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Arrivò ben presto la domenica, giorno amato da molti perché significa niente lavoro e totale relax.
Questo valeva anche per Minjee che, quella mattina, si alzò piuttosto tardi facendo tutto ciò che doveva con estrema lentezza e tranquillità, anche perché il suo corpo era molle come un fico.
La stanchezza la stava rallentando ogni giorno di più.
Nonostante ciò si diede alle pulizie.
Passò l'aspirapolvere, lavò il bagno, spolverò le mensole sparse per la casa e stese i panni.
Fece tutto ciò nel più totale silenzio canticchiando solamente una vecchia canzone che aveva ascoltato anni prima e di cui si era innamorata, ma, a suo malgrado, non ricordava il nome.
Buffo vero?

Sbadigliò ampiamente quando, dopo due ore di lavoro, si ritrovò seduta su una delle sedie bianche che circondavano il tavolo posto sull'ampio balcone.
Aveva la schiena rivolta verso il muro mentre davanti a sé, sul davanzale, erano esposti innumerevoli vasi pieni di piantine con piccoli boccioli che presto, grazie alla stagione, si sarebbero schiusi regalandole la visione di favolosi e, da lei molto amati, particolari fiori.
Sorrise pensando a quando avrebbe visto il suo balcone pieno di tonalità accesse e luminose, forse quella sarebbe stata l'ultima volta, l'ultima volta che avrebbe potuto ammirare la primavera e tutti i suoi frutti.
Aveva sempre amato quella stagione.

Sospirò esausta aprendo il block notes davanti a lei, appoggiato sul tavolo che era ricoperto di una leggera tovaglia con incisi sopra dei grandi girasoli, gliela aveva regalata Lisa dopo che, per sbaglio, aveva rovesciato il tubetto di smalto rosso sulla vecchia tela che ormai risiedeva in una discarica.
Cercò una pagina pulita dove, dopo aver afferrato la matita appena temperata alla sua sinistra, iniziò a scrivere un piccolo titoletto in alto: lista dei desideri.
Lo lesse e storse il naso.

"Troppo infantile"

Pensò cancellando la scritta e riscrivendone un'altra che però non le piacque lo stesso.
Continuò così per ben dieci minuti fino a che, stancatasi della sua poca fantasia e della perdita di tempo, alla fine decise solamente di scrivere un semplice: lista.
Venerdì sera e sabato aveva visto parecchi film tristi, come Now is good e Bucket List, dove il o i protagonisti erano malati di cancro o tumore, inutile dire che la bionda aveva pianto come una fontana deprimendosi ancora di più.
Autolesionista, l'avrebbe chiamata qualcuno, ma la verità era che neanche lei sapeva il perché li aveva voluti vedere, forse a causa dell'umore sotto i piedi o per colpa di una malsana curiosità.
Fatto sta che in lei era nata un'idea, un'idea innocente ed un po' drammatica se vista da fuori.
Avrebbe fatto anche lei una lista di cose che avrebbe voluto fare prima di morire, giusto per andarsene senza rimpianti, se la malattia avrebbe avuto la meglio su di lei.
Sulla sinistra del foglio iniziò così a disegnare una serie di pallini, piccoli e scuri, dall'alto verso il basso a modo di elenco dopodiché iniziò a scrivere alcune sue volontà.

