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CAPITOLO 12

Pianeta Ios

Luke scosse la testa osservando i tre cugini. "Avete avuto una folle idea, sapete?" "Non esistono folli idee. Esistono solo persone che accettano di correre rischi e persone che preferiscono non avere problemi." Zoe sospirò. "Percy, non puoi fare così. Avevamo degli ordini ben precisi da Lord Caos! Avremmo dovuto lasciar fare a loro, non prendere iniziative!" "Sentite, so che non ho seguito gli ordini, ma... Ho visto un'occasione e l'ho colta. Se avessimo dovuto lasciar fare ai celtici, per quale motivo Caos ci avrebbe mandati qui? Non sarebbe servito il nostro aiuto, o mi sbaglio?" Zoe e Luke non risposero. Charles arrivò in quel momento. "Scusate, ragazzi. Non volevo interrompervi, ma... Percy, Talia e Nico, Lord Caos desidera conferire con voi." I tre cugini si scambiarono uno sguardo, muovendosi poi all'unisono verso la tenda destinata ai Cavalieri.

"Ragazzi, entrate per favore." I tre presero posto silenziosamente. Lord Caos li osservò, prendendo silenziosamente una decisione. Perseus aveva la schiena dritta, una postura da soldato. Non aveva accettato l'invito, preferendo restare in piedi, con le gambe leggermente aperte e la fronte alta. I due cugini, invece, avevano preso posto sulle sedie loro indicate, e mantenevano un'espressione orgogliosa in volto. Caos, sospirando, ripensò a come gli erano parsi persi e sperduti nel momento in cui li aveva incontrati, devastati dal recente e doloroso tradimento dei genitori. Il silenzio stava consumando i giovani che, però, non davano cenni di paura od insicurezza. Caos sorrise, orgoglioso. "Sono davvero stupefatto delle vostre azioni. Avete superato le mie più rosee aspettative. Sono orgoglioso di quanto avete imparato." Le espressioni dei giovani rivelarono il loro sbigottimento. Caos ridacchiò. "Temevate una punizione e non battevate ciglio, arriva un complimento e siete sconvolti? Dannazione, ne avete viste delle belle. Sono davvero orgoglio, ragazzi. Avete compreso che la vostra arma più potente è l'istinto. Sapete pensare con razionalità davanti a un pericolo, ed è un bene. Ma voi siete esseri umani, e le emozioni sono il vostro perno. Non temere mai di manifestarle." Loro annuirono, silenziosamente. Caos, osservando Percy, sorrise. "In fondo, voi siete Cavalieri. Vincete le guerre e poi ve ne assumete tutte le conseguenze." L'espressione del giovane era impagabile. Caos, ridendo, diede loro il permesso di ritirarsi. "Andate pure, ragazzi. Ci sarà un festeggiamento, stasera. Comportatevi adeguatamente. Vi ricordate gli insegnamenti di Lord Miraval riguardo i celtici, vero?" "Si, Lord Caos." Disse Talia, parlando per la prima volta da quando avevano messo piede nella tenda. "Molto bene. Rispettate le loro tradizioni. Andate pure. Riposatevi fino al mio nuovo comando."

Fuori dalla tenda, Percy fischiò. "E chi se lo aspettava." Nico scosse la testa, sconvolto. "Mi aspettavo almeno una punizione, un rimprovero... Invece..." Talia sbuffò. "Ci ha dato un lasciapassare, ragazzi. Be', non so voi, ma io vorrei riposarmi un po' prima di dover festeggiare con i celtici." Nico fece una smorfia, mentre Percy rideva. "Cavolo, Luke mi ha parlato di alcune usanze celtiche che sono davvero da provare. Coinvolgono alcolici e combattimenti niente male..." "Perce! Quanti anni hai?" "Più di te, Neeks." "Allora vedi di comportarti da persona matura e non fare come tuo solito. Andiamo nella tenda e cambiamoci. Poi, prima della festa, ognuno fa quello che preferisce. Quando dovremo andare alla festa, tutti e nove insieme, chiaro?" Percy annuì, concordando con le parole del cugino. Talia fischiò. "Perce, dovresti parlare tu con gli altri e dire il piano." "Perché?" "Perché sei quello a capo. Noi lo sappiamo e anche gli altri. Solo una formalità." Percy guardò Nico, che annuì. "Va bene, anche se non ne vedo la necessità." Talia e Nico, guardandosi, sorrisero. Percy aveva un cuore talmente puro da non voler ordinare niente ai suoi amici. "A chi arriva primo?" Domandò il ragazzo, distogliendo i due cugini dai loro pensieri. Talia ghignò. "Hai già perso." I tre, comportandosi come dei bambini, corsero velocemente verso la loro tenda, consapevoli che al loro interno avrebbero trovato i loro amici, pronti ad ascoltare il resoconto del loro incontro con Caos.

