natale'', ma le condizioni di Draco mi preoccupavano di più. Lo vidi annuire stancamente, prima di riscendere le scale. Sospirai di sollievo.
<< Happy! >> Astrid mi corse incontro come al solito, non appena mi vide attraversare la porta della sala giochi, seguita dal resto del gruppo. Sorrisi dolcemente a tutti loro.
<< Ehilà, serpentelli! >> Li salutai.
<< Quelli sono biscotti?>>
<< Harry ha portato del cibo! >>
<< Credevo che questo momento non sarebbe più arrivato. >>
<< Ho avuto paura di rimanere in punizione per sempre.>>
Le voci dei bambini si accavallarono, mentre l'attenzione che mi avevano rivolto, si spostava velocemente verso il contenitore dei dolci. Risi, appoggiandolo al tavolo che di solito usavo come cattedra, e mi ci sedetti accanto, per assicurarmi che i bambini non ci si fiondassero sopra.
<< Questi sono biscotti che vanno solo ai bambini che si comportano bene, lo sapete? >> Chiesi. Loro annuirono. Avrei giurato di vedere della bava scendere dalle bocche di qualcuno di loro.
Capivo che non mangiavano dolci da almeno una settimana, ma la loro reazione mi pareva esagerata...
<< Noi ci comportiamo benissimo, dovresti saperlo. >> Fece Ruby, saputella.
<< Lo spero per voi, perché vi lascerò mangiare questi biscotti solo dopo che mi avrete fatto una promessa. >> Continuai, riassumendo tutta la mia autorità nelle braccia incrociate al petto.
<< Quale promessa? >> Domandò timidamente Bryan.
<< Il vostro Dray non si sente tanto bene, e io devo assicurarmi che si rimetta in senso per passare il Natale con noi e con il resto della banda. Posso fidarmi di tutti voi e lasciarvi giocare da soli per questo pomeriggio? >> Chiesi, puntando sul loro orgoglio per ingraziarmeli. Se c'era una cosa alla quale quei bambini credevano, era il senso morale che la banda gli aveva inculcato. Se qualcuno era in difficoltà, andava aiutato, a qualunque costo.
E poi c'erano i biscotti... e ovviamente quelli rappresentavano l'apoteosi per loro.
<< Ci pensiamo io e Ruby. >> Axel mi mise una mano sul braccio, regalandomi uno dei suoi sguardi più maturi e adulti, facendomi intenerire come non mai.
Quei bambini erano qualcosa di stupendo, e più passavo il tempo insieme a loro, più mi rendevo conto di quanto fossero speciali.
<< Bene. >> Battei le mani, e sorrisi. << Avete ancora le vostre cartoline di Natale da finire e le vostre poesie da imparare. Se finirete tutto il lavoro, aiuterete Draco a guarire. >> I loro occhi si tinsero di una sfumatura di euforia, dovuta alla loro nuova missione.
<< Facciamolo! >> Urlò Astrid. Me la immaginai con una spada alla mano, ad urlare per l'inizio di una battaglia, e non potei fare a meno di ridere, mentre tutti si disperdevano, per cominciare a fare quello che avevo chiesto loro.
Bussai piano alla porta di Draco, e quando non sentii risposta, entrai ugualmente in punta di piedi. Lui era steso sul letto, con la testa appoggiata al muro e gli occhi chiusi. Doveva essersi addormentato. Mi avvicinai e lo guardai con attenzione. Da quanto tempo stava male? E perché non aveva detto niente? Lo avevo visto soltanto la mattina prima, ma non mi era sembrato avere qualche problema. Pansy lo sapeva? Considerando la sua propensione a crearci delle occasioni per stare da soli, non mi sarei sorpreso nel sapere che lei era a conoscenza delle sue condizioni, e che proprio per questo motivo aveva chiamato Draco a darmi una mano.
Sospirai. Le sue occhiaie erano così scure da sembrare trucco, e la pelle così pallida da rasentare la trasparenza. Per qualche secondo rimasi ad ascoltare il rumore attutito del suo respiro irregolare, prima di avvicinare il viso al suo. Appoggiai le labbra sulla sua fronte, rendendomi conto di quanto fosse scottante, prima di imprecare.
