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Da quando era rientrato in casa, Taehyung non era più uscito dalla sua camera.
Non aveva cenato, e non si era lavato. Aveva semplicemente lanciato il suo corpo sul materasso ed era rimasto lì, nella stessa posizione, per ore intere, ancora sporco di sabbia.
Non riusciva a smettere di pensare al bacio con Jungkook ed alle emozioni che esso aveva scaturito.
Era una scena che si ripeteva in loop nella sua mente, come un vecchio dvd graffiato di uno smielato film romantico.
Soltanto verso le cinque del mattino riuscì a riacquistare un po' di lucidità, a causa della figura del padre che era entrata nella sua visuale.
«Tae, tutto bene? Ho bussato, ma non hai risposto», mormorò preoccupato, sedendosi sul bordo del letto.
Taehyung allora si tirò a sedere facendo qualche smorfia, sentendo l'intero corpo indolenzito; poi si voltò a guardare il padre e tirò le labbra in un leggero sorriso.
«Sto bene», mormorò con voce rauca, abbassando poi lo sguardo.
Ci furono degli attimi di silenzio, ma poi il signor Kim riprese parola, con un leggero sorriso sulle labbra.
«Non hai dormito, vero?»
Taehyung non rispose, si limitò a fare spallucce, sapendo che quel gesto era capace di far capire tutto al genitore.
«Non ti è passata la cotta per Jungkook, eh?», continuò, quasi ridacchiando.
Taehyung allora scosse il capo, seppur con un po' di timore, senza provare ad alzare lo sguardo.
Dopo pochi istanti sentì il braccio destro del padre avvolgersi dolcemente intorno le sue spalle, e subito tirò le labbra in un sorriso.
«Ho fatto male ad interrompervi, prima?»
«No», rispose rapidamente Taehyung «hai fatto bene, non...non sapevo cosa fare o dire», concluse, accennando un sorriso.
«Beh, dovrai parlargli prima o poi»
«Lo so, ma...è difficile»
«Qualsiasi cosa stia succedendo tra voi, sappi che se ti farà del male, in qualsiasi modo, andrò a strappargli via le palle senza alcun preavviso», disse, all'improvviso serio.
«Appa!!!», lo richiamò Taehyung, lasciandosi sfuggire anche una leggera risata.
«Che c'è? Sei pur sempre il mio orsetto, nessuno può farti star male», sorrise l'uomo, lasciando poi un tenero bacio sulla fronte del figlio.
«Grazie appa», mormorò sorridendo, stringendo poi il padre in un breve abbraccio.
Dovettero staccarsi a causa dell'entrata rumorosa della madre, che aveva un vassoio con dei muffin e del latte fresco tra le mani.
«Oh, che sta succedendo qui?», domandò lei, una volta accortasi della situazione.
«Niente», risposero all'unisono i due Kim, scambiandosi poi una rapida occhiata complice e divertita.
«Non sono per niente convinta, ma lascerò perdere per ora. Il mio bambino deve mangiare», e così poggiò il vassoio sul comodino, sedendosi poi di fianco al marito.
Taehyung ridacchiò prendendo subito tra le mani l'unico muffin al cioccolato, e poi alzò lo sguardo sulla donna.
«Mà, alle nove andiamo al salone della signora Lee, ho voglia di cambiare, il rosso mi ha stancato»
La donna sorrise eccitata, iniziando anche a battere le mani freneticamente.
«Sì! Poi facciamo anche una bella maschera alle alghe!»
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Giunse la sera, e con essa anche Jungkook che, titubante, alle otto spaccate aveva bussato contro la porta dei Kim.
Fu il capo famiglia ad aprire, per sfortuna.
Jungkook cercò di dimenticare quello che era successo il giorno prima e sorrise all'uomo di fronte a lui come quando era piccolo.
«Salve signor Kim, TaeTae è pronto?», domandò come sempre, facendo spuntare un lieve cipiglio sul volto dell'uomo a pochi passi da lui.
«Jeon, dopo quello che ho visto ieri non mi intenerisci affatto, quindi ora smettila di fare come se avessi ancora dieci anni e apri le orecchie», mormorò, avvicinandosi minacciosamente al minore.
«Se vedo mio figlio piangere mezza volta a causa tua ti finisce male, molto male. Quindi sta attento a quello che fai», terminò, allontanandosi subito dopo con un sorriso tranquillo -e leggermente inquietante- sulle labbra.
Jungkook restò pietrificato a causa di quelle parole, ma capiva più che bene il comportamento dell'uomo. Lui e Taehyung erano sempre stati particolarmente legati, e poi Taehyung era figlio unico, era ovvio che fosse così protettivo.
«Eccomi, sono pronto!», spezzò così inconsapevolmente quell'atmosfera pesante, Taehyung, entrando nel soggiorno con un sorriso smagliante.
Jungkook spostò subito lo sguardo verso di lui, sgranando gli occhi nel vedere quanto quei capelli -adesso biondi- facessero sembrare Taehyung un tenero angelo.
