Un urlo tragico e disperato risuonó nella villa silenziosa.

Iniziai a correre da una stanza all'altra con il cuore in gola e sudando freddo.

Non poteva accadere di nuovo, no, no, NO!

Attraversai i grigi corridoi fino a quella stanza.

Da lì era partito quell' urlo così terrificante.

Misi la mano sulla maniglia fredda come la temperatura all'esterno in pieno inverno.

Con estrema lentezza la girai e feci un po' di pressione per aprirla poi infilai la testa e guardai dentro la stanza.

Era tutto al proprio posto tranne...

"Madame?" chiesi.

"ALFRED! Alfred! Entra, PRESTO!" urlò stridula la voce ormai ben conosciuta dalle mie povere orecchie.

"Un MOSTRO! Un mostro! Aiuto, Alfred, aiuto!"

Entrai dentro la stanza e capii tutto.

"Ah, Madame, vedo che avete fatto conoscenza con Morte."

"MORTE? Morte?! Questo orribile mostro ha un nome?!"

"Suvvia, mia signora, lo ha trovato il Signorino, vostro figlio, e ha deciso di tenerlo. Ora mi faccia il piacere di scendere dalla sedia, potrebbe farsi male."

Infatti Madama era su una sedia, spaventata dall'animaletto della gabbia.

Lentamente scese e, stando ben attenta nell'avvicinarsi al tavolo, si avviò verso la porta.

"O-ora ci p-parlo io con mio figlio, n-non può tenere questa cosa in c-casa!" balbettó e uscì.

Io feci un mezzo inchino come d'etichetta poi, quando sentii i passi veloci della signora ormai lontani, mi avvicinai alla gabbietta e osservai negli occhi la strana creatura.

Aveva la pelliccia tutta bianca con delle macchie sul viso fucsia e il naso era blu. I suoi occhi eran color cenere.

Stava rannicchiato nella gabbietta e in una zampa anteriore aveva una carota mezza mangiucchiata.

Forse un coniglio? Non saprei dirlo.

"Perdonala, fa spesso così ma è una buona donna."

Feci un giro del tavolo e tornai dove ero prima, davanti alla gabbietta.

"Certo che sei strano." dissi osservando il suo aspetto.

Sbuffai dandomi dello stupido per aver parlato con una bestiola e mi affrettai ad uscire dalla stanza.

"Non sono strano."

Mi bloccai.