Prologo
Vi ringrazio per le 50.000 visualizzazioni di Ricomincio da qui,non immaginate la mia felicità.
È passato un anno. Un intero anno da quando ho lasciato la mia casa, il mio paese, i miei amici ritrovati, ho lasciato un uomo che mi ha dato tanto senza che lui stesso se ne rendesse conto.
Tutto nell'arco di un anno è cambiato, ogni cosa, io prima di tutto.
-Samantha devi sbrigarti altrimenti perdiamo la nostra occasione.-
La voce di mia madre mi richiama con tono un pò agitato nella voce.
-Mamma lo sai che odio quando mi chiami con il mio nome di copertura.-
Da quando ho iniziato a lavorare sotto copertura ho odiato il micro auricolare che sono costretta a tenere nell'orecchio per poter parlare con il centro operativo.
-È una cosa di cui devi abituarci Azzurra se vuoi lavorare nella CIA.-
Ancora oggi, mi domando chi me lo ha fatto fare a lavorare con mia madre, avrei dovuto scegliere FBI, forse avrei avuto più azione.
-Azzurra sbrigati i controllori stanno arrivando.-
Dopo aver armeggiato per ben mezz'ora con la carta magnetica per poter aprire la porta davanti a me, finalmente ci sono riuscita.
Davanti a me uno studio in legno, elegante, si erge impotente. Velocemente mi dirigo verso il quadro di un paesaggio per poter aprire la cassaforte che si trova dietro di essa.
-Siamo fottuti, mamma.-
Guardo la cassaforte davanti a me, chiedendomi che cosa posso fare.
-Che succede? Sei stata scoperta?-
Ok che faccio questo lavoro da un anno, ma so come non venir scoperta da quegli omoni alti due metri.
-No, abbiamo a che fare con una cassaforte a impronta digitale.-
La sento sospirare dall'altro lato del microfono. Mamma non voleva che iniziassi a lavorare come spia. Ma dopo essere stata costretta a lasciare l'Italia per l'America, ho sentito che quello era il mio unico posto. Solo facendo questo lavoro avrei smesso di pensare a lui.
-Non fare la preziosa amore, sai perfettamente come aprirla.-
Il fatto che il tuo attuale fidanzato sia un agente dell FBI ci porta a collaborare molto spesso, cosa che i miei superiori non apprezzano molto, ma sanno che Kevin è bravo nel suo lavoro.
Non gli rispondo mi metto ad armeggiare con i trucchi che ho nella borsa per aprire questa maledetta cassaforte.
Dopo aver tamponato un po con la cipria e poi averci attaccato sopra un po di nastro, non so io stessa come faccio ad avere del nastro adesivo nella borsetta, finalmente riesco ad aprirla.
Prendo velocemente il cofanetto azzurro di dentro la cassaforte per poi rimettere tutto a posto è dirigermi verso l'uscita.
-Ferma Azzurra, Marcus si sta avvicinando al suo ufficio ti devi nascondere.-
Mi avverte mia madre con fermezza.
Mi guardo in torno, cercando un posto in cui mi posso nascondere finché Marcus non andrà dinuovo via, ma dove mi posso nascondere?
Sotto la scrivania no, potrebbe sedersi sulla sua sedia di pelle e sarei fregata, dietro la tenda neanche, sarebbe da principiante, nel suo bagno privato, meglio evitare se mi scopre non avrei nessuna scusa credibile da rigirarli, visto che la casa è piena di altri bagni.
Solo quando inizio a sentire i passi del grande boss con dietro di se le sue guardie del corpo, capisco che cosa devo fare.
La porta si apre lentamente davanti a me, fino a mostrarmi Marcus con dietro di se tre guardie.
-Samantha che cosa ci fai qui.-
-Ti stavo aspettando non vedi ?-
Il vestito nero brillantinato che indosso ha un vertiginoso spacco sulla coscia sinistra, che non evito di mettere in mostra per poterlo confondere un po.