Riempii una ciotola piena di acqua fredda e ci immersi una salvietta dentro, tornando accanto a letto e sedendomi al lato di Draco. Gli tirai su le maniche della felpa e passai la salvietta imbevuta sul suo braccio, prima di passare all'altro.
<< Sei qui? >> Stetti per abbassare la cerniera della felpa per rinfrescargli il collo, quando Draco aprì gli occhi stanchi, immergendoli nei miei. Cercai di sorridergli, rassicurante.
<< Sì, sono arrivato qualche minuto fa. I bambini sono stati così carini da assicurarmi che avrebbero finito tutti i compiti assegnati senza il mio aiuto. >> Gli raccontai, premuroso. Lui annuì. << Che stai facendo? >> Chiese lui, vedendomi con l'acqua e l'asciugamano.
<< Acqua fredda. Aiuta a far scendere la febbre. >> Spiegai. << Posso? >> Chiesi poi, indicando il cappuccio della felpa. Lui annuì, così glielo tolsi, abbassando anche la cerniera. I suoi capelli biondi e un po' sfibrati ricaddero sulle spalle, scombinati. Lui rabbrividì.
<< Mi dispiace, dovrai sopportare un po'. >> Mi scusai, accorto, mentre cominciavo a passare la salvietta prima sul collo e poi sul petto, facendo scivolare la mano sotto la sua maglietta.
Provavo un certo imbarazzo a farlo, quando i suoi occhi continuavano a seguire ogni mio gesto, con attenzione. Arrossii. << Da piccolo ero abbastanza cagionevole, quindi mi ammalavo spesso. Ovviamente, però, i miei zii non erano propensi a spendere i loro soldi per comprarmi delle medicine... così facevo scendere la febbre in questo modo. Ricordo che ad insegnarmelo fu la mia vicina di casa. >> Raccontai, cercando di coprire il silenzio che si era creato nella stanza.
<< La vicina della torta alle carote? >> Sussurrò Draco, curioso. Piegai la salvietta e gliela appoggiai sulla fronte, prima di fermarmi a guardarlo, sorpreso.
Non credevo avesse prestato così tanta attenzione alle mie parole quella volta, da riuscire a ricordare un dettaglio del genere, eppure...
<< Sì, la vicina della torta alle carote. >> Confermai dolcemente. Lui sorrise, inondando il mio cuore della stessa tenerezza che provavo in compagnia dei bambini del Manor.
<< Sono felice che tu mi dica queste cose del tuo passato. >> Mi rivelò. La sua mano si alzò verso il mio viso, accarezzandolo con delicatezza. La presi e la riportai sul suo petto, ma invece di lasciarla andare, intrecciai le dita con le sue e sorrisi di nuovo.
<< Dovresti riposare. >> Suggerii.
Lui strinse un po' più forte la mia mano, facendomi avvampare.
<< Puoi rimanere insieme a me? >> La sua voce roca avrebbe fatto salire la febbre anche a me, se avesse continuato ad usarla in quel modo. Per non parlare dei suoi occhi: perché erano così grigi e meravigliosi? Cazzo.
Come potevo dire di no ad un volto del genere? Sembrava così spaesato e solo... e si stava affidando a me.
<< Non ti preoccupa più che i bambini siano da soli? >> Lo presi in giro, comunque. Lui sbuffò.
<< Quei mocciosi sanno cavarsela da soli, no? Lo hai detto tu. >> Forse non se ne rese nemmeno conto, ma il fatto che stesse mettendo il broncio per una cosa del genere, mi diede il colpo di grazia. Sospirai e gli lasciai la mano. Vidi la delusione farsi spazio nei suoi occhi, sostituita subito dopo dalla cieca felicità, quando si rese conto che l'unico motivo per il quale mi ero allontanato era per fare il giro del letto e stendermi accanto a lui.
<< Non prenderla come abitudine. Lo faccio solo perché sei malato. >> Lo ammonii.
Troppo tardi. Lui si era già accoccolato sul mio petto, respirando a fondo.
Per un attimo rimasi immobile, non sapendo cosa fare, poi però mi rilassai, e mi misi comodo anche io, appoggiando una mano sulla sua schiena e l'altra sul suo fianco.