Continuò in silenzio fino a che la sua quiete non fu spezzata da una voce a lei conosciuta, accompagnata da dei piccoli miagolii.
Alzò di poco lo sguardo girandolo verso destra incontrando così l'affascinante figura di Jungkook con in mano un annaffiatoio verde e con di fianco Momo, seduto sul davanzale, che sembrava aver la bocca piena mentre un filo verde penzolava fuori da essa.
<Momo quante volte ti ho detto che non si mangiano i fiori o l'erba?!> lo rimproverò il corvino vedendo il dolce gattino, dopo un lungo scambio di occhiate, sputare alcuni gerani masticati e pieni di saliva provocando nel ragazzo un'espressione esasperata.
Minjee, a quella vista, non riuscì a trattenere una forte risata che le fece lacrimare gli occhi ed attirare l'attenzione del più alto che, in quel momento, indossava una semplice maglietta bianca a maniche corte e dei pantaloni da ginnastica grigi.
La bionda portò una mano al petto, tentando di placare la sua risata, mentre sentì Jungkook grugnire.
<buongiorno anche a te, sei di buon umore oggi?> la schernì lui girandosi completamente verso di lei appoggiando così le braccia sul davanzale, come il mattino in cui il suo gatto si era intrufolato nella casa della ragazza.
<diciamo di sì, però non potrei dire la stessa cosa di te, buon samaritano> gli rispose lei aggiungendo quel nomignolo che fece alzare gli occhi al cielo al ragazzo che sbuffò platealmente.
Minjee aveva iniziato a chiamarlo così dopo la conversazione che aveva avuto con lui la mattina di due giorni prima, alla caffetteria, dopo che lui le aveva detto che voleva essere suo amico perché aveva come la sensazione che lei avesse bisogno di qualcuno.
<dai smettila con quel nomignolo! - sbottò lui come un bambino offeso e indignato, facendo solamente intenerire la minore che cercò di soffocare un'ennesima risata - se voglio essere tuo amico è anche perché mi piaci come persona> proferì lui infine facendola ammutolire sul posto.
Si guardarono per qualche attimo negli occhi mentre sui volti di entrambi iniziò a propagarsi un forte rossore.
Jungkook, resosi conto di aver dato voce ai suoi pensieri, abbassò lo sguardo imbarazzato sentendo il cuore martellare nel suo petto ad un ritmo doloroso.
In quello stesso momento Minjee, anch'essa rossa in viso, volse velocemente lo sguardo sull'ordinata pagina del suo block notes, lasciando che alcune ciocche bionde ricadessero in avanti in modo tale da nascondere un po' la sua vulnerabilità.

"Avanti Minjee, per così poco?!"

Si rimproverò sentendo il suo battito accelerare.
Conosceva quel ragazzo da appena una settimana e già era capace di frastornarla e scombussolarla, tutto il controllo che aveva sulle sue emozioni e sensazioni stava brevemente sparendo in una manciata di giorni.
La bionda aveva la sensazione di star partecipando ad un gioco e le sembrava che Jungkook stesse infrangendo tutte le regole, iniziando a barare su tutti i fronti senza lasciarle via di fuga.
Strinse fortemente tra le sue dita la lunga e sottile matita mentre un imbarazzante silenzio era calato su entrambi che, colpiti dolcemente dal primo venticello primaverile, evitavano qualunque contatto.

<uhm, allora che stai facendo?> chiese lui dopo diversi minuti spezzando l'insostenibile tensione.
A quella domanda anche la bionda su riprese rimettendosi ritta e passandosi poi una mano sul collo.
<una lista - iniziò a dire lei alzandosi dalla sua postazione, avvicinandosi così lentamente al corvino che, nel vederla avanzare, deglutì rumorosamente - una lista di cose da fare nel caso...nel caso in cui...insomma hai capito> sussurrò spiccia lei raggiungendo così il davanzale del suo balcone, precisamente davanti al ragazzo che la scrutava curioso e con ancora le goti rosate.
<ho visto un po' di film deprimenti e mi è venuta in mente quest'idea> continuò lei vedendolo inarcare un sopracciglio.
<una botta di vita, insomma> ridacchiò lui facendole alzare gli occhi al cielo.
Jungkook, dopo qualche attimo, non appena la vide appoggiarsi al cornicione nero, si sporse sfilandole il block notes dalla mani iniziando così a leggere i vari punti.
<hey! Chi ti ha detto che potevi guardare!> lo rimproverò lei cercando di riprenderlo, ma, appena si sporse, lui fece un passo indietro mentre un'espressione sorpresa dipinse il suo volto.
<andare ad un parco divertimenti, mangiare la torta al cioccolato di zia Chaerin, assaggiare una banana split... - iniziò lui a leggere ad alta voce mentre un suo sopracciglio si inarcò - sai immaginavo che avresti osato con tappe estere o quant'altro, non avrei mai pensato a cose così semplici> ammise Jungkook ripassandole il block notes che la bionda gli strappò di mano con un gesto secco mentre le sue guance si tinsero di rosso a causa dell'imbarazzo.
<sai, non siamo mica tutti come te che ci possiamo permettere due appartamenti! - disse lei assumendo un'espressione imbronciata - Grazie a Dio riesco a pagarmi le cure, andare in un'altra nazione, sebbene mi piacerebbe molto, mi farebbe solamente cadere in banca rotta> raccontò Minjee stringendosi il blocco di fogli al petto, distogliendo lo sguardo dal corvino che si sentì un po' in colpa per il commento che si era lasciato sfuggire poco prima.
<e poi, da piccola, sono stata una bambina piuttosto triste quindi, per me, queste sono grandi cose> ridacchiò lei infine cercando di smorzare un po' la leggera tensione che si era venuta a creare.