Era tempo di cominciare i festeggiamenti. Tutti i celtici erano già entrati nell'area destinata allo spettacolo. Luke e Bianca, invece, rimanevano in attesa degli altri sette, per entrare tutti insieme. "Quanto ci mettono? Avremmo dovuto già essere dentro." Luke continuava a sbuffare e lamentarsi, mentre Bianca, tranquilla, osservava il via vai di persone. "Bianca, non sei infastidita?" "Sono la sorella maggiore di Nico. Tu l'hai conosciuto dopo la mia morte ma prima... Dannazione, non faceva altro che parlare di Mitomagia. Era davvero fastidioso." Zoe e Micheal li raggiunsero. "La coppietta e gli idioti?" Bianca e Luke scrollarono le spalle. "Non sono ancora arrivati, purtroppo. Luke non ne può più di aspettare." Luke sbuffò, confermando le parole dell'amica più piccola. Zoe e Micheal sorrisero, mentre Silena e Charles li raggiunsero. "Ehi, scusate il ritardo. Silena ha deciso di sistemarsi i capelli per circa una ventina di minuti." Bianca sorrise, scusandoli a nome di tutti. "Ma... Percy, Talia e Nico? Dove si sono cacciati?" I tre arrivarono in quel momento. "Scusate, Nico non voleva venire. Ha scoperto che avrebbe dovuto ballare." I Cavalieri risero per la spiegazione di Percy, mentre Nico metteva il broncio per le parole del cugino. "Perce..." Il ragazzo alzò le mani, in segno di resa, per poi dire. "Abbiamo aspettato abbastanza. Entriamo e facciamo la nostra scena?" Gli altri, chi sbuffando, chi scuotendo la testa e chi borbottando, annuirono e seguirono Percy verso l'entrata.

"Ascoltatemi, popolo mio. Abbiamo potuto battere i nostri nemici, ma solo grazie al coraggio, alla lealtà e all'abilità dei nostri ospiti. Rendiamo omaggio, qui e per sempre, ai Cavalieri di Caos, salvatori dell'universo. Alzate i calici!" "Alziamo i calici!" Il popolo dei celtici bevve in onore dei cavalieri, mentre quest'ultimi tentavano di non alzare gli occhi al cielo per tutte quelle formalità. 

Talia sbuffò. "Siamo stati abituati male..." "Che intendi dire?" Chiese, sussurrando, Percy. I due stavano ballando un lento, con la mano destra di Talia sulla spalla del ragazzo, e la mano sinistra di Percy alla vita della cugina. "Abbiamo salvato questo pianeta, questa gente. Siamo stati ringraziati." "E con questo? Credo sia normale, no?" "Perce, abbiamo reagito alzando gli occhi al cielo!" "Non alzare troppo la voce. Comunque, be'... erano eccessivamente formali, no? Alzate i calici... un Grazie era più che sufficiente, credo." "Si, lo era, ma noi... Andiamo, riflettici. Hai fermato Luke, e non ti hanno detto niente; hai recuperato il Vello e niente, Atlante, nada; il labirinto, idem e Crono. Lo stesso. Abbiamo salvato infinite volte la Terra e gli dei non ci hanno mai dato retta." Percy fece girare la cugina, prima di ricominciare a danzare. "Lo so, Tals, ma devi pensare che quello è il passato. Siamo qui, siamo insieme. Cosa importa dei ringraziamenti? La Terra è solo un  brutto ricordo. Caos ci ha garantito che non torneremo mai più lì. Perché continui a preoccuparti?" "Non lo so. Credo sia... lasciamo perdere. Hai ragione. Siamo insieme, niente altro ha importanza." Percy le sorrise, e Talia annuì alle sue stesse parole. Niente altro aveva importanza. "Scusate." Una voce distrasse i due cugini: la figlia del re dei celtici sorrideva civettuola a Percy. "Avete salvato la nostra casa, e volevo ringraziarvi, Perseus. Che ne dite di danzare con me?" Percy, cogliendo il sorriso malizioso della cugina, annuì, lanciando un'occhiataccia a Talia, intimandole di smetterla. Talia si spostò. "Raggiungerò gli altri, Perseus. Principessa." La mano destra della giovane si avvinghiò alla spalla del ragazzo. "Avanti, Perseus. Non fatevi implorare, ve ne prego." "Non dovete assolutamente farlo, vostra altezza. Ritengo un onore poter danzare con voi. Mi rendete vostro debitore." La ragazza rise, mentre i due cominciavano a danzare.

