La mia testa si gira automaticamente di scatto. È ripugnante.
I conati di vomito mi assalgono. Ho cambiato idea. Non voglio salvarmi, preferisco morire che riportare in vita quell'essere. Chino la testa e rigetto tutto quel che ho in corpo. Voglio fuggire, correre via di qui. Alzo la testa e guardo avanti. Forse è tutto un sogno... Invece no. Lei esiste ed è davanti a me. Ritorno più lucido. Il fetore di vomito e carne putrefatta ha appestato tutta l'area. Il mio stomaco minaccia di rigettare ancora. Mi fermo un attimo a pensare cercando di non guardare quell'abominio. Cosa faccio? Sono chiuso in un fottuto buco in mezzo al nulla. Se faccio quello che mi dice, chi mi assicura che non mi succederà nulla? Ma che scelte ho? Se non l'ascoltassi? So bene di cosa è capace... Non può avermi fatto tutto questo per poi uccidermi in malo modo; ho fatto tanto per lei. Non mi resta, a questo punto, che ascoltarla. Devo fare ciò che mi dice.
Presa questa decisione ho la strana sensazione di aver fatto la scelta giusta. Tomino mi stava forse manipolando?
Mi faccio coraggio. DEVO ascoltarla. Devo fare quello che lei vuole.
Alzo lo sguardo, l'armadio è chiuso, ma ha qualcosa di diverso... Riesco a mettere a fuoco una scritta rosso sangue: "OPEN IT AGAIN".
Dietro di me, improvvisamente, dalla libreria, cade un libro, da cui volano fuori alcuni fogli. L'impatto del libro produce un suono sordo e continuo ed alza un velo di polvere che mi fa tossire ripetutamente. La copertina di pelle è decorata da numerose incisioni sbiadite. Risalgono certamente a più di un secolo fa. Tremando tutto mi avvicino al libro e leggo sotto le incisioni un nome scritto da una mano precisa e raffinata:
"Thora Kimino"

Tomino.
Ecco il perché di quello strano nome.
Sollevo la copertina.
Niente. Pagine ingiallite senza alcuna nota, disegno... Non c'è niente, nessuna istruzione, da nessuna parte.
Che inutile perdita di tempo. Allora mi giro, e il mio sguardo cade sull'armadio. Decido di seguire le istruzioni di Tomino; Apro l'armadio di nuovo e per poco non vomito di nuovo. I lunghi capelli neri contornano un viso adolescenziale bellissimo e intatto. Gli occhi, chiusi, sembrano fissarti anche se attraverso le palpebre. Il pallore del viso contorna un macabro e maligno sorriso, quasi fosse stata felice al momento della morte. Il vestito rosso che avvolge buona parte del corpo lascia intravedere due candide mani. Quello che mi colpisce, però, sono le unghie. Affilate, lunghe e sporche di sangue. Guardo involontariamente le mie ferite sul braccio. Distolgo lo sguardo e accosto l'armadio. Dietro di me, il libro di Tomino inizia a sfogliarsi da solo. Il rumore, simile a quello che ero abituato a sentire mentre leggevo tutti i miei libri, attira la mia attenzione. Guardo il libro: è aperto, ed ora, nella stessa delicata grafia sono annotate alcune frasi.
Traduco a fatica la prima frase.
"Qui di sotto annoto le istruzioni per riportarmi in vita"

Lancio il libro per aria alla vista di una piuma che, uscita da un cassetto della scrivania, si intinge da sola e fa per scrivere sul libro.

La penna, noncurante del lancio, si accosta al libro e comincia freneticamente ma delicatamente a scrivere sulle pagine ingiallite.

Era opera sua.

SPAZIO AUTORE

Se ho ancora qualcuno che mi segue, vorrei scusarmi per l'interminabile assenza, ma la vacanza mi ha completamente preso...  Ora ricomincerò a pubblicare costantemente.

Tomino vi osserva ÷)