Dopo aver guardato insistentemente il pavimento del proprio balcone, nella memoria del giovane sorse una vecchia conversazione che aveva avuto con la ragazza davanti a sé.
<alla fine non mi hai più detto perché hai chiamato il mio balcone sudicio> affermò lui attirando l'attenzione della bionda che, intenta a leggere l'ora sullo schermo del suo telefono, fece comparire un ghigno divertito sulle sue sottili labbra.
Alzò lo sguardo, fissò le sue iridi scure in quelle di lui del medesimo colore non rispondendogli subito.
<la curiosità a volte uccide, sai?> lo provocò lei vedendolo fremere dal desiderio di scoperta.
<non penso che morirò per questa informazione> affermò lui di rimando facendola ridacchiare.
<Jackson è sempre stato alquanto bizzarro ed in fatto di feste si può dire che le amasse - iniziò a raccontare lei con tono divertito mordicchiandosi delicatamente il suo labbro inferiore mentre lo vide completamente in balia delle sue parole, da quel momento era sicura che gli avrebbe potuto raccontare qualsiasi cosa e lui ci avrebbe creduto - ma, una volta, ha, diciamo, perso il controllo e, completamente ubriaco, insieme ai suoi amichetti ed amichette ha messo in atto una gran scenetta sessuale> concluse lei con tono un po' schifato vedendolo sbiancare sul posto e la sua espressione farsi inorridita mentre si guardava attorno.
<hanno fatto un'orgia su questo balcone?! - chiese piano lui mentre sentiva una sensazione di schifo iniziare a pervadere tutto il suo corpo, la vide annuire - aspetta...e tu come fai a saperlo?>
<beh perché ho partecipato anche io> gli rispose Minjee con tono pacato.

Silenzio

Jungkook la guardò con occhi spalancati e la bocca leggermente aperta mentre i muscoli del suo corpo non sembravano volersi sciogliere da tutta quella rigidità.
Era rimasto completamente senza parole, Minjee l'aveva detto con una tale tranquillità che lo aveva spiazzato.
Provò a formulare una frase di senso compiuto, ma solo suoni incomprensibili uscivano dalle sue dolci e graziose labbra che, fin dalla prima volta, avevano attirato l'attenzione della bionda che però non l'avrebbe mai ammesso.
<te l'ho detto che la curiosità non porta buone cose - rise la ragazza decidendo dopo un po' di rivelare la verità dietro la menzogna - suvvia, Jungkook, credi davvero che io abbia partecipato?! Era uno scherzo> rise più forte la bionda passandosi una mano tra i lunghi capelli dorati.
Vide, piano piano, il volto del corvino iniziare a rilassarsi e una risata nervosa fuoriuscire dalla sua bocca.
<nono, non l'ho mai pensato> sussurrò lui rosso in viso cercando di non passare per il credulone di turno, facendo solamente intenerire la minore.
Minjee gli sorrise dolcemente sentendo nuovamente il suo cuore accelerare di battiti e un gran buon umore tornare in lei.

Giocando con la vita aveva perso innumerevoli volte, assaporando sempre di più l'amarezza della sconfitta, ma, in quel momento, quel terribile sapore si stava lentamente sostituendo ad uno più dolce.