"Come sta andando?" Nico e Talia sorridevano all'indirizzo di Percy. La sera dei festeggiamenti, il ragazzo era stato trattenuto insieme alla principessa, per discutere di affari. "Tutto bene, ragazzi." "Immagino che la discussione sia stata proficua." Affermò, tranquillamente, Luke, reso consapevole della situazione da Talia. "Ho davvero discusso con la principessa e con suo padre. Sembra proprio che i celtici non comprendano il concetto di riposare e dormire." "Ah ah. E tu lo sai perché..? Hai passato la notte con loro?" Nico venne fulminato con lo sguardo da Percy. "Purtroppo sì. Sapete per quanto tempo dovremo rimanere qui?" Chiese poi, guardando Zoe. La ragazza scosse la testa. "Fino alla prossima missione, suppongo." "Guarda il lato positivo, Perce... potrai passare più tempo con la tua bella." Talia ricevette una gomitata da Bianca, che era arrossita. "Potreste smetterla con le vostre insinuazioni? Già è terribile quello che ha fatto Percy... non peggiorate la situazione." "Aspetta, io non ho fatto niente!" Luke rise. "Hai fatto fare tutto a lei? Vergogna, ti ho insegnato meglio di così." "Tu non mi hai insegnato niente, ma comunque non sarebbe servito ieri sera. Perché non è successo niente." "Come vuoi Perce"

"Mi dispiace interrompere la vostra incantevole e interessante discussione, davvero. Ma avete una nuova missione. Andrete nella Valle Bianca, del pianeta Ypros." "Ypros? Non è dei giganti?" Caos sorrise a Percy. "Esatto. Una piccola fazione si sta ribellando al legittimo erede, e vuole rivoltare l'ordine naturale delle cose. Occupatevene, per favore." Percy raddrizzò la schiena, prima di annuire. "Certo, mio signore. Avete degli ordini che dovremmo seguire?" Zoe sorrise orgogliosa verso Percy, consapevole dello sforzo che gli era costato quella frase. "Alcuno. Seguite solamente le direttive di Percy. Ha un buon istinto, il migliore credo. Fate quello che ritiene giusto. I giganti non avranno niente da ridire su di voi, ne sono certo. Ricordate solamente i loro costumi. Dovete mostrare pieno rispetto delle loro usanze." "Lo sappiamo, Lord Caos." Prima di scomparire, il lord sorrise a Percy. "Comunque, era davvero carina la principessa. Bella scelta, Perseus." Luke, Talia e Nico scoppiarono a ridere, mentre gli altri scuotevano il capo verso Percy. "Dicevi?" "va bene. Scusate, ma ha insistito lei, non io." Prima di uscire, il ragazzo disse. "Preparate i bagagli e i draghi. Partiamo tra venti minuti." Gli altri otto annuirono.