<< Ti piace proprio giocare sporco, eh? >> Gli chiesi a bassa voce. Lui, però, si era già addormentato.
<< Allora, come sta Dray? >> Erano passate un paio d'ore da quando il biondo si era addormentato, e dopo averle passate a guardare i suoi capelli biondi muoversi a ritmo del mio respiro, e aver goduto del battito del suo cuore a contatto con il mio petto, decisi di scendere in cucina, per cercare qualcosa da mangiare e un'aspirina da dargli quando si fosse svegliato. Pansy spuntò dalla porta della dispensa, spaventandomi.
<< Puoi avvisare, prima di piombare così, davanti alla gente? >> Le chiesi, scandalizzato, con una mano sul cuore. Lei mi diede una pacca sulla spalla, ridendo.
<< E comunque Draco sta meglio. La febbre si è abbassata e... momento, momento, momento. Lo sapevo! >> Cominciai a parlarle delle condizioni del ragazzo, fermandomi non appena me ne resi conto. << Perché non mi hai semplicemente detto che stava male, invece di tendermi un'imboscata? >> Le chiesi. Lei si strinse nelle spalle, fingendosi innocente.
<< Se te lo avessi detto, tu mi avresti di certo suggerito di occuparmene personalmente. E in questo modo mi sarei persa la tua versione: crocerossina. >> Si giustificò. Alzai gli occhi al cielo, ma lasciai subito perdere la questione. Arrabbiarmi con lei non sarebbe servito a nulla.
<< Lasciamo stare. Dove posso trovare un'aspirina? >> Domandai, infatti, massaggiandomi le tempie.
<< Nel magazzino al piano di sotto dovrebbe esserci una cassetta delle medicine. >> Disse, poco convinta. Annuii. Non ero mai stato al piano di sotto, così mi feci dare indicazioni dalla ragazza e mi avventurai senza di lei, che, sotto mio suggerimento, andò a controllare che i bambini fossero ancora tutti interi. Scesi le scale, percependo subito il gelo dello scantinato. La pietra lì sembrava più umida e fredda, tanto che il mio fiato si condensò in piccole nuvolette, mentre respiravo. Perché tenevano delle medicine lì sotto? Non sarebbe stato più facile conservarle in un posto meno tetro e un po' più caldo?
Un rumore alla fine del corridoio mi distrasse dai miei pensieri.
Guardai verso la direzione in cui lo avevo sentito provenire, riuscendo a scorgere soltanto il buio. Rabbrividii. Era terribilmente inquietante. Mi strinsi nella felpa che indossavo e mi addentrai, camminando piano, con le orecchie aperte. Il corridoio portava ad un'unica e grande porta di legno scuro, con il pomello d'oro. Deglutii a vuoto, e con il poco coraggio che avevo, la aprii.
Quello che trovai, fu ben diverso da una cassetta delle medicine in un magazzino.
La stanza era la copia esatta del soggiorno al piano di sopra, solo un po' più piccola. Il camino era acceso, e rendeva l'atmosfera piacevole nel suo tepore. Era stato messo un albero di natale anche lì, un po' più basso, ma che creava lo stesso effetto magico di quello in salone.
La differenza maggiore, però, furono i divani: neri e grandi come quelli del primo piano, ma occupati da un ragazzo e una ragazza che conoscevo fin troppo bene.
<<Harry.>> Hermione si alzò, e mi saltò al collo.
Angolino autrice:
Eccomiiiiiiiii. Sono meravigliata da me stessa, sul serio. Ho pubblicato un altro capitolo! Sappiate che lo faccio solo perché vi adoro. Quiiiindi, ditemi che cosa ne pensate. E' arrivato il Natale anche al Manor, seppur con un po' di ritardo, e ha portato persino delle sorprese al nostro Harry (mi emoziono). Bhe, che dire. Come al solito spero che il capitolo vi sia piaciuto e...
...un bacione e alla prossima.
P.S. Se mi sono scordata qualcuno delle dediche fatemelo sapere, vi aggiungerò alla prossima ❤️
P.P.S. Vi amo anche se non vi nomino ❤️
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