Il cuore iniziò a battere rapidamente all'interno della sua cassa toracica, stordendolo per qualche istante.
«Stai benissimo, principino», disse sorridendo il signor Kim, lasciando un bacio sul capo di Taehyung che si era avvicinato a loro.
«Grazie appa», ridacchiò, lasciando poi un bacio sulla guancia del genitore prima di poggiare le mani sulle spalle di Jungkook per girarlo ed iniziare poi a spingerlo verso l'esterno della casa.
«Tornerò domani mattina!», esclamò sorridente, allontanandosi così con un Jungkook decisamente frastornato ma allo stesso tempo divertito.
Taehyung aveva continuato a camminare in quel modo per circa cinque minuti, fino a quando Jungkook non decise di fermarsi ed afferrare le sue mani.
«Per quanto ancora mi eviterai di guardarti o salutarti per bene?», domandò, spostando le mani del minore dalle proprie spalle prima di lasciarle andare.
Taehyung indietreggiò di un solo passo una volta libero, e poi prese un profondo respiro.
Era parecchio nervoso, e non ne sapeva neanche il perché.
«Non...non ti sto evitando di farlo. Sei liberissimo di fare quello che vuoi», disse cercando di tenere il tono di voce il più sicuro e tranquillo possibile.
Ma Jungkook lo conosceva così bene, era impossibile nascondergli qualcosa.
Il minore infatti si voltò con un ghigno divertito stampato in viso, iniziando poi ad avvicinarsi al corpo del più grande.
«Perché sei così nervoso, TaeTae?», domandò divertito, poggiandogli una mano sul fianco per avvicinarlo a sé.
«Non lo sono affatto!», squittì, restando praticamente immobile tra le sue braccia mentre lottava contro se stesso per evitare di arrossire in modo smisurato.
«Mh, no? Davvero? Allora posso salutarti per bene, giusto?», domandò sorridendo, stringendo la presa che aveva sul suo fianco prima di portare la mano libera ad incorniciare metà del suo viso con delicatezza.
Taehyung annuì, seppur titubante, alzando poi lo sguardo sul viso di Jungkook che stava sorridendo.
Poi d'improvviso iniziò ad avvicinarsi al viso del minore, che si era ritrovato a chiudere subito gli occhi; cosa che fece perdere un battito al povero Jungkook che della tenerezza di Taehyung non si stancava mai.
Con ancora le labbra increspate in un leggero sorriso andò a scontrare quelle soffici e rilassate di Taehyung.
Restarono però così, senza approfondire quel dolce gesto, per pochi istanti.
Poi fu Jungkook ad allontanarsi e, dopo aver tirato le labbra in un sorriso, sussurrò dolcemente «ciao».
Taehyung aprì gli occhi dopo pochi istanti, lasciandosi sfuggire una risata a quel saluto.
«Se volevi salutarmi così anche a casa, davanti a mio padre, hai fatto decisamente bene ad aspettare», ridacchiò, arrossendo lievemente.
«Oh, no, non l'avrei mai potuto fare. Credo che adesso io non piaccia più a tuo padre», rispose ridendo Jungkook, grattandosi poi la nuca ed allontanandosi lievemente dall'altro.
«Cosa?», domandò il maggiore tra le risate «cosa ti ha detto?», continuò, già con quasi le lacrime agli occhi.
«Mi ha adorabilmente minacciato, ma tranquillo eh, posso gestirlo», rispose sarcastico, sorridendo però a causa della risata di Taehyung che, non era un segreto, trovava molto contagiosa.
«Oddio, mi dispiace, davvero», e cercò di essere serio mentre lo diceva, ma Taehyung non riusciva a smettere di ridere in quel momento. Immaginare il padre, decisamente meno imponente rispetto a Jungkook ormai, minacciarlo era una scena troppo divertente per lui.
«Sì, sì, adesso andiamo», disse ridendo Jungkook, ormai contagiato dalla risata dell'altro.
E così, con la testa fra le nuvole, afferrò la mano di Taehyung e riprese a camminare, facendo arrossire e zittire d'improvviso l'altro.
Il minore, essendosi accorto della reazione dell'altro, sorrise intenerito ed aumentò di poco la stretta sulla sua mano, sentendosi sciogliere quando sentì la presa sulla mano venir ricambiato.
Con la voce che tremava a causa dell'emozione, parlò per spezzare quel silenzio, soltanto perché voleva sentire Taehyung parlare e ridere.
«Quindi, questi capelli biondi? Li hai fatti sta mattina?»
«Oh, sì!», rispose rapidamente Taehyung, con un sorriso ampio sulle labbra.
«Sono andato dalla signora Lee con eomma, è stato super divertente!», disse ridacchiando, iniziando poi a raccontare tutto quello che aveva fatto con la donna quella mattina, ridacchiando di tanto in tanto.
E Jungkook non poteva che sentirsi il ragazzo più fortunato del mondo in quel momento.
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Ho aggiornato, anche se fa decisamente schifo. :c
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