"Si, Jungkook, stai decisamente barando"

~~~~~

Dopo quella conversazione a dir poco coinvolgente, Minjee aveva "pranzato", o almeno così diceva di aver fatto e, dopo aver pensato a lungo, si convinse della decisione che aveva preso il giorno prima.
Si vestì piuttosto casualmente, abitudine che aveva fin da quando era bambina e per cui sua madre l'aveva rimproverata spesso, sostenendo che bisognava essere sempre impeccabili davanti agli altri.
Dopodiché uscì di casa e prese l'autobus alla fermata poco distante dalla sua dimora.
Si diresse verso una meta specifica che, ormai, considerava come una seconda casa e dove aveva passato innumerevoli giornate tra risate ed amicizia.

Arrivò davanti alla palazzina e, dopo qualche attimo di esitazione, varcò la soglia aperta grazie alla portinaia che la fece salire tranquillamente perché la conosceva.
Prese l'ascensore, si diresse davanti alla porta familiare e posizionò il polpastrello dell'indice sinistro sopra il bottoncino che azionava il campanello, ma non lo premette subito.
Aveva il cuore in gola e i ripensamenti iniziavano a farla vacillare sulle sue fragili decisioni.
Deglutì rumorosamente sentendo le mani iniziare a sudare.
Non poteva tirarsi indietro proprio in quel momento, no, non poteva.
Era consapevole del fatto che, almeno loro, l'avrebbero dovuto sapere, erano i suoi unici due amici nonché colleghi di lavoro.
Avrebbe in un qualche modo dovuto giustificare la sua assenza quando avrebbe rinnovato i cicli della chemioterapia, che l'avrebbero tenuta lontana da casa per qualche giorno.
Sospirò profondamente sentendo tutto il suo corpo venir scosso da tremori mentre faceva sempre più pressione con il polpastrello fino a che non lo schiacciò definitivamente.
Un groppo in gola crebbe.

Rimase lì, in piedi, in un silenzio agonizzante mentre un sentimento di codardia la colpì, poteva sempre fuggire.
Stava per cedere a quel piccolo pensiero quando la porta davanti a lei fu spalancata mostrando la sua coetanea completamente struccata, con i capelli rossicci raccolti in una coda di cavallo, una maglietta fucsia, che Minjeee catalogò come tremenda, le copriva il busto mentre dei leggings neri le fasciavano perfettamente le magre e lunghe gambe, i piedi ,avvolti in dei piccoli calzini grigi, aderivano perfettamente al parche.
Era sempre bellissima, forse di più quando era vestita così, nonostante lei non fosse d'accordo.
Gli occhi di Lisa, in un primo momento, sembrarono sorpresi nel vedere Minjee alla sua porta, la bionda era sempre stata molto legata ai programmi ed glielo aveva sempre fatto notare, non faceva mai qualcosa che non fosse già stato deciso e loro non si erano messe d'accordo su quell'incontro.
Poi però la giovane la osservò meglio, capelli spettinati, occhi rossi che lentamente si stavano riempendo di lacrime, naso e guance arrossate, labbra leggermente aperte e tremanti.
Non stava bene, lo aveva capito già da tempo, e forse quella volta avrebbe finalmente potuta aiutarla come tanto avrebbe voluto.

Lisa non parlò, non disse nulla mentre fece un passo avanti.
Le appoggiò una mano sulla guancia che accarezzò delicatamente vedendo gli angoli della bocca di Minjee incurvarsi verso il basso, tutti avrebbero pensato che sarebbe crollata in un pianto disperato da un momento all'altro ma Lisa era certa che ciò non sarebbe accaduto.
Ormai la conosceva troppo bene.
Sapeva che non avrebbe mai pianto davanti a qualcun altro, non si sarebbe più mostrata così debole.
L'aveva già fatto troppe volte in passato.
Spostò la sua mano dalla guancia alla gemella dell'amica che strinse con gentilezza e con cui fece intrecciare le dita.
La guidò all'interno dell'appartamento come quando si cammina insieme ad un piccolo bambino che si è perso e non sa più qual'è la strada giusta per tornare a casa.
Appena Hoseok, seduto sul divano, le vide, capì subito la situazione.
Si alzò raggiungendole e racchiudendo subito tra le sue braccia Minjee che, riconoscendo la persona e il suo profumo, si lasciò cullare senza tante proteste sentendo in cuor suo che, forse, aveva fatto la scelta giusta.

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Ciao a tutti!
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e non vi abbia annoiato.
Se il capitolo vi è piaciuto lasciate una stellina e se volete anche un commento, mi farebbe molto piacere sapere un vostro sincero parere sulla storia.
Alla prossima
nanaa02

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