"Bene... Tre tende, siamo nove. Tre persone per tenda." Percy guardò Luke. "Sono sbalordito dalla tua abilità matematica, Luke." "Divertente, Percy, davvero. Allora, come ci disponiamo?" Talia indicò lei stessa, Nico e Percy. "Noi insieme." Gli altri sei annuirono, non avendo messo in dubbio la cosa. "Io e Charles vorremmo stare insieme." Zoe, alla frase di Silena, storse il naso. "Io non con loro." "Perché?" "Perché potreste farmi venire il diabete, ecco perché. Vado nell'altra tenda." Micheal annuì. "Anche io passo, siete troppo smielati per me." Luke annuì. "Non guardate me, io ho bisogno di privacy la sera." Bianca sospirò. "Vengo io con voi, e lascio Zoe con Luke e Micheal." "Aspetta, cosa?" Zoe guardò Bianca. "Scherzi, vero? Non puoi lasciarmi solo con loro! Sono maschi!" "Avresti comunque un ragazzo con te, Zoe." Provò a calmarla Silena. Percy rise. "Zoe, tranquilla. Luke è innamorato di Talia, Micheal del suo arco. Non corri pericoli con loro." Zoe sorrise, non tranquilla. Con un ghigno, Percy proseguì. "Lasciando perdere il fatto che abbia più possibilità Micheal di Luke." Tutti, tranne Luke, risero alle parole di Percy. Talia, in particolare, era la più divertita. "Okay, abbiamo risolto la questione tende. Sistematevi, per favore. Abbiamo udienza con re Yosef nel pomeriggio, e non vorrei farlo aspettare. Ci rivediamo qui tra due ore." Gli altri annuirono, dividendosi nelle tende.

La sera, dopo l'udienza e la consapevolezza delle decisioni prese dai giganti fino a quel momento, i cavalieri si erano ritirati, esausti, nelle loro tende. L'indomani, una lunga giornata di combattimenti li avrebbe aspettati.

Nico stava camminando verso la Casa Grande. Aveva un qualcosa che gli faceva accelerare il passo. Camminando, vide Annabeth seduta vicino alla casa di Atena. Alzò un braccio per salutarla, ma la ragazza gli diede le spalle. Confuso, Nico cominciò a correre verso l'enorme casa che vedeva. "Chirone!" Entrato, rimase folgorato: Percy e Talia erano tenuti fermi da Marcus e Juliet, mentre John, sorridente, parlava con Ade, Zeus e Poseidone. "Nico! Finalmente sei arrivato!" Ade ghignò all'indirizzo del figlio. "Ti aspettavamo." Continuò il dio. "Padre, cosa... lascia stare Talia e Percy! Cosa state facendo?" John sorrise. "Non potevi perderti lo spettacolo." Trafisse Talia con la spada. "NO!" Percy incrociò lo sguardo del cugino. "Non hai colpe, Nico." Poi venne trafitto anche lui da John.

"PERCY, NO!" "Schh, Neeks, sono qui." Nico spalancò gli occhi ed intravide i contorni del cugino. "Perce..." "Era solo un incubo, Neeks. Sei al sicuro, tranquillo." Il più piccolo abbracciò convulsamente il cugino, piangendo sulla sua spalla. "Sembrava così reale... Ho avuto paura..." "Non devi averne." "Si che devo. Sono solo.." "No, non lo sei. Ci sono io, e fino a quando ci sarò io, non dovrai temere niente e nessuno." Nico spalancò gli occhi. Poi si lanciò tra le braccia di Percy. "Sh sh. Ci sono io con te, adesso." Percy abbracciò il cugino tutta la notte.

Terra
Drew stava sorridendo mentre si pettinava allo specchio. Uscì dalla cabina proprio mentre Annabeth passava da lì. "Sai, Annabeth. Ti ho sempre trovato molto ridicola. Avresti potuto essere la fidanzata di Percy, ma hai preferito Marcus." "È stata colpa tua, quello!" "Ti eri già allontanata. Sei debole e sciocca. Mi fa piacere." "Cosa?" "Che anche le figlie di Atena commettano errori. Non credo farai più la so tutto io, adesso. Hai perso il ragazzo e la reputazione. Divertente."
Grover arrivò di corsa. "Ci sono delle dracene nel campo! Combattiamo!"

Scacciato il nemico, Annabeth corse da Chirone. "Come sono entrate? Non possono farlo, no?" Chirone guardava Zeus, Ade e Poseidone. "Sono state evocate. Qualcuno nel campo le ha evocate. Potremmo avere un'altra spia." Annabeth sospirò. "Vedo se riesco a scoprire qualche cosa." Uscì dalla Casa grande trattenendo un singhiozzo. "Mi manchi, Percy."

Angolo autrice
Alla prossima
By rowhiteblack

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