-Se mi avessi detto che ti trovavo qui, sarei venuto prima.-
Fa segno hai suoi uomini di andare via, i quali escono senza prima aver guardato in modo più approfondito il pezzo di pelle lasciati scoperto dal vestito, uomini!.
Tutti escono tranne un uomo che riconosco come Samuel il braccio destro di Marcus.
Non ho la possibilità di studiare il suo volto visto che mi viene coperto da Marcus che si attinge a toccare la mia coscia e a baciarmi delicatamente le labbra.
-Mi piacerebbe veramente passate del tempo con te amore, ma ho degli affari importanti da concludere.-
Lo guardo con uno sguardo fintamente dispiaciuto prima di scendere dalla scrivania e dirigermi verso la porta per uscire.
Velocemente ma neanche troppo per non destare sospetti, esco dalla villa per andarmi a dirigere verso la mia Ferrari colore oro. Lo so un'auto che non passa inosservata ma che posso farci, fingo di essere una ricca e stravagante miliardaria che si diverte a correre per soldi e nel frattempo ho un giro di diamanti di valore inestimabile.
Devo dire che per la prima parte la mia copertura mi sta a pennello, per la seconda cerco di cavarmela.
Velocemente mi dirigo, accertandomi che nessuno mi segua, verso la torre di controllo dove ad attendermi c'è mia madre e Kevin.
-Ottimo lavoro Azzurra, il capitano vuole parlarti.-
Mia madre mi arriva davanti senza darmi neanche la possibilità dì togliermi la parrucca bionda che sono stata costretta ad indossare.
-Ok vado subito, tu tieni questa chiavetta.-
Sono stata sotto copertura per cinque lunghi mesi, e tutto solo per recuperare una chiavetta nella quale ci sono riportati i nomi degli agenti sia della CIA sia dell FBI che fanno il doppio gioco. Ho imparato tanto da quando faccio questo lavoro e non mi pento di nulla.
Arrivo vicino la porta in vetro e busso due volte prima di entrare, al suo interno trovo il capo del mio settore insieme a mio padre in divisa, cattivo segno.
-Che succede?-
Nessuno dei due parla, mi fanno segno di chiudere la porta e sedermi, mentre si scambiano dei sguardi strani come a chiedersi chi dei due deve sganciare la bomba.
-Abbiamo un grosso problema.-
Inizia a parlare il mio capo Valerio.
-Gregor è scappato dal carcere di massima sicurezza.-
Il cuore mi si ferma, passo il mio sguardo da mio padre a Valerio è poi torno a mio padre.
-È uno scherzo?-
Mio padre squote la testa e si mette seduti accanto a me.
-È scappato ieri notte siamo stati avvisati qualche ora fa mentre tu eri impegnata con la missione.-
Cerco di calmare il mio respiro e di conseguenza il battito del mio cuore ma mi risulta difficile.
-Ma non è tutto.-
Parla Vittorio mettendosi davanti a me con in mano un fascicolo.
-Ti ricordi di Nick Morgan?-
Risentire il suo nome porta il mio cuore a fare una capriola, il mio stomaco contrarsi e la mia mente svuotarsi dai pensieri.
-Gli è successo qualcosa?-
Il pensiero che Gregor possa essere arrivato di già a lui, mi riempie di rabbia.
-È rientrato in brutti giri, uno troppo grande per lui.-
Non capisco, cosa state cercando di dirmi. Guardo mio padre in cerca di una risposta.
-In confronto hai suoi amici lui ha ricominciato a darsi a brutti giri, più brutti dei precedenti. Potrebbe rischiare la vita.-
La salivazione mi si è azzerata e mi sento mancarmi le forze.
Ti prego lui no!
Angolo autrice
Chiedo scusa per gli errori
Gli aggiornamenti non saranno regolari
Pensavate che Gregor fosse morto? Mi dispiace ma l'erba cattiva non muore